battona di strada - capitolo 2

PERVERSIONE DA PUTTANA
PROFESSIONISTA – Capitolo 2

Come concordato con Giusy, il venerdì, tornai a Piacenza per proseguire l'esperienza da battona di strada che tanto desideravo. Mi attraeva e mi affascinava un casino. Indossavo una sorta di baby doll
nero con reggiseno incorporato, molto corto, a V, con ricami argentati al giro collo ed al giro passera. Sotto un perizoma nero molto ridotto davanti e filo interdentale dietro, praticamente ero a culo nudo. Ai piedi sandali rossi dal tacco d'altezza media. Parrucca castana, trucco pesante da puttana. Labbra rosso vivo come pure lo smalto a mani e piedi, solita borsetta rossa. Nel tragitto mi sono fermata a Fusadello in un bar gestito da cinesi nel quale sostavo sempre. Ordinai ad una cinesina carina un bianco corretto bitter. L'ho bevuto al banco, in piedi. Mi sentivo gli occhi addosso di un paio d'avventori che avevano gli occhi incollati alle mie cosce ed al mio culo parzialmente in mostra. Ancheggiavo un po' e mi godevo quegli sguardi lascivi. Mi gustavo l'eccitante sensazione di sentirmi una gran troia, una gran puttana. Giunta al sito dove batto, parcheggio l'auto nel solito posto e saluto Giusy già in loco. Ricambia il saluto calorosamente e mi dà il benvenuto. Erano le 23:00. Le chiedo come stava andando e mi rispose di essere arrivata da poco anche lei. Mi disse che la nottata cominciava ora in quanto molti uomini, al venerdì sera, escono soli, senza la moglie, per andare a calcetto o in pizzeria con amici o quant'altro. Tanti di loro, prima di tornare a casa, fanno un giro a puttane o a trans. Quindi stasera dovremmo caricare e guadagnare bene per cui mettiamoci al lavoro, concluse. Ci postammo a bordo strada negli angoli opposti della rientranza chiusa. Rieccomi a battere seminuda ed a mettermi in vendita da vera puttana di strada. Il flusso di auto era abbastanza costante. Alcune di queste passavano e ripassavano. Una di queste entrò nel tratto chiuso, fece inversione e si fermò dalla mia parte. Mi accostai all'auto con vetro abbassato al lato guida. “ciao tesoro, andiamo?” dissi “quanto vuoi?” rispose “30 bocca e figa” replicai “ok sali” concluse. Salii e si avviò, prese a destra e mi mise una mano sulle cosce e cominciò a palparle intensamente. Dopo alcuni minuti, ad una rotonda, prese una strada in discesa che portava a magazzini Ikea, ovviamente chiusi, ed accostò a lato rimettendomi la mano sulle cosce. “I soldi, tesoro” gli dissi “Ah si, giusto” rispose. Me li diede e riposi il trentino in borsetta. Si abbassò calzoni e mutande esponendo un bel cazzo, di buone dimensioni e già duro. Mi afferrò la testa e me la spinse verso il cazzo. “Succhia troia” affermò perentorio. Gli feci un gran bocchino spingendomi la notevole cappella fino in gola “Si, così, brava puttana” sospirò. Dopo un po' mi ribaltò sul mio sedile, abbassò lo schienale, mi mise a pecora, si infilò il preservativo, mi alzò il baby doll, mi scostò il perizoma e, con decisione, mi affondò in culo tutto il suo buon cazzo. Mi montò con veemenza per diversi minuti. Era veramente un gran montone, i suoi colpi decisi mi facevano godere. Mi gustavo quel magnifico membro che mi spazzolava la figa e mi faceva sentire autentica femmina, vacca posseduta dal suo toro. Mugolavo dal godimento ed ebbi ripetuti orgasmi anali. Infine, sentii la cappella vibrare spasmodica mentre mi assestava gli ultimi irruenti colpi accompagnati da un suo urlo come il ruggito del leone. Si accasciò sulla mia schiena, mi tenne il cazzo in figa ancora qualche decina di secondi poi lentamente lo sfilò e si ritirò sul suo sedile. Si pulì, si rivestì e mi disse “bella scopata, sei una vera vacca” “grazie” risposi. Mi riportò al mio sito, mi salutò e se ne andò. Ero entusiasta, felice di essere una vera puttana.
Fine capitolo 2