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ULTIMO DELL’ANNO CON UN VECCHIO PORCO, AMICO DI PESCA DI MIO MARITO
di LaCavalla
16.04.2017 |
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"Arrivati al locale un cameriere ci ha accompagnati al nostro tavolo dove già c’erano ad attenderci i due amici che Carlo mi ha presentato..."
Quest’anno in occasione delle festività natalizie, visto che il nostro bull non mi aveva voluta come gli altri anni, avevamo deciso di aspettare la mezzanotte del trentuno e brindare da soli, magari rievocando i momenti belli e meno belli di questo duemilasedici appena concluso. Ma come sempre accade con l’imprevedibilità di mio marito Carlo, una sera mentre eravamo a cena, mi ha confidato che i suoi amici di pesca, Andrea e Raffaele, due tipi separati e solitari, da come me li ha sempre descritti, visto che non li conoscevo di persona, ci avevano invitati ad un cenone con veglione in loro compagnia e che lui aveva accettato volentieri l’invito. Sono Rimasta un po’ sorpresa da questa sua decisione e vedendomi così, mi ha detto che se non avevo voglia di andare, avrebbe trovato una scusa per declinare l’invito.
Gli ho chiesto se loro erano accompagnati e lui mi ha prontamente risposto di no, che sarebbero stati da soli e che io sarei stata l’unica donna presente al tavolo, la regina della serata.
Non capii subito cosa passasse per la testa di mio marito, anche perché quei due non sapevano nulla della nostra vita privata, del fatto che noi frequentavamo occasionalmente singoli e che da un po’ di tempo avevo un bull fisso che era il datore di lavoro di Carlo.
Il trentuno, con l’approvazione di mio marito, ho scelto di indossare per la serata un vestitino rosso a bretelline e come intimo perizoma rosso, collant aperti a rete e scarpe con tacco da dodici. Carlo quando mi ha vista pronta è rimasto estasiato.
Lui è il mio primo e più grande ammiratore, mi ha fatto un sacco di complimenti e ha aggiunto che ero divina, che abbigliata così avrei fatto impazzire tutti i maschi amanti delle donne formose come me, compresi i suoi amici.
A questa affermazione, ho chiesto come sapeva che ai suoi amici piacevano le donne formose e se aveva mai parlato loro di me, e lui ha risposto che, durante le conversazioni che facevano, era venuto fuori una loro predilezione per le donne in carne e, ha aggiunto, come è del resto per la gran parte dei maschi maturi.
Chiuso il discorso siamo usciti.
Arrivati al locale un cameriere ci ha accompagnati al nostro tavolo dove già c’erano ad attenderci i due amici che Carlo mi ha presentato. Andrea, un cinquantaquattrenne dalla corporatura robusta, altezza media e calvo, impiegato di banca e separato da quattro anni. Raffaele, invece, un sessantaduenne, alto circa un metro e novanta, robusto, ex militare in pensione e anche lui separato da più di dieci anni.
Andrea si è dimostrato subito per quello che era, un tipo molto impacciato e timido, mentre Raffaele mi ha guardata dalla testa ai piedi, mi ha fatto il baciamano, i complimenti e mi ha persino scostato la sedia per farmi accomodare, tutte attenzioni che non sono passate inosservate all’occhio attento di Carlo che ha cercato il mio sguardo per capire se sono stata colpita da quell’uomo così galante e affascinante e, quando ha notato che le attenzioni di Raffaele non mi dispiacevano affatto, ha fatto un sorrisetto compiaciuto che ormai conosco benissimo.
La serata è andata avanti conversando intensamente con Raffaele, mentre Carlo e Andrea parlavano tra loro di pesca, ho avuto la sensazione che mio marito avesse piacere di quella situazione.
Raffaele mi ha raccontato della sua vita passata, dei figli quasi miei coetanei, del suo lavoro da alto ufficiale che lo aveva portato in giro per lavoro e che gli aveva dato l’opportunità di conoscere tante belle donne e, nel frattempo, continuava a versarmi da bere.
