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trio
Nel solstizio d’estate il profumo del mirto bianco- 3/4 (Il massaggio ai Yoni)
di flavioroma
29.06.2020 |
3.192 |
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"Alza la gamba propriamente detta la porzione di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia all’insù..."
L’emozione è molta e non riesco a nasconderla nei boxer… busso alla porta della loro camera. Lui mi apre e mi fa accomodare in una stanza quasi del tutto buia… Alfredo: “Entra Flavio. Amore abbiamo ospiti! ”
Per la prima volta sento la voce di lei. Una voce bassa, timida, dolce e sensuale al tempo stesso. Una gattina primaverile. Una felino di assoluta sensualità. La quale si limita ad un semplice “Ciiiaoooo..”
Sul lettone bianco intravedo quella stupenda ninfa che per tutte le precedenti notti, si era infilata nei miei sogni. Stuzzicando le mie fantasie ed invogliandomi a volerla possedere.
Il tempo sembra fermarsi. L’adrenalina sale. L’aria del condizionatore mi sfiora la fronte come la brezza marina del mare.
Lei stesa sul lettone bianco. Rigorosamente bendata come avevamo concordato. Una pelle lucente chiara, sembrava fine porcellana. Un fondoschiena in bella mostra esaltato da un intimo nero, merlato lasciando il lato B quasi totalmente nudo, ma velato. Coperto da un sottile striscia di tessuto che lasciava intravedere il frutto proibito. Un lato b da fare invidia alle ragazze della nazionale pallavolo. Di certo non per deboli di cuore …
Lui tira fuori da una glacette una bottiglia di prosecco … e brindiamo all’incontro. Mentre lei ci aspettava ancora lì stesa sul lettone.. Quasi a rimarcare l’idea che tanto qui da me dovrete venire. Ma in questo caso, il gioco aveva un’altra valenza.... Lei avrebbe dovuto obbedire.. agli ordini del suo uomo che per farle provare quella sottomissione soft, e per questo si sarebbe servito in questo caso di un “aiutante apprendista”!!
Mi mostra gli oli. Mi parla con una voce bassissima per non rovinare l’atmosfera. Guardo gli oli. Dei tre due li conoscevo l’altro mi suonava nuovo. Lui intanto mi parlava delle proprietà, ma io ero totalmente ipnotizzato da quella visione.
Lascio a lui toccarla per primo, anche se non vedevo l’ora. La accarezza, la rassicura e la bacia sulla nuca. Quasi come a lasciarla prendere il volo. In totale sicurezza,tanto lui sarebbe stato lì, accanto a lei per ogni evenienza. Erano gli ultimi attimi prima che un altro avesse allungato le mani su di lei. Quei pochi momenti sembrano infiniti, per la carica erotica. Chissà quali pensieri passano nella mente di un marito e quali alla propria moglie che si lascia offrire.. Dettagli che possono passare inosservati, ma di certo non a noi amanti di una certa sensibilità erotica.
Sono istanti pienamente intrisi di significato. La scelta era stata già presa prima. Ma come in tutte le circostanze. Assume un’altra valenza qui. L’inibizione, i tentennamenti, non sentirsela, sono fattori che possono tirarti un brutto scherzo quando ti trovi ad iniziare. Vedere Alfredo spronarla, incoraggiarla e rassicurarla è fonte di eccitazione per entrambi (per loro due sicuro, ma anche per il sottoscritto).
Lui inizia a toccarla e mi invita a fare lo stesso. Nella prima fase, Lei in posizione prona, ci avrebbe visti massaggiarla insieme.. Mentre nella seconda parte, lei si sarebbe girata, assumendo la posizione supina. Lasciando a me il compito di eseguire un massaggio tantrico.
Iniziamo il massaggio. Scorro le mani dal basso verso l’altro, in modo da famigliarizzare col suo corpo. Farmi conoscere ed esplorare il corpo di lei. Pelle liscia, molto tonica sulle gambe, curata depilata alla perfezione. Tutto torna e coincideva con quello che mi aveva raccontato Alfredo al telefono; di quanto lei ci tenesse ad essere curata. Aveva due piedini da cenerentola. Molto belli. Non sono né un feticista e né un amante accanito dei piedi femminili. Ma devo essere sincero erano veramente ben fatti, un piedino come quello, lo puoi considerare regale. Altro che cenerentola. Da mandare fuori di testa anche le commesse della Pittarosso … ;) Smalto rosso, sull’amaranto come tocco finale... Mancava solo la cavigliera.
