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Iniziazione Incestuosa


di Membro VIP di Annunci69.it marcosala
01.08.2024    |    594    |    1 9.0
"Di nuovo pensai che avrei potuto essere io di fronte a lui a fica aperta a implorare di essere posseduta..."
Buongiorno, mi chiamo Gabriella, ormai sono una over 60, ultima erede di una famiglia che si estinguerà dopo di me. L’anno scorso alla morte di mio anziano cugino Giulio, ho ricevuto in eredità una vecchia casa con annesso un piccolo podere. Non avendo intenzione di andarci ad abitare in quanto ormai fuori dai miei giri, decisi di venderlo, prima però, con l’aiuto di un antiquario, volli capire i mobili che in esso vi si trovavano se erano solo vecchi oppure antichi. In uno di questi vecchi mobili, scoprii in un cassetto segreto una cartellina rossa che racchiudeva dei fogli di protocollo un po’ ingialliti ma ancora ben conservati. Capii che erano stati scritti da Adele, mia zia, la mamma di Giulio. Incuriosita iniziai a leggere quello che doveva essere il primo in ordine cronologico, e rimasi stupita, prima dal linguaggio estremamente moderno usato e turbata dal suo contenuto. Quello che vi andrò a trascrivere racconta parola per parola ciò che ho letto in questi fogli
Primo foglio
Dopo averci pensato molto ho deciso di raccontare delle “cose”, non so come meglio definirle, accadute durante la mia vita con Marco, mio marito, e Giulio, mio figlio. Per ragione che comprenderete, questi fatti sono rimasti segreti fino ad ora, ma pesano sulla mia coscienza, quindi ho deciso di rivelarli. Non so se mai qualcuno li leggerà, ma scriverli mi libera da un peso che oggi mi riesce difficile da sopportare.
Mi chiamo Adele, Marco ed io ci siamo sposati nel ’42 e subito, l’anno successivo, ho dato alla luce un bellissimo maschietto che abbiamo chiamato Giulio. Giulio fu cresciuto nel rispetto di certi valori, tanto che crebbe serio e studioso per mia grande soddisfazione. Nonostante ciò visse un periodo critico durante la sua pubertà, ed proprio di questo periodo che vorrei parlare. L’anno del suo diploma elementare, una mattina, Giulio scese a far colazione con il pigiama teso sul davanti. Sorpresa, mi domandai quale atteggiamento adottare, lui mi fissò con uno sguardo vivace e compiaciuto, come se volesse dirmi “Guarda mamma, ho un’erezione!” Disorientata mi comportai come se non avessi visto nulla e ritornai alle mie occupazioni. La sera a letto decisi di parlane con mio marito. Lui convenne con me che alla sua età, un’erezione mattutina era sicuramente una cosa naturale, ma che solitamente la cosa veniva tenuta nascosta alla mamma. Decidemmo anche che, se l’avesse fatto ancora, sarebbe stato il caso che il papà gli parlasse. La mattina seguente stessa scena, Giulio scese a far colazione con nuovamente il pigiama teso all’altezza del pube, allora decisi di parlargli. “Giulio, non ho capito cosa vuoi dimostrare mostrandomi le tue erezioni, io non posso fare nulla per te.” “lo so, ma volevo solo farti piacere.” La sua risposta mi sconcertò, non afferrai veramente ciò che volesse dirmi, così senza dire altro tornai alle mie faccende. In mattinata, quando salii per riassettare la sua camera, notai una macchia di bagnato sulle sue lenzuola che era chiaramente sperma. Come il giorno prima alla sera, appena Marco tornò dal lavoro, gliene parlai. Entrambi d’accordo che le polluzioni notturne sono una cosa naturale nei ragazzi, ma forse alla sua età erano un po’ premature, e che forse sarebbe stato il caso di parlargli. Alla sera, dopo aver rassettato la cucina, bussai alla camera di Giulio, entrai e mi sedetti sul suo letto. “Amore, questa mattina non solo ho visto ancora la tua nuova erezione, ma ho anche notato macchie di sperma sul lenzuolo. Io e tuo padre sappiamo che è normale, ma non capiamo perché continui a esibirti in questo modo.” “Scusami mamma, ma pensavo fossi