trans
Pamela


19.12.2024 |
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"Il culetto non me lo aveva mai chiesto, anche se era già sveginato, a farmelo ci aveva già pensato un’amica donna con i suoi giocattoli e dildo..."
Nel mio lavoro di rappresentante, ormai 30 anni abbondanti, di situazioni intriganti con sesso finale me erano capitate diverse, a volte con le clienti ( un pompino nel retro del negozio), oppure con le clienti delle clienti (una dopo aver chiesto il mio numero con una scusa al cliente e amico, mi chiamò per incontrarla a casa sua mentre il marito era al lavoro), le segretarie dei clienti (chiamate per sapere dove avevo lasciato il copia commissione e telefonata finita con appuntamento per aperitivo e motel), insomma un bel repertorio, ma questa volta la cosa fu unica. Mi presento, sono Marco, ora un bel 50enne in forma e, per merito dello sport fatto in gioventù e la palestra che frequento regolarmente, con ancora un bel fisico massiccio e muscoloso. Pamela la vidi mentre ero nella sala di aspetto di un buyer in attesa del mio turno, oddio, per prima cosa vidi il suo culo rotondo e invitante, piuttosto compresso nella sua divisa da lavoro, una divisa simile a quei completi che portano solitamente le infermiere, pantaloni e camicione, mentre si chinava a spolverare alcuni armadietti e, a dire il vero, mi sembrava accentuasse un poco la posizione. Quando si girò verso di me la vidi in volto, circa 25 anni, bel volto e soprattutto due tette che, anche loro come il culo, erano piuttosto strizzate nella camicione, dove era in mostra il logo di una ditta di pulizie. Ovviamente abbozzai un saluto e lei rispose senza parlare. Mentre faceva svolgeva il suo compito, vedevo che spesso mi dava delle occhiate molto interessate, io più la guardavo e più trovavo in lei qualcosa che non capivo. Fu il mio turno ed entrai salutandola di nuovo. La mia visita fu molto veloce, il cliente aveva già pronto l’ordine, solo il tempo di parlare delle novità ed aggiungerle all’ordine stesso e ci salutammo. Prima di uscire con molta nonchalance gli chiesi chi fosse la ragazza che stava spolverando nella sala d’attesa, e lui sorridendo con non occultata malizia mi disse: “Perché, ti interessa?” ed io “No, chiedevo, ha un qualcosa che non so decifrare.” “Bravo, è una operata.” “Cosa vuol, dire operata” “E’ una trans operata, cavolo che occhio che hai.” Disse sorridendo. La risposta non mi sconvolse più di tanto, era una splendida ragazza con fattezze femminili, si aveva una voce un pochino di tono basso ma non maschile, ed aveva comunque attratto la mia attenzione e solleticato la mia fantasia. Ormai era quasi mezzogiorno e mi stavo organizzando per il pranzo, salii in macchina e, uscendo dal parcheggio vidi la ragazza, sembrava mi aspettasse. Mi fece un cenno come per fermarmi. Mi fermai e abbassato il finestrino gentilmente le chiesi. “Ciao, qualche problema?” “No, ma mi servirebbe un favore. Sai, devo andare in sede un attimo per lasciare il foglio delle ore di lavoro fatte, siccome sono a piedi ed è un po’ lontano non mi accompagneresti?” Come potevo esimermi? Salita in macchina cominciò ad indicarmi la strada. Ci presentammo, lei si chiamava Pamela. Allora lei cominciò il solito balletto. “Ho visto che mi guardavi prima, ti piaccio?” Restando sul generico risposi. “Devo dire che sei molto carina, e hai delle forme molto procaci che attirano l’attenzione.” “Si è vero, ma dimmi avete parlato di me? Ti ha detto qualcosa il tuo cliente?” Al che non sapevo che dire, poi pensai che dire la verità sia sempre la cosa migliore, quindi le dissi che, chiedendogli di lei, mi disse che era una trans operata. Lei sorrise e non disse niente. Nel frattempo arrivati alla sede della sua ditta, scese per sbrigare le commissioni. “Mi aspetti, ci metto cinque minuti.” E dove voleva che andassi, ormai la cosa mi aveva intrigato. Mentre aspettavo pensai come corteggiarla poi lasciai perdere, mi dissi che sarebbe stata la cosa migliore. Appena tornata in macchina mi indicò la strada per casa sua. Sull’auto lei cominciò con una serie di domande del tipo < Sei sposato? Sei mai stata con una come me? Quanti anni hai? A me piacciono gli uomini maturi.