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Gay & Bisex

Rifugio nella tempesta


di Membro VIP di Annunci69.it Giun
19.03.2025    |    3.221    |    17 9.0
"Salirono una stretta scala che portava al piano superiore, dove una porta di legno massiccio si aprì su una stanza accogliente, illuminata dalla luce soffusa..."
La pioggia martellava implacabile sulla città, trasformando il marciapiede in un mosaico di pozze luccicanti che riflettevano le luci tremolanti dei lampioni. Luca procedeva a passo svelto, la giacca leggera ormai appiccicata alla pelle, l’umidità che gli si insinuava nelle ossa come un’ombra gelida. I suoi capelli scuri, leggermente ondulati, gli si incollavano al viso, mentre i suoi occhi verdi, solitamente vivaci, erano offuscati da un velo di malinconia e solitudine. Ogni suo movimento sembrava rallentato dalla pioggia, come se il mondo intorno a lui stesse erigendo una barriera tra la sua realtà e il resto.
A ventidue anni, Luca aveva un’aria giovane e inquieta. La sua pelle chiara, priva di imperfezioni, e il corpo snello e agile tradivano un’energia ancora in cerca di una direzione. Le sue mani lunghe e affusolate stringevano l’ombrello con una forza quasi disperata, come se quel gesto potesse restituirgli un briciolo di controllo su un mondo che gli sfuggiva. Le spalle larghe e il torace sottile lasciavano intravedere un fisico che prometteva forza, ma che in quel momento sembrava piegarsi sotto il peso di pensieri troppo grandi.
Mentre camminava, Luca non poteva fare a meno di sentirsi perso. La giornata era stata un disastro: un colloquio di lavoro andato male, una discussione con il suo coinquilino, e ora quella pioggia che sembrava volerlo affogare nei suoi stessi pensieri. Si chiedeva se avrebbe mai trovato il suo posto nel mondo, se avrebbe mai provato quella sensazione di appartenenza che sembrava così lontana.
Fu allora che notò il bagliore caldo di una luce provenire da un piccolo caffè all’angolo della strada. Il cartello sbiadito recitava “Caffè del Porto”, e le finestre appannate promettevano un rifugio dalla tempesta. Senza pensarci due volte, Luca spinse la porta e entrò, accolto da un’ondata di calore e dal profumo di caffè appena macinato.
L’interno del locale era accogliente, con pareti di legno scuro e tavoli di marmo consumati dal tempo. Solo pochi clienti erano sparsi qua e là, immersi nei loro pensieri o in conversazioni sommesse. Luca si diresse verso il bancone, dove un uomo di mezza età, con i capelli grigi tagliati corti e un sorriso rassicurante, lo accolse con un cenno del capo.
“Cosa posso offrirti, ragazzo?” chiese l’uomo, la sua voce profonda e calma.
Luca si asciugò i capelli con un gesto nervoso, sentendosi improvvisamente a disagio sotto quello sguardo attento. “Un caffè, per favore. Nero, senza zucchero.”
L’uomo, che indossava un grembiule macchiato di caffè e un’aria di saggezza acquisita con gli anni, annuì e si mise al lavoro. Luca osservò le sue mani esperte mentre preparava la bevanda, notando le vene pronunciate e le macchie di un tempo che non poteva essere fermato. C’era qualcosa di ipnotico in quel gesto semplice, qualcosa che lo calmò nonostante il caos che aveva dentro.
“Ecco a te,” disse l’uomo, posando la tazza sul bancone con un leggero tintinnio. “Mi chiamo Marco. Sei nuovo in città?”
Luca prese il caffè, sentendo il calore avvolgere le sue mani fredde. “Sì, sono qui da pochi mesi. Non è stato facile ambientarsi.”
Marco sorrise, un’espressione che rivelava una comprensione che andava oltre le parole. “La vita non è mai facile, ragazzo. Ma a volte, è nelle difficoltà che troviamo ciò che davvero cerchiamo.”
Luca lo guardò, colpito dalla sincerità di quelle parole. C’era qualcosa in Marco che lo attirava, una forza tranquilla che sembrava promettere risposte alle domande che lo tormentavano. “Come fai a saperlo?” chiese, la voce quasi un sussurro.
