trio
Quel capezzolo al bar
di eiacul
03.03.2021 |
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"Non spaventarti Paolo- con un accenno di sorriso..."
Come quasi tutti i giorni sono a pranzo al bar del centro commerciale. Fra battute con il personale e la consumazione si avvicina l'ora del rientro. A quell'ora c'è molta affluenza di clienti ma col tempo ho di fatto memorizzato quelli che sono gli abituali e regolarmente saltano agli occhi gli avventori occasionali.Oggi sono solo e un po' stancamente osservo il televisore su cui scorrono le immagini di un telegiornale.
Una coppia arriva al bancone e non essendo clienti abituali mi ritrovo a fissarli, un po’ apatico.
Sulla cinquantina, entrambi alti, lei non troppo magra, castana. Indossa jeans attillati, scarpe sportive e una t-shirt da cui si percepisce un buon seno contenuto in un reggiseno a balconcino.
Una bella donna, senza essere una miss ma molto attraente.
Lui in jeans, camicia e sandali, dall'aspetto un po' finto scarmigliato con i capelli ampiamente pervasi da grigiore incipiente e volutamente arruffati, la barbetta di qualche giorno, un accenno di pancetta. Ricorda vagamente Manuel Fantoni del film di Verdone, ma un po’ sovrappeso.
Mi concentro sul caffè che mi hanno servito ritornando con lo sguardo verso il televisore.
Loro restano nel mio campo visivo, stanno conversando allegramente ordinando qualcosa di complicato al barista probabilmente uno dei vari caffè particolari che qui servono.
All'improvviso avviene quello che non ti aspetti in una situazione del genere.
Finita l'ordinazione, mentre lei si guarda in giro, lui pizzica un capezzolo della signora e neanche tanto lievemente.
Quel gesto attira immediatamente la mia attenzione e riprendo a fissarli, stavolta ben attento.
Lei lo fulmina con lo sguardo ma non si scompone, borbotta qualcosa tipo "ma dai… non qui" e lui replica con un sorriso sornione.
Si guardano di nuovo in giro e decidono di accomodarsi a un tavolo in attesa del caffè, esattamente in linea fra me e il televisore.
Io ho ampiamente finito il mio caffè ma non ci penso neanche lontanamente ad alzarmi. Si è accesa la mia curiosità di incontrista e gli atteggiamenti di entrambi mi danno buone sensazioni di avere davanti una coppia che gioca.
Nel frattempo il capezzolo ha reagito allo stimolo e adesso è bello prominente e ben visibile così come il suo compagno.
Decido di provare e mi fisso a osservare lei che mi si pone di fronte mentre con un gesto chiamo una cameriera per dirle che il caffè a quei signori lo offro io.
Lei mi ha notato, gli sguardi si incrociano, prima con indifferenza poi il suo torna su di me più volte. Accenno un sorriso, lei non si rifiuta ma abbassa solo leggermente il suo sguardo con un leggero sorriso.
"Bingo…" adesso i pensieri frullano, l’apatia di fine pranzo è definitivamente scomparsa.
Rivolge qualche parola a lui, non capisco cosa dice ma l'uomo si gira lentamente verso di me osservandomi con attenzione. Accenno anche a lui un sorriso, si volta e dice qualcosa a lei che mi ricambia.
Arrivano i loro caffè (sembrano dei frullati da tanto sono complessi) e la cameriera gli comunica che è offerto da me, indicandomi con un gesto. Mi guardano entrambi un po' sorpresi, accenno il gesto del brindisi con la mia tazzina di caffè vuota e sfodero il miglior sorriso che posso. Lei sorride apertamente, lui pure e replica al mio gesto sollevando la tazza di vetro dopodiché ritorna voltato verso di lei.
Lei però non distoglie lo sguardo, continua a sorridermi anche mentre parlotta con lui e sorseggia. Non capisco cosa si dicono ma sono chiaramente il soggetto dei loro discorsi. Una macchia di schiuma resta sulle sue labbra, prontamente la rimuove con un dito che poi passa sulle labbra di lui, continuando a guardarmi.
"Eccoci..." il segno che aspettavo.
Passo all'azione, mi alzo e mi accomodo a un tavolo libero accanto al loro.