felice di vedermi crescere.” “Giulio, amore mio, volevo solo dirti che queste cose non hanno niente a che fare con me o con tuo papà, ma sono solo cose tue.” “Ok mamma, ho capito, non lo farò più.” “Tesoro, sei proprio un ometto, Buonanotte amore.” Giulio da quella sera mantenne la promessa, solo parziali tracce di sperma sulle lenzuola e sull’intimo, ci dimostravano che stava crescendo. Gli anni che seguirono furono tranquilli da questo punto di vista, ormai era un giovanotto, tuttavia Giulio divenne gradualmente più timido, riservato, introverso. Gli amici divennero sempre più pochi, le uscite serali di conseguenza. Lui era dedito solo ad aiutare mio marito nel podere ed avere cortesie per noi, i suoi genitori. Io e Marco eravamo molto preoccupati per questa suo atteggiamento molto riservato, e anche per il fatto che, nelle poche uscite, non lo avevamo mai sentito dire di appuntamenti con ragazze, tutto ciò contrariamente alla sua esuberanza nella pubertà. In quel periodo ci fu un fatto che mi riportò a quella sua esuberanza. Un giorno, entrando in bagno, lo vidi mentre si masturbava sotto la doccia. Per niente disturbato, continuò a farlo davanti a me. Rimasi letteralmente paralizzata. Per prima cosa perché non mi aspettavo di vederlo in quella situazione, poi perché scoprii che il suo pene era enorme, molto più di quello di suo papà. Nonostante il mio sgomento, in un sorta di catalessi, non riuscivo a togliere lo sguardo da quella visione. Mi risvegliò la voce di Giulio che mi apostrofò: “Mamma guarda, non è più il pisellino di quando scendevo in cucina alla mattina con il cazzetto duro nel pigiamino, hai visto come è grosso adesso?” Non riuscivo a vedere altro , nonostante fosse mio figlio ne ero attratta in modo vergognoso e, per paura di cedere alla tentazione, girai i tacchi e uscii imbarazzata. Trascorsi la giornata rivedendo la scena dentro di me mille volte, giostrandomi ogni volta da una sensazione di desiderio a quella di rimorso ma, in nome di tutti quei principi morale ed etici che mi avevano inculcato, non avevo il diritto di cedere alla tentazione. Sapendo che la sera stessa Marco sarebbe uscito per una riunione, decisi di parlargli per una puntualizzazione chiara e precisa. Lo chiamai a me e gli dissi apertamente: “Giulio, ti sei reso conto che lo spettacolo che mi hai offerto questa mattina mi ha turbato? Da un certo punto di vista riesco a comprendere i tuoi bisogni, ma io sono tua mamma e non posso aiutarti, perché non provi a trovarti una ragazza?” “Ma mamma, sei tu che io desidero, fin da quando ero ragazzino, sei così bella!” “Giulio no, per favore non continuare a battere su questo tasto, non osare più a dare uno spettacolo come quello di questa mattina.” “Mamma, vorrei farti notare che sei stata tu ad entrare in bagno senza bussare.” Ahimè aveva ragione lui. Giulio mi assicurò che aveva capito ciò che gli volevo dire, abbozzai e sorrisi. Restava il fatto che una soluzione urgente andava trovata, primo perché non avevo molta fiducia sul fatto che Giulio si astenesse da certe attività in mia presenza, secondo, e questo era ancora peggio, perché non sapevo se io avrei resistito al desiderio che quel bel cazzo provocava in me. Ai tempi, avevo un’amica d’infanzia, Eliana, che purtroppo era famosa per essere un po’ leggera nei suoi costumi, una zoccola direbbero alcuni. Spesso univa l’utile al dilettevole fornendo dei servizi particolari agli uomini soli, mi venne l’insana idea, lo ammetto, di chiedergli se potesse soddisfare le voglie di mio figlio, senza che mio marito lo sapesse. Un pomeriggio decisi di andare a trovarla. Mentre ero per strada cercavo di mettere a punto il delicato discorso che le avrei fatto più tardi. Suonai alla porta. “Adele, che sorpresa, a cosa debbo questa visita?” Dopo i convenevoli iniziai. “Scusami Eliana, ma è una faccenda molto delicata. Ho un problema con Giulio. Non