trans
Fare l'amore con una donna pur essendo una trav passiva femminile

30.05.2022 |
647 |
2
"Godeva intensamente a sentirsi inculata ed io godevo ad incularla..."
Era il periodo, prima del Covid, in cui mi recavo, di tanto in tanto, al cinema Roma di Piacenza. E' un cinema a luci rosse in cui proiettano film porno, in un quartiere piuttosto malfamato. Era aperto tutti i giorni con orari più che altro diurni, dalle 16:00 alle 22:00. Era frequentato da alcune trav come me ma soprattutto da uomini bisex in cerca di qualcuno che gli facesse un pompino o che si facesse inculare. Lo frequentavo vestita da figa con abiti vistosi, succinti e sexy, da battona insomma. Arrivavo a Piacenza intorno alle 19:00, di solito al venerdì, parcheggiavo l'auto in una via parallela a quella del cinema e mi recavo, sculettando, per bere un aperitivo, in un bar sito a metà via circa, gestito da due coniugi Cinesi. Lì ho conosciuto alcuni avventori uomini coi quali, seduti ad un tavolino sul marciapiede all'esterno del bar, confabulavo divertendoli e divertendomi ai loro commenti audaci ed alle loro spinte avance nei miei confronti che però frenavo dicendo loro che io sono si puttana ma a pagamento e che davo la figa solo a chi mi pagava. Mi divertivo anche a stuzzicarli, ora sgallonando visibilmente a mostrargli le cosce, ora ad aprire un po' le gambe per fargli adocchiare il perizoma. Godevo nel vederli sbavare al guardarmi e ad ascoltare i miei discorsi scollacciati sulle mie performance da sgualdrina. In uno di questi incontri trovai, con piacere, seduta con loro, una donna, una figotta direi. Non un granché bella di viso, ma solare con un bel sorriso da mettere allegria. Bassa di statura, fisico non certo da top model, rotondo, un po' in carne ma non troppo e con un po' di rotoli alla pancetta prominente. Molto ben fatte invece le grosse tette tonde, non cadenti ed all'apparenza ben sode. Indossava un vestitino grigio chiaro a tinta unita, leggero, a V con scollatura profonda che lasciava scoperta la fossetta fra le tette, corto quasi giro passera. Ci presentammo, lei si chiama Antonella. Mostrò subito un forte interesse, direi una forte attrazione verso di me mentre percepiva che le guardavo avidamente le cosciotte scoperte più di metà, fin quasi alla passera. Chiacchierammo un po' e feci la brillante offrendomi di pagare io per tutti. Mi accorsi però che non avevo sufficienti contanti per cui chiesi se nelle vicinanze ci fosse un bancomat. Antonella rispose subito di si e si offrì di accompagnarmici. Mi prese a braccetto e ci incamminammo. La sovrastavo di mezzo metro con le mie scarpe rosse tacco 10. Arrivammo al bancomat sito sotto i portici, poco illuminati, di un palazzo Rococò. Ritirati i soldi, con sorpresa Antonella mi confessò che lei sotto non indossava mai né mutande, né reggiseno, insomma sotto il vestito niente. Mi chiese se volevo vedere, al che ovviamente annuii e lei, con disinvoltura, alzò il vestito fino al collo e mi mostrò il figone peloso di fitto ed abbondante pelo nero, magnifico e gradevolissimo. Mi mostrò le magnifiche tettone, poi si girò per farmi guardare il culotto invitante. Fantastico, confesso che il cazzo mi si cominciò a rizzare. Tornammo al bar, pagai, ci salutammo dandoci appuntamento per la prossima settimana e mi avviai verso il cinema distante circa 200 metri. Camminavo con disinvoltura, ancheggiando da zoccola, incurante degli sguardi incuriositi dei passanti, alcuni dei quali pure alquanto lascivi. Il venerdì successivo, ancor prima delle 19:00, arrivai a Piacenza. Non mi ero vestita proprio da mignotta di strada in cerca di clienti come le altre volte. Stavolta, puntando a fare un po' di corte ad Antonella, mi ero vestita più da signora, elegante ma sexy. Indossavo un vestitino giallo opaco, a tinta unita, leggero e sciolto, aderente solo in vita in quanto stretto da un elastico interno non visibile. Il tessuto, non liscio, un po' increspato, era traforato da una miriade di piccolissimi fori a forma di rombo, accostati fittamente e finemente tra loro, diffusi su tutta la superficie, da capo a piedi, davanti e dietro, tali da renderlo semitrasparente mostrando il tipico effetto del vedo, non vedo. Smanicato con spalline ampie che coprivano interamente le spalle ed arricciate ai bordi da un elastico interno. Giro collo largo e basso fino a lasciar intravedere il contorno del sottostante reggiseno. Corto fin sopra la metà coscia. Certo, non era un vestito da sgualdrina marchettara ma un po' da troia si. Sotto mutandine molto ridotte, semitrasparenti e color carne come pure il reggiseno. Ai piedi sandali dai lacci, sia sul dorso che alle caviglie, argentati