tradimenti
Cena con vista


22.02.2025 |
25 |
0
"Un dettaglio studiato, un gioco rischioso..."
Il ristorante era illuminato da una luce soffusa, l’atmosfera intima e vibrante di sottintesi. Lei sedeva accanto al marito, un uomo assorto nel menu e nei discorsi di lavoro. Ma la sua mente, la sua pelle, erano altrove.Indossava una gonna elegante, ma abbastanza corta perché, accavallando le gambe, il pizzo del reggicalze facesse capolino. Un dettaglio studiato, un gioco rischioso. E qualcuno lo aveva notato.
L’uomo al tavolo accanto sollevò appena lo sguardo dal bicchiere di vino, trattenendo il respiro. Occhi scuri, pieni di domande. Lei sorrise appena, portando lentamente il calice alle labbra, mentre con le dita scivolava lungo la coscia, appena percettibile sotto il tavolo.
Lui non distolse lo sguardo.
Il marito ordinava, distratto. Lei, invece, si divertiva. Scivolò appena sulla sedia, lasciando che la gonna si sollevasse di qualche millimetro in più, rivelando l’attacco del reggicalze contro la pelle morbida. L’uomo accanto deglutì, posò il bicchiere, cercando di mantenere la compostezza.
La tensione cresceva, un filo sottile e invisibile che legava i loro sguardi. Lei abbassò le ciglia e, con un gesto audace, lasciò cadere il tovagliolo a terra. Si chinò lentamente per raccoglierlo, lasciando che la scollatura si rivelasse quanto bastava per incendiare la mente dell’osservatore.
Quando tornò su, lo guardò dritto negli occhi. Poi, con un sorriso appena accennato, fece scorrere la punta della lingua sulle labbra. Una sfida. Un invito.
Lui si sporse leggermente in avanti, come se volesse sussurrarle qualcosa. Ma prima che potesse aprire bocca, lei si alzò in piedi, posando una mano sulla spalla del marito.
"Amore, vado un attimo in bagno."
Un ultimo sguardo all’uomo sconosciuto, mentre spariva nel corridoio laterale.
E lui la seguì.
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Il ristorante era illuminato da una luce soffusa, l’atmosfera intima e vibrante di sottintesi. Lei sedeva accanto al marito, un uomo assorto nel menu e nei discorsi di lavoro. Ma la sua mente, la sua pelle, erano altrove.
Indossava una gonna elegante, ma abbastanza corta perché, accavallando le gambe, il pizzo del reggicalze facesse capolino. Un dettaglio studiato, un gioco rischioso. E qualcuno lo aveva notato.
L’uomo al tavolo accanto sollevò appena lo sguardo dal bicchiere di vino, trattenendo il respiro. Occhi scuri, pieni di domande. Lei sorrise appena, portando lentamente il calice alle labbra, mentre con le dita scivolava lungo la coscia, appena percettibile sotto il tavolo.
Lui non distolse lo sguardo.
Il marito ordinava, distratto. Lei, invece, si divertiva. Scivolò appena sulla sedia, lasciando che la gonna si sollevasse di qualche millimetro in più, rivelando l’attacco del reggicalze contro la pelle morbida. L’uomo accanto deglutì, posò il bicchiere, cercando di mantenere la compostezza.
La tensione cresceva, un filo sottile e invisibile che legava i loro sguardi. Lei abbassò le ciglia e, con un gesto audace, lasciò cadere il tovagliolo a terra. Si chinò lentamente per raccoglierlo, lasciando che la scollatura si rivelasse quanto bastava per incendiare la mente dell’osservatore.
Quando tornò su, lo guardò dritto negli occhi. Poi, con un sorriso appena accennato, fece scorrere la punta della lingua sulle labbra. Una sfida. Un invito.
Lui si sporse leggermente in avanti, come se volesse sussurrarle qualcosa. Ma prima che potesse aprire bocca, lei si alzò in piedi, posando una mano sulla spalla del marito.
"Amore, vado un attimo in bagno."