Prima verso l’olio dall’alto verso il basso… Poi salgo lungo il corpo con le mani a toccare i punti giusti. Arrivo fino alle spalle. Vedo che il viso era coperto da una folta chioma di capelli neri corvino. Come a volersi nascondere. Non capisco se per quello che avevo accennato ad Alfredo al telefono,(...nel caso non fosse stata di mio gradimento in viso, avrei chiuso con un massaggio classico senza spingermi oltre...), oppure per timidezza iniziale… Ma mi viene da pensare anche perché ci sapeva fare ad ammaliare il maschio.. Sta di fatto che non riuscivo a dare nuovamente un volto al suo viso, nonostante fossi a pochi centimetri… E questa cosa mi eccitava ancora di più... L’unico dettaglio che riusci a definire furono le labbra … fini al punto giusto. Rosse accese sembravano delle ciliege (red cherry) da cogliere ed assaporare. Perfette, come se fossero state dipinte su tela da un pittore fiammingo o dallo stesso Leonardo per la perfezione dei lineamenti. Per la loro signorilità mi ricordavano quelle del quadro, La dama con l’ermellino.
Un altro dettaglio che scorgevo nonostante stesse a pancia in giù, era il suo seno che dalle foto era imponente (una quarta strabordante) e si riusciva a notarlo lateralmente.
Mi stavo pregustando lei con gli occhi. Forse lo stesso sguardo che avevo avuto con la segretaria stamane. Da gran porco!!! Credo che lei, nonostante la benda, avvertisse questa sensazione di essere puntata e scrutata.
Sembrava apprezzare i tocchi e ogni tanto muoveva il bacino, shakerando quel magnifico culo. Forse il termine arrivati a questo punto è appropriato. E aggiungo “...e che culo!”
E si perché come diceva un caro filosofo “Fino a diciotto anni tutti scrivono poesie; dopo, possono continuare a farlo solo due categorie di persone: i poeti e i cretini.”
E siccome io non rientro nella prima, ma non escludo la seconda. Voglio rendere bene l’idea di quanto cominciasse a farmi sangue quella donna. Era stato molto bravo Alfredo. Mi aveva eccitato bene, bene ... col suo modo di offrirmi la sua signora. Un vero regista. Un Tinto Brass 2.0.
E comunque mi aveva avvertito, in balia degli ormoni, ricordati che la parola d’ordine della serata sarebbe stata sempre la stessa ... DELICATEZZA… Devi essere delicato NON RUDE. NO STRONG… Questa frase racchiude e sintetizza sia l’inizio che la fine di questo racconto. Vi aiuterà a comprendere meglio il finale. Tutt’altro che scontato. Una sorpresa nella sorpresa. Tutto deve venire naturale, altrimenti lei si blocca.
La vado ad oliare dalla punta dei piedi fino alla cervicale. Poi proseguo con le braccia le stendo e arrivo fino al palmo delle mani. Li per la prima volta arrivo a toccare la sua mano. Eppure avevo accarezzato altro prima. Probabilmente mooooolto … di più invitante se ci pensate. Eppure è stata tra le emozioni più forti della serata, se non in cima alla lista di quelle che ho avvertito.
Generalmente diamo la mano a qualcuno che non conosciamo e poi ci apriamo se la condizione lo permette ad altro. In questo caso avevamo invertito l’ordine. Ricordo ancora l’emozione di stenderle il palmo per poi sovrapporre il mio al suo, chiudendoli entrambi sotto un unico pugno. Sembra che i nostri corpi si fossero uniti ancora prima di qualsiasi contatto sessuale. E’ stato il primo vero momento in cui mi sono unito con lei. Un gesto molto intenso. Ho avvertito anche in lei la stessa emozione. Ero a cavalcioni sopra la sua schiena in posizione dominante. Eppure avverti dei brividi lungo la schiena. Sembra quasi non volesse lasciare la mia mano. Le diedi un bacio sulla spalla, aprì il pugno e continuai.
Il massaggio fu lungo con lei a pancia in giù. Notai una contrattura a livello di spalle. Non so se era per la tensione o per un carico dovuto alla postura da lavoro. Provai a sciogliere il punto.