so se lo hai notato che ultimamente lo si vede poco in giro, è diventato molto chiuso e riservato e non esce raramente di casa. Oltre tutto l’altro giorno l’ho visto in bagno a masturbarsi. Alla mia vista, invece di scusarsi e magari smettere imbarazzato, ha continuato imperterrito, dicendomi che quando lo fa pensa a me. La cosa mi ha molto turbata, non solo perché non pensavo di essere desiderata da un ragazzo giovane, soprattutto se mio figlio, ma perché, oltretutto ha il fisico di una statua greca con la differenza che lui è molto dotato. La mia paura è che un giorno o l’altro finirò per cedere alle sue richieste, e la cosa mi spaventa un po’. Sai mi chiedevo se tu, magari potevi aiutarlo, scusami ma mi imbarazza un po’ chiedertelo.” “Scusami, tu mi stai domandando se potevo svezzare tuo figlio dal punto di vista del sesso?” “Si, proprio questo ti stavo chiedendo. OK, scusami, forse ho osato troppo.” “No non scusarti, mi conosci da una vita e sai che amo il sesso in tutte le sue forme, e che in certi momenti mi ha aiutata a campare. Te lo faccio con molto piacere questo favore, se poi mi hai detto che è anche un bel ragazzo dotato, sarà un piacere anche per me.” Per pudore nei miei confronti Eliana trattenne una risatina licenziosa. Prima di salutarla non potei esimermi dal chiederle quanto le avrei dovuto riconoscere per questa sua prestazione. “Ma figurati, questo, come detto, è un favore che faccio ad una delle mie più care amiche, una delle poche che in questi anni non mi ha mai giudicata.” Criticata e vilipesa da molti, Eliana si è sempre dimostrata una donna buona e di cuore. Adesso dovevo affrontare il problema più grande, convincere Giulio, e la cosa non era per niente facile. La mattina dopo, prima che uscisse per il lavoro, gli chiesi se avesse 5 minuti da concedermi , così lo informai del mio colloquio con Eliana e, come mi aspettavo, la sua reazione fu piuttosto violenta. “Cosa? Vuoi farmi fare sesso con una puttana?” “Puttana, dai non esagerare. Diciamo piuttosto che è una che ama il sesso. Comunque è pronta a farti questo regalo, non voglio una risposta immediata, pensaci oggi, stasera mi darai una risposta. Comunque tu hai un problema, e ti ho detto di non contare su di me per risolverlo. Eliana mi sembra essere un’ottima soluzione. Riflettici, ma attento a non parlarne con tuo padre.” Tagliai corto la conversazione e tornai alle mi faccende di casa. Soltanto il giorno dopo Giulio, prendendomi in disparte dopo che il padre fosse uscito mi diede la sua risposta, risposta che mi lasciò senza fiato. “Ci ho pensato mamma, accetto ma ad una condizione, che tu mi accompagni e assista alla mia prima volta.” Senza darmi il tempo di rispondere, girò i tacchi e raggiunse suo padre al lavoro. Non avevo mai percepito questa sua perversione, e più ci pensavo e più cercavo di analizzare perché pretendesse la mia presenza al suo fianco. Alla fine mi convinsi che se non avesse potuto fare l’amore con me, almeno mi avrebbe voluta vicino in quel momento. Ora restava da convincere Eliana, ma questo non era un problema. Andai a casa sua sicura, e le fornii gli ultimi dettagli del colloquio avuto con mio figlio, non solo accettò, ma mi sembrò anche particolarmente eccitata all’idea della mia presenza. “Mi eccita un sacco fare l’amore con un uomo ed una donna, se vuoi potremmo già fare qualcosa io e te adesso se ti va.” “No, non hai capito Eliana, io parteciperò solo come spettatrice, niente di più. La cosa mi da già abbastanza fastidio così.” “Ma sei sicura che Giulio non abbia qualche strana idea in testa?” “Se pensi alla cosa che sto pensando io, ti garantisco che mai succederà in questa vita.” Prima di lasciarla prendemmo accordi per la domenica successiva, giorno in cui Marco andava a caccia con gli amici. Uscita dalla casa di Eliana, ripartii verso casa ancora più turbata di quando fossi arrivata. Per Eliana ero