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Il marito della mia amica - quarte parte - il gran finale


di Zibibbo2
19.02.2016    |    17.435    |    12 9.3
"Anzi, senti!" Mi prese la mano e se la portò sul pacco: era già duro..."
"E allora?" mi chiese Nicola, una sera che eravamo fuori a cena con sua moglie ed altri amici. Voleva dei dettagli sul mio incontro con il nostro comune amico, perché io non mi ero sbottonato più di tanto e gli avevo dato solo alcuni accenni.
"Cosa vuoi sapere?" gli dissi, secco.
La mia rigidità lo stupì. "Mah, se ti ha scopato bene..."
"No, perché l'ho scopato io. Hai capito bene: gli piace prenderlo."
Nicola sembrava un po' perplesso, ma sorrideva. "Chi l'avrebbe mai detto", commentò, "e a te è piaciuto molto, vero?"
C'era una nota di gelosia nelle sue parole? In ogni caso gli risposi di sì e che lo avrei rivisto. E il discorso cadde lì; lui tornò dalla sua ragazza e io rimasi solo con i miei pensieri. La verità era tutta un'altra: ormai ero perso per Nicola, ma cosa potevo farci? Niente. Lui mi considerava solo un giocattolo per svuotarsi le palle, anche se io sarei stato disposto a rinunciare a una relazione per lui.

Passarono alcuni giorni. Io non scrivevo a Nicola e lui non scriveva a me. Una sera mi collegai a un sito di incontri perché avevo voglia di scopare; ero connesso da un po' quando suonarono al citofono. Era Nicola.
Lo feci salire da me e, appena entrò, mi accorsi che era un po' alticcio. Non ubriaco, ma comunque su di giri.
"Che succede?" gli chiesi.
"Che succede!" disse lui, quasi ridendo. Io chiusi la porta e lo feci accomodare sul divano. "Che succede! Ah. Succede che non mi tira più il cazzo, ecco cosa succede."
"Come scusa?"
"Sono settimane che non riesco a fottere con mia moglie." Lo sguardo ora non era più stralunato. "E lo sai perché? Perché continuo a pensare al tuo culo, a te messo a pecorina."
"Scusa?"
"Proprio così. Anzi, senti!" Mi prese la mano e se la portò sul pacco: era già duro. "mi eccito solo al pensiero che tu me lo dia!"
Mi tirò a sé e cominciò a baciarmi. Inizialmente mi opposi, ma molto debolmente: chi volevo ingannare? Mi appoggiai contro di lui con tutto il peso, le nostre lingue si toccavano ed esploravano la bocca.
I vestiti erano di troppo. In modo disordinato volarono via calzini, magliette, pantaloni. Lui era nudo, sotto di me. Presi a baciargli il petto peloso mentre lui si rilassava, e pian piano scesi verso il suo cazzo lungo e dritto: era bellissimo. Cominciai a succhiarlo, ad abbassargli la pelle per gustarmi tutta la cappella nel suo splendore. Con una mano mi segavo e con l'altra gli toccavo un capezzolo, mentre lui mugugnava di piacere. Ma sapevo che i preliminari non sarebbero durati a lungo. Alzai lo sguardo e lo fissai, senza immaginare quello che stava per dirmi.
"Scopami"
"Come?"
"Hai sentito bene: voglio che mi scopi".
Sentii il sangue ribollirmi nella testa e pulsare nel cazzo. Lo guardai ancora negli occhi, ed era sincero. Così gli feci aprire le gambe, piano, così frontale com'era, e con le dita provai ad esplorarlo dietro: era incredibilmente rilassato, capivo che nonostante la paura lo desiderava sul serio. Mi sputai un po' sulla mano e mi lubrificai il cazzo, poi glielo puntai sul buco. Lui mi guardò, si mise se possibile ancora più comodo, e poi disse: "Dai, amore".
Non capii più niente, ed entrai come una lama nella carne. Sapevo che non avrei dovuto, ma entrai direttamente dentro di lui, perché sapevo che mi desiderava. Sentii le pareti stringersi attorno al mio cazzo e lo vidi fare una smorfia, ma non aveva nessuna intenzione di smettere. Cominciai a muovermi dentro di lui, penetrandolo con il mio cazzo e contemporaneamente toccandolo sul petto, ovunque, come desideravo da tempo. Lui lentamente si stava lasciando andare e godeva di avermi dentro. Uscii e lo feci girare, poi lo scopai a pecora; lo feci alzare con la schiena per fargli sentire ancora meglio il cazzo dentro.
Quando stavo per venire glielo dissi, e lui mi chiese di riempirgli il culo. Così venni, dicendogli "Ti amo!", mentre lui subito dopo venne a schizzi sul mio divano.
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