-Buongiorno-
-Buongiorno a lei e grazie per il caffè. A cosa dobbiamo questo piacevole gesto?- risponde lui.
-Mi chiamo Paolo e avrei piacere ci dessimo del tu, se per voi va bene-
-Certamente, io Luca, lei Carla, piacere-
-Piacere mio. Forse sarò un po’ atipico ma quando incrocio persone che mi stimolano mi piace essere cortese-
-Persone che ti stimolano? e cosa ti stimoliamo noi prendendo un caffè?-
-Non ho potuto non notare il tuo gesto sul suo capezzolo, bellissimo, e soprattutto lei che non si è ritratta e quelli… - ammiccando i capezzoli turgidi.
-Ah...abbiamo un curioso osservatore…-
-Si molto...e anche giocoso...e a sensazione direi che lo siete anche voi. Non è un gesto comune fatto così...in pubblico...ma forse mi sbaglio…-
-Beh, ci piace ogni tanto darci una scossa nelle situazioni più normali. E poi lasciarsi portare dagli eventi-
-Bello...abbandonarsi agli eventi può essere un atteggiamento molto molto eccitante, se si incontrano le persone giuste-
-Vero. E quali sono secondo te le persone giuste?-
-Quelle curiose, quelle complici, quelle aperte mentalmente, quelle che usano il cervello, possibilmente di aspetto piacevole. Per voi invece?-
-Per noi le persone che sanno cogliere l'attimo, che non si fanno troppe fisime ma che comunque siano abbastanza intelligenti da muoversi nei modi e tempi giusti-
-Mi sembra di sentire le mie stesse parole-
-Io penso...penso di poter concordare- ecco il primo intervento di lei che finora aveva assistito alla conversazione con un languido sorriso, sorseggiando il caffè e squadrandomi dalla testa a i piedi.
-E oggi per quali eventi sareste pronti?-
-Non abbiamo idee precise, ci piace improvvisare. Per esempio abbiamo la macchina nel parcheggio sotterraneo...magari trovare qualche angolo un po' riparato dove stare più in tranquillità-
Continua a guidare lui il gioco per loro, anche se gli occhi di lei sono già accesi e lo sguardo è birichino.
-Vi aiuterei volentieri nella ricerca della tranquillità…se vi va-
Oramai hanno finito i loro caffè.
-Ma sì, sono curiosa…andiamo alla scoperta- afferma Carla con un sorriso esplicito e il tono esortativo che conferma la chiara voglia di esplorare la situazione.
Ci alziamo e ci dirigiamo nel parcheggio sotterraneo, Carla un asso avanti a noi ancheggia e mi guarda con fare provocatorio. È pimpante come una bambina cui stanno per comprare il bambolotto preferito.
Luca mi guarda e ammicca alla signora contemporaneamente allo sguardo sulla mia patta. Già...perché l'amico in tutto questa situazione ha avvertito che c'è da divertirsi e si sta gonfiando inesorabile e stretto nei pantaloni.
Sono i 200 metri più lunghi della storia e arrivati all'auto ecco una sorpresa...lei si accomoda al posto guida e lui direttamente dietro.
-Vieni qui, la signora arriva solo dopo che hai superato il mio esame-
La voce di lui è calda e suadente, tranquillizzante. Io resto un attimo interdetto, loro si scambiano uno sguardo di intesa.
-Tranquillo...nessuno attenta alla tua virtù-
-Ma figurati, se cerco persone aperte è perché sono aperto anche io- e mi accomodo accanto a Luca.
Subito lei regola lo specchietto per non perdersi la visuale del sedile posteriore e mette in moto avviandosi all'uscita. Luca mi carezza la gamba salendo inesorabile verso l'inguine.
-Non ti disturba allora se…-
-Accomodati- e mi sistemo aprendo le gambe per favorire il massaggio.
Le sue mani aprono la zip, trovano il cazzo vibrante e immediatamente avviano una sega languida cercando contemporaneamente la mia bocca con la sua.
-Complimenti, sembri il mio gemello di cazzo-
E le nostre bocche si uniscono.
A quelle parole Carla fissa lo sguardo nello specchietto.
-Bravi maialini...che fate di bello là dietro?-
-Pensa a guidare che dopo ce n'è anche per te...ma dobbiamo arrivarci interi- la riprende Luca e scatta una risata generale liberatoria.