Ero già inebriata dai fumi del vino quando Raffaele mi ha invitata a ballare un lento con la benedizione di mio marito. Mi ha stretta a lui in maniera decisa, questo mi ha permesso di sentire la sua forza e il suo odore di maschio e dopo poco anche la sua eccitazione contro il mio corpo. Durante il ballo non ha mai smesso di parlarmi, mi origliava continuamente la sua ammirazione per la mia bellezza, per la mia dolcezza e la sua voce sensuale come le sue mani mosse in maniera molto abile tra i miei fianchi e la mia schiena, mi ha prodotto un’eccitazione inaspettata. Da buon intenditore, si è accorto subito del mio stato di eccitamento e ha cominciato a diventare sempre più audace e io faticavo sempre più a resistere alle sue avance.
Tra un ballo e l’altro mi ha portata in una zona più appartata del locale dove non c’era che qualche coppietta a pomiciare e mi sono ritrovata contro una colonna con le sue mani che avevano afferrato le mie natiche e le palpavano con vigore e ha cercato la mia bocca per stamparmi un bacio mozzafiato che mi ha tolto il respiro, non capivo nulla, sentivo solo un forte desiderio di quell’uomo e quando ho sentito la sua mano che si insinuava tra le mie cosce e mi palpava con decisione, a momenti svenivo, ho avuto un orgasmo non appena ha cominciato a toccarmi la fica. Accortosi della mia eccitazione, mi ha origliato che ero proprio una puttanella in calore e aveva una voglia matta di prendermi come meritavo. Mi ha presa per un braccio e mi ha portata in una specie di deposito dove c’erano scaffali con sopra della biancheria e li senza più tanta delicatezza ma con tanta durezza e decisione mi ha detto: succhiami il cazzo puttana; mi ha spinta giù e quando l’ha tirato fuori mi sono ritrovata davanti alla bocca un gran bel cazzo nodoso e con una cappella grossa come un fungo, ho cominciato ad accarezzarlo come pure i suoi grossi testicoli ma lui aveva troppa voglia e me lo ha spinto in bocca dicendomi: dai, non perdere tempo, fammi una pompa; e ha cominciato a darmi il ritmo con la mano dietro la nuca. Ha continuato a scoparmi in bocca fino a quando non mi ha riempita del suo sperma caldo, denso e abbondante. Il suo sperma aveva un odore molto pungente e un sapore leggermente acre ma mi piaceva, mi sono ripulita quel bel cazzo fino all’ultima goccia sotto il suo sguardo compiaciuto al punto che era ridiventato di nuovo duro in pochi minuti.
A quel punto avevo una gran voglia di fare sesso di sentirlo dentro di me, mi sono alzata, ero faccia a faccia con lui che mi guardava fisso negli occhi, ho avvertito le sue mani che mi prendevano con decisione per i fianchi e che mi sollevavano fino a mettermi seduta sul tavolo alle mie spalle. Poi le sue manone sono scese sulle mie cosce e con decisione le hanno divaricate, ero in estasi, completamente in potere a quel maschio che compiaciuto di aver capito subito le mie debolezze ora approfittava di me con maestria. Arrivato alla mia fica ora la toccava con decisione facendomi mugolare e torcere dal piacere su quel tavolo duro, ha preso il perizoma e lo tirava forte facendolo penetrare e scivolare tra le labbra della fica, quello sfregamento di quel pezzettino di stoffa mi stava facendo impazzire, lo volevo dentro, volevo sentire il suo cazzo violentarmi, possedermi, farmi sua ero un fiume in piena. Accortosi del mio stato di eccitazione dopo essersi piazzato bene tra le mie cosce, mi ha penetrata con un colpo secco, ho emesso un urlo di piacere e liberatorio mentre ora mi penetrava come un ossesso dandomi della puttana, dicendomi che ero la sua puttana. Le sue mani non stavano mai ferme, sempre intente a darmi piacere, avevano liberto il mio seno che ora era palpato vigorosamente, era completamente nelle sue mani che se ne erano impadronite e mi strizzava forte i capezzoli, procurandomi dei sussulti al basso ventre che intanto veniva martellato dal suo dardo infuocato, diceva: queste zizze molli mi hanno fatto sempre arrapare come un ciuccio e intanto continuava a scoparmi e a strizzarle con decisione, mentre i miei orgasmi si susseguivano a ripetizione.