Marco si appoggiò al bancone, i suoi occhi grigi che scrutavano Luca con un’intensità che lo fece arrossire. “Ho vissuto abbastanza per capire che la solitudine è solo un’illusione. A volte, basta un incontro inaspettato per cambiare tutto.”
Il silenzio che seguì fu carico di tensione, interrotto solo dal ticchettio della pioggia contro le finestre. Luca sentì il calore del caffè scendere lungo la gola, ma era un calore diverso, più profondo, che sembrava diffondersi in tutto il suo corpo. I suoi occhi si posarono sulle labbra di Marco, carnose e leggermente curve in un sorriso enigmatico, e improvvisamente si rese conto di quanto fosse vicino.
Marco sembrò percepire il suo sguardo, perché si inclinò leggermente in avanti, la sua voce che si abbassò a un tono più intimo. “Hai freddo, Luca?”
La domanda lo colse alla sprovvista, e Luca si rese conto di tremare leggermente, non per il freddo, ma per l’eccitazione che stava crescendo dentro di lui. “Un po’,” ammise, la voce roca.
Marco non disse nulla, ma si mosse con una grazia inaspettata per un uomo della sua età. Con un gesto lento e deliberato, sfilò il grembiule e lo posò sul bancone, rivelando un corpo che, nonostante gli anni, era ancora solido e ben definito. Si avvicinò a Luca, il suo profumo di caffè e tabacco che avvolse i sensi del ragazzo.
“Lascia che ti scaldi,” mormorò Marco, le sue mani grandi e callose che si posarono sulle spalle di Luca, facendolo sussultare.
Luca non sapeva cosa dire, il suo cervello annebbiato dal desiderio che stava montando. Sentì le dita di Marco scivolare lungo il suo collo, accarezzando la pelle umida, e un brivido gli percorse la schiena. Senza rendersene conto, si inclinò in avanti, le loro labbra che si sfiorarono in un bacio leggero, esplorativo.
Marco approfondì il bacio, la sua lingua che danzava con quella di Luca in un ritmo antico e primordiale. Il sapore del caffè si mescolò al sapore di Marco, e Luca si sentì perdere in quel momento, il mondo esterno che svaniva mentre il desiderio prendeva il sopravvento.
Le mani di Marco scesero lungo il corpo di Luca, accarezzando la schiena attraverso la giacca fradicia, prima di afferrargli i fianchi e attirarlo ancora più vicino. Luca gemette nel bacio, sentendo il rigonfiamento nei pantaloni di Marco premere contro il suo ventre, una promessa di ciò che sarebbe potuto accadere.
“Vieni con me,” sussurrò Marco, la voce rauca di desiderio.
Luca annuì, incapace di parlare, e si lasciò guidare da Marco attraverso il caffè deserto. Salirono una stretta scala che portava al piano superiore, dove una porta di legno massiccio si aprì su una stanza accogliente, illuminata dalla luce soffusa di una lampada.
La stanza era un rifugio, con un grande letto coperto da lenzuola di lino e una finestra che si affacciava sulla città bagnata dalla pioggia. Marco si voltò verso Luca, i suoi occhi che brillavano di una passione che il ragazzo non aveva mai visto prima. ’
“Togliti i vestiti,” ordinò Marco, la voce ferma ma gentile.
Luca obbedì, le dita che tremavano mentre si sfilava la giacca e la maglietta, rivelando il torace sottile ma tonico. Marco lo osservò con apprezzamento, i suoi occhi che si soffermarono sui capezzoli rosa prima di scendere lungo il corpo del ragazzo.
“Sei bellissimo,” mormorò Marco, avvicinandosi per posare le labbra sul petto di Luca, baciando e leccando la pelle calda.
Luca ansimò, il piacere che gli percorreva il corpo come un’onda elettrica. Sentì le mani di Marco slacciargli i pantaloni, facendoli scivolare lungo le gambe, lasciandolo in boxer. Marco si inginocchiò davanti a lui, il suo sguardo che incontrò quello di Luca prima di abbassarsi a baciare l’inguine attraverso il tessuto sottile.
“Marco...” gemette Luca, le mani che si aggrapparono ai capelli grigi dell’uomo mentre sentiva la bocca calda e umida circondare il suo membro attraverso il tessuto.