Poi mi concentrai su quel culetto che tanto mi aveva fatto sognare. Il mio membro strabordava lateralmente dai box. E sfiorava la sua pelle. A quel punto vidi diverse contrazione dei glutei. Quasi che volessero andare incontro verso la mia verga. In cerca di un primo contatto. A forza di massaggiare avevo aperto i due emisferi, e messo in luce l’orifizio ed il pertugio che custodiva un sorriso verticale intimo che si nasconde in ogni donna. Quando poi quel sorriso porta anche l’acquolina in bocca è ancora più lucente...
Da parte sua ricevo un’attenzione, vedo che lei contraccambia. Alza la gamba propriamente detta la porzione di arto inferiore compresa tra ginocchio e caviglia all’insù. E con la pianta del piede in cerca del mio pacco. Una volta trovato si infila con le dita dei piedi, come a cercare di liberare il mio pene barzotto dai box. Prendo anche l’altro piede di lei e li unisco. Lei fa il resto. Accetta l’invito e prosegue l’iniziativa ed inizia a segarmi con i piedi. Uno spettacolo ancestrale. Vedere lei che col movimento dei piedi stimolava e tirava la mia verga in direzione del suo magnifico fondoschiena era inebriante. La fermai. Le stesi nuovamente le gambe in giù e anche se avvertivo che lei voleva giocare ancora.
Andai avanti e con le mie gambe divaricate, con le ginocchia sopra il suo bacino, provai a unirle, unendo in quel modo le gambe. Da ribadire gambe perfette !!! E non esagero. Perché quando ho provato ad unirle tra loro, hanno dato vita a 3 fessure, una nella parte superiore delle caviglie (polpacci), una nella parte inferiore delle ginocchia ed ultima nella parte interna delle cosce.
Ecco ho posizionato il mio pene in basso, nell’ultima fessura, tra le gambe leggermente divaricate nella seconda parte alta. Avvertivo il calore che proveniva dalle grandi labbra, un forno a legna. E poi la sensazione della cappella bagnata che ogni tanto toccava l’interno delle cosce.
Alfredo era in piedi e mi guardava. Non ho capito se voleva verificare che non la penetrassi, oppure era eccitato e basta. Non sono riuscito a capirlo. Puntavo la mia verga vicino le grandi labbra senza cercare il contatto, piuttosto nel farle percepire la presenza cosi vicina. Per quanto fossi attento, in qualche occasione ci siamo toccati ed è stato l’estasi.
Io ero intento a massaggiarle i glutei, ed aprirle gli orifizi con movimenti circolari. Quando alzo la testa. Vedo il Lui che si era tirato un tantino giù i box e ne aveva approfittato per metterglielo in bocca. Lei lo segava e gli praticava un orale da favola. Talmente brava che stavo per venire io. E non scherzo perché al contempo Arianna provava a stringere le cosce.… dove sapeva bene cosa era spiaggiato a pochi millimetri dall’isola del piacere.
Scaricata la sua bella dose di sperma. Mi rivolgo ad Alfredo bello e compiaciuto. E gli chiedo di ordinarle di girarsi. Fino adesso eravamo stati bravi, scherzato un po’, ora era il caso di iniziare il massaggio intimo. Quelle in cui tutti questi stimoli dovevano concretizzarsi in piacere reale per lei. Questa era la sua serata. E lei sarebbe stata la principessina schiava del suo piacere.
La faccio girare, la metto supina. Le chiedo di togliere l’intimo. Li anche lei realizza che la fase delle coccole era finita. Avverto quella tensione preprestazione. La tocco in modo da distrarla. Non deve apparire cosi. Non la voglio troppo tesa. Appena vedo che si è rilassata, comincio a praticarle un massaggio tantrico.
Comincio con i seni fino a scendere alla vagina per poi nuovamente ritornare su. Il massaggio comincia a dare i primi risultati e lei comincia a contrarsi. … Il viso comincia a farsi umido, ma la benda la rende ancora poco riconoscibile. Mi concentro verso la parte bassa e dando un colpo d’occhio con la coda, nonostante fosse buio mi accorgo che per una flessione della benda, lei sbirciava. Era curiosa forse di vedermi in volto. Del resto la curiosità è donna!! Sorrido tra me e me. E faccio finta di niente. La guardo che è curiosa non so se di vedere il mio volto o cosa sto facendo con le mie manine.
