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Vendetta al ragazzo traditore


di FSeed
15.12.2016    |    22.521    |    9 9.6
"Ho il piano perfetto per vendicarmi di quello stronzo di Alessandro..."
Durante i primi mesi di università entrai a far parte di un gruppetto di ragazzi, tutti del primo anno come me. Andavo particolarmente d’accordo con Silvia (nome di fantasia) una ragazza del mio stesso indirizzo di studi. Passavamo molto tempo insieme, e così facendo entrai in buoni rapporti anche con i suoi amici, e conobbi il suo ragazzo Alessandro (nome di fantasia). Lui era un anno più grande di noi, non particolarmente bello, ma con due occhi verdi e i capelli castani all’ultima moda, per non parlare del fisico tonico frutto di anni a giocare a calcio. Ci sapeva fare con le ragazze, e più di una gli sbavava dietro in facoltà. Un giorno chiesi a Silvia se le dava fastidio il comportamento di Alessandro e lei rispose: “Se scopro che mi tradisce glie la farò pagare cara, vedrai” io pensavo che dicesse così per dire, ma qualche mese dopo successe il dramma. Silvia aveva letto alcuni messaggi sul telefono di Alessandro, scoprendo che non solo l’aveva tradita con un’altra, ma che si era fatto buona parte delle ragazze del suo corso. Non avevo mai visto una persona più incazzata di Silvia, voleva andare da Alessandro e spaccargli la faccia, ma una volta calmata ideò un piano per vendicarsi.
“F. ho il piano perfetto per vendicarmi di quello stronzo di Alessandro. Però devi aiutarmi.” Ascoltai il suo discorso e rimasi a bocca aperta. “Questa settimana è il nostro anniversario e io avevo organizzato una cosa speciale a casa mia. I miei genitori non ci sono quindi è perfetto. Legherò Alessandro al letto, nudo e bendato, penserà di fare sesso con me ma voglio che ci vada tu al posto mio”
“Silvia ma sei scema? Dissi io “non posso farmi scopare da Alessandro. E poi neanche lo sa lui che sono gay”
“Proprio per questo è perfetto. Lui sarà bendato e neanche si accorgerà che sei te. Ti prego aiutami a fargliela pagare”. Io non sapevo cosa fare. Da una parte avevo l’opportunità di fare ad Alessandro quello che volevo, ma dall’altra avevo paura di essere riconosciuto e passare un guaio.
“E se poi lui mi riconosce e lo va a raccontare in giro?”
“Secondo te un tipo come Alessandro andrebbe a raccontare in giro una cosa del genere? Stai tranquillo F., fa come ti dico io. Ti do carta bianca con lui, puoi fargli quello che vuoi, tanto non me ne frega più niente di lui”.
Tre giorni dopo andai a casa di Silvia per mettere in atto la sua vendetta. Aveva preparato tutto alla perfezione: le manette con cui legare Alessandro al letto, la benda, preservativi e lubrificante. Silvia mi disse che appena legato Alessandro lei sarebbe uscita di casa, così da lasciarmi da solo con il suo ragazzo. Poco prima dell’arrivo di Alessandro mi nascosi in camera dei genitori di Silvia. Sentii suonare il campanello, delle voci nel corridoio, e poi la porta di della camera di Silvia chiedersi. Passarono alcuni minuti e Silvia venne in camera da me.
“E’ tutto pronto. Gli ho detto che mi sto cambiando. E’ già legato e bendato. Rendimi fiera di te” e con sorridendo uscì dalla stanza. La cosa era veramente assurda, ma il pensiero di Alessandro tutto nudo nella stanza accanto mi spinse a mettermi in azione. Entrai nella stanza e lo trovai li, steso e legato, con il cazzo duro che sbatteva sugli addominali coperti da una leggera peluria. Sentendo la porta chiudersi si girò verso di me.
“Finalmente sei tornata. Sono già eccitato”. Senza dire una parola mi avvicinai a lui e cominciai ad accarezzarlo. Cominciai dal petto, definito e poco peloso, che cominciai a baciare lentamente.
