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CORNA MILANESI NEL SALENTO


di LaCavalla
18.08.2015    |    46.959    |    74 9.6
"Devo dire che era un uomo molto affascinante, si vedeva che era colto anche se non era proprio un bell’uomo, alto all’incirca sul metro e ottantacinque, ..."
Questa estate siamo andati in vacanza nel salento dove mancavamo da un po’ di tempo e devo dire che dal punto di vista sessuale le cose si sono messe quasi subito per il meglio. Infatti, la seconda sera che stavamo li, abbiamo conosciuto Ambrogio un medico milanese 64enne ospite del nostro stesso villaggio turistico. Tutto è stato agevolato dalla mia passione per il ballo. Infatti la sera, dopo il solito intrattenimento per gli ospiti, venivano proposti balli latino americani e classici, non i soliti balli di gruppo e Ambrogio che era solo, ha chiesto a mio marito il permesso di ballare con me. Permesso ovviamente accordato da mio marito che è rimasto li a guardare estasiato come quell’omone maturo faceva ballare la sua mogliettina.
Durante la serata abbiamo avuto modo di approfondire la conoscenza del mio ballerino che ci ha raccontato di essere separato e di stare li in vacanza da solo.
Il pomeriggio del giorno dopo, non avendo voglia di ritornare in spiaggia, ho deciso di andare in piscina dove ho incontrato nuovamente Ambrogio che, vedendomi da sola, si è avvicinato e dopo avermi chiesto dove fosse mio marito, mi ha offerto da bere al bar ed è rimasto a farmi compagnia. Devo dire che era un uomo molto affascinante, si vedeva che era colto anche se non era proprio un bell’uomo, alto all’incirca sul metro e ottantacinque, robusto, villoso e… non ho potuto fare a meno di notare dal suo costume che aveva anche un gran pacco. Comunque, a parte questo mi ha fatto un sacco di complimenti per la mia bellezza da lui definita giunonica e mediterranea.
Avevamo trascorso quasi tre ore da soli in piscina, quando è arrivato Bruno dalla spiaggia che si è unito alla nostra conversazione.
Il vecchio dottore era molto bravo a coinvolgere anche mio marito, ha fatto anche a lui i complimenti per la bella moglie che si ritrovava e per la bella coppia che eravamo, Bruno estasiato non ha perso tempo e prima di ritirarci in stanza per prepararci per la cena, ha proposto ad Ambrogio, visto che era da solo, di sedere al nostro tavolo, cosa che il dottore ha accolto con molto entusiasmo.
Per scendere in sala ristorante Bruno ha voluto che indossassi un abitino lungo fin sopra il ginocchio, fasciato e molto leggero di colore rosso, come intimo solo un minuscolo perizoma a filo dello stesso colore e scarpe sempre in tinta con tacco dodici. Quando mi ha vista preparata era talmente eccitato che l’ho dovuto segare per calmarlo, gli ho detto che era un porco che già mi immaginava con quel maschione tra le cosce che mi prendeva, che mi faceva sua e lui urlando di si e venuto imbrattandomi tutta la mano. Al ristorante Ambrogio già aveva fatto sistemare il tavolo da tre e non appena ci ha visti, si è alzato, mi ha fatto il baciamano e mi ha fatta accomodare da vero galantuomo di un tempo.
Dopo cena, che è scivolata via tra risate e battute di ogni genere e senza che il vecchio dottore mi staccasse gli occhi di dosso, ci siamo recati al bar dove abbiamo atteso che si facesse l’ora dei balli, non eravamo minimamente interessati all’animazione ne noi ne il nostro amico.
Tornati in camera ripensavo a come Ambrogio mi guardava, a come mi sfiorava a come cercava sempre il contatto con il mio corpo e come le sue mani si erano fatte più audaci della serata precedente. Ho raccontato tutto questo a Bruno che, come immaginavo, si è eccitato e che ha iniziato a fantasticare su come e quando il vecchio ci avrebbe provato con me.
All’indomani, durante il pranzo, gli animatori ci hanno comunicato che per la sera era stata organizzata quella che loro chiamavano la serata “sangria” che altro non era che una serata da trascorrere presso una discoteca dove tra balli latino-americani, veniva offerta agli ospiti un’ottima sangria.
Bruno, per fare in modo che io restassi da sola con Ambrogio, aveva detto subito di no. Ambrogio, prendendo la palla al balzo, rivolto a mio marito ha offerto la sua disponibilità a farmi da accompagnatore. Bruno che non aspettava altro, ha dato subito la sua benedizione.
La sera mi presentai all’appuntamento vestita con una magliettina di colore bianco davanti e a rete di colore nero dietro, una gonna nera lunga fino a metà coscia aderente e con un profondo spacco dietro, ovviamente sotto indossavo solo un perizomino nero di quelli a filo e sandali, cosiddetti da schiava, con tacco rigorosamente da dodici.