Marco sorrise contro la pelle di Luca, il suo alito caldo che lo fece tremare. Con un gesto lento e deliberato, abbassò i boxer, liberando il pene di Luca, già rigido e pulsante. Lo prese in bocca, la sua lingua che avvolse la punta prima di scivolare lungo l’asta, succhiando e leccando con una maestria che fece impazzire Luca.
“F-fico...” ansimò Luca, il piacere che gli offuscava la mente. Sentì le mani di Marco afferrargli i glutei, attirandolo più vicino mentre la bocca dell’uomo lo inghiottiva fino in fondo, facendolo gemere di piacere.
Marco lo rilasciò con un pop umido, i suoi occhi che brillavano di desiderio mentre si alzava in piedi. “Voglio assaggiare tutto di te,” mormorò, spingendo Luca verso il letto.
Luca si sdraiò, il cuore che batteva all’impazzata mentre Marco si spogliava, rivelando un corpo che, nonostante gli anni, era ancora potente e desiderabile. La pelle di Marco era abbronzata e segnata dal tempo, ma i suoi
muscoli erano definiti, e il suo pene, già eretto, puntava verso Luca come una promessa.
Marco si avvicinò al letto, le sue mani che accarezzarono le gambe di Luca, spingendole leggermente aperte. Si inginocchiò tra di esse, i suoi occhi che si posarono sul sesso del ragazzo prima di abbassarsi a baciare l’interno delle cosce, facendo Luca sussultare.
“Sei così bello,” mormorò Marco, la sua voce che vibrava contro la pelle di Luca. “Voglio farti impazzire.”
Luca ansimò mentre sentiva la lingua di Marco avvicinarsi al suo sesso, leccando e baciando la pelle sensibile prima di afferrargli i testicoli, massaggiandoli con delicatezza. Il piacere era quasi insopportabile, e Luca si arcuò contro la bocca di Marco, gemendo il suo nome.
Marco sorrise, il suo sguardo che incontrò quello di Luca mentre si alzava, posizionandosi sopra di lui. “Sei pronto per me?” chiese, la voce rauca.
Luca annuì, il desiderio che gli annebbiava la mente. “Sì... per favore...”
Marco non disse altro, ma si inclinò in avanti, afferrando il pene di Luca e guidandolo verso il proprio ingresso. Con un movimento lento e deliberato, si abbassò, inghiottendo il membro del ragazzo fino in fondo, facendolo gemere di piacere.
“F-fico...” ansimò Luca, le mani che si aggrapparono alle lenzuola mentre sentiva Marco muoversi sopra di lui, il suo corpo che scivolava su e giù, stringendolo in un abbraccio caldo e umido.
Marco si mosse con una ritmo antico, il suo corpo che si armonizzò con quello di Luca in un ballo sensuale. Il piacere era travolgente, e Luca sentì il suo orgasmo avvicinarsi, un’onda che minacciava di travolgerlo.
“M-Marco... sto per...”
Marco sorrise, i suoi occhi che brillavano di desiderio mentre accelerava il ritmo, il suo corpo che si muoveva con una forza e una passione che Luca non aveva mai sperimentato prima. “Vieni per me, Luca. Riempimi con il tuo seme.”
Le parole furono la goccia che fece traboccare il vaso, e Luca urlò il nome di Marco mentre il suo orgasmo lo travolgeva, il suo corpo che si arcuò contro quello dell’uomo mentre il piacere lo consumava. Sentì il suo seme pulsare dentro Marco, onda dopo onda, mentre l’uomo lo stringeva a sé, baciandolo con passione.
Quando il mondo tornò a fuoco, Luca si rese conto di essere avvolto nelle braccia di Marco, il loro sudore che si mescolava mentre il cuore di entrambi batteva all’impazzata. Marco lo accarezzò i capelli, il suo sguardo che incontrò quello di Luca con un’intensità che lo fece arrossire.
“Sei stato incredibile,” mormorò Marco, la voce piena di ammirazione.
Luca sorrise, sentendosi più leggero di quanto non avesse fatto in mesi. “Grazie a te,” rispose, la voce ancora roca di desiderio.
Marco lo baciò di nuovo, un bacio dolce e tenero che parlava di promesse e possibilità. E mentre la pioggia continuava a cadere fuori dalla finestra, Luca si rese conto che, forse, aveva finalmente trovato ciò che cercava.
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