Lui mi chiede di non farla venire. Non è ancora il momento. Ed ecco che per la seconda volta sento il suono della sua voce… Vogliosa e desiderosa di godere.
Arianna “Nooo... Fammi veniiiiire… Perfavooore…” Una voce melodiosa che ti catturava, sembrava il canto di una sirena.
E li come Ulisse, mi fermo per poi riprendere. Poi nuovamente fermarmi. Mi sarei voluto tanto fermare 10 anni, a sentire quel melodioso miagolio venire fuori da quelle labbra…
Mentre sto salendo di giri con le dita e provocandole piacere. Mi posizione all’altezza del del basso ventre con il mento, ed intercetto la traiettoria del suo sguardo e la punto dritta nell’occhio galeotto, mentre provo a darle piacere. Non ho ben capito se si sia resa conto che l ho scoperta o in preda al piacere richiuse nuovamente gli occhi… e si godette la venuta, inarcandosi tutta.
Soddisfatto del mio lavoro, mi godo il suo piacere che sgorga. E la sensazione della rugiada che scende e bagna le labbra, col suo tipico rumore di quando la tocchi era sempre più forte nella stanza. Ma le mie orecchie sentono un simile rumore provenire dall’alto. Era nuovamente Alfredo che eccitato le aveva nuovamente infilato il cazzo in bocca….
Tra me e me, mi dico “Hai capito Alfredo...eheheh…”
Riprendo a toccarla da un altro punto in un’altra posizione. E si sentono decisi i suoni della vagina piena di dolce nettare scrocchiare. Un suono inconfondibile tonfo “... ta..ta..ta..ta..ta...” che rimbombava in tutta la stanza.
Nel frattempo vedo Alfredo alzare i box aveva fatto nella parte alta del letto. E faceva il giro del letto, venendo verso la parte bassa dove ero fisso io, e vedere lo spettacolo di Arianna a gambe divaricate col suo frutto proibito che colava in modo imbarazzante ... era un lago...
D’istinto mi giro verso di lei per accertarmi di come stesse. E li la sorpresa. Si era tolta la mascherina. Non ce la faceva più. Ora il suo viso era li splendente e visibile in tutta la sua bellezza. Era stato un amico sincero Alfredo quando mi aveva detto, “ … questa volta ti è andata bene...fidati ...”
Rimango distratto fortuna che le dita andavano in automatico per conto loro. La guardo bene. Sembra una delle tre protagoniste del manga giapponese Occhi di gatto!! Oppure per i cinefili Nadia Cassino in L’insegnante balla con tutta la classe... Mi avvicino di più, mi sembra un sogno. Mi accosto a tal punto che sentivo il suo respiro vicino al mio. La guardavo da vicino, stavo a portata di labbra… Ehhh … quanto la avrei voluta baciare in quel momento.Come nelle favole dove il cavaliere bacia la principessa addormentata. Forse era la chiave di svolta, l’unico modo per vedere i suoi occhi e godere del suo sguardo. E ci stavo quasi ... Ero talmente magnetizzato da quel viso e da quelle labbra che avrei voluto unire le mie alle sue. Un unione delicata, quasi sospesa. Per poi sentirle strofinare sulle mie. Assaporarle. Godermi quel sapore. Morderle. Ed infine gustarmi quella linguetta bagnata che avevo intravisto nei momenti di estasi. Stavo quasi per cascarci. Poi ritorno in me. Stavo per fare il patatrac… Ma fortunatamente mi fermo, evito in extremis spostandomi di lato. Stavo per fare un danno.
Nonostante gli occhi rimanevano chiusi, credo che si fosse accorta di quanto le ero arrivato vicino. I suoi occhi chiusi assumevano quella rilassatezza di chi sta apprezzando il movimento che le sto praticando. Continuavo a muovermi con l’altra mano, e di nuovo un altro orgasmo. La fronte sudata, ci scambiamo i posti, lui le si siede accanto e tra i versi della lei che si contorceva dal godimento, lui come fa un padrone pieno di attenzioni verso la propria gattina che gli fa le feste, si rivolge chiedendole: Alfredo “Cosa c’è ….. cosa c’è ….” In modo ironico forse, ma anche per tranquillizzarla e disinibirla in modo di sentirsi a sua pieno agio a godere anche a voce alta. O forse semplicemente a spronarla. Mentre lei prova a rispondergli con versi onomatopeici. Arianna: “aaa .. aaa a.. aahh.. aaa .. aaa a.. aahh..”