sicura che ogni situazione fosse buona per darsi piacere ed esibirsi col sesso, ma non riuscivo ad immaginare mio figlio partecipe di un tale spettacolo. Per giunta, quella zoccola di Eliana era riuscita ad istillare quell’insano dubbio nella mia mente. Appena mi vide, fu Giulio a chiedermi per primo se Eliana avesse accettato. Io gli risposi di si, senza accennare ad una mi partecipazione attiva così come aveva ipotizzato Eliana per evitare di mettergli in testa idee assurde che già di suo aveva. La domenica mattina molto presto, come avevo programmato, preparai il pranzo al sacco per Marco pronto per raggiungere gli amici per la caccia al cinghiale. Più tardi, dopo esserci preparati a dovere, non so perché ma mi vestii molto sexy, anche io e Giulio uscimmo di casa per raggiungere Eliana. Abitava non lontano da noi, durante il breve percorso, io e Giulio, non ci rivolgemmo una parola. Nel silenzio assoluto continuavo a domandarmi se avessi preso la decisione giusta o no, più di una volta mi venne l’idea di invertire la marcia e tornare a casa, ma ora il dado era tratto. Arrivati davanti alla sua porta suonai il campanello. Eliana ci aprì con una camicia da notte trasparente che lasciava intravedere il suo intimo sexy , con il chiaro intento di creare subito l’atmosfera piccante e metterci dell’umore giusto, nonostante tutto per mio figlio era chiaramente una situazione nuova, e per me di grande imbarazzo. Dopo un buon caffè e due chiacchiere per cercare di metterci a nostro agio, Eliana si sedette in braccio a Giulio rosso dalla vergogna e dall’emozione. “Allora Giulio, tua mamma mi ha detto che hai delle voglie da soddisfare. Fammi vedere il tuo bel pisellone.” Con mano esperta aprì la patta di Giulio ed estrasse il suo cazzo ancora moscio, quindi lentamente si inginocchiò tra le sue gambe e cominciò a succhiarglielo con voglia e maestria. Giulio si girò verso di me stupito da tanta audacia. Confusa non riuscii a sostenere il suo sguardo, solo un piccolo cenno del capo per dargli il mio consenso. Allora il suo sguardo ritorno verso questa assatanata che lo stava succhiando con la voglia di una morta di fame, tanto che Giulio raggiunse subito la sua erezione massima. “Accidenti, tua madre non mi ha mentito, ha davvero un bel cazzo. Ora rilassati e dammi la mano, ti farò scoprire la mia fessura dove presto ti immergerai.” La mano di mio figlio iniziò ad esplorare zone per lui sconosciute fino allora, poi lei gli indirizzò lei dita all’interno della sua fichetta contornata da morbidi peli, e lo iniziò ad un va e vieni che poi continuò a fare da solo. Lei avvicino lentamente le sue labbra a quelle di Giulio quindi lo baciò appassionatamente. Io ero eccitata come non mai nel vedere mio figlio godere tra mani di questa donna esperta, e non so cosa avrei dato per essere al suo posto, maledicendo la mia educazione e formazione morale che me lo impediva. La mia fica era bagnata e vogliosa tanto che non riuscii ad impedire alle mie dita di muoversi verso di lei. Alzai la gonna e scosti il perizoma. Eliana si staccò da mio figlio e si distese sul tavolo della cucina con le gambe vergognosamente aperte. I peli del suo pube brillavano madidi degli umori della sua fica, mentre Giulio era di fronte a lei con il cazzo duro pronto per la penetrazione finale. Di nuovo pensai che avrei potuto essere io di fronte a lui a fica aperta a implorare di essere posseduta. Vidi la mano di Eliana impugnare il cazzo vergine di Giulio ed indirizzarlo verso la fessura che, manco a dirlo, avrebbe potuto essere la mia. Giulio affondò con un colpo secco ed iniziò un delirio di spinte incontrollabili. “Piano Giulio, altrimenti così sborri subito, ricordati che voglio godere anche io.” Disse Eliana massaggiandosi e accarezzandosi i seni. Giulio, saggiamente, seguì il consiglio della più esperta donna, cominciò cosi un lento movimenti dei bacini dei due