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Gay & Bisex

Iniziazione


di seanconn2
26.04.2023    |    533    |    5 7.0
"Anzi mi veniva da pensare: “Ma che cazzo sto facendo”..."
Iniziazione

“Sono un Master serio, pulito e responsabile in cerca di uno schiavo realmente incline alla sottomissione, con cui allacciare un rapporto duraturo e reale. Cerco la
completa sintonia cerebrale e fisica e non considero rilevante l’età o l’aspetto fisico, ma una reale
convinzione del ruolo . Ti cerco massimo 70enne, con o senza esperienza; sarò io a guidarti gradualmente e a farti oltrepassare i tuoi limiti. Sono interessato a rapporto esclusivo, devi essere disposto a diventare un oggetto sessuale per il tuo padrone. Seleziono pertanto un servo adoratore, che sia realizzato professionalmente e, possibilmente, dotato di buona cultura, intimamente e segretamente desideroso di una guida,nonchè di un padrone da servire , da adorare in intimità senza ripensamenti e del quale possa fidarsi ciecamente. Chiedo che mi contattino solo persone, single e o sposati, realmente intenzionate a costruire detto rapporto e disponibili a frequentazione regolare. Nella candidatura dettagliare eventuali esperienze, desideri, paure o limiti.

La lettura di questa inserzione mi ha provocato una immediata erezione: sembrava fatta apposta per me. Sono un uomo dalla vita normale, sposato e con figli e nipoti. Arrivato alla soglia dei sessant’anni, dopo una vita passata a conoscere e ad apprezzare il corpo femminile nelle sue sfaccettature, dopo avere fatto soddisfacenti esperienze di swapping e di cuckoldismo con mia moglie, avevo cominciato a sentire confusamente che mi sarebbe piaciuto fare qualche esperienza con gli uomini. Non però una normale e paritaria esperienza omo. Mi piaceva l’idea di mettermi in balia di un potente uomo virile. Non era tanto un fatto sessuale, quanto un fatto psicologico: mi eccitava l’idea di dipendere da un altro, di mettere me stesso ed il mio sesso al suo servizio.