Lei allunga la mano sul mio pene. Inizialmente non posso farci nulla, l’amico di mille battaglie è sensibile e sale. Ma poi mi sono ricordato che non deve andare cosi. Faccio il bastardo. E vado a pensare a tutto tranne che a quel momento di piacere. L’eccitazione scende e si avverte. Lei imperterrita come una crocerossina continua a segarmi. Non ci sta. Vuole contraccambiare, regalarmi questo orgasmo. Ma invano. Ahimè, quando uno è sadico c’è poco da fare. Non capisce. È disorientata.
Lei non avrebbe dovuto prendere l’iniziativa. Avrebbe dovuto stare sotto gli ordini del lui. Ci rimane male, forse... Non era ancora il momento. E comunque non avrebbe dovuto farlo di sua iniziativa. Torna da lui, punto di riferimento, con la mano, e trova nuovamente conforto. Trova il suo cazzo padrone … e giù un altro “boccaciccio”…
Poi lui si ferma, e le ordina a LEI di segarmi. Lei questa volta dopo l’esperienza di prima, avverto che è un po’ timorosa, va a riprenderlo molto delicatamente. Ma questa volta, il momento è il mio. E voglio prendermelo e godere.
Comincia a segarlo da sdraiata, il cazzo sale, cresce comincia a prendere volume. Prima delicatamente poi sempre più forte. Muovendosi e dando dei colpi decisi all’asta. Lascia in bella vista quel seno imperiale che si muoveva come una nave in balia delle onde (del piacere)…
Non vengo velocemente. Quindi devo pensare a qualcosa che mi faccia eccitare per venire prima del solito. (Volevo rispettare l’orario che avevamo concordato).
Lei non demorde continua a segarlo energica. Lo scappella per bene. La cappella esce tutta. Mi trovo sopra la sua testa. In prossimità del capo. La cappella punta alla bocca. I patti erano che non le avrei dovuto venire ne in viso e ne in bocca, ma su quelle tettone. Vedo che stringe (quasi ad aggrapparsi) all’asta. Non so se per semplice gusto o perché ormai stanca. Lui mi guarda.
Avverto un flusso tra loro due in quel momento. Uno scambio di sguardi e fantasie. anche se lei tendenzialmente teneva gli occhi chiusi… Chissà quanti pensieri, quanti momenti insieme passati a fantasticare questo momento. Quante paure, preoccupazioni, tentennamenti e ripensamenti. Momenti intensi ma significativi in una coppia. Avverto questo attimo e provo a dare il mio contributo, facendomi usare e offrendo il frutto dell’amore.
Ma non mi curo più di lui. Il mio sguardo è verso lei ed il mio cazzo pronto ad esplodere. Le accarezzo le labbra con un dito. Lei mi lecca le dita. Non so bene come Alfredo la volesse vedere, ma provo a afferirgli una mia rivisitazione di lei.
Sto per venire lei se ne accorge. Si ferma. Io da parte mia blocco la venuta contraendo i muscoli pelvici. Lei non capisce cosa succede, aspetta lo schizzo, che non arriva e per giunta col cazzo che punta al viso. A renderle le cose ancora più complicate a lei era il fatto che continuasse ad avere gli occhi chiusi. Adesso più che mai in attesa che arrivasse quello schizzo in faccia a tradimento. Le faccio cenno con la mano, rimarcando il ritmo del movimento in su e giù, e di non fermarsi.
Credo abbia paura che non tenga fede alla parola data. Avverto la tensione. La porto al limite. Deve sentirsi tirata come una corda di violino. Quando poi sento per la quarta volta lo stimolo. Non posso più contenermi. Lei non si rende conto. La afferro per il polso deciso, e la fermo. Le dico: “FERMATI!!” Afferro la bestiaccia, la indirizzo verso quelle tettone e scarico il mio succo … accompagnato da diversi versi animaleschi primordiali inconfondibili. Generalmente accompagnati in rarissimi momenti. Ma Arianna aveva saputo farmi godere sotto la regia di Alfredo. Credo di esserle venuto molto abbondante. Ma non me ne curo … Lei prende entrambe le mani, e con i due palmi all’ingiù spalma la mia crema su quelle tettone massaggiandole con movimenti circolatori, rivolgendosi con lo sguardo verso Alfredo. Apre gli occhi come a provocarlo. Uno sguardo di sfida.