amanti, accompagnati da mugolii e gemiti di piacere che si intensificarono con sempre più per entrambi, quanto più profondamente arrivava il cazzo di Giulio nella fica ormai sbrodolante di Eliana. Gli occhi della donna incrociarono i miei e non si staccarono più. Attraverso ad essi sentivo il cazzo mio figlio dentro la mia vagina. La voglia di essere posseduta da lui in quel momento mi fece raggiungere l’orgasmo. Poco dopo vidi i corpi dei due amanti tendersi nel momento dell’acme del piacere, i gemiti di Eliana si sovrapposero ad un sordo grugnito di Giulio che, ormai al culmine, scarico tutta la sua voglia nella fica che sarebbe potuta essere la mia. Turbato e scosso da quello che era appena successo Giulio, senza neanche ripulirsi, infilò il suo cazzo nelle mutande e si allacciò i pantaloni e, come quando era bambino, quasi impaurito, venne a sedersi vicino a me. Eliana, ancora senza fiato per l’orgasmo avuto, si riprese, poi ancora senza fiato mi disse: “Beh Adele, come sai io di cazzi ne ho presi tanti, ma quello di Giulio mi ha fatto veramente godere come una cagna.” La battuta oscena di Eliana mi fece sorridere, mentre Giulio si sentì molto imbarazzato. “E tu, bel ragazzone, torna a trovarmi quando vuoi.” Mentre lasciavamo la casa, Eliana salutandomi lanciò un’occhiata concupiscente al mio seno che faceva capolino dalla camicetta sbottonata ad arte, facendomi un occhiolino di apprezzamento che la diceva lunga sulle sue intenzioni. Pensavo di tornare a casa libera del peso che mi opprimeva dentro , ma devo dire che sbagliavo alla grande. Vedere Eliana succhiare mio figlio, vedere il suo cazzo entrare nella figa di questa donna anziché la mia, come invece avrebbe voluto fare Giulio, mi fece sentire in colpa ed infelice. Nei giorni seguenti cercai di spegnere il fuoco che mi bruciava dentro, richiedendo, per così dire, i servizi di mio marito più frequentemente del soli, con grande piacere suo. Niente, la cosa non funzionò, il sesso di mio figlio e l’occhiolino di Eliana avevano avuto la meglio sui mio principi morali, e che il cielo mi perdoni.
Secondo quaderno
I giorni che seguirono quella che io definii “l’esperienza Eliana” furono piuttosto strani, tra di noi ci comportammo come se niente fosse successo, anche se dentro di noi si capiva che eravamo preoccupati per quello che era successo a casa di Eliana. Marco aveva percepito un nostro comportamento stano e una sera a cena ci chiese il perché di questo strano comportamento. Giulio ed io lo guardammo in modo fintamente sorpreso, ma sono sicura che mio marito non si sarebbe lasciato ingannare e, pur senza sapere di cosa si trattasse, aveva capito il cambiamento di atmosfera in casa. Quando eravamo soli, la tensione tra Giulio ed io riaffiorava, sentivamo dentro di noi il bisogno fisico l’uno dell’altro, senza che nessuno di noi prendesse l’iniziativa. Sapevamo dentro di noi che un giorno o l’altro l’ascesso sarebbe scoppiato, unico dubbio era il quando. I principi morali ed etici con i quali mi avevano cresciuta, ostacolavano ogni mia iniziativa, ma altrettanto sapevo che se Giulio avesse preso l’iniziativa, i mie principi non avrebbero potuto resistere all’immagine del sesso scatenato tra Giulio ed Eliana, scene alle quali non avrei voluto solo assistere ma partecipare. Qualche mattina dopo ero nel locale lavanderia a fare il bucato, intanto che i mie uomini erano fuori per lavoro, quando sentii una presenza dietro di me. Mi girai e vidi quel diavolo di Eliana sulla porta che mi guardava. Visto il caldo che c’era in quel locale non ero molto vestita, solo un grembiule senza maniche allacciato sul davanti solo nei bottoni centrali e, per comodità senza l’intimo. I pochi bottoni allacciati lasciavano intravedere in modo generoso il mio seno sopra, e le cosce sotto. Lei sembrava affascinata da quello spettacolo, mi si avvicinò lentamente, quindi mi strinse alla