Lui & Lei
Carmelina
di cicciosv
05.11.2010 |
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"Carmelina, quando la conobbi, aveva 48 anni e attirò la mia attenzione perché mi era sembrata una persona con un carattere insoddisfatto, chiuso e riservato..."
Carmelina, era la figlia di primo letto di una delle amiche di mia madre che si riunivano da lei, quotidianamente, per fare salotto.Abitando in un appartamento attiguo, anch'io frequentavo spesso quel gruppo, insieme a mia moglie e le mie figlie piccole, diventando così l'unico uomo in mezzo a tante donne quasi tutte over 60.
Come un gallo in un pollaio, ogni mia richiesta veniva esaudita e spesso mi divertivo a prenderle in giro o a metterle in imbarazzo con discorsi piccanti specialmente quando mi rivolgevo alle zitelle o alle vedove. Tutto però, anche quando esageravo, mi veniva perdonato, sapendo che io le volevo bene come delle zie e all'occorrenza ero sempre disponibile ad aiutarle in caso di necessità.
Carmelina, quando la conobbi, aveva 48 anni e attirò la mia attenzione perché mi era sembrata una persona con un carattere insoddisfatto, chiuso e riservato. Portava capelli corti, leggermente ricci, poco curati, da cui si intravedevano dei capelli bianchi e, anche se era ben formata, indossava sempre abiti anonimi con colori sobri che la invecchiavano di molto. Possibile che avesse deciso di vivere solo per la madre e non desiderare più una vita propria?
Frequentando il gruppo seppi che non aveva mai accettato le seconde nozze della madre né la nascita di due fratellastri per cui da giovane si era chiusa verso il mondo rifiutandosi anche di studiare e lavorare.
Con me però sorrideva e accettava anche lo scherzo, gli trovai il nomignolo di "Pupatella" e la convinsi, nel tempo e non senza resistenza, a fargli cambiare look.
Tutti notarono che, con i capelli sistemati, con abiti più vivaci e corti anche il suo carattere fosse migliorato tanto che dovendo sua madre andare fuori città per assistere sua nuora che doveva partorire, decise di lasciarla a casa, dopo avermi fatto promettere che m'incaricassi io personalmente di seguire e controllare sua figlia.
Questo incarico mi permise di entrare ancor di più in intimità con Carmelina tanto che dopo qualche giorno dalla partenza della madre fu lei a confidarmi che a differenza di quanto affermato da tutti, da giovane aveva avuto un fidanzato e alle mie insistenze mi confidò che aveva fatto l'amore con lui e non era più vergine. Gli chiesi quindi se gli era piaciuto e se in seguito non avesse desiderato trovare un uomo, ma lei mi rispose con un no non molto convincente e si sottrasse al discorso con la scusa di volermi mostrare cosa indossare per uscire.
Ebbi così l'occasione di vederla, tramite lo specchio di un armadio, in slippino e reggiseno. Notai che oltre ai peli sotto le ascelle, aveva all'inguine, dei ciuffettini di peli che le sporgevano fuori dalle mutandine bianche, dopo la vidi indossare una sottoveste e un vestitino marrone.
"Va bene così?" mi disse.
"No, non mi piace, prova quella gonna blu con la camicetta gialla" gli risposi con l'intento di farla spogliare di nuovo.
"Va bene ora vado a cambiarmi".
"Ah! Non mettere la sottoveste!" aggiunsi.
"Si vede?"
"No. Solo che ti ho visto prima dallo specchio".
"Gesù! Che vergogna!" Esclamò diventando rossa paonazzo:
" Ma dai che vuoi che sia è come quando si va al mare, anzi lì si vede di più" incalzai.
Lei però si affrettò a entrare in camera chiudendo la porta per non farsi guardare, ma io entrando le dissi.
"Ormai ti ho visto e ti assicuro che sei uno bello spettacolo! Vieni che ti aiuto a cambiarti"
"No dai, esci per favore. Ho vergogna!"
"Ma dai non dire così Carmè, fatti aiutare" insistetti io senza demordere.
Le aprii la cerniera lampo e le sfilai il vestito lasciandola in sottoveste, poi la strinsi da dietro per le braccia.
Carmelina cercò di liberarsi specialmente quando le toccai i seni con una mano, poi cedette e l'abbracciai sempre da dietro stringendola a me.
La sentii ansimare, la feci voltare e la baciai sulle labbra. Ci stava e anche se con fatica riuscii a fargli aprire la bocca e scambiarci un veloce tocco di lingua.
Non so se fui io, ma la sottana venne giù e noi ci trovammo stesi sul letto della madre con il mio cazzo ormai duro che premeva sul suo pube e le zinne fuori dal reggiseno. Gliele strinsi e la baciai, poi mentre lei tentava di svincolarsi, cominciai a baciargli i seni. A quel punto lei non fece più resistenza ed io mi potei succhiare e leccare quelle aureole rosa su cui si ergevano due splendidi capezzoli.
