bdsm
PadroneAnziano 4

27.04.2025 |
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"Deve ricordarti chi ti possiede, anche quando cammini..."
Era sabato pomeriggio.Elisa si agitava davanti all'armadio, il telefono ancora stretto in mano.
Il messaggio di PadroneAnziano era chiaro:
PadroneAnziano: "Oggi ti manderò fuori nel mondo reale. Voglio che vai in un sexy shop. Voglio che ti vesti da troia, come la mia troia."
Elisa deglutì a vuoto.
Ancora non riusciva a credere fin dove si stava spingendo per lui...
Eppure, ogni nuova prova la faceva sentire più viva, più vera.
PadroneAnziano: "Minigonna cortissima. Senza mutandine. Top aderente. Devi sapere che basterà un soffio di vento per rivelare tutto. Devi sentire la paura... e godere di essa."
Obbedì.
Scelse una minigonna nera, talmente corta che a malapena copriva il necessario.
Sopra, una maglietta attillata, senza reggiseno.
Quando si guardò allo specchio, il cuore le martellava nel petto: sembrava pronta per essere presa, usata.
Era perfetta.
Un ultimo messaggio:
PadroneAnziano: "Quando sarai lì, voglio che compri un vibratore potente. Un collare da schiava. E scegli anche un plug anale."
Il solo leggere quelle parole le fece stringere involontariamente le cosce.
Il sexy shop era a mezz'ora di cammino.
Durante il tragitto, Elisa si sentiva vulnerabile, ogni passo un richiamo a quell'assenza di mutandine sotto la minigonna.
Ogni sguardo, ogni passante, sembrava poter leggere il suo segreto.
Quando arrivò, si fermò davanti alla porta per un lungo istante.
Respirò a fondo.
Poi entrò.
L'odore di plastica nuova e pelle sintetica la investì subito.
La luce morbida metteva in risalto ogni confezione scandalosa.
Dietro il bancone, un commesso sulla quarantina la osservò con un sorriso appena accennato.
Elisa sentì le gambe tremare.
Aprì la chat:
PadroneAnziano: "Vai dritta verso i vibratori. Scegline uno grande. Grosso. Devi immaginare quanto dovrà riempirti."
Si mosse a passo incerto tra gli scaffali.
Le dita scivolarono sui pacchi colorati, fino a trovarne uno: enorme, realistico, pulsante.
Le guance le si accesero di rosso.
Prese la confezione con mano tremante.
Un altro messaggio:
PadroneAnziano: "Ora il collare. Voglio che sia nero, con un anello davanti. Come una vera schiava."
Si diresse verso il settore bondage.
Le pareti erano tappezzate di fruste, manette, bavagli.
Si sentiva bruciare dalla testa ai piedi, come se ogni persona presente sapesse esattamente il motivo per cui era lì.
Trovò il collare perfetto: largo, in pelle, con un anello metallico lucido al centro.
Lo prese, stringendolo forte al petto.
PadroneAnziano: "E ora il plug. Non uno piccolo. Scegline uno medio, con la base larga. Deve ricordarti chi ti possiede, anche quando cammini."
Elisa si morse il labbro inferiore, lottando contro l’ondata di vergogna che la invase.
Si avvicinò allo scaffale dei plug anali, scegliendone uno discreto ma importante, di silicone nero, con una base decorata da un anello di metallo.
Mise tutto nel cestino e si avvicinò al bancone.
Il commesso lanciò un'occhiata al contenuto, poi a lei.
Il suo sguardo era lento, penetrante.
Sapeva.
Elisa sentì il calore invaderle il ventre.
I capezzoli si irrigidirono contro la maglietta sottile.
La fessura bagnata tra le gambe sembrava pulsare di vita propria.
Pagò in fretta, le mani sudate.
Uscì dal negozio con il sacchetto stretto al petto, il cuore che correva all'impazzata.
Subito dopo, il cellulare vibrò:
PadroneAnziano: "Sei stata una brava troia. Non hai idea di quanto sei sexy, mentre ti umili per me."
E in quel momento, camminando per strada con il suo bottino di vergogna e desiderio,
Elisa capì che aveva oltrepassato un confine invisibile.
E che non avrebbe mai più voluto tornare indietro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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