Cala il silenzio e Luca si avvicina con la bocca alla mia cappella che sembra esplodere, la guarda da vicino e in un attimo la ingoia accompagnando con un movimento vorticoso di lingua.
-Wow...così mi fai sborrare subito-
-No eh…- e si ritira esponendo il cazzo e segandosi con l’altra mano al ritmo con la sega a me.
-Maiali...vedo solo teste che si muovono- Carla non riesce a rimanere indifferente, troppa la curiosità.
-Pensa a guidare- ancora Luca che la richiama all'ordine.
Andiamo avanti così, scambiandoci carezze e baci in bocca per diversi minuti con Luca che si attacca e si stacca dal succhiarmi. Carla si alterna tra l’attenzione alla guida e le occhiate allo specchietto, mentre sto più volte per sborrare ma lo fermo sempre un attimo prima.
Perdo la cognizione del tempo e il senso dell'orientamento, dopo un po' Carla sta parcheggiando in un vialetto tra gli alberi. Non ho idea dove siamo, lei scende e si avvia a chiudere un cancello.
Pochi secondi e mentre Luca mi sta succhiando avidamente ritorna e apre lo sportello dal mio lato.
-Siamo nel giardino di casa nostra e qui non ci disturba nessuno, possiamo anche urlare se ci va-
Il suo sguardo adesso è da porca indiavolata. Con foga e in un attimo si toglie maglietta, pantaloni e mutandine. Si gira, si piega e mi offre buchetto e fica a portata di bocca, praticamente entrando in auto col culo prominente.
Mentre Luca continua a succhiare ancora più avido io con una torsione mi fiondo nel solco di quelle natiche rotonde e lecco tutto quello che posso raggiungere, buchetto, perineo, grandi labbra. Con le mani mi aiuto, apro le labbra e trovo in fondo allo spacco il clitoride. Lo mordicchio e lo titillo con la lingua, aiutandomi con le mani nello stimolo.
- ODDIO...SI- È quasi un urlo il suo...un brivido la scuote e io insisto ancora più forte.
-Mangiami...ti prego-
Luca mi lascia, esce dall'auto e in un attimo è dall'altra parte dove a cazzo duro infilza di slancio la bocca di Carla, che bofonchia qualcosa e mugola come una gatta in calore spingendosi ancora di più contro la mia faccia. La mia lingua è completamente dentro il suo corpo per un lasso di tempo indefinito, fra mugolii e umori che colano.
La stacco a mi pongo a sedere con le gambe fuori dall'auto. Carla mi lascia fare e la prendo per i fianchi accompagnandola sul cazzo di marmo.
Carla capisce l'intenzione e mi asseconda impalandosi di slancio in fica abbandonando il pompino a Luca. Lui cerca di rientrarle in bocca ma lei lo stoppa ansimando.
-Fai da solo, che sto troppo godendo con quest’altro- e girandosi verso di me -C’è abituato e lo so che gode soprattutto a vedermi scopare…e farlo bene...continua…-
Questo mentre io la tengo per i fianchi spingendola su e giù sul mio palo. Carla di dimena e si divincola ma non le do tregua. Geme sempre di più finché non è scossa da un brivido osceno e viene inondando me e il sedile con un lago di umori.
A quel punto la scosto, esco dall'auto e la tengo piegata a pecorina.
Loro sono così affiatati che tutto il movimento riescono a farlo restando a pochi centimetri l’uno dall'altra. Lei sembra un cannibale che sta per mangiare un altro essere umano dalla foga con cui afferra il cazzo del suo uomo e prende a segarlo furiosamente, sembra voglia staccarglielo.
La scena ai miei occhi è quasi brutale ma molto eccitante.
La mia posizione è perfetta, i nostri corpi sono lubrificati dai suoi umori e in un attimo appoggio la cappella al buchetto implorante. Lo sente, dimena un poco il culo e fa per proiettarsi all'indietro. Approfitto dell'attimo e spingo entrando in lei per una buona metà e senza difficoltà.
-AHHHH...SIII...SIII- con voce roca dall'eccitazione.
-Sentila la porca...adesso mette in moto...non spaventarti Paolo- con un accenno di sorriso.