Non fa in tempo a spalmarla tutta quella crema che Alfredo la prende per la testa energicamente di nuovo e si fa fare un’altra pompa eccitato dalla scena di prima. Crollo sul letto esausto da quasi due ore di massaggio complice anche una sega regale. Rimango steso sul letto nella parte destra del letto con la testa all’indietro che punta verso la base del letto. Con la schiena tirata in su, dai gomiti a 90 gradi, mi godo questo loro momento di intimità.
Lei nell’altra metà del letto vicino alla testata, mentre il lui in piedi a godere della sua bocca famelica sul suo membro. Li ho visti molto presi, e più eccitati che mai.
Non appena finisce con Alfredo, non le do il tempo e la riprendo a massaggiare. Questa volta vado ad esplorare la parte vaginale. Le avrei praticato una stimolazione vaginale clitoridea, coadiuvato da uno dei tanti toys provenienti dalla loro valigetta dei piaceri. Ed ecco che dal cilindro, come per magia uscir fuori un vibratore.
La luce era molto poca, ed ancora oggi non riesco a capire come sia riuscito a portare a termine due ore di massaggio. Zone delicate, basta un niente a rovinare il piacere. Piacere che fai fatica a donare in un ambiente ben illuminato, figuriamoci nel buio più pesto. Ma avevano bisogno della giusta atmosfera, anche nel disinibire Arianna. Una cosa però me la ricordo molto bene. La forma perfetta della sua vulva. labbra simmetriche, colore vivo, giovane, rosa chiaro,perfetta! Sembrava una di quelle farfalle rara, da custodire gelosamente; per veri intenditori e collezionisti del piacere più raro.
Ho avuto la fortuna di vederne diverse. Intendo non qui nel sito, ma fuori. Ma la sua di sicuro è una delle più belle ed armoniose che io abbia visto. Sia per colore che per simmetria delle labbra. Il clitoride si nascondeva molto bene. Probabilmente per costituzione, ma anche per una tonicità, complice una certa fibra muscolare che ne ostacolava anche il suo raggiungimento. Liberare il clitoride farlo ingrossare e renderlo visibile al lui. Volevo che anche lui apprezzasse questa gemma.
Lo chiamo, gli faccio vedere l’eccitazione più intima della sua donna e come si ingrossava quando la raggiungeva. Oltre alla cremina bianca che s’intravedeva questa volta aprendo “le finestre del piacere”. E puntando verso l’infinito … In una prospettiva olistica.
Puntiamo a stimolare il suo frutto proibito. Una zona particolarmente delicata per ogni donna, in lei ancora di più, ma questo lo scoprì più tardi... Gli chiedo ad Alfredo di passarmi il vibratore. E li inizia la tortura. Non solo per lei. La luce era poca e quando si adoperano determinati strumenti bisogna stare attenti, perché possono dare l’effetto contrario. Ho navigato al buio affidandomi ai sensi. Ma la complicità dei tre si era creata. E su suggerimento di lei decidiamo di cambiare vibratore. E con suo immenso piacere (bambina gooooloooooosa) il risultato è raggiunto.
Lei viene, ed esplose con questo ultimo orgasmo che segnò l’ultima battuta della scena finale. E come in ogni opera teatrale, quel evento rappresentò il sipario che venne giù, in una perfetta cornice serale… Se pubblico fosse stato invitato, forse si sarebbe udito “… bis … bis … bis”.
Lei era stata brava. E con il viso coperto nuovamente dai capelli, si gira verso di lui. Come quelle ninfe che appaiono dal nulla e dal nulla scompaiono. Capisco che è il momento giusto per lasciarli soli nella loro intimità. Anche se sarei voluto rimanere in loro compagnia tutta la notte. Quella sensazione speciale che provi quando ti trovi bene, a tuo agio, con delle persone che trovi sulla tua stessa lunghezza d’onda. Devono metabolizzare l’accaduto. Mi alzo, lui mi consegna l’intimo di Arianna come da patti … Che tutt’ora custodisco come un trofeo in ricordo della serata.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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