vita avvicinandomi a lei. Marco è stato l’unico uomo che ho conosciuto nella mia vita, ma pensare che una donna fosse attratta da me, mai lo avrei pensato prima di quella famosa mattina in cui Giulio fu iniziato da Eliana. Eliana, stretta a me in modo sexy e sensuale, mi appoggiò delicatamente le sue labbra carnose sulle mie. Ero come paralizzata, non riuscivo a reagire. La sua lingua conquistatrice si insinuò nella mia bocca scatenando in me un’esplosione di ebbrezza sessuale fino allora sconosciuta. Le abili dita di Eliana sbottonarono velocemente il grembiule facendolo cadere a terra e rivelando così il mio corpo nudo ed imperlato di sudore profumato. Le sue dolci carezze mi fecero rabbrividire nonostante la temperatura della stanza, poi quasi involontariamente , mi sorpresi ad imitarla, mentre soccombevo alle sue magistrali carezze. La mia fica pelosa e già umida, fu il primo bersaglio delle sue dita, mentre io ripetevo su di lei le stesse cose che lei faceva a me, tanche che presto mi ritrovai anche io a violare quella parte del corpo che spesso aveva offerto all’ardore maschile. La voluttà ci fece cadere a terra su un mucchio di panno sporchi pronti per la lavatrice. Eliana si posizionò sopra di me nella classica posizione del 69, cosi che la sua bocca e la sua lingua, che prima aveva goduto dei piaceri della mia bocca, ora si insinuavano tra le grandi labbra della mia vagina per esplorarne i meandri più profondi, ed il mio clitoride, ormai duro dall’eccitazione. Da parte mia, i miei occhi erano affascinati dalla vista che avevo davanti, il sesso di un’altra donna a pochi centimetri dalla mia bocca e dalla mia lingua che, per simpatia, ricambiò il servizio a sua volta. Le nostre lingue assatanate fecero un lavoro da manuale, tanto che procurarono diversi orgasmi, in particolare a me, di una tale violenza che rimasi quasi incosciente e stordita. Dopo qualche minuto abbracciate ci riprendemmo e, mentre ci stavamo rivestendo, Eliana mi fece una domanda che doveva bruciargli sulle labbra da un bel po’. “Ma dimmi Adele, a che punto sei con Giulio? Spero tu abbia fatto sesso in questi giorni.” Non usò esattamente queste parole, ormai avete capito chi è Eliana, di lei non mi sorprende più nulla. Gli risposi sinceramente che non potevo fare io il primo passo per i motivi già raccontati, ma se fosse stato lui avrei ceduto senza troppa difficoltà. Il fatto è che anche lui è bloccato dalla sua timidezza. “Di questo passo, quando deciderai Giulio sarà ormai vecchio ed impotente. Vieni a casa mia, rivivremo lo stesso film, solo che sarai tu a prendere il mio posto. Ci penserò io a prepararvi in modo che finalmente possiate soddisfare le vostre reciproche voglie, che ne dici?” “Hai ragione, appena mi sento pronta gliene parlerò.” Dopo qualche giorno, appena rimasi sola con Giulio gliene parlai, non disse ne si ne no, ovviamente rimasi sul vago sulle intenzioni di Eliana e su come si sarebbe svolto l’incontro. Ci vollero alcuni giorni prima che trovassimo una finestra di tempo che ci permettesse di andare a casa di Eliana. Giunti davanti alla sua porta suonammo ed aspettammo che ci aprisse. Ci accolse come suo solito in abiti succinti, una volta fatti entrare chiese a Giulio di aspettare in salotto che l’avrebbe chiamato lei. Mi prese per mano e mi condusse in camera, quindi mi disse di spogliarmi e di stendermi sul letto. Anche Eliana si spogliò, quindi e venne a sua volta a stendersi vicino a me e chiamò: “Giulio, puoi raggiungerci, su entra.” Giulio aprì timidamente la porta e rimase interdetto dallo spettacolo che gli si stava offendo: due donne mature, delle quali una era sua madre, completamente nude e sdraiate su un letto in sua attesa, decisamente non una cosa comune. “Su, entra Giulio ed avvicinati, vieni davanti a noi e spogliati.” Egli eseguì senta togliermi gli occhi da dosso, il suo viso era paonazzo, un po’ per la