Il tempo in cui sono stata presa in quel modo cosi deciso e selvaggio sembrava interminabile, ero sfinita dagli orgasmi che stavo provando quando ho sentito i suoi colpi diventare più lenti e profondi, ho sentito i suoi rantoli e alla fine ho sentito i suoi schizzi di sperma dentro di me nel momento in cui anche io stavo avendo l’ennesimo orgasmo.
Ora abbandonatosi su di me esausto dallo sforzo e dal piacere provato, accarezzava delicatamente la mia tetta e mi ha detto: cazzo che chiavata che sei, mi hai fatto stare il cazzo su come un ragazzino di vent’anni dopo la prima e mi hai fatto svuotare le palle come non mai.
Si sentivano solo i nostri respiri affannosi in quel posto angusto e squallido mentre lui era ancora tra le mie cosce e ora avvertivo il suo pene perdere vigore e pian piano scivolare fuori dalla mia vagina, sentivo il suo sperma dentro di me che rimestato ai mei liquidi ora iniziava a scivolare fuori.
Raffaele ora si era alzato e dopo essersi dato una ripulita si tirava su le braghe e mi osservava mentre io ancora impotente non riuscivo ad alzarmi, ero rimasta in quella posizione, a gambe larghe, e mi accarezzavo le cosce e spalmavo l’abbondante secrezione che usciva dalla mia fica e immaginando di avere mio marito Carlo li a leccarmi tutta donandomi un ulteriore piacere, il nostro.
Lui sorrise in modo beffardo e disse che ero una gran vacca in calore, che per me ci sarebbe voluto un esercito di cazzi per soddisfarmi e nel mentre pronunciava queste parole sentimmo un rumore, qualcosa che cadeva, ci girammo di scatto, in direzione del rumore e vedemmo Carlo che si stava masturbando dietro uno scaffale.
Dopo un momento iniziale di imbarazzo, Raffaele che proprio un novizio non doveva essere, con tono autoritario, disse: cornuto viene fuori e fai quello che devi fare.
Mio marito con fare dimesso e obbediente, si tuffo tra le mie cosce e cominciò a ripulirmi tutta donandomi il nostro piacere, facendomi avere nuovi orgasmi mentre il nostro amico mi baciava in bocca e ogni tanto lo incitava a fare meglio, a pulirmi come si deve, come doveva fare un cornuto come lui.
Stremati dalla fatica e dalle forte emozioni provate, dopo essermi tirata giù il vestitino, abbiamo fatto ritorno in sala con Raffaele che mi cingeva il fianco e mi teneva stretta a lui e io che tenevo la mano di Carlo.
Al tavolo trovammo Andrea alquanto contrariato che, vedendo anche quella scena di Raffaele che mi teneva stretta a lui, quasi con disgusto, disse che non si sentiva bene e che voleva andare via e, rivolto a Carlo, continuò: tanto non credo sia un problema per te lasciarlo a casa visto che sei di strada.
Dopo poco che eravamo rimasti soli e aver continuato a pomiciare, Raffaele di nuovo in evidente stato di eccitazione, ci disse: su andiamo via porcelli, spostiamoci a casa mia che stanotte vi voglio per me.
A casa sua il nostro amico si è dimostrato veramente per quello che era, un vero bull, autoritario e capace di gestire una coppia cuckold come la nostra e donandoci una notte e l’intero giorno seguente di piacere assoluto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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