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Il Progetto di una Notte


di Membro VIP di Annunci69.it architettova
16.09.2024    |    359    |    0 7.0
"Sentivo che mi stavo lasciando trascinare in qualcosa di più grande, in un gioco che avevo solo sfiorato ma che ora stavo per vivere fino in fondo..."
Era una di quelle serate di fine estate in cui l'aria sembra sospesa tra il caldo del giorno e il fresco della notte. Ero nel mio studio, immerso tra schizzi e disegni, quando il telefono squillò. Luca e Silvia, vecchi amici, una coppia che conoscevo da anni e che non avevo più visto da un po'. La loro chiamata mi sorprese, ma bastarono poche parole di Silvia per capire che c’era qualcosa di più di un semplice invito. Mi parlarono di un progetto di ristrutturazione della loro villa, ma nel suo tono c'era un sottile gioco che non potei ignorare. Accettai, incuriosito.

Pochi giorni dopo, mi trovavo davanti al cancello della loro casa, una splendida villa immersa nel verde delle colline. Era una vista mozzafiato, con il sole che calava e tingeva tutto di un rosso intenso. Luca e Silvia mi accolsero con sorrisi calorosi e un bicchiere di vino in mano. Le loro voci, i loro sguardi, sembravano carichi di significati nascosti, e già intuivo che quella serata avrebbe preso una piega inaspettata.

"Abbiamo bisogno di te per qualcosa di speciale", disse Luca con un tono intrigante, che andava ben oltre il lavoro di architettura.

Entrammo in casa, e Silvia iniziò a parlarmi del progetto. Mi mostrò la sala da pranzo, parlò di abbattere pareti, di creare spazi più aperti. Ma c’era qualcosa nel modo in cui si avvicinava, nel modo in cui mi guardava mentre spiegava, che mi faceva sentire parte di un gioco sottile. Le sue dita scivolarono leggere sulla carta dei progetti, ma il suo tocco sembrava diretto a me, non al foglio.

"Pensavamo a qualcosa di aperto, di fluido", sussurrò, avvicinandosi così tanto che potevo sentire il suo profumo, e capii che non stava parlando solo della casa.

Luca, che fino a quel momento era rimasto in disparte, si avvicinò alle nostre spalle. La sua presenza era sicura, imponente. "Credo che tu capisca perfettamente cosa vogliamo, vero?" disse con un sorriso che mi mise alla prova. Non risposi subito, ma il sorriso che gli rivolsi fu sufficiente. La sfida era chiara.

Continuammo a parlare del progetto, ma la conversazione scivolò rapidamente su temi più personali. Silvia mi raccontava della loro vita, dei loro desideri, con una disinvoltura che mi affascinava. Ogni parola, ogni sguardo, sembrava portare con sé un invito implicito, come se stessero aspettando che fossi io a fare la mossa successiva.

Dopo un po', Silvia si allontanò per prendere un altro bicchiere di vino, lasciandomi solo con Luca. Il suo sguardo su di me era intenso, quasi indagatore. "Ti piace essere qui, vero?" mi chiese con un tono basso e sicuro. Non era solo una domanda, era una proposta. Lo guardai negli occhi, sentendo il peso di quella tensione crescere.

Quando Silvia tornò, il suo sorriso parlava chiaro. Si mise dietro Luca, appoggiando le mani sulle sue spalle e rivolgendo a me un’occhiata che era più di un semplice invito. "Allora, cosa ne pensi?" mi chiese. "Sarai tu a trasformare la nostra casa… e magari anche qualcosa di più."

Il sole ormai era calato, e la luce calda della sera avvolgeva la stanza. Sentivo che il momento stava cambiando. Non era più solo un lavoro. Era un’opportunità per esplorare un territorio nuovo, affascinante e proibito. La tensione tra noi era palpabile, e sapevo che da lì in poi niente sarebbe stato più come prima.

Il resto della serata passò tra sguardi carichi di desiderio e sorrisi complici. La loro villa sembrava trasformarsi attorno a noi, come se anche le mura stessero aspettando di vedere cosa sarebbe successo. Sentivo che mi stavo lasciando trascinare in qualcosa di più grande, in un gioco che avevo solo sfiorato ma che ora stavo per vivere fino in fondo.

Non era solo una questione di pareti da abbattere o di stanze da ridisegnare. Qui, si trattava di varcare confini che non avevo mai osato esplorare.
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