Ho cominciato a corrispondere con questo master e più chattavamo più mi sembrava di diventare debole e femminile. Avevo voglia di cedergli, di essere suo. Però al tempo stesso avevo paura e vergogna di queste mie sensazioni e non riuscivo a capire se quelle voglie teoriche si sarebbero potute concretizzare poi praticamente. Come avrei reagito di fronte ad un uomo che voleva possedermi come una donna ? Ma Lui era bravissimo: trovava sempre le parole giuste per tranquillizzarmi, per calmarmi. E per farmi desiderare di provare. Mi sembrava che mi avvolgesse in una sottile rete ipnotica.
Comunque ero arrivato al gran passo. Lui aveva reperito un appartamentino di amici nel centro di Milano e stavo andando al primo incontro. Ero molto emozionato e per niente eccitato. Anzi mi veniva da pensare: “Ma che cazzo sto facendo”. Ma ormai avevo dato la mia parola e sarebbe stato stupido e anche un po' vigliacco tornare indietro. Entrai nell’appartamento. Sapevo che non avrei trovato nessuno. Mi diressi verso il bagno mi spogliai completamente e mi lavai. E poi uscii. Lui mi aspettava nella stanza in penombra. Indossava una tuta nera ed attillata, che lo fasciava completamente. La faccia era severa e decisa. Un uomo un pò più anziano di me. Mi guardò per un po' in silenzio. Ero imbarazzatissimo: in piedi, nudo come un verme di fronte a lui completamente fasciato di nero. Oltre al resto mi aveva detto di depilarmi completamente: mi sentivo un uccellino implume ed indifeso. Poi mi fece appoggiare con le mani al muro, mi divaricò le gambe e, stando dietro di me, cominciò ad accarezzarmi tutto il corpo. Immediatamente l’uccello mi si drizzò: quella sensazione di abbandono e di impotenza, quel tocco sembravano realizzare i miei desideri. Poi lui ci sapeva fare: mi accarezzava come si fa con un cane che si sta esaminando . Indugiava sulle cosce, sui pettorali, mi strizzava un po' i capezzoli, mi sondava delicatamente il buchino con un dito, mi stringeva le balle, tastava il pene che si inturgidiva sempre più. Istintivamente, al suo tocco, spingevo in fuori il bacino: avevo voglia di essere masturbato da quella mano forte. Volevo sentire che possedeva il mio uccello, che lo maltrattava, che lo legava….
Improvvisamente smise e mi indico un mucchio di vestiti che non avevo notato sulla poltrona che vi era ai lati della stanza “Vestiti” mi ordinò. Era un intimo femminile. Un po' stranito e maldestro ubbidii. Indossai delle mutandine trasparenti, un paio di calze autoreggenti, una sottoveste corta, che copriva le mutandine, un paio di scarpe coi tacchi ed una parrucca. Mi sentivo brutto e grottesco. Però….avevo notato molte volte che l’abito fa il monaco. Immediatamente ho cominciato anche a sentirmi femmina e troia. Avevo voglia di far piacere al mio uomo, di aprire i miei buchi e farglieli godere. “ Da ora in avanti sarai Lorena” mi annunciò : “E parlerai al femminile”.
Mi fece sdraiare sul tavolo che era al centro della stanza a pancia in su. Mi posizionò in modo che la testa sporgesse tutta fuori dal tavolo, abbandonata all’indietro. Le gambe erano aperte. Con le mani mi dovevo tenere ai bordi del tavolo per non correre il rischio di cadere all’indietro. Ero molto emozionato: capivo che stava cominciando la mia istruzione femminile e che la mia vita, almeno quella sessuale, sarebbe cambiata irrimediabilmente. Girò intorno al tavolo e si posizionò vicino alla mia testa, poi abbassò una lampo, che non aveva neanche notato e che copriva uccello e balle. Comparve un bell’uccello marzotto. Aprii la bocca e lui me lo infilò dentro. Avevo già qualche volta preso in bocca l’uccello di qualche bull di mia moglie, ma adesso la cosa era diversa. Quella doveva diventare la mia attività predominante. Ero in una posizione molto strana: lui aveva la possibilità di cacciarmi l’uccello fino in gola - proprio come se la mia bocca fosse una figa – senza che potessi tirarmi indietro. Devo dire che fu però molto discreto. Rimaneva fermo mentre io , con la lingua, lavoravo attorno al suo cazzo. Sentivo che diventava sempre più duro e mi sentivo orgoglioso. Speravo che fosse contento di me. Ad un certo punto di chinò in avanti a cominciò ad accarezzarmi. Poi mi scostò le mutandine e mi prese tutto il pacco con la mano. Lo strinse, lo soppesò, lo menò. Mi eccitava e poi improvvisamente mi strizzava facendomi quel tanto di male che faceva sì che mi si afflosciasse. Poi ricominciava. Mi sembrava di impazzire. Capivo che anche quello faceva parte del mio addestramento: dovevo abituarmi ad accettare tutto quello che lui voleva darmi. Intanto aveva anche cominciato a muoversi nella mia gola. Stava godendo ed aveva cominciato ad ansimare. Ero preoccupato: nessuno mi era mai venuto in bocca e l’idea mi faceva proprio schifo. I patti erano che sarebbe venuto fuori le prime volte. Mi avrebbe obbligato all’ingoio con una certa gradualità. Ad un certo punto cominciò a muoversi più in fretta e con foga. Ero preso da violenti conati di vomito , ma al tempo stesso ero felice di sentire come godeva. Finalmente estrasse il cazzo e mi venne in faccia. Quando si calmò, mi alzai ed andai a lavarmi. Ci concedemmo un po' di pausa. Mi disse che era contento e che mi stavo comportando come lui si aspettava. Ci sedemmo sul divano. Io ero accucciato su di lui proprio come una femmina, Lui mi circondava col braccio e mi accarezzava. Ad un certo punto mi tirò verso di sé, mi disse di aprire la bocca e mi baciò, penetrandomi profondamente con la lingua. Fu un momento molto emozionante: essere baciata da un uomo come una donna con la sua lingua che penetra dentro di Te, è psicologicamente l’abbandono della propria mascolinità. E’ una atto molto più significativo del pompino o della scopata. Dopo aver limonato per un po' feci quello che ormai mi stava diventando naturale : mi chinai su di lui, gli aprii di nuovo la cerniera e glielo presi in bocca. Fu molto bello e romantico. Divenne rapidamente duro. Mi fece alzare e mettere bocconi sul tavolo. Mi abbassò le mutandine e cominciò lentamente ad aprirmi il buchino. Lubrificava le dita con qualche cosa, che non vedevo e poi mi entrava dentro. Lentamente, con calma. Prima un dito, poi un altro. Alla fine con lentezza e strappandomi qualche lamento anche tre dita. Mi faceva male, ma mi piaceva. Mi sentivo sua, sentivo che era un passo bello e necessario, che volevo fare. Mi disse però: “E’ la prima volta, non voglio farTi male. Voglio abituarti piano. Dimmi se devo smettere” Sentii il suo uccello che spingeva il mio buchino. Cercai di rilassarmi e di abbandonarmi. Entrò con la cappella. Si fermò, poi continuò. Ad un certo punto sentii un male fortissimo. “Fermati , Ti prego”. Si arrestò e comincio ad andare avanti e indietro in quella posizione. Era lento ma deciso. Poi mi prese l’uccello in mano. Fu bellissimo e travolgente. Capivo che lui si tratteneva dall’affondare, ma che godeva. Come godevo io. Mi fece venire. Poi uscì e se lo menò fino a venire anche lui.
Prima di uscire mi diede un dildo e mi comandò”Esercitati. Almeno una volta al giorno”. Poi mi baciò profondamente.
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