trio
Carsex – La loro prima volta (1/2)
di flavioroma
03.02.2023 |
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"Concordammo un luogo isolato nel verde della campagna, tra gli uliveti ed un rudere abbandonato..."
Alcuni anni fa, conobbi in chat una coppia timida di 40enni con prole alla loro primissima esperienza. Più curiosi di esplorare questo fantastico mondo piuttosto che intenzionati a finalizzare. Iniziammo a messaggiarci, e dopo i primi tempi in cui eravamo tutti e tre, iniziai a chattare in privato soprattutto con lei. I messaggi tra noi si fecero sempre più piccanti, complice anche la scelta di un canale diretto tra lei e me. Ovviamente il marito era a conoscenza. Era un modo per disinibire lei. Lasciarla fantasticare liberamente con me.Passarono alcuni anni e nonostante gli avessi proposto di vederci più volte anche per una semplice cena conoscitiva, nulla. Ormai avevo rinunciato all’idea che avrei potuto incontrarli. Ma giocare con lei mi piaceva molto, era molto fantasiosa e cerebrale.
Finché una sera entrambi (tutti e tre) presi dall’eccitazione decidemmo di incontrarci. Più che lei era il lui molto eccitato all’idea di vederci. Le bollenti chat tra noi, li avevano portati, inizialmente a provare di conoscere alcune coppie, ma qualcosa era andato storto. Non erano rimasti molto soddisfatti e alla fine non avevano concluso nulla. Ognuno aveva giocato con il proprio partner ma nulla di più. E quindi sarebbe stata la loro prima volta.
Il lui propose un carsex piuttosto che un incontro conoscitivo. A parere suo il famigerato invito per un caffè oppure una cena, non sarebbe mai avvenuto. Troppo imbarazzante (per lei). E da una parte lo posso anche capire. Perché quello che c’era da conoscere di me, lei aveva avuto modo di farlo, documentandosi con foto e facendomi le domande più indiscrete dopo essere entrati in confidenza intima.
Nonostante tutto questo tempo e le amichevoli chiacchierate, confidenze e piccanti emozioni vissute virtualmente, Lei risultava titubante perché si vergognava di parlare vis à vis. Un conto il virtuale ed un conto il reale.
Il lui mi confessò che uno dei motivi alla base del rimandare era che non c’erano più argomenti e lei rimandava perché sapeva come sarebbe andata a finire se ci fossimo incontrati.
Da lì la decisione di un carsex soft. Lei non voleva ma poi ha accettato chiedendo però di volere essere SOLO toccata e non si sarebbe spinta a fare altro.
Concordammo un luogo isolato nel verde della campagna, tra gli uliveti ed un rudere abbandonato. Avevamo cercato anche un hotel non molto lontano, nel caso lei si fosse sbloccata. Era più una speranza. Lui fu onesto, mi disse che non sarebbero andati oltre, ma che se ci fossi riuscito non si sarebbe tirato indietro. Ovviamente questo particolare lui alla sua lei lo omise.
L’incontro si sarebbe dovuto tenere sulla tarda mattinata, ma un messaggio mi annunciava che avevano avuto un contrattempo. Pensai ad un loro ripensamento.
Dopo qualche minuto un secondo messaggio mi chiedevano di rimandare verso la sera se per me non era un problema. Accettai.
Arrivai prima di loro in mezzo alla buia campagna e parcheggiai dietro ad un rudere. L’attesa si faceva sentire dentro i pantaloni.
In lontananza vidi due fari. Erano loro. La macchina si ferma. Lui accende la luce dell’abitacolo ed esce. Mi viene in contro. Parliamo. Mi dice che è molto tesa. E di andarci piano e di fermarmi se vedo che non vuole.
Poi rientra in macchina. Parla con lei. Accende la radio e mette un po di musica in sottofondo. E’ il segnale che mi sarei potuto avvicinare.
Dopo tanti anni eccola lì. Capelli raccolti con uno chignon, un rossetto fuoco a tracciare i solchi di quelle labbra peccaminose, camicetta bianca senza reggiseno, intravedevo i capezzoli già duri, una mini nera con autoreggenti a rete dello stesso colore, scarpe nere col tacco. Quante chat, quante fantasie e quei sogni sembravano prendere forma. Eppure sembravamo due sconosciuti.
Lei appare timida all’invero simile, come se fossi un estraneo, che vedeva per la prima volta. Di me conosce ogni particolare, anche il più intimo. Eppure in quel momento, lei era pietrificata. Non riesce a guardarmi, accenna un mezzo sorriso forzato, quando mi avvicino allo sportello. Quasi a vergognarsi di trovarsi lì e di quello che sta per fare. Sguardo dritto a guardare dove puntano i fari accesi… Quasi a perdersi con lo sguardo nella cupa campagna custode di un turpo segreto. Talmente impietrita che è lui che abbassa il finestrino.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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