Gay & Bisex
Il ragazzo del caffè
di giustinos
06.04.2021 |
16.916 |
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"Un vero spettacolo, bellissimo, un pettorale inaspettatamente definito, con del pelo al centro che forma una sorta di macchia a forma di cuore, rossa come..."
In diversi racconti vi ho parlato del mio capo e del mio posto di lavoro.Al lavoro abbiamo una macchinetta per il caffè di una nota azienda diffusa su tutto il territorio italiano.
Questa macchinetta ha la particolarità di incepparsi ogni 2 giorni almeno, vi verrebbe da pensare che per noi sia un disagio, ma io e le ragazze dell’ufficio non aspettiamo altro che si rompa! Il tecnico è un ragazzo davvero fico! Non di quei belli tamarri, di quei belli da quadro di Dante Gabriele Rossetti. Una bellezza intellettuale.
Capellii rossi, braccia forti, alto, occhi chiari, barbetta e quelle rughette d’espressione da quarantenne (se non lo avete capito ancora, questo è il mio target, anche se ho quasi 20 anni di meno!) che invece che deturpare la sua bellezza, l’accentuano.
Indossa sempre delle polo turchesi, con dei pantaloni jeans lisi e delle scarpe antinfortunistiche, nonostante il suo lavoro non ne richieda l’utilizzo.
Ogni volta che viene le ragazze impazziscono, facendo la spola fra la sala relax e la loro scrivania, parlare di lui monopolizza le loro conversazioni, io, non essendo dichiarato con loro, mi do un contegno.
Fatto è che questo ragazzo, non si sa perchè, non si sa per come, nutre una forte simpatia per me. Tale da cercarmi sempre, salutarmi ogni volta che arriva e se ne va, portarmi il caffè ogni volta che aggiusta la macchinetta. Gentilmente finge anche di interessarmi al mio lavoro, uno di quei lavori così palloso da far rientrare fra i malati mentali chiunque tragga piacere nello svolgerlo.
Così le nostre conversazioni divennero sempre più fitte e personali.
Sapevo cosa faceva la sera, i nomi dei suoi amici, delle ragazze che gli ronzavano intorno, lui sapeva di me lo stesso, tranne del mio fidanzato, non parlerei mai di lui ad un bel ragazzo.
Un venerdì alla fine di una lunga conversazione conclusasi con l’argomento weekend e cosa fare, alla mia risposta negativa alla domanda se avevo programmi, mi invita a pesca!
Io non so pescare, ne avrei mai immaginato di andarci, ma cazzo! L’occasione fa l’uomo ladro e accettai, sperando di pescare il suo di pesce!
Il giorno dopo alle 6 lasciai il mio ragazzo nel letto per andare all’appuntamento in un parcheggio nella zona commerciale della città.
Era già li!
“Ehy fra, ma da quanto aspetti!”
“Ma saranno due minuti, sono appena arrivato, vai tra!”
Una conversazione fra amiconi da una vita, etero.
Salgo sulla sua macchina, una Fiat panda 750 del 1990, un capolavoro di ignoranza decadente.
“Dove andiamo?”
“Conosco un posto, ad una ventina di minuti, un laghetto fra i boschi, non c’è mai nessuno!”
Ottimo! Penso dentro di me!
Nel tempo da lui detto arriviamo e parcheggiamo lungo una strada sterrata, scendiamo due minuti una scarpata e siamo in riva a questo incredibile laghetto.
Poggia l’attrezzatura e prepara una canna per me e per se, per pescare e poi una terza canna da fumare...saranno state le sette del mattino, tre tiri ed ero fuori come i balconi.
Iniziamo a pescare, in silenzio, non abbocca nulla e fatto come una pigna non passa un secondo.
“Ma te hai la ragazza?”
Cazzo! Devo giocarmela bene! Penso
“No!”
L’unica risposta che esce dal mio cervello annebbiato
“Quelle tipine in ufficio...te ne scopi qualcuna?”
Rido, in maniera particolarmente rumorosa.
Sorride pure lui.
Poi silenzio di nuovo.
Prendo coraggio.
“Tu hai la ragazza?”
“No no, figurati!”
“Mai avuta?”
Che cazzo di domanda di merda mi è uscita!
“Veramente son stato sposato!”
Ride
“Ah!”
“Si, con una stronza! Menomale non avevamo figli! Si è trovata un altro”
“Ah mi spiace..”
Dico con una desolazione in faccia fin troppo teatrale.
“Ma no! Tranqui, era una grandissima puttana e questo mi piaceva, ma... non lo era solo con me!”
Cazzo sta descrivendo me e il mio ragazzo!
“Meriti di meglio amico! Lo dico sul serio!”
Non so secondo quale logica dico questo, forse preso dal troppo trasporto.
Lui ride e mi da un pugnetto sul braccio.
“Speriamo!”
Passano i minuti e le ore.
Il sole si alza e la giornata si scalda.
Non peschiamo nulla, in compenso abbiam mangiato tutte le patatine che mi ero portato e pure bevuto un po’.
Verso l’una mi guarda e dice:
“Siesta?”
“Cazzo si! Muoio di caldo!”
Si alza e si sfila la maglietta.
Un vero spettacolo, bellissimo, un pettorale inaspettatamente definito, con del pelo al centro che forma una sorta di macchia a forma di cuore, rossa come i suoi capelli.
Lo fisso, forse fin troppo.
“Ci mettiamo sotto quell’albero?”
Dice indicando l’albero dietro di se.
Annuisco e mi alzo.
Ci dirigiamo all’albero, prende la sua maglietta la appallottola, la mette a terra, si stende e ci poggia la testa, mettendo le braccia incrociate dietro la testa ed esponendo le sue meravigliose ascelle, non depilate, al naturale, uno spettacolo che mi fa venire il cazzo duro.
Non me ne frega di nascondere la mia erezione, lui ha gli occhi chiusi e io sono ancora fatto.
“Ne facciamo un’altra?”
“D’accordo!”
Dico ridendo.
“Girala te!”
Dice e poi si ravana nelle mutande estraendo una pallina di pellicola trasparente contenente si e no due grammi d’erba. Dalla tasca estrae cartine e filtre, passandomi tutto.
Ho guardato e invidiato quel pallozzo per essere stata fin’ora nel posto più interessante che in quel momento avevo in mente.
Fabbrico la canna e la accendo stendendomi a terra affianco a lui.
Faccio tre tiri e gliela passo, per farmi notare lo colpisco al petto col mio polso, porgendogli la canna. È la prima volta che lo tocco.
Lui apre gli occhi e la prende.
Io rimango adagiato su un fianco, alla sua sinistra, mentre con la destra fuma, il braccio sinistro rimane sotto la sua testa e io rimango ipnotizzato dalla sua ascella, interrogandomi su che odore possa mai avere!
Lui inizia a parlare, ma non seguo minimamente ció che dice, sono ipnotizzato e preso dai miei pensieri.
Poi mi scatta una molla e affondo il viso sulla sua ascella appoggiando una mano sul suo petto!
“Ma che fai?”
Dice spostandomi
“Oh cazzo scusa! È che non ho retto!”
Dico non essendo in grado di inventare scuse credibili
“Si ma che schifo!” Accompagnato da bestemmie
“Scusa non avrei dovuto!”
“No amico! Cazzo! No!”
“Scusami!”
“No! Almeno leccami le palle cazzo!”
Dice ridendo.
Nel frattempo la botta mi era scesa, accenno un sorriso, non so come faccio, ma capisco che ci sta.
Mi avvicino a lui e gli appoggio una mano sul petto, la faccio scivolare sul suo addome e con le dita entro sotto l’elastico delle mutande.
“Meglio!”
Dice rimettendosi nella posizione con le braccia dietro la testa e con un sorriso stampato in faccia.
Nel frattempo accarezzo in po’ i suoi peli pubici e con una sola mano gli sbottono i pantaloni, per stare più comodo.
Lui mi lascia fare.
“Si...ma posso?”
“Cosa?”
“Bhe... annusarti... sai... mi eccita troppo l’odore di maschio!”
“Io non ho fatto la doccia, se a te piace, cazzi tuoi!”
Non finisce la frase e riaffondo il naso nella sua ascella, non ci avrei mai rinunciato, respiro a pieni polmoni il suo odore, così secco e muschiato, mi eccito da morire e la mano scende dai suoi peli pubici all’asta del suo cazzo.
È già un po’ barzotto, bene!
Inizio a scorrere la sua pelle mentre inizio a leccargli l’ascella.
Un sapore straordinario.
Scorro con la bocca verso il suo capezzolo, leccandolo e soffermandomi al centro del suo petto annusando profondamente quel cespuglio.
Poi sempre leccando scendo sul suo addome arrivando vicinissimo al suo cazzo che intanto ho estratto dalle mutande.
Ero fatto, è vero, ma quello era uno dei cazzi più grossi mai visti, mentre lo sego annuso i suoi peli pubici, dev’essersi segato ieri sera e sborrato nelle mutande a giudicare dall’odore.
Scendo e sposto le mutande scoprendo le palle, grosse come due uova, do una bella leccata, come la si da ad un gelato.
“Cazzo si! Finalmente! È da auando ti ho visto che volevo questo!”
Dice mentre il suo cazzo pulsa indurendosi.
Questo mi fa eccitare da morire.
Prendo una sua palla in bocca, entrambe non entrerebbero mai e la succhio.
Le sue palle sono leggermente sudate, ma leccare due palle non sudate è come andare al mcDonalds e chiedere un insalata, quindi lo faccio con ancora più gusto e impegno.
Lui geme e il suo cazzo è di marmo, mi stacco, tiro fuoi la lingua e do un unica leccata da sotto le palle fino alla punta della cappella e poi lo prendo in bocca.
Non tutto, è troppo grosso, ma ha un sapore stupendo e me lo godo, assaporandolo.
“Si cazzo! Succhia troia?”
Dice spostando le mani da dietro la sua testa a dietro la mia, spingendomi e facendomi quasi soffocare, mamma mia che cazzo meraviglioso!
Bestemmia mentre mi tiene la testa ferma e muove il bacino quasi a volermi scopare la bocca!
Non riesco a prenderlo e tossisco.
“Cazzo! Prendilo tutto! Voglio sborrare!”
Comincia a uscirmi ad ogni colpo di tosse fin troppa saliva che fila e lo bagna ovunque sul suo pelo pubico.
Si stacca e tossisco, si sposta, poi si mette inpiedi mentre continuo a tossire.
Si mette dietro di me, io sono a terra, col busto sollevato appoggiato sulle mani.
Si sfila i pantaloni velocissimo, mi prende per il bacino e me lo alza, io mi sbottono i pantaloni, ma non ho tempo di toglierli, li abbassa quel tanto che basta da scoprire il mio buco e velocissimo ci infila la cappella.
Mi fa male, è successo tutto in un secondo, non ero preparato, ma eccitato e come non mi era mai successo invece di gridare dico:
“Si cazzo! Scopami!”
Lui non se lo fa ripetere e lo infila tutto, fino infondo, passando dal mio buco normale ad una dilatazione della circonferenza di una lattina di estathé immediatamente.
Sento la pelle stirarsi e strapparsi, ma non mi importa nulla, mi piace troppo essere scoparo così violentemente da un maschio così!
Inizia subito a scoparmi e io gemo per il dolore e l’eccitazione.
Mi sta scopando a pecorina, lui in ginocchio dietro di me, mi da un pugno sulla schienafacendomi abbassare il busto, faccia a terra, sull’erba.
Con una manovra si mette su una gamba sola, spostando il suo piede sinistro sopra il mio profilo. Sento il suo cazzo roteare dentro di me.
Cazzo come mi eccita, inizio a leccargli il piede, pensando che era passato troppo tempo da quando un toro così mi aveva scopato, sono così eccitato che il mio buco si dilata.
“Cazzo! Sei sfondatissimo! Chissà quanti cazzi prendi frocio!”
Mugugno in segno di assenso.
La cosa lo eccita e lo sento stantuffare sempre più forte.
Io inizio a godere davvero molto e mi escono goccioline di sborra.
Inizio a gemere in maniera sempre più rumorosa.
Lui si eccita ulteriormente e ansimando con tre colpi ben assestati viene dentro di me, con mia grande soddisfazione!
Si accascia su di me, toglie il cazzo da dentro di me, mi gira e mi abbraccia, petto contro petto, baciandomi.
“Ho bisogno di una troia come te, avevo sentito parlare di te, ma non pensavo fosse vero!”
“Posso fare di meglio!”
Dico sorridendo.
“Abbiamo tutto il pomeriggio per scoprirlo!”
Dice lui toccandomi il culo ancora aperto e ridendo.
Quel pomeriggio oltre a sfondarmi altre due volte, mi ha marchiato anche con il suo piscio.
Comunque sia, questo non è stato il nostro unico incontro fuori dal lavoro, anzi, direi che lui è il ragazzo che attualmente frequento con più piacere ;)
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Titolo: La strada di L
Autore: Giu Stinos
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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