“Brava così” disse Alessandro mentre cominciavo a leccargli i capezzoli. Scesi sempre più giù fino a quando non mi ritrovai di fronte il suo cazzo. Era davvero bello, dalla carnagione chiara e con una cappella rosea già scoperta, con alla base palle belle piene e depilate. Lo impugnai e Alessandro ebbe un fremito.
“Dai su che aspetti? Prendilo in bocca”. Cominciai a dare piccoli baci e leccate alla cappella, massaggiandogli le palle, provocando in Alessandro un gran godimento.
“Dio ma dove l’hai imparato questo? Ti prego succhiamelo” senza farmelo ripetere mi misi tutto il cazzo in bocca, facendo fare un sospiro liberatorio ad Alessandro “Dai cazzo finalmente” cominciai a pompare fino a farlo entrare tutto in bocca, facendolo arrivare in gola.
“Porca troia ma che hai fatto un corso di pompini? Non me lo avevi mai preso così tutto insieme”. Continuai a succhiarlo per altri dieci minuti, tra gemiti di piacere e sospiri di Alessandro, fino a quando non sentii il cazzo irrigidirsi.
“Dai che sborro. Sto a veni piccola…cazzo vengooo”. Mi riempì la bocca con una quantità di sborra impressionante, e quando me lo cacciai dalla bocca altri due schizzi mi raggiunsero su una guancia. Alessandro aveva il fiatone, e il suo cazzo era ancora bello dritto. “Dio che pompino. Non me ne avevi mai fatto uno così”.
Mi avvicinai al suo orecchio e gli bisbigliai “Forse perché non è stata Silvia a farti il pompino”.
Alessandro divenne bianco in faccia e il sorriso gli si spense in un attimo.
“Chi cazzo sei? Slegami”.
“Non posso” dissi io cercando di camuffare la voce “vedi Silvia ha scoperto che ti sei scopato metà del tuo corso, e quindi io sono la punizione che ti meriti”. Alessandro si divincolava cercando di liberarsi, ma le manette erano resistenti. “Brutto frocio vedi che ti combino quando mi libero da ste cose!”. Mi spogliai e mi misi a cavalcioni su di lui, e appena sentì il peso del mio corpo si fermò.
“Cosa mi farai?” chiesi io posandogli le mani sul petto e accarezzandolo. Mi stava piacendo quel nuovo gioco “Vuoi picchiarmi? E cosa farai se andrò a raccontare in giro perché mi hai picchiato?” Mi avvicinai al suo viso e cominciai a leccargli il collo. Alessandro cercava di divincolarsi, ma le manette non gli permettevano di scansarmi da lui.
“Smettila brutto frocio. Non mi toccare”. Scesi sul petto e poi risalii sfiorandogli le labbra, facendo reagire Alessandro che quasi mi diete una testata. Gli presi la testa e la fermai con le mani.
“Senti ti conviene stare fermo. Vedrai che ti farò godere come neanche una ragazza ha mai fatto”. “Vaffanculo” urlò Alessandro.
Presi in mano il suo cazzo, oramai tornato delle sue normali dimensioni, e dopo alcune menate me lo rimisi in bocca.
“No smettila” si lamentava Alessandro muovendo il bacino per far uscire il cazzo dalla mia bocca. Gli afferrai le gambe e le tenni ferme. Ci volle tutta la mia maestria di pompinaro per far tornare duro quel cazzo, che adesso si ergeva bello dritto tra le mie mani.
“Vedo che non ti è dispiaciuto per niente il mio servizi etto” dissi io leccandogli l’asta e scendendo verso le palle.
“Certo che se continui a succhiarlo come un addannato si addrizza che si” Alessandro era incazzato ma forse gli stava piacendo davvero. Gli allargai le gambe e le tirai su, mettendo in bella mostra il culo, con il buco roseo con giusto qualche pelo.
“Che cazzo fai? Non ci provare neanche!” era quasi terrorizzato, ma dato che il mio scopo era solo farlo godere lo misi a suo agio.
“Tranquillo. Non voglio scoparti, ma farti solo godere”. Cominciai a leccare quel buchetto stretto, lo allargavo con le mani e ficcavo dentro la lingua.
“No smettila! Basta!” le suppliche di Alessandro si stavano quasi trasformando in sospiri di piacere, fino a quando non si rilassò completamente e ficcando un dito non cominciai a stimolargli la prostata.
