trio
Un triangolo fortunato al mare
di Sheed
12.12.2024 |
9.303 |
8
"Abbiamo ricominciato a giocare, la mia lingua si intrecciava con quella di Marina per poi scendere giù sulle tette, leccare i capezzoli e poi scendere ancora..."
La giornata stava proseguendo calma e placida come tante altre: alternavo relax, lettura, sole, bagni in mare e qualche camminata in spiaggia e in pineta. Sembrava una delle tante giornate estive che avevo già fatto, con poca gente presente e quindi una grande calma in tutti i sensi, in cui nudi ci si può godere la natura appieno. Poi però un messaggio nella chat ha risvegliato la mia attenzione, uno di quei messaggi che non arrivano spesso, da una coppia, e che quando arrivano sono occasioni da prendere al volo: “Ciao, noi siamo qui se vuoi, vieni a spalmare la crema a Marina?”Dopo aver controllato un attimo il profilo e cercato di capire se fosse tutto vero, ho risposto: “Certamente, ditemi dove vi trovo e arrivo!”. Mi sono arrivate le indicazioni su dove trovarli ed erano dalla parte opposta a dov’ero io, ma di certo non mi sarei tirato indietro e quindi ho scritto: “Farò velocissimo come se dovessi correre una maratona”.
Presa la mia roba mi sono messo in marcia e mentre camminavo continuavo a pensare se fosse vero o se una volta arrivato dove mi avevano detto non avrei trovato nessuno. Più camminavo meno gente c’era fino ad arrivare in una zona dove non c’era anima viva, tranne un grande telo a fare da copertura e due persone sotto sdraiate. Alla vista il mio cuore ha iniziato a battere più forte perché pareva essere tutto vero. Quando sono arrivato di fronte a loro ho visto che Marina era a gambe spalancate e Marco le stava massaggiando dolcemente la figa. Ci siamo fatti un cenno per avere la conferma che eravamo le persone che si erano sentiti via messaggio, mi hanno invitato a sedere vicino a loro e dopo le brevissime presentazioni e due battute per stemperare un po’ di tensione siamo partiti con i giochi.
E che giochi! Marina era già caldissima, con la figa bagnatissima e aperta, piena di voglia tanto che il mio dito con il quale l’avevo penetrata e stava facendo avanti e indietro sono diventati due e poco dopo tre! Con l’altra mano le torturavo le tettone e i capezzoli che erano sempre più duri, per poi metterci a limonare come due adolescenti. I suoi mugolii e il suo ansimare oltre allo sciacquettio delle mie dita con i suoi umori avevano risvegliato sia me che Marco che eravamo entrambi col cazzo durissimo. Marina allora ha deciso di cambiare posizione mettendosi in ginocchio e prendendo in mano entrambi i nostri cazzi, succhiandone prima uno e poi l’altro, a turno, facendoci venire sempre più voglia.
Abbiamo cambiato ancora posizione perché volevo leccarla e a Marina di sicuro non dispiaceva e neanche a Marco che intanto si stava continuando a godere il suo bel pompino. Siamo stati interrotti da una coppia di anziani che stavano tornando evidentemente da una passeggiata e che hanno ovviamente capito cosa stavamo facendo e le nostre intenzioni, tanto che si sono messi a una decina di metri di distanza a guardarci e ad amoreggiare a loro volta.
Abbiamo ricominciato a giocare, la mia lingua si intrecciava con quella di Marina per poi scendere giù sulle tette, leccare i capezzoli e poi scendere ancora più giù per leccare quella fica sempre più aperta e bagnata. E nel frattempo lei continuava a segarmi, succhiando il cazzo lungo e duro di Marco che sempre più infoiato le diceva se le piaceva essere in mezzo a due cazzi duri, a farsi leccare da uno sconosciuto all’aperto con la gente che la guardava. Frasi che non facevano altro che far eccitare sempre di più Marina e lo sentivo perché le due dita dentro la sua figa venivano strette sempre di più e ormai i suoi umori colavano letteralmente.
Nei vari intrecci e cambiamenti di posizione ad un certo punto io e Marina eravamo in ginocchio a limonare, lei mi segava lentamente il cazzo duro mentre le mie dita continuavano a stantuffarle la figa. Marco era a lato, col cazzo durissimo. Il porco si è avvicinato sempre di più finché ha messo la sua cappella e poi tutta l’asta tra le nostre bocche, e così ci siamo trovati a leccare e succhiare insieme il suo cazzone che era duro e pieno di voglia di esplodere. Siamo andati avanti un po’ così, la situazione piaceva a tutti ma eravamo pronti a venire così io sono di nuovo sceso sulla figa di Marina per leccarla e toccarla e poco dopo mi ha letteralmente lavato tutta la faccia con il suo orgasmo. Ero felice perché lei aveva goduto e aveva un sorriso stampato e per ringraziarmi è venuta di nuovo a darmi una bella slinguata impugnando il mio cazzo e iniziando a segarmi velocemente. Le ho detto che c’ero quasi e se l’è messo tutto in bocca, facendomi un pompino da favola e invitandomi a sborrare. Anche Marco che stava continuando a segarsi mi ha detto di sborrarla, voleva vederla piena del mio latte sulle tette. Non me lo sono fatto dire due volte, ho tirato fuori il cazzo dalla sua bocca e con due colpi sono venuto con 4 schizzi forti e densi che le hanno imbrattato tutte quelle tettone. Marina si è ripresa possesso del mio cazzo pulendomelo al meglio e a questa vista Marco ha deciso di scoparla. Le è andato sopra ha infilato il cazzo ormai di marmo dentro la figa che l’ha accolto come il burro accoglie un coltello affilato, e ha iniziato a scoparla con foga, limonando con la sua fidanzata. Non è durato tanto neanche lui perché l’eccitazione ormai era tantissima e stavamo andando avanti da quasi un’ora e quindi con gli ultimi due colpi le ha scaricato nella figa una bella dose di sborra, che appena è uscito ha iniziato a colare giù in una scena talmente erotica che se non fossi appena venuto me l’avrebbe fatto tornare durissimo.
Sfiniti ci siamo distesi un attimo a parlare del più e del meno, siamo andati a lavarci e sciacquarci e ci siamo salutati per tornare a casa.
Nella strada verso il ritorno quasi non volevo crederci a quello che era successo, e invece per una volta la fortuna mi aveva sorriso, e già speravo di poterli risentire per rivederli.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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