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Gay & Bisex

Il primo ragazzo che mi ha soddisfatto


di giustinos
10.03.2021    |    15.697    |    11 8.9
"Per la media a 19 anni avevo già molte esperienze, ma non abbastanza per capire ogni situazione fino infondo..."
Questo non è il racconto della mia prima volta, lascio quell'evento per un prossimo racconto. Questo è il racconto di ciò che è successo con il primo ragazzo che veramente mi ha soddisfatto. Sì sono giovane, ho 23 anni e all'epoca ne avevo 19, ma avevo già chiaro quanto sono maiale. Mi frequentavo con un ragazzo da qualche mese, ma non avevo tolto l'applicazione di Grindr, ero uno dei tanti profili senza testa! una mattina mi ha contattato un ragazzo molto più grande, bello, sportivo, fra i trenta e i quaranta, aveva una foto con indosso una canotta, dalla quale fuoriusciva il suo pelo sudato. Quando ho visto la sua foto, il mio cazzo è diventato di marmo. Sono sempre stato attratto dai maschi più grandi, ma fino a quel momento pensavo di voler scopare con loro solo se puliti e profumati. Dopo aver visto la sua foto già mi immaginavo con la faccia pressata sul suo petto sudato.
Mi scrive che ha poco tempo, che deve tornare al lavoro e che dalla voglia non riesce a pensare ad altro che a scopare. Non sono mai stato un tipo in grado di prendere decisioni veloci, anzi, di solito questo mi crea ansia, ma quella volta gli chiesi immediatamente dove potevo raggiungerlo.
Mi dice che stava tornando a casa in quel momento e che avendo lavorato sotto il sole per due ore aveva bisogno di una doccia, gli dico che non deve, che mi eccita da matti l'idea di farlo con un ragazzo così sudato. Lui rispose "OK" e aggiunse una emoticon ammiccante.
Mi sbrigo, mi vesto e salto in auto. Per raggiungere casa sua impiego 10 minuti, raggiungo il parcheggio sotto il suo palazzo, mi scrive di salire, la scala e l'interno.
Salgo. Ad aprirmi trovo lui con la stessa canottiera che aveva nell'annuncio indosso.
"Ehi ciao, scusa ma dove eri a lavorare in discoteca? eheheh"
"No! figurati, faccio il giardiniere per alcune case qui in zona"
"ahhh! ok, bell'...abbigliamento... io ce l'avrei sempre duro guardandoti lavorare"
Non risponde, sorride solamente mentre andiamo verso il salotto, mi indica il divano, "bevi qualcosa?", nel mentre va in cucina e torna con una birra, "Forse è un po' presto".
sorride, mi guarda per alcuni secondi lunghissimi, si avvicina, alza un braccio, me lo passa attorno alle spalle, sopra la spalliera del divano, sento il suo odore, di sudore, di maschio, penetrante.
"Allora? cosa eri venuto a fare qui?"
Non posso fare a meno di guardargli la patta dei pantaloni, bella piena, allungo la mano.
Per la media a 19 anni avevo già molte esperienze, ma non abbastanza per capire ogni situazione fino infondo. Mi blocca la mano, "Non correre, divertiamoci un po'. Perché non hai voluto che mi facessi la doccia?"
Mi imbarazzo molto, e fra la sensazione di vomitare e la voglia di sprofondare, sbiascico qualcosa tipo "Ero eccitato dalla tua foto profilo!"
Mentre ancora cerco di rendermi conto di cosa ho detto mi prende la testa da dietro la nuca, sposta il braccio da dietro la mia testa e lo mette in posizione come se volesse mostrarmi il suo bicipite. A quel punto... inizia a spingermi la faccia verso la sua ascella... trattengo il respiro, solo per pochi istanti, poi tiro un profondo respiro e il suo odore di maschio mi attraversa.
"Ti piace vero? ti piace l'odore di papi vero?"
Ero li con la faccia sulla sua ascella e la sua mano sulla nuca, tiro fuori la lingua, voglio sentire il suo sapore, inizio a leccare, allargo tutta la lingua per poter leccare il più possibile.
Sento il mio culo pulsare e nel mentre un dolore al cazzo che in quella posizione non riusciva a farsi spazio.
Sposta la mano dalla mia nuca al mio fondoschiena e poi lentamente la porta sulla mia patta dei pantaloni.
"Senti senti, chi è eccitato!"
Nel frattempo con le mia mano inizio ad accarezzargli i folti peli sul petto, il contrario di me e del mio ragazzo che eravamo entrambi glabri, mi eccita da morire.
Abbassa il braccio, si avvicina e mi infila la lingua in bocca, nel mentre mi stende sul divano. Si stacca e mi dice "Fammi sentire se il tuo culo si è aperto sentendo odore di maschio"