e tacco sottile anche se non a spillo, altezza 8 ed anch'essi argentati. Parrucca rossa da troia, smalto argento alle unghie di mani e piedi, trucco non troppo pesante ad occhi e viso, labbra con rossetto rosso vivo. Dovevo sembrare una normale signora, un po' troia dentro, in cerca di avventure. Giunta al bar dei cinesi, vidi che Antonella non c'era. Per saperne di più, mi sedetti al tavolo dei soliti amici, si fa per dire, presenti anche stasera e chiesi loro se sapessero qualcosa di Antonella. Risposero di stare tranquilla che sarebbe arrivata. Ciò mi rincuorò. Ordinai da bere e mi intrattenni a dialogare con quei lascivi personaggi che sbavavano per le mie provocanti sgallonate a mostrargli le cosce nude. Mi interrogavano per sapere se andavo anche stasera a fare la zoccola al cinema Roma al che risposi di no ma che intendevo uscire con la mia amica Antonella. “solo amica o te la vuoi scopare?” replicò uno di loro. “solo amiche” risposi “una serata fra care amiche, io sono un donna ed una troia ma non lesbica. A me piace il cazzo.” continuai mentendo di gusto a quei segaioli. Ecco che comparve Antonella. Ottima prima impressione. Si era ben truccata ed il suo gioviale e solare facciotto risplendeva. Indossava un abitino molto carino. Azzurro tenue a tinta unita, ampia scollatura a V da lasciar scoperte quasi la metà delle sue esuberanti e formose tettone, molto stretto ed aderente da evidenziare il florido e prosperoso culotto. Corto, cortissimo, quattro dita sotto il giro passera, del tipo avvolgente a tubo. Si, stava proprio bene. Come mi vide mi elargì uno smagliante sorriso, mi si avvicinò, mi diede uno schioccante bacione sulle labbra e si sedette accanto a me. Le cose si stavano mettendo bene, gli ordinai in fretta qualcosa da bere, ansiosa di accomiatarci dagli inetti compagni ed andare dove Antonella volesse condurmi. Quindi salutammo e ci incamminammo verso l'auto con Antonella a braccetto, vi salimmo e mi trovai, sul sedile accanto, le sue cosce totalmente scoperte. Con normale tranquillità le infilai una mano tra le cosce e le palpai la figa per sincerarmi se avesse le mutande. Sentii l'abbondante pelo e, come immaginavo, non le indossava. Antonella non si scompose per niente, anzi, allargò leggermente le gambe lasciandomi fare ed elargendomi un seducente e malizioso sorriso. Giungemmo in un vasto parcheggio prospicente ad un fast food tipo McDonald, pieno di avventori di ogni genere, diciamo, normali. Insomma non era un locale di tipo particolare con frequentazioni strane. Ero l'unica trav e mi prese un leggero disagio. Poi mi dissi, fra me e me, “chi se ne frega, sono una signora accompagnata da un'amica, basta essere disinvolta, naturale e spigliata” Così feci ed entrammo. Camminavo ancheggiando leggermente e la cosa mi provocò una sensazione di delizia ed appagamento. Si mi sentivo palesemente donna, femmina. Ci sedemmo ad un tavolino all'interno in quanto all'esterno erano tutti occupati. Il cameriere ci accolse con un assai gradito “buona sera signore, vi lascio il menù” Lo consultammo ed ordinammo. Panino variamente farcito e birra media. Mangiando, confabulammo un po' e ad un certo punto Antonella mi chiese di accostarmi al suo orecchio per farmi sentire il suo profumo, veramente buono e gradevole. Estrasse dalla piccola poscette un boccettino di vetro senza etichetta. Conteneva quel fragrante profumo da donna che deliziava orecchie e collo di lei. Mi disse che era costosissimo e glielo aveva regalato un uomo, un elegante e raffinato signore, a cui si era sessualmente donata ed a sua volta lo regalò a me. Che fosse veramente pregiato e costoso ne ebbi conferma, successivamente, da un'altra mia amica, gran pezzo di figa, amante dei profumi di classe. Ma questa è un'altra storia. La ringraziai di cuore, abbracciandola e baciandola sulle labbra. Terminate le birre, l'atmosfera stava diventando gioiosa, eccitante e sfiziosamente erotica. Per inebriarci ulteriormente, ordinai altre due birre. Soddisfatti e sazi dalla gustosa cenetta, ci alzammo e tornammo alla macchina. Mi avviai e con Antonella di fianco mi pervase un'eccitante euforia erotica ed il membro cominciò ad irrigidirsi. Senza esitazione, Antonella mi guidò fuori città su una strada di campagna fino ad uno spiazzo isolato e buio. Parcheggiai l'auto, lasciai accesa la luce interna, abbracciai la mia cara, avvenente e calda amica e la baciai mettendole la lingua in bocca. Il mio attributo maschile si rizzò in una prorompente erezione. Abbassai gli schienali dell'auto e Antonella si sfilò, lentamente e con movimento sensuale da vera donna gaudente, il ridotto abitino. La vista del suo