Mentre finisco la penetrazione quel mugolio di soddisfazione si fa più intenso e come inizio a pomparla ad ogni colpo emette un "si" sempre più forte staccandosi per un attimo dal cazzo di Luca.
Dopo alcuni minuti di quel servizio i suoi gemiti sono diventati dei veri e propri urli, fortissimi, sfogando la soddisfazione animalesca che le stiamo donando.
Devo aver fatto una espressione un po' pensierosa perché Luca mi dice -Tranquillo, siamo a molte centinaia di metri da altre case, nessuno ci sente...lei fa sempre così, in casa e fuori-
Il caldo estivo si fa sentire, siamo sudati ma ormai l'ormone ha preso il sopravvento e non ci fermiamo.
Gli urli animaleschi di Carla ci eccitano ancora di più e ci fanno aumentare ritmo e intensità in un crescendo di urli, spinte al limite e smanettamenti forsennati.
Il corpo di Carla è scosso dai miei affondi ma li regge alla grande, anzi cerca di favorirli, trasferendoli con la mano sul cazzo di Luca che sembra stia per staccarsi da come è strapazzato.
Fino a che non raggiungo il culmine e anche io mi lascio andare ad un urlo liberatorio.
-VENGO-
-Vieni fuori, voglio vedere- è la pronta esortazione di Luca.
Giusto un attimo prima dello schizzo esco dal caldo buco e esplodo tutto il mio carico. Il primo spruzzo arriva sulla pancia di Luca gli altri sui capelli di Carla e poi sulla schiena.
-Accidenti come sborri- è il commento di Luca a occhi sgranati.
-La sento...è calda- ansima Carla.
E si avventa su quello schizzo arrivato su Luca che ora le resta a portata di lingua.
In quel momento anche Luca sborra. Centra in pieno il viso di Carla che apre la bocca per accogliere il più possibile, alcuni schizzi vanno oltre e le atterrano sulla schiena mischiandosi ai miei.
Intanto io ho terminato l'eiaculazione con un numero indefinito di fiotti e cerco di infilare il cazzo grondante fra le natiche di Carla.
-No, fermo…- mi blocca Luca mentre struscio.
Raccoglie con la mano lo sperma dalla schiena di Carla, che poi si accovaccia in ginocchio. Luca le fa leccare la mano e lei la succhia completamente con passione, come un cagnolino che lecca un osso, dopodiché lui si avvicina col cazzo alla bocca e lascia che lei lo ripulisca.
-Dai…vieni anche tu…-
Mi avvicino e mi unisco e posso osservare una delle facce più felici e soddisfatte che abbia mai visto, Carla che ci lecca, bacia, succhia i cazzi andando ben oltre la pulizia in vera e propria adorazione, in estasi.
-Ecco, questo è un tipo di evento che non ci dispiace- Luca, sardonicamente.
A cazzi completamente ripuliti e Carla soddisfatta e ammansita, ci ricomponiamo e ci riavviamo in macchina al centro commerciale.
Io devo rientrare al lavoro...figuriamoci.
Stavolta guida Luca e Carla monta di dietro con me. I pantaloni resistono abbottonati ben poco, la gran parte del viaggio lo faccio col cazzo in bocca a Carla che impiega poco tempo a farlo tornare duro.
È vorace e inarrestabile, nonostante siano passati solo pochi minuti vengo in quella calda bocca e lei, ormai totalmente disinibita, non fa colare nulla e beve tutto.
-Non vorrai mica tornare al lavoro con i pantaloni sporchi di sborra-
Mi guarda con un sorriso che dire sensuale è poco, non resisto e la bacio avidamente in bocca...avverto il sapore del mio seme.
-Brava, tu sì che hai pensieri buoni- le sussurro sottovoce.
Ormai siamo al parcheggio sotterraneo. Esco dall'auto e prima di chiudere lo sportello li saluto.
-Avete dato un senso a questa giornata. Quando tornate a prendere il caffè?-
-Mah...chissà…forse molto presto- Luca guardando soddisfatto Carla.
-E prenderemo un caffè semplice...tanto la crema ce la mettete voi- Carla a chiudere, con tutta la soddisfazione possibile dipinta in volto.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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