Un ultimo sguardo all’uomo sconosciuto, mentre spariva nel corridoio laterale.
E lui la seguì.
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Il ristorante era illuminato da una luce soffusa, l’atmosfera intima e vibrante di sottintesi. Lei sedeva accanto al marito, un uomo assorto nel menu e nei discorsi di lavoro. Ma la sua mente, la sua pelle, erano altrove.
Indossava una gonna elegante, ma abbastanza corta perché, accavallando le gambe, il pizzo del reggicalze facesse capolino. Un dettaglio studiato, un gioco rischioso. E qualcuno lo aveva notato.
L’uomo al tavolo accanto sollevò appena lo sguardo dal bicchiere di vino, trattenendo il respiro. Occhi scuri, pieni di domande. Lei sorrise appena, portando lentamente il calice alle labbra, mentre con le dita scivolava lungo la coscia, appena percettibile sotto il tavolo.
Lui non distolse lo sguardo.
Il marito ordinava, distratto. Lei, invece, si divertiva. Scivolò appena sulla sedia, lasciando che la gonna si sollevasse di qualche millimetro in più, rivelando l’attacco del reggicalze contro la pelle morbida. L’uomo accanto deglutì, posò il bicchiere, cercando di mantenere la compostezza.
La tensione cresceva, un filo sottile e invisibile che legava i loro sguardi. Lei abbassò le ciglia e, con un gesto audace, lasciò cadere il tovagliolo a terra. Si chinò lentamente per raccoglierlo, lasciando che la scollatura si rivelasse quanto bastava per incendiare la mente dell’osservatore.
Quando tornò su, lo guardò dritto negli occhi. Poi, con un sorriso appena accennato, fece scorrere la punta della lingua sulle labbra. Una sfida. Un invito.
Lui si sporse leggermente in avanti, come se volesse sussurrarle qualcosa. Ma prima che potesse aprire bocca, lei si alzò in piedi, posando una mano sulla spalla del marito.
"Amore, vado un attimo in bagno."
Un ultimo sguardo all’uomo sconosciuto, mentre spariva nel corridoio laterale.
E lui la seguì.
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Il ristorante era illuminato da una luce soffusa, l’atmosfera intima e vibrante di sottintesi. Lei sedeva accanto al marito, un uomo assorto nel menu e nei discorsi di lavoro. Ma la sua mente, la sua pelle, erano altrove.
Indossava una gonna elegante, ma abbastanza corta perché, accavallando le gambe, il pizzo del reggicalze facesse capolino. Un dettaglio studiato, un gioco rischioso. E qualcuno lo aveva notato.
L’uomo al tavolo accanto sollevò appena lo sguardo dal bicchiere di vino, trattenendo il respiro. Occhi scuri, pieni di domande. Lei sorrise appena, portando lentamente il calice alle labbra, mentre con le dita scivolava lungo la coscia, appena percettibile sotto il tavolo.
Lui non distolse lo sguardo.
Il marito ordinava, distratto. Lei, invece, si divertiva. Scivolò appena sulla sedia, lasciando che la gonna si sollevasse di qualche millimetro in più, rivelando l’attacco del reggicalze contro la pelle morbida. L’uomo accanto deglutì, posò il bicchiere, cercando di mantenere la compostezza.
La tensione cresceva, un filo sottile e invisibile che legava i loro sguardi. Lei abbassò le ciglia e, con un gesto audace, lasciò cadere il tovagliolo a terra. Si chinò lentamente per raccoglierlo, lasciando che la scollatura si rivelasse quanto bastava per incendiare la mente dell’osservatore.
Quando tornò su, lo guardò dritto negli occhi. Poi, con un sorriso appena accennato, fece scorrere la punta della lingua sulle labbra. Una sfida. Un invito.
Lui si sporse leggermente in avanti, come se volesse sussurrarle qualcosa. Ma prima che potesse aprire bocca, lei si alzò in piedi, posando una mano sulla spalla del marito.
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E lui la seguì.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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