In quella posizione solleva il mio bacino, mi sfila i pantaloni solo dietro e passa le sue dita ruvide sul mio buco. Mi eccito da impazzire!
Si abbassa ancora verso di me, non mi bacia, va dritto al mio orecchio e mi sussurra "Vediamo se ti piace davvero il mio odore!"
Non capisco cosa in quel momento intendesse, ma si alza dal divano e inizia a sbottonarsi i pantaloni, dai boxer di cotone, di quelli morbidi non di quelli aderenti, si vede la forma del suo pisello, non è gigantesco, ma parecchio tozzo.
"Vuoi assaggiare?"
Annuisco.
Si avvicina al mio viso e si abbassa le mutande, all'altezza del mio naso i suoi peli pubici profumavano di sborra rappresa e sudore. Ci immergo il mio naso e inizio ad annusare, voglio il suo odore, voglio sentirlo bene dentro di me, annuso e strofino la faccia su quel pelo. Nel mentre appoggio una mano sul suo culo per poter spingere meglio la mia faccia sul suo pube. Mi sposto col naso fino a sotto il suo cazzo e inizio ad annusare le sue palle.
"Succhiamele"
Non me lo faccio ripetere
Inizio a leccargliele, come fossero un gelato e poi me ne metto una in bocca. Un sapore meraviglioso, di uomo.
"Bravo, Bravo..."
Dice massaggiandosi l'asta del suo uccello.
Si sposta di mezzo passo indietro, mi riafferra la nuca, con l'altra mano si abbassa la pelle del cazzo e me lo scappella sotto al mio naso. Sento di nuovo odore di sborra e di piscio, ma molto più forte. Mi eccito da impazzire e mi divincolo dalla sua presa per aprire la bocca ed infilarmelo tutto in bocca.
Sento un sapore acidulo e il mio culo torna a pulsare.
"Eheheh, hai fretta è? ti piace veramente allora il mio odore!"
Annuisco con il suo pisello in bocca, lui sorride eccitato e mi prende di nuovo la testa, tenendola ferma, infila il suo cazzo fino infondo alla mia bocca, impedendomi di respirare, non si muove, sta immobile, io inizio a sentire i conati e a cercare di tirarmi indietro, ma lui mi teneva davvero con tanta forza e non riuscivo a farlo. inizio a tossire, sempre più forte, inizia a fuoriuscirmi saliva, gli batto con una mano sulla gamba.
Dopo qualche secondo mi lascia, sfilo il suo cazzo dalla mia bocca e mi giro tossendo fortissimo, pensavo di vomitare.
Lo sento ridere, lo sento ridere e afferrarmi per la vita.
Mi alza di peso, mi mette con le ginocchia a terra e la pancia sul divano.
"Ora si sta facendo tardi, diamoci un po' da fare"
Non faccio in tempo a rispondere che lo sento sputarsi sulle dita e passarmele fra le natiche.
Mi passa un braccio attorno al collo, la sua cappella preme contro il mio buco, un colpo di reni secco ed è tutto dentro.
Non ero abituato a prenderlo così in fretta e senza lubrificante, mi fa malissimo, mi sento come rotto dentro e urlo per il dolore. Mentre gli chiedo di uscire per favore, con le lacrime agli occhi, lui afferra qualcosa per terra, si abbassa verso di me, vedo le sue mutande nella sua mano.
"Non ho tempo per questi capricci ora, voglio sborrare"
mentre lo dice mi infila le sue mutande sporche in bocca.
Si rialza e riprende a stantuffare, sempre più forte, mi fa malissimo, ma intanto non vorrei mai che smettesse.
I suoi colpi si fanno sempre meno frequenti, ma più forti, ogni colpo mi sposta in avanti, sento le sue palle sbattere contro la mia pelle, inizia a piacermi.
Proprio nel momento in cui sento la punta del mio cazzo bagnarsi e la penetrazione comincia a piacermi moltissimo, lo sento urlare, l'orgasmo più rumoroso che abbia mai sentito, ancora due colpi e si accascia su di me.
sento il pelo del suo petto sudatissimo sulla mia schiena, vorrei troppo venire anche io.
ride
"Grazie, mi ci voleva proprio, ora andiamo che faccio tardi!"
Lo guardo, non capisco, fino a quel momento avevo sempre pensato che quando due ragazzi fanno sesso entrambi devono venire.
"Ma io?"
Si abbassa. Mi bacia.
"I passivelli non sborrano, al massimo vengono mentre lo prendono dietro, vestiti"
Non ribatto, mi eccita troppo il suo atteggiamento
Lo guardo, mentre si rimette la canotta, e poi i jeans, senza rimettersi le mutande.
Le indica
"quelle te le regalo, così avrai qualcosa da annusare mentre ti segherai dopo"
di nuovo quel ghigno, ma obbedisco e me le infilo in tasca, prima di seguirlo fuori la porta, giù per le scale.

Continua...

Questo insieme agli altri racconti lo trovate nella raccolta che ho pubblicato su Amazon
Titolo: La strada di L
Autore: Giu Stinos
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