“No cazzo il dito no. Smettila!” spingevo e leccavo fino a quando non cominciò a gemere
“Ma che cazzo mi stai facendo? Sto godendo da morire”. Andai avanti così per un po’, ma dato che anche io volevo godere non potevo permettere di farlo sborrare subito. Mi alzai dal letto per prendere lubrificante e preservativo.
“Che fai?” chiese Alessandro stupito, come dispiaciuto che il godimento fosse finito. Mi lubrificai per bene il buco e impugnando il cazzo di Alessandro gli misi il preservativo.
“Ma che voi fa?” chiese lui.
“Voglio cavalcare questo bel cazzone” dissi io posizionandomi.
“No aspetta…fermo non..” le parole gli si fermarono in gola appena la cappella fu dentro, e mentre il cazzo entrava piano nel mio culo cominciò a sospirare.
“No dai che cazzo fai?” disse Alessandro mentre cominciavo a fare su e giù. Posai le mani sul suo petto e comincia a cavalcarlo sempre più veloce.
“Dio mio si continua” gemeva Alessandro “ma che cazzo di culo hai? Mi stai facendo impazzire” mi avvicinai a lui e cercai di baciarlo.
“Cazzo fai?” disse lui spostando il viso.
“Smettila di fare il cretino” dissi io, e prendendogli la testa tra le mani lo bacia. Le sue labbra erano sigillate, ma togliendo quasi del tutto il cazzo dal mio culo, e poi rificcarmelo dentro, gli feci aprire la bocca per il godimento, facendo così entrare la lingua. Si arrese al bacio e cominciò a limonarmi. A quel punto sapevo di averlo in pugno, così cominciai a toglierli le manette. Come fu libero mi strinse i glutei, e cominciò a fottermi ancora più forte. Mi alzò di peso e si mise sopra di me, continuando a fottermi ancora bendato.
“Ti sfondo il culo brutto frocio”.
“Dai si sfondami” mugolavo come una troia. Dopo alcuni minuti sentii che aumentava il ritmo, cacciò il cazzo dal culo e si sfilò il preservativo.
“Cazzo sto pe venì” a quelle parole scivolai sotto le sue gambe e mi misi il cazzo in bocca.
“Oh cazzo si troia vai” Alessandro si mise a cavalcioni sulla mia faccia e cominciò a spingere bloccandomi la testa con le mani.
“Dai così…vai che vengo…ti riempio…dai che sborrooooo” anche se meno abbandonate di prima la sborra fu tanta, e dopo aver inghiottito il tutto afferrai i glutei di Alessandro e tenni il cazzo in bocca, stimolando la cappella già sensibile. “No cazzo…aaahhh basta, così mi fai morì” lo lasciai andare e si sdraiò sul letto, stanco e sudato.
“Porca troia c’avevi ragione. Una scopata così non l’ho mai fatta”.
“Sei ancora incazzato?” chiesi io rimettendomi gli slip. Lui si sedette sul letto.
“Certo che sono incazzato. Con Silvia perché è una stronza, e con te che m’hai fatto godè come non mai”. Rimanemmo li seduti in silenzio, fino a quando non decisi di parlare.
“Che facciamo? Vuoi che me ne vado così ti togli la benda? Oppure vuoi vedere chi sono così poi me le dai di santa ragione”. Alessandro rimase in silenzio.
“No dai, non dicevo sul serio. Basta che sta storia non esce da qui. Giuralo”.
“Lo giuro” dissi io. Alessandro si tolse la benda, e quando mi vide rimase di stucco.
“Lo sapevo porco due che eri frocio” disse “ma non sapevo che eri così bravo” si mise a ridere e cominciò a vestirsi. Io feci lo stesso, e una volta sulla porta della camera si girò e disse: “Di a quella stronza della tua amica che me l’ha fatta pagare davvero, che sono incazzato e che non la voglio più vedere” fece per andarsene ma poi si girò di nuovo “Contro di te non ho nulla, anzi. Se mi viene voglia di un pompino bendato ci stai?” io mi avvicinai a lui, presi il suo telefono e gli diedi il mio numero. “Dirò a Silvia quanto sei incazzato allora”. Alessandro si mise a ridere e se ne andò
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