prosperoso, accattivante ed attraente corpo completamente nudo, aumentò la performance del mio cazzo che liberai e sguainai, alzandomi la gonna e togliendomi le mutandine. Afferrai la nuca di Antonella e la portai al cospetto del mio membro ritto ed eretto. Mi appoggiò le labbra sulla cappella e se la introdusse tutta in bocca. Mi fece un bocchino coi fiocchi e controfiocchi intanto che le palpavo di gusto il ben sodo culotto. Godevo come un riccio finché dovetti fermarla per non arrivare all'eiaculazione, dovevo preservarmi la sborrata in figa. Si distese sul sedile accanto ed immersi il viso tra le sue cosce, le passai la lingua tra il profumato pelo, le aprii le grandi labbra della vagina con le dita e le strofinai il clitoride con la punta della lingua. La feci scorrere verso il basso e le diedi vigorose linguate all'interno della figa completamente aperta. Continua a leccare quella profumata, dolce e leggermente acre vongola per alcuni minuti. Antonella accompagnava il movimento della mia lingua inarcando schiena e culo per godersi appieno le mie slinguacciate. Godeva come una cagna la mia Antonella ed io godevo con lei. Una fantastica ed aulente leccata di figa. Deliziata dal delizioso e squisito umore della sua vulva, le montai sopra, le palpai e le baciai le floride e sode tettone quindi con avidità appoggiai la cappella tra i suoi labbroni figosi e, con garbo, lasciai scivolare il cazzo duro come marmo tutto dentro a quel caldo ed accogliente nido d'amore. Ci guardammo negli occhi, ci limonammo e ci godemmo in sintonia la reciproca trasmissione di intenso piacere. La trombavo con colpi leggeri prima, poi aumentavo sempre più il ritmo fino a farli diventare vigorosi. Sentivo vibrare le pareti della vagina fino a che si espandeva in uno sfolgorante orgasmo espresso anche con esuberanti sospiri, mugolii e gridolini. Quando sentii che stavo per eiaculare, sfilai la verga dalla gnocca, le aprii la portiera e le chiesi di uscire all'esterno. Mi tolsi la gonna ed uscii pure io con la sciabola sguainata. La feci mettere a pecora con braccia e faccia appoggiati sul sedile dell'auto. Le andai di dietro, le afferrai le cosce e gliele allargai al massimo, le allargai le chiappe e con i pollici le aprii il delizioso buchetto del culo. Mi misi due dita in bocca e le inumidii con la saliva. Delicatamente glieli infilai nel culo. Antonella ebbe un leggero sussulto ma poi si rilassò. Le postai contro la mia notevole, modestamente ben grossa, cappella e cominciai a spingere. Piano, piano si faceva spazio nell'orifizio allargandolo sempre più, finché entrò completamente provocando nella mia vittima un gridolino di dolore che poi, sotto i miei decisi fendenti al suo canale rettale, si trasformarono in mugolii di piacere. Godeva intensamente a sentirsi inculata ed io godevo ad incularla. Mi stavo inculando con vigore una figa stando vestita da donna. Continuai ad inculare la mia cara ed amata Antonella per alcuni minuti, palpandogli con ambedue le mani, ora le tettone, ora il culotto, finché, con esplosiva goduria, emisi un getto potente di sborra ad inondarle il culo di caldo sperma. Mi lasciai andare in un vibrante orgasmo che mi svuotò di energia. Sfilai il pene ed Antonella me lo pulì con un fazzoletto, si alzò in piedi, ci abbracciamo, ci stringemmo forte e ci amammo. Ero incredibilmente felice sia come uomo, sia come donna. Tornammo verso la via del bar e durante il tragitto le dissi che, purtroppo, nelle prossime tre o quattro settimane dovevo lavorare anche tutto il sabato e la domenica mattina quindi le chiesi di darmi il n. di cellulare. Mi rispose che al momento non l'aveva ma che, comunque, l'avrei trovata sempre al bar dei cinesi. Mi fermai a lato della via nei pressi del bar dove aveva appuntamento con un'amica che l'avrebbe portata a casa. Le diedi l'ultimo bacio di lingua, la salutai e mi avviai verso casa, ancora raggiante ed incredula per la splendida serata. Subito dopo il periodo di lavoro anche nei weekend, scoppiò il Covid che mi bloccò in casa. Quando dopo oltre un anno si ebbe la possibilità di muoversi tra provincie diverse, andai a Piacenza. Tutto era cambiato, non trovai più nessuno degli avventori che avevo conosciuto né tantomeno Antonella. Chiesi ai gestori se avessero notizie di Antonella ma mi risposero che, da prima del Covid, non l'avevano più vista. Me ne rattristai fortemente poiché percepii la mancanza di quel piccolo grande amore (Baglioni non me ne voglia per il copyright)
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore.
Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Commenti per Fare l'amore con una donna pur essendo una trav passiva femminile:
