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Il contadino e le zucchine


di Membro VIP di Annunci69.it architettova
11.12.2024    |    4.525    |    12 9.2
""Li coltiva lei?" "Si, signora, sono il frutto della passione, " rispose lui con un sorriso che sfiorava l'ironico..."
La giornata era torrida e io e mia moglie Sabrina stavamo godendoci un tranquillo giro in auto per la campagna, quando notammo un uomo al margine della strada. Accanto a lui c’era un furgone e diverse ceste di frutta fresca disposte ordinatamente. Incuriositi, ci fermammo pensando di acquistare qualche prodotto. Premetto che Sabrina è una donna appariscente, e quel giorno, complice la giornata calda, era vestita in modo succinto: una canotta leggera e dei pantaloncini corti che mettevano in risalto la sua figura snella. Ricordo che Non potetti fare a meno di notare quanto fosse radiosa, il sole che la baciava delicatamente faceva brillare i suoi capelli.
L'uomo, di mezza età, ci guardò con un sorriso cordiale mentre ci avvicinavamo, ma con occhi che tradivano una certa saggezza. "Frutta fresca, signora e signore," disse, indicando le ceste piene di pesche, albicocche e pomodori maturi. "Provenienti direttamente dal mio giardino."
Sabrina, con il suo solito entusiasmo, si avvicinò per dare un'occhiata, ma io rimasi un po' più indietro a osservare la scena. Non era la prima volta che incontravamo persone in cerca di vendere qualcosa lungo la strada, ma qualcosa in quel momento mi sembrava leggermente fuori posto. L'uomo sembrava troppo ospitale, e Sabrina, come al solito, non si tirava indietro quando c’era da intrattenere una conversazione.
"Questi pomodori sono davvero splendidi!" esclamò, toccando con delicatezza una delle ceste. "Li coltiva lei?" "Si, signora, sono il frutto della passione," rispose lui con un sorriso che sfiorava l'ironico. "E non solo per la frutta, se capisce cosa intendo."
Capii subito che le sue parole non erano semplici complimenti, ma un tentativo di seduzione, qualcosa che mi piaceva e Sabrina, che era sempre stata attenta e affascinante, che non si era accorta della sfumatura nel tono dell'uomo, continuava a sorridere e a fare domande sulle tecniche di coltivazione.
Lei continuava a sorridere, affascinata dalla conversazione, ma io non volevo che rimanessimo lì più a lungo e le dissi: "Sabrina, prendiamo quella cesta e andiamo. Non possiamo fermarci troppo, dobbiamo essere a casa prima che faccia buio."
Lei fece un ultimo sorriso all'uomo, indicò una cesta. “Hai ragione, forse è meglio non perdere troppo tempo. Prendiamo questa cesta di Pere, sono bellissime, ma la prossima volta, fermiamoci di più," disse, un po' rassegnata, mentre tornavamo verso l'auto.
Il contadino, un uomo robusto dal sorriso furbo, rispose: “Mi dispiace, ma non sono qui per vendere. Sto solo caricando la frutta sul furgone. Ma, sapete, se volete, una cesta ve la regalo volentieri... ma una condizione”.
“Quale condizione?" chiesi, quasi divertito dalla piega che stava prendendo la conversazione.
Il contadino indicò la maglia di Sabrina con uno sguardo complice, facendo scivolare gli occhi su di lei in modo visibilmente calcolato. "Beh, sarebbe un peccato lasciarla coprire tutta così," disse, con un sorriso che tradiva una certa malizia. "Magari se mi fate vedere come sono le Pere di vostra moglie, potrei regalarvi una cesta. È solo un piccolo scambio”
Sabrina scoppiò a ridere. "Davvero? " disse, guardandomi con un sorriso, questo piccolo gioco sembrava intrigante, più che imbarazzante e con un’espressione scherzosa, mi fece cenno come per dire: "Lo faccio?"
Io, divertito dalla situazione, dissi: "A te la scelta."
Sabrina, senza pensarci troppo, iniziò ad alzarsi la canotta con un sorriso malizioso. Aveva tatuaggi incredibili, dettagliati e colorati, che si snodavano lungo le sue braccia e la schiena. Il contadino rimase a bocca aperta, evidentemente colpito non solo dalla sua bellezza, ma dall'arte che portava sulla pelle.
"Wow, davvero un’opera d’arte," disse il contadino, ammirando i tatuaggi. "Ma… se proprio vogliamo giocare fino in fondo… che ne dici di sfidarti ancora? Se ti togli anche i pantaloni, vi regalo non una, ma due ceste di frutta."
Sabrina rise ancora più forte. "Due ceste? Sei molto generoso!" disse, sollevando un sopracciglio. Il contadino sembrava affascinato dalla sua audacia, ma era tutto uno scherzo giocoso. "Beh, sembra che io abbia trovato un ottimo affare," aggiunse lei.
Decise di continuare la sfida, ma questa volta lasciando che il momento rimanesse leggero e spensierato. Invece di prendersi troppo sul serio, Sabrina sfoderò un gesto teatrale, mimando un’esibizione da modella in passerella. Si voltò verso di me con un sorriso, mentre il contadino ridacchiava, sapendo di aver perso la sua "battaglia" in maniera divertente.
Alla fine, ci lasciammo tutti andare a una risata collettiva. Il contadino, divertito ma onesto, ci porse le due ceste di frutta. "Ecco, ve le siete guadagnate! Non capita tutti i giorni di incontrare qualcuno che sa prendersi gioco della vita in questo modo."
Dopo aver rotto il ghiaccio con una risata generale, il contadino si avvicinò al furgone e tirò fuori anche una cassetta colma di zucchine, posandole davanti a noi con un sorriso malizioso. "Vanno bene per te?" chiese, con un’occhiata furba a Sabrina, riferendosi alle zucchine e cercando di mantenere l’aria scherzosa.
Sabrina lo guardò e, senza perdere il ritmo del gioco, rispose con un sorriso altrettanto complice: "Beh, mi piacciono grandi e fresche… e queste sembrano proprio perfette!"
Io, osservando la scena, non potei fare a meno di ridere, divertito dall'atteggiamento di mia moglie che si stava godendo l'insolito incontro con naturalezza. Sabrina, che davvero adorava le zucchine – nel senso culinario! – si avvicinò al contadino, osservando attentamente la cassa. "Sai, posso fare delle ottime ricette con queste. Grazie mille!" disse, sempre mantenendo quel tono allegro.
Il contadino, soddisfatto della risposta, rispose con un cenno. "Sono contento che tu apprezzi," disse con un tono scherzoso. "Ma vedrai che una volta che proverai queste zucchine, non ne vorrai altre."
Sabrina, con un sorriso deciso e un'aria maliziosa, guardò attentamente la cassa di zucchine davanti a sé. "Sono tutte belle, non c'è dubbio," disse, incrociando le braccia e fingendo di riflettere, "ma io sono sempre alla ricerca della zucchina perfetta. Più fresca e... magari anche un po' più grossa."
Il contadino, ormai preso dal gioco, rise e fece un gesto con la mano verso il retro del suo furgone. "Allora, accomodati pure! Ce ne sono molte altre là dietro. Chissà, magari troverai quella che fa per te."
Sabrina, divertita e curiosa, si diresse verso il furgone, alzando un sopracciglio verso di me come a dire: "Guarda un po', forse ho trovato un tesoro qui." Con la sua solita eleganza, si mise a frugare tra le cassette, cercando quella zucchina che rispecchiasse i suoi elevati standard.
"Scommetto che ne troverò una ancora più impressionante!" disse con una risata, mentre il contadino le faceva da guida, quasi come se fosse un gioco. Il suo gesto di accompagnarla nel frugare tra le verdure sembrava casuale, la sua mano, che prima aveva indicato una zucchina particolarmente grande, sembrava avvicinarsi più del dovuto alla sua.
Sabrina si accorse del modo in cui il contadino si stava muovendo accanto a lei, totalmente presa dalla ricerca della "zucchina perfetta". Io, però, non riuscivo a distogliere lo sguardo da quella scena, il sorriso del contadino diventava sempre più malizioso, i suoi occhi non si limitavano a osservare la frutta, ma seguivano ogni movimento di Sabrina.