"Ma cosa stiamo facendo? Hai figli e moglie cosa succede se si viene a sapere! Che vergogna! Gesù dammi la forza... non potrò più guardarli in faccia" cercò poi di graffiarmi ma io la bloccai per i polsi e la tornai a baciare
"Dai prova anche solo per una volta a sentiti veramente donna! Ti hanno mai baciata così? Dimmi che ti piace sentirti tra le mie braccia e desideri che continui?
"No. Nessuno così! Vattene! E' peccato! Vai via!"
Le sue difese però cominciavano a indebolirsi e quando la baciai di nuovo lei ricambiò.
Adesso ansimava e quando spinsi ancor di più la mia verga sul suo pube la sentii mugolare e sussultare di piacere.
La baciai sul collo e sui seni, mi soffermai con lunghe slinguate sui peli dell'ascella e tenendola sempre per le mani pian piano mi abbassai sul pube ancora coperto dalle mutandine cominciando a baciarglielo e soffiandoci sopra.
Carmelina ormai si era arresa e quando gli spostai di lato gli slip per leccarla mi trovai ad affondare il viso in un foltissimo cespuglio di peli. Mi dovetti aiutare con le mani per trovare la sua fighetta e aprirgliela un poco per metterci la lingua.
L'assaggiai, era piccola e stretta, era completamente bagnata e aveva un buon odore. La leccai con passione e quando gli strinsi il clitoride tra le labbra lei si contrasse e mugolando dal piacere mi afferrò per i capelli spingendomi la figa in bocca.
Carmelina stava provando un piacere da troppi anni represso e sensazioni che probabilmente, aveva spesso immaginato e desiderate. Poi, dopo essermi calato i pantaloni le feci toccare il cazzo. Lei ritrasse immediatamente la mano come se avesse preso la corrente e solo dopo vari tentativi finalmente cominciò a menarmelo.
Era goffa nei movimenti e anche imbranata ma lasciandosi trasportare dall'istinto, con mia meraviglia, da sola si chinò e cominciò a baciarmi e leccarmi il cazzo. Ci metteva tanto impegno e passione che feci appena in tempo a toglierlo dalla bocca prima di schizzala sul viso e sulle labbra tanta sborra calda.
Per Carmelina fu una esperienza nuova lei non l'aveva mai ricevuto in faccia e mi guardava con occhi stralunati non rendendosi conto dell'accaduto. Era dolcissimo vederla così meravigliata e grondante di sborra! L'aiutai a pulirsi e dopo aver raccolto qualche goccia del mio seme con un dito, glielo misi in bocca per farglielo assaggiare. L'accarezzai con affetto e la baciai tutta dai capelli alle cosce soffermandomi sui seni e intrufolando la mano in quei peli che le coprivano la figa. Mi piaceva, non avevo mai trovato una figa così pelosa e eccitato da questo pensiero le infilai la mia faccia in mezzo a quella foresta, annusando e esplorando con la lingua la sua vagina. Era meraviglioso! Leccandola e succhiandole il clitoride, intanto, mi era venuto di nuovo duro e sentendo che anche lei si stava bagnando sempre di più, capii che ora era pronta per essere penetrata!
Mi inginocchiai davanti a lei, le aprii le cosce e aiutandomi con una mano mi feci largo con il mio cazzo in quella foresta di peli in cerca della sua figa. Alla spinta del glande tra le sue piccole labbra, la sentii aprirsi e pian piano entrai in lei. Furono attimi di piacere accompagnati da piccole contrazioni di dolore. Era come l'avessi sverginata e dopo i primi attimi di dolore cominciò a godere con passione e ad avere orgasmi multipli mentre la stantuffavo con foga e vigore fino a sborrargli tra i peli del pube
L'avevo resa finalmente di nuovo donna e questo nuovo stato l'aveva mutata. Carmelina aveva trovato nuova energia e la forza di scrollarsi tutti quegli anni di rancore tristi e noiosi che l'avevano accompagnata sin dalla giovane età. Le amiche e la madre non si seppero mai spiegare il perché e si meravigliavano della metamorfosi di quella "gatta morta". Solo io sapevo il perché e mi divertivo a canzonarle.
Credo che la mia "Pupatella" mi amasse ma io non potevo corrispondere, tra noi ci doveva essere solo un rapporto di sesso e basta. Lei ne era cosciente ma mi era comunque grata perché aveva in me qualcuno che la consigliava, l'aiutava e quando possibile la, faceva sentire viva dandogli la carica per poter continuare. Infatti, dopo meno di un anno ha trovato lavoro e al decesso della madre si è comprata un piccolo appartamento dove adesso vive da sola. Io mi sento tuttora onorato di essere stata l'unica persona nella sua vita ad averla completamente trasformata e anche adesso che anche lei è 60enne, quando è possibile qualcosina la facciamo ancora.
Cicciosv
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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