Ambrogio quando mi vide rimase a fissarmi per un lungo periodo e poi, scusandosi, mi disse che proprio non riusciva a staccarmi gli occhi di dosso e che sarebbe stato sicuramente l’uomo più invidiato della serata, lo ringraziai dei complimenti e mentre mi dirigevo verso il pulmino messo a disposizione dalla struttura, lui mi fermò e mi fece segno che saremmo andati con la sua auto.
Al locale il dottore si era fatto riservare un tavolo nel privè e quando io gli ho fatto notare che forse non era il caso visto che eravamo con gli altri ospiti del villaggio lui ha sorriso, mi ha invitata ad accomodarmi e mi ha offerto subito un calice con un bicchiere di prosecco.
Era difficile obiettare, indubbiamente era un uomo che sapeva il fatto suo, molto deciso e sicuro di se, insomma un vero maschio. Gli sorrisi e accettai il calice e brindammo alla nostra salute. Mentre bevevamo gli ricordai che però quella nasceva come serata sangria e che io comunque dovevo andarci piano con quella roba perché non reggo molto l’alcool.
La serata volava via tra risate e balli e ogni volta che ci sedevamo il cameriere, che era fisso al nostro separé, riempiva sempre i nostri calici ma dopo il terzo ero già mezza brilla. Il vecchio porco accortosi del fatto, affondò subito il colpo. Ero seduta sul divanetto in modo un po’ scomposto, la gonna era salita lasciando scoperte gran parte delle mie cosce. Mi accorsi che sia Ambrogio che il nostro cameriere, un uomo di mezza età, mi guardavano in modo bramoso e feci per tirare giù la gonna ma subito il dottore mi mise una mano tra le cosce e cominciò a palparmi, strinsi le gambe e cercai di fermarlo ma lui continuò nonostante la mia timida resistenza. Il cameriere facendo un sorriso che sembrava più un ghigno compiaciuto, chiuse la tendina e si fermò subito fuori. Ambrogio cominciò a toccarmi con foga mi faceva male e più io opponevo resistenza più lui diventava violento, l’uomo distinto e gentile aveva lasciato posto all’animale che era in lui, mi afferrò i capelli e mi stampò un lungo bacio con la lingua in bocca mentre con l’altra mano continuava a palparmi tra le cosce e a masturbarmi con forza. Mi faceva male ma allo stesso tempo mi dava piacere essere presa in maniera cosi decisa da quell’uomo, mi fece venire più volte masturbandomi vigorosamente.
Ormai ero completamente in sua balia quando, dopo aver pagato il conto, mi cinse in vita con il suo braccio e mi portò alla sua auto per fare ritorno in albergo.
Appena dentro camera sua, mi denudò lasciandomi con i soli sandali e il minuscolo perizoma e cominciò a toccarmi in modo deciso, le sue mani mi frugavano dappertutto mi sculacciava, mi dava della vacca da monta e mi costrinse in ginocchio davanti a lui a prenderglielo in bocca.
Mi teneva ferma per i capelli e mi spingeva forte il suo cazzo in gola, era un vero animale. Quando fu soddisfatto di quel pompino mi buttò sul letto e mi penetrò con decisione, urlai dal dolore misto al piacere, scopava come un ossesso, ero piena di lui che continuava a dirmi parolacce, mi penetrò in varie posizioni prima di mettermi a pecorina e prendermi anche dietro con la stessa violenza usata precedentemente, mi faceva molto male ma non potevo sottrarmi alla sua presa, mi teneva per i capelli per non permettermi di divincolarmi e continuava a sculacciarmi forte mentre mi penetrava. La sua violenza su di me finì solo nel momento in cui eiaculò tutto il suo seme dentro di me inondandomi lo sfintere. Mi abbandonai sfinita sul letto a pancia sotto con tutto il suo sperma che mi colava tra le cosce e lui che continuava ad accarezzarmi il culo dicendomi che ero una gran vacca e che aveva intenzione di montarmi come si deve fino a quando non saremmo andati via.
Feci rientro in camera mia che erano quasi le quattro di mattina dove mio marito era ancora sveglio ad attendermi eccitato. Senza proferire parola mi spogliai, mi misi a letto, presi la sua testa e la spinsi tra le mie cosce ancora tutte imbrattate dello sperma di quel vecchio porco e lo feci ripulire tutto, mi leccò tutti i buchetti che quel maiale aveva profanato e che erano ancora caldi. Venni altre quattro volte prima di addormentarci abbracciati, sfiniti da tanto piacere.
Dopo quella sera, il porco mi prese altre due volte prima che finissero le nostre vacanze e facessimo ritorno a casa.
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