"Questa qui è quella grande!" esclamò il contadino, portando la mano di Sabrina sulla sua patta dei pantaloni, “finalmente una zucchina davvero fuori dal comune” esclamò Sabrina “Penso che questa possa essere davvero la migliore," aggiunse, girandosi verso di me con un sorriso trionfante. Il contadino, continuando a sorridere, annuì. "Non c'è niente di meglio di una zucchina perfetta, lo dico sempre!" aggiunse, ridendo. "Ma ricorda, anche il sapore conta. Non giudicare solo dall'aspetto."
Naturalmente Sabrina non si lasciò scappare l’occasione, con un gesto rapido aprì la patta dei pantaloni, si inginocchiò e, mentre si sistemava tra le labbra la sua "zucchina perfetta", io da fuori osservavo la scena con un misto di divertimento e eccitazione.
Lei si mise a lavorarlo con la lingua e senza l’aiuto delle mani, lo ciucciava portandolo in bocca, si dedicava all’asta nodulosa e alla cappella, turgida. Lui gemeva e godeva, la guardava in faccia e le teneva la testa, lei si infilava le dita nella figa ormai bagnatissima, e io mi masturbavo delicatamente. Sabrina, eccitatissima sembrava voler mangiare la sua “zucchina” , sbavava tantissimo e la saliva gli fuoriusciva dagli angoli della bocca. Poi lo tirava fuori grondante di bava e liquido seminale, e ricominciava a leccare la cappella, delicatamente e con passione. Io eccitato dal piacere intenso che stavo provando, godendomi la scena, mugolavo e continuavo a masturbarmi.
Il contadino, al massimo dell’erezione non ne poteva più, era ormai prossimo a venire, a liberare la sua sborra. Sabrina lo implorò, senza pudore: “vienimi in bocca, voglio ingoiare tutto il suo sperma, fino all’ultima goccia!” da vera ingorda di sborra quale è. Mentre lui la reggeva dalla nuca, lo implorava di non fermarsi. Lui mugolò in maniera sommessa e prolungata mentre il primo schizzo, violentissimo, fuoriuscì dalla bocca di Sabrina, mentre lui continuava a sborrare fiotti di sperma. Contemporaneamente sentivo la mia cappella vibrare e infine sborrare sul corpo di Sabrina. Un rivolo denso e copioso prese a colargli dalla bocca sul mento e sulle tette.
Dopo un tempo che sembrò infinito, il contadino finì di liberarsi i coglioni e, ansimando sudatissimo, si complimentò dicendomi che lo avevo portato in paradiso con quel pompino incredibile. Le disse che era una gran troia, mentre Sabrina con le tette, la faccia e la bocca imbrattate di sperma scoppiò in una risata.
Ci rivestimmo e lasciato il contadino, con la promessa di ritornare a trovarlo per altre zucchine, risalimmo in macchina, con Sabrina che ancora scherzava sul suo "bottino". "Sai," mi disse, guardandomi con un sorriso malizioso, "potrei davvero iniziare una collezione di zucchine di qualità. Che ne dici, divento collezionista?”
Non riuscivo a trattenere la risata. "Collezionista di zucchine? Mai sentito un hobby più originale!" risposi, accendendo il motore. "Ma in fondo, perché no? Ogni zucchina ha la sua storia, e io mi sono divertito un mondo.
"Magari si potrebbe fare anche una serie di eventi esclusivi, con degustazioni di zucchine! Chi lo sa, potrebbe diventare la nuova moda del momento," rispose Sabrina, con l'entusiasmo che solo lei riusciva a trasmettere. La sua battuta leggera mi fece sorridere, mentre pensavo a quanto era stato bello fosse condividere quei momenti insieme.
Con le zucchine nel portabagagli e un sorriso sulle labbra, ci avviammo verso casa, pronti per affrontare una nuova avventura, ma con il ricordo di quel divertente incontro che ci avrebbe accompagnato per un bel po’ di tempo.
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