> Insomma era una chiara dichiarazione di intenti, pur non sapendo i miei gusti sull’argomento. Io cercai di rispondere in modo vago fino all’arrivo. Sinceramente con una trans operata non lo avevo mai fatto, ma una trans, diciamo completa, si. Avevo un’amica con la quale ho avuto un rapporto durato qualche tempo, molto femminile, solo passiva ma molto porca. Il culetto non me lo aveva mai chiesto, anche se era già sveginato, a farmelo ci aveva già pensato un’amica donna con i suoi giocattoli e dildo. Prima di scendere mi chiese cosa poteva fare per sdebitarsi. Ovviamente dissi che non era il caso e lei ribatté: “Dai sali che almeno ti offro il caffè.” Ormai le schermaglie erano finite, avevo capito che si poteva andare al sodo subito. Accettai subito l’invito. I tre piani in l’ascensore furono pieni di sguardi concupiscenti. Arrivammo alla porta e una volta chiusa la stessa le dissi subito: “Sai se ci fosse dell’altro oltre il caffè lo accetterei volentieri cingendola alla vita e tirandola a me. Lei come risposta mi mise la mano sul pacco. “Certo, sento anche che sei già pronto.” Infatti ero già in semierezione. “Dammi solo il tempo di farmi una doccia.” Quindi mi fece il caffè e mentre lo bevevo si infilò sotto la doccia. Sentivo l’acqua scrosciare ma non osai spiarla, ero molto curioso di vedere come era una fica rifatta. Dopo qualche minuto sentii la porta della del bagno aprirsi. Mi si presentò in accappatoio, i lembi erano chiusi con una cintura in vita ma lasciavano intravedere due tettone sode ed invitanti. I capelli, prima raccolti, ora le cadevano, neri e mossi, sulle spalle nude, una visione veramente sexy. Mi si avvicinò ed abbracciandomi mi baciò sulle labbra, risposi al sua bacio e subito le nostre lingue si avvinghiarono. Le slacciai l’accappatoio e facendoglielo scorrere giù dalle spalle fino a terra, e li ebbi la grande sorpresa, non era operata, era completa con tutti gli attributi. “Allora, ti piaccio ancora così?” Ed io: “Certo, anche di più.” Le risposi. “Ma perché fai credere di essere operata?” “Perché così desto meno interesse.” “Giusto.” Risposi. Senza dire altro allora lei si inginocchiò e mi abbassò pantaloni e slip e cominciò a succhiarmelo. Mentre lo faceva vedevo il suo pisello che si ingrossava finché non fu eretto. Un bel cazzo anche se non molto grosso. I giocattolini e i dildo usati dalla mia amica per sverginarmi erano molto più grossi. In qualche modo ci trascinammo in camera da letto. Le mi spogliò completamente e ci buttammo sul letto. Allora lei mi disse: “Ti va di toccarmi?” “Certo.” Abbracciati sul letto, cominciammo a limonare come due ragazzini con la lingua in bocca, mentre entrambi impugnavamo il cazzo altrui. La sua pelle era liscia come quella di una bimba, si sentiva il profumo della crema corpo che si era messa dopo la doccia. Dopo un po’ mi chiese: “Marco lo hai mai succhiato?” Siccome l’unica relazione con una trans era con l’amica assolutamente passiva, non avevo esperienza in merito. Allora sinceramente le dissi di no. “Perché me lo chiedi?” Le chiesi, e lei rispose: “Perché ho voglia di un bel 69, ti va?” “La cosa mi stuzzica ma non so se posso darti soddisfazione.” “Dai prova succhiarmelo e ti insegno io.” Si mise sdraiata sul letto ed io tra le sue gambe chino, cominciai. Glielo presi tra le mani e glielo scappellai in modo da vedere bene anche la cappella. Cominciai a leccarglielo così come avevano spesso fatto a me. Dai suoi mugolii sembrava che lo stessi facendo molto bene, poi mi infilai la cappella in bocca. “Marco attento ai denti.” L’inesperienza si faceva sentire. “Devi usare in sincrono la lingua e le labbra, prova.” Allora cominciai come mi aveva detto lei. In bocca avvolgendo la sua cappella con lingua e labbra. Iniziai così a succhiarla, il ritmo era accompagnato dalla mia mano che andava su e giù, e con l’altra mano le massaggiavo il buchino. “Marco fermati altrimenti mi fai schizzare subito. Cavoli, hai imparato subito.” Non sapevo come ringraziarla per il complimento. Senza aggiungere altro, mi fece girare e, nella posizione del 69 continuammo a succhiarci a vicenda. Le era fantastica, mi ingoiava il cazzo fino in fondo, sentivo la sua bocca calda che me lo avvolgeva come mai avevo provato. A volte si staccava e mi succhiava le palle e mi massaggiava penetrandomi con il dito il buchino. Con delle pause strategiche per evitare di sborrare, continuammo per diversi minuti, alla fine, al massimo dell’eccitazione, la misi alla pecorina e le scopai il culo. Con grande sorpresa mi accorsi che era molto stretto. “Cavoli Pamela, che culetto stretto che hai.” “Si amore, non lo do molto spesso, preferisco essere io scopare i maschietti.” “Allora devo prepararmi?” Le risposi ridendo. Senza aspettare la sua risposta continuai a pomparla finché non le riversai tutta la voglia accumulata nel suo ventre. Gli ultimi colpi più forti la fecero ancor di più gemere di piacere. Appagato dallo sforzo, mi staccai e mi sdraiai sul letto a fianco a lei. Continuarono le tenerezze da ragazzini poi le mi fece la classica domanda: “Ti è piaciuto?” “Si molto.” “Bene adesso tocca a me. Dai, succhiami il cazzo come hai fatto prima, fammelo diventare bello duro, ma prima prepariamo il tuo buchino.” Detto fatto prese del lubrificante e me lo spalmò bene penetrandomi anche con due dita, poi disse: “Adesso sei pronto, continua a succhiarmi che al momento giusto ti dirò cosa fare.” Cominciai di nuovo a succhiarla cercando di mettere in pratica tutto ciò che avevo imparato e visto a proposito della fellatio. Vedendo come mugolava e si contorceva sembrava che andassi molto bene. La cosa stava piacendo anche a me infatti, mentre ero intento nel lavoro, mi venne nuovamente il cazzo duro. Ad un certo punto, al massimo della sua eccitazione mi disse: “Dai, stenditi sulla schiena.” Mi misi nella classica posizione del missionario, lei mi piego le gambe fino alle spalle, e mettendosi in ginocchio davanti a me, lentamente e con dolcezza, mi penetrò. Un po’ perché ero ben lubrificato, un po’ perché non aveva un cazzo molto grosso, la sentii entrare dentro di me senza nessun dolore. Una volta penetratomi cominciò a scoparmi, prima lentamente poi sempre più con vigore. Nel vederla così arrapata, anche io mi eccitai ulteriormente e cominciai a segarmi mentre lei mi scopava. I suoi colpi erano sempre più veloci e vigorosi, finché, accompagnato da un piccolo rantolo di piacere, sentii un fiotto caldo inondare il mio ventre. In contemporanea, anche io arrivai alla fine della mia sega con una nuova sborrata sulla pancia. Rimanemmo entrambi distesi nuovamente su letto per riprenderci. Io le accarezzavo la pelle morbida e lei ricambiava accarezzando il mio petto villoso. Non so quanto rimanemmo in quello stato di benessere fisico che si prova dopo una scopata, ad un certo punto, avendo i corpi sudati che emanavano odore di sesso optammo per una doccia, questa volta insieme. Sotto la doccia ci insaponammo a vicenda, soprattutto le parti intime, al che mi accorsi che Pamela cominciava ad eccitarsi nuovamente. Lei senza dire niente mi fece inginocchiare e me lo mise in bocca. Ovviamente risposi al suo invito e cominciai nuovamente a succhiarla e segarla. Con le mani sulla mia testa dava il ritmo ai mie movimenti. In quel momento capii anche cosa vuol dire piacere e soddisfazione orale, amavo la sensazione di avere il suo cazzo in bocca. Sentii che le sue mani iniziarono a spingere sempre più veloce, finche inarcando la schiena mi obbligò a ricevere il frutto del suo godimento in bocca. Gli schizzi caldi in bocca erano qualcosa di nuovo, ancora non capivo se mi provocavano piacere o ribrezzo, poi con uno sforzo deglutii tutto il suo liquido. Mi rialzò e cominciò a baciarmi facendo guizzare la sua lingua nella mia bocca ripulendomi delle ultime gocce del suo sperma rimaste nella mia cavità orale. Ci guardammo in faccia e ridemmo. Una giornata cominciata come tante era proseguita in un modo che mai avrei pensato. Dopo essermi rivestito, la salutai nuovamente scambiandoci i numeri di telefono. Con Pamela mi rividi ancora qualche volta, poi come sempre accade, la vita delle persone prende strade diverse. Io cambiai azienda e cambia zona di lavoro. Qualche promessa di rivederci che comunque, puntualmente, non furono mai mantenute.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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