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La Regina della Notte


22.02.2025 |
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"Sentiva la sua presenza come un’ombra calda sulla pelle, l’eco di uno sguardo che la denudava senza bisogno di toccarla..."
Il soggiorno era avvolto in una penombra dorata, un tempio segreto di lussuria e sussurri proibiti. Luci soffuse tremolavano sulle pareti di velluto scuro, mentre nell’aria aleggiava un profumo denso di ambra, tabacco e vino invecchiato. Il mormorio delle voci si mescolava alla musica, un suono lontano, ipnotico, che sembrava scandire il ritmo di ciò che accadeva tra quei muri, tra quei corpi.
Lei entrò con la grazia di chi conosce il proprio potere.
Un abito di classico nero avvolgeva le sue curve, la seta aderente come un sigillo sulla pelle. Tacchi affilati battevano lenti sul pavimento lucido, attirando sguardi lungo il suo percorso. Al suo fianco, il compagno di sempre, elegante e imperturbabile, ma con quello sguardo complice che diceva tutto: quella sera, il gioco si spingeva oltre.
Si accomodò su un divanetto di velluto, accavallando le gambe con naturalezza. Il movimento rivelò per un istante il bordo del reggicalze nero, una promessa sussurrata senza parole. Dall’altro lato del bancone, un uomo la notò. Alto, affascinante, con il bicchiere fermo a mezz’aria. Percepì il brivido dell’attenzione su di sé e decise di alimentarlo.
Un sorso di vino, un sorriso lento.
Poi, lasciando che le dita scivolassero sulla propria coscia nuda, accennò un tocco leggero, un gesto che sembrava casuale, ma che non lo era affatto. Lui abbassò lo sguardo, osservando il movimento sottile, il battito accelerato impercettibile sul collo.
Il compagno posò una mano sul suo ginocchio, un gesto di controllo o forse di complicità. Lei si voltò verso di lui, avvicinando le labbra al suo orecchio, sussurrando parole che restarono sospese nell’aria come incantesimi.
Si alzò con grazia, lasciando che la seta dell’abito sfiorasse la pelle, che il mistero si infittisse. Camminò lungo il corridoio laterale, dove le ombre si allungavano, dove la notte si faceva più oscura.
Il passo era lento, misurato, il suono dei tacchi un battito scandito nel silenzio ovattato. Attorno a lei, porte socchiuse lasciavano filtrare frammenti di altre storie: un respiro trattenuto dietro una tenda di velluto, il fruscio di lenzuola di seta, un sospiro strozzato di piacere che si perdeva nell’aria satura d’incenso.
Lei non si fermò. Non subito.
Percorse il corridoio come chi conosce il cammino, lasciando che l’attesa alimentasse il desiderio di chi la seguiva. Sapeva che lui era dietro di lei. Sentiva la sua presenza come un’ombra calda sulla pelle, l’eco di uno sguardo che la denudava senza bisogno di toccarla.
Infine, scelse.
Davanti a una porta di legno scuro, incisa con simboli antichi, si fermò. Il lieve bagliore delle candele all’interno danzava attraverso la fessura, proiettando ombre tremolanti sul pavimento. L’aria densa di mirra e sandalo avvolgeva lo spazio come un rituale pronto a compiersi.
Poi aprì le porte. Lei non è mai sazia.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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