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AVVENTURA RACCONTATA DA ANTONIO PER MIO MARITO E PER I LETTORI DI A69 DOPO CHE MI HA SBATTUTA COME UNA PUTTANA
di LaCavalla
04.03.2022 |
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"Lasciai il bancone del bar e mi sono avvicinato al gruppetto cercando di sentire cosa le dicevano, in scia sono stato inebriato dal suo portamento..."
Con Tina ci sentiamo da anni e ci siamo incontrati altre volte anche insieme al marito. Una coppia molto unita e profondamente innamorata, dove il marito gode esclusivamente vedendo la moglie ricevere le attenzioni e le avances di maschi maturi e dall’indole dominante, fino a vederla o saperla posseduta da loro e lei nell’assecondare questo piacere dell’amato maritino, concedendosi a quei maschi rudi e autoritari.
È una femmina straordinaria, bellissima, sensuale, vogliosa, non ho parole per definirla, basta guardare le foto che pubblica sul suo annuncio qui su A69 per rendersene conto.
Il mese scorso, come altre volte è capitato, dopo il nostro primo incontro del tutto casuale e insperato di qualche tempo fa, avevo voglia di rivederla. Ma volevo stupirla, volevo sfidare la dea bendata così, conoscendo le sue abitudini e il tipo di approccio che predilige, ho deciso di provare a cercarla in uno dei centri commerciali che frequenta quando ha voglia di trasgressione.
Per qualche giorno mi sono sobbarcato un bel po’ di chilometri per provarci, ma, ahimè, i primi tre tentativi, non sono andati a buon fine.
Il quarto giorno, si erano fatte le 15,30 circa, ormai sfiduciato e rassegnato che quella mia pensata non aveva portato i frutti sperati, sono andato ad un bar lì, nella piazza del centro, e mentre prendevo un caffè, ho sentito due che erano al bancone con me fare apprezzamenti pesanti su di una donna che stava passando alle nostre spalle in quel momento. Con la coda dell’occhio mi sono girato nella direzione dove guardavano i due e sono rimasto senza parole, era lei Assunta, indossava un vestitino nero aderente, corto e con un profondo spacco sulla coscia sinistra che metteva in risalto in maniera spudorata il suo fisico giunonico, gambe inguainate con delle calze nere, scarpe con tacco che saranno stati almeno dodici centimetri e sopra una pelliccia di visone, il cuore ha cominciato a battere a mille, era stupenda, eccitante come sempre.
Una cosa però mi provocò una profonda gelosia, il maschio possessivo che è in me è venuto prepotentemente fuori quando ho notato i tipi che le stavano di fianco, un paio di maschi maturi, più o meno della mia età e che ci stavano provando spudoratamente e lei sembrava non disdegnare affatto quelle attenzioni, visto gli sguardi e i sorrisi languidi che lanciava quando i due le dicevano qualche parolina. Vedere ondeggiare in maniera sinuosa il suo corpo, quello sculettare in mezzo a quei maiali e l’idea che potesse cedere alle loro provocazioni da un momento all’altro, mi ha fatto salire il sangue alla testa.
Lasciai il bancone del bar e mi sono avvicinato al gruppetto cercando di sentire cosa le dicevano, in scia sono stato inebriato dal suo portamento.
Era profumata, bella, vogliosa, forse i due vecchi porci l'avevano fatta eccitare con le loro parole e il loro atteggiamento, ero arrapatissimo, il mio cazzo alla sua vista è diventato subito duro, la volevo, la desideravo, per tutto il viaggio avevo sperato di trovarla e di chiavarla.
Mi rendevo però conto che dovevo andare all’attacco per non rischiare che lei cedesse ai due e così ho allungato il passo fino ad arrivare a poca distanza e l’ho chiamata per nome in maniera perentoria: - Tina!!! (diminutivo confidenziale per gli amici); lei si ferma, si volta e mi dice: - che ci fai qui, maschione mio? A quelle parole, la mia virilità e l’orgoglio di sentirsi il maschio di quella femmina tanto eccitante e tanto desiderata, ha preso il sopravvento. Mi sono avvicinato, l’ho stretta a me e le ho stampato un bacio sulla bocca al quale lei ha risposto appassionatamente allungando le sue braccia intorno al mio collo, il tutto sotto lo sguardo deluso dei due tizi che, molto probabilmente, ormai erano convinti di essere riusciti a caricarla.
Tina era mia, l’avevo conquistata di nuovo.
Mentre ci allontanavamo da quel posto, le chiedo se si sarebbe concessa a quei due maturi. Lei, guardandomi in maniera maliziosa, mi dice: " – chissà, del resto tesoro ho tanta voglia di un vero maschione e quelli erano addirittura due e poi lo sai, devo pur far godere mio marito ogni tanto come piace a lui, non trovi? Non aspetta altro di essere fatto cornuto da veri tori da monta maturi e decisi”.
Con lei al fianco, tra gli sguardi allupati di qualche maschio, siamo andati al bar lì l’eccitazione è cresciuta ancora di più guardando i capezzoli turgidi di Assunta che premevano prepotentemente contro la stoffa, era arrivato il momento di andare via, così l’ho invitata ad andare a fare un giro in macchina.
Appena saliti in auto, le prendo la mano e gliela metto sulla patta dei miei pantaloni per farle sentire tutta la mia eccitazione, lei lo accarezza e mi fa i complimenti per la consistenza del mio pacco, le dico che non resisto, la voglio, nel frattempo avevo allungato la mia mano tra le sue cosce carnose e mi sono spinto fino al bordino delle autoreggenti, ho sentito tutto il calore e la morbidezza delle sue carni, ho continuato a salire fino alla sua figa che ho trovato bagnatissima, il minuscolo filo del perizoma che le tagliava in due le labbra delle figa era fradicio dei suoi umori. Appena toccata, ha stretto le cosce e ha cominciato a mugolare come una gatta in calore. Mentre guidavo alla ricerca di un posto appartato dove dare sfogo alla nostra voglia, mi ha slacciato i pantaloni, ha tirato fuori il cazzo ormai duro e ha cominciato ad accarezzarlo prima di prenderlo in bocca per farmi un succulento pompino. Succhiava così bene che non ho resistito alla tentazione di afferrarla per i capelli e spingerle la testa giù, volevo farle arrivare il cazzo fino alle tonsille, l’ho sentita mugolare, ma solo quando l’ho sentita soffocare ho allentato la presa per farle prendere fiato lasciando che continuasse a deliziarmi con quella bocca così calda e vorace.
La gonna era andata su, quello che prima avevo percepito con il tatto ora era in bella mostra, le sue belle cosce inguainate in calze autoreggenti, intravedevo il suo perizoma nero con le labbra della figa che uscivano ai lati. La tocco dappertutto, la bacio, non oppone resistenza, ha fiducia in me.
Abbasso il sedile e lo spingo tutto dietro, la figa è depilata, bagnata, incomincio a leccarla affondando la lingua tutta dentro, lei urla di piacere, le tiro fuori le tette e gliele strizzo, ha i capezzoli duri come chiodi. Dopo poco sento che gode, grida per il piacere, calo completamente i pantaloni, tiro fuori il mio cazzo duro come il marmo e le dico: - dai prendilo di nuovo in bocca, fai vedere a tuo marito come me lo succhi, ora faccio delle foto, così gliele fai vedere. Sei davvero brava a succhiare, succhiami la capocchiona e anche le palle pelose, me lo dici sempre che ti piace il mio cazzo grosso e peloso, faglielo vedere a quel cornuto mini dotato di tuo marito che non riesce a penetrarti come ti fa godere un vero maschio. Per te ci vuole un toro come me. Succhia ancora che appena è bello pronto te lo metto nella figa, porcona mia. Ti devo sborrare dentro così quando vai dal cornuto ti fai pulire della mia sborra; adesso sono pronto sdraiati.
Spalmo un po' di saliva sulla cappella ed incomincio a strofinarla sulle labbra della figa.
Lei mi dice: - non resisto più, mettilo dentro.
Con un colpo secco la penetro facendole sentire anche le palle gonfie di sperma. Incomincio a stantuffare forte, è bella aperta, caldissima.
Le dico: - ti piace vero? Sei la mia puttana, solo tu mi fai eccitare così, dillo a tuo il marito quanto ti piace il mio cazzo, digli che è un gran cornuto impotente quando torni da lui piena del mio sburro.
Le tocco le cosce, il culo, le tette e dopo una ventina di minuti che la penetro sento che devo venire, non resisto più, ho voglia di riempirla, le dico: - adesso ti sborro dentro, ti inondo con il mio latte.
La tengo stretta per i fianchi e mi svuoto i coglioni dentro di lei con abbondanti spruzzi di sborra calda. Anche lei ha un orgasmo, emettendo delle urla di piacere ed affondando le sue unghie nella mia schiena.
Non è passato più di un quarto d'ora da quel rapporto così irruento che, causa anche le carezze delle manine calde e amorevoli di Tina, avverto il cazzo diventare di nuovo duro, rinvigorendo di nuovo la voglia di possederla.
Ora volevo metterglielo nel culo, l'ho fatta mettere a pecorina e, dopo aver insalivato la cappella, l'ho puntata sul buco ancora stretto e ho cominciato a spingere fino a quando non è entrata completamente tutta l'asta.
Le chiavo il culo mentre lei, da femmina esperta qual è, mi accarezza le palle per farmi eccitare ancora di più. Il suo culo è davvero accogliente e caldo, mentre la chiavo le metto due dita nella figa, ha subito un orgasmo intenso, ma continua a muoversi sul mio cazzo. Le dico: - che femmina che sei, quel cornutone di tuo marito non ti merita, fagli sapere come lo hai preso nel culo da un vero maschio. Pochi colpi ancora e ha squirtato come una vacca contemporaneamente al mio orgasmo, stavolta è il culo ad essere stato inondato di sborra calda.
L’ho riaccompagnata alla sua auto svuotato e soddisfatto di aver fatto ancora una volta sesso con una femmina che, da quando l’ho incontrata per la prima volta, è diventata il mio chiodo fisso.
L’aver cercato di rivederla così, casualmente, come intriga a lei e a suo marito, non ha fatto altro che farmi capire di più l’eccitazione che provano come coppia nel cercare certe situazioni.
Ti adoro e spero ti faccia piacere leggere insieme a tuo marito i magnifici momenti e le incredibili sensazioni che mi hai fatto provare.
Con questo racconto ho voluto anche che tutti i lettori di A69 potessero sapere che magnifica femmina è Assunta “LaCavalla”.
Un bacio Tina, sei la mia femmina.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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