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PadroneAnziano 3


di FeBOMo79
27.04.2025    |    370    |    0 9.3
"Alla sua volontà che piegava la sua innocenza come un ferro rovente..."
La notte avvolgeva la città come una coperta tiepida.
Elisa era sola in camera, nuda, il corpo ancora segnato dai pizzichi delle mollette.
Il cellulare vibrò.
Un solo messaggio:
PadroneAnziano: "Sei pronta a spingerti oltre, troietta mia?"
La parola la fece rabbrividire.
Troietta.
Mai nessuno l'aveva chiamata così.
Mai nessuno aveva osato sporcare la sua innocenza con un insulto.
Eppure, sentì il ventre contrarsi di piacere, le cosce stringersi istintivamente.
Elisa: "Sì, Padrone... sono pronta."
Il messaggio successivo arrivò rapido, deciso, come un colpo di frusta:
PadroneAnziano: "Voglio che ti metti davanti alla finestra. A gambe larghe. Voglio che ti esponi al mondo. Nessuno deve vederti, ma tu devi sentirti vista. Come la puttana obbediente che sei diventata per me."
Elisa sentì il sangue pulsarle nelle orecchie.
La finestra dava su un cortile interno semi-deserto, ma l’idea di esporsi anche solo all’eventualità che qualcuno potesse vederla la fece tremare.
Spinta da una fame che non sapeva più controllare, si alzò.
Nuda, attraversò la stanza.
Aprì leggermente la tenda, lasciando filtrare l’aria fresca sulla pelle calda.
Poteva vedere le luci in lontananza, le finestre degli altri palazzi.
Forse qualcuno poteva guardare.
Forse qualcuno la stava già guardando.
PadroneAnziano: "Allarga bene le gambe. Mostrami la tua figa bagnata, sporca di desiderio."
Obbedì.
Le gambe si aprirono, tremando.
Si sentiva esposta, vulnerabile... e incredibilmente viva.
Un nuovo messaggio:
PadroneAnziano: "Guardati, lurida troia. Non sei più la ragazzina timida di prima. Sei la mia puttana. La mia schiava da usare."
Le parole la colpirono come schiaffi sul viso.
Ogni insulto era una goccia bollente sulla pelle, che scivolava giù fino a incendiargli l'intimità.
Il dito le sfiorò il clitoride, ancora sensibile dai giochi precedenti.
Un gemito basso le sfuggì.
PadroneAnziano: "Toccati per me. Ma lentamente, sporca cagna. Voglio che ti rendi conto di quanto ti piace essere la mia esibizionista personale."
Elisa infilò due dita dentro di sé, lentamente, affondando nella propria umidità.
Le cosce tremavano, il cuore sembrava volerle esplodere nel petto.
Ogni affondo era un atto di sottomissione.
Ogni movimento, un'offerta silenziosa al suo Padrone.
PadroneAnziano: "Voglio che tu venga in piedi, davanti alla finestra, come la troia indegna che sei. Devi gridare il mio nome nella testa mentre ti abbandoni."
Concentrò ogni fibra del suo essere su quel comando.
Le dita aumentarono il ritmo.
Il piacere montava, violento, incontrollabile.
Pensava a lui.
Alla sua voce.
Alla sua volontà che piegava la sua innocenza come un ferro rovente.
Quando l’orgasmo esplose, Elisa dovette mordere la spalla per non urlare davvero.
Il corpo scosso da ondate di piacere che sembravano strapparla dal suolo.
Cadde in ginocchio, esausta, il viso bagnato di lacrime di gioia e di vergogna.
La chat si illuminò ancora:
PadroneAnziano: "Brava, puttanella mia. Questa è solo l’iniziazione. Presto imparerai a godere del tuo essere niente, pur di appartenere a me."
E in quel momento, Elisa era sua totalmente.
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