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La seconda volta col marito della mia amica


di Zibibbo2
05.10.2015    |    18.978    |    8 9.7
"Il ritmo comincio a farsi più sostenuto..."
Nei giorni successivi al nostro incontro, ripensai a quello che era successo con Nicola. Mi sedevo sul letto a riflettere sul fatto che avevamo tradito la fiducia della mia amica; lui certo era suo marito, ma anche io non mi ero comportato bene, anzi! Mi ero preoccupato solo del mio piacere e di soddisfare i miei istinti, mi ero lasciato completamente andare... poi però, proprio mentre facevo questi pensieri, ripensavo al mio incontro con Nicola, ai suoi baci timidi, al suo petto villoso, al suo cazzo lungo che mi penetrava, alla sua faccia mentre provava l'orgasmo... a quel punto sentivo l'eccitazione crescere e spesso dovevo masturbarmi.
Insomma, sapevo cosa volevo: essere scopato di nuovo da Nicola, averlo ancora per me.
Passò una settimana, e non ci fu occasione di vederci, almeno di sabato o di domenica, come spesso accadeva. Non mi fidavo di scrivergli sul cellulare, perché sapevo che la mia amica era molto gelosa, e magari poteva guardarglielo; speravo quindi di vederlo per potergli parlare di persona, ma questo non successe. Speravo anche che mi scrivesse, ma niente: Nicola non si faceva vivo. Che fosse arrabbiato per qualcosa? O che fosse in imbarazzo? Magari, mi dicevo, si era pentito e non voleva più vedervi.
La risposta arrivò un paio di giorni dopo; non ci vedevamo da dieci giorni, quando un giovedì sera mi arrivò un messaggio. "Allenamento saltato, lei non lo sa. Passo da te?" Risposi "sì" alla velocità del suono e corsi a prepararmi. Nel giro di un quarto d'ora suonò al campanello e io corsi ad aprire.
Era vestito in tuta e si era portato la sacca, che posò per terra.
"Come stai?" gli chiesi. Lui sorrise e andò a sedersi sul divano, facendomi gesto di avvicinarmi a lui; così mi sedetti.
Fece qualcosa che non mi aspettavo: mi accarezzò una guancia e poi mi baciò. Un bacio dolce, ma deciso. Le nostre si intrecciarono, con la punta della mia percorsi l'arcata dei suoi denti perfetti che tanto gli invidiavo. Si staccò e mi disse: "Mi sei mancato". Non ci voleva altro per farmi sciogliere... iniziai ad armeggiare con la zip per aprirgli la casacca della tuta. Dalla maglietta con lo scollo a V spuntavano i peli del petto, e io ne approfittai per realizzare un mio desiderio: li toccai, ci passai una mano e poi la passai sul petto entrando dallo scollo. Adoravo la sua peluria fitta e riccia.
Lui scalciò le scarpe. Mi staccai dal bacio e gli proposi di spostarci in camera mia. Lui annuì, riprese a baciarmi e smise solo quando mi alzai e lo condussi mano nella mano per il corridoio; ma a metà si fermò e mi immobilizzò contro il muro e riprese a baciarmi, quasi togliendomi il fiato. Senti la sua mano che mi prendeva il pacco e me lo stringeva, vogliosa, poi la forza del suo bacino contro di me. Riuscii a trascinarlo in camera, e ai piedi del letto ci spogliammo. Mi tolse tutto, anche i boxer, e si spogliò completamente. Aveva già il cazzo che svettava e io mi inchinai a succhiarglielo; ma mi lasciò fare per poco, perché disse: "Ora tocca a me". Mi fece sdraiare e iniziò a leccarmi il cazzo, prima la cappella e poi tutta l'asta, percorrendola in tutta la lunghezza con la lingua; infine se lo prese in bocca. Mi piaceva, eccome, ma ciò che volevo era solo una cosa, e lui lo intuì dopo poco. "Girati", mi disse, e io ubbidii. Mi misi a pecora, e lui fu subito dietro di me; lo sentii sputarsi sul cazzo, poi avvicinarsi e cercare il buco con la cappella. Come la prima volta, entrò di colpo, lasciandomi senza fiato. Sentivo tutto il suo cazzo dentro, lunghissimo e duro, i muscoli che mi facevano male ma il piacere che cresceva. Iniziò a stantuffare, poi mi fece alzare la schiena e con le mani mi toccava il petto; io sentivo il suo petto peloso sulla schiena ed ero eccitato,ma ancor di più sentivo il suo palo lunghissimo che mi perforava e mi faceva sentire la sua troia.
"Fatti scopare", continuava a ripetermi.
Mi sfilai dal cazzo e mi girai frontale; volevo guardarlo negli occhi mentre mi penetrava. Lui lo capì subito, si stese sopra di me e tornò a scoparmi. Entrava e usciva, sentivo il bordo della cappella mentre si faceva spazio dentro di me e mi faceva godere da matti; ogni tanto mi baciava e diceva solo: "Oddio come godo... che bello scoparti". Io gli appoggiavo le mani sul suo petto che adoravo, mi sembrava impossibile averlo dentro di me dopo averlo desiderato tanto.
Il ritmo comincio a farsi più sostenuto.
Il respiro più lento.
Mi stringeva più forte, e sapevo cosa stava per capitare.
Venni per prima, sorprendendomi; il piacere che mi stava dando era tantissimo, mi fece scuotere e fu aumentato dal suo cazzo dentro di me che stantuffava. Poco dopo venne anche lui, riuscii a sentire i fiotti di sborra che mi riempivano dentro.
Si accasciò di lato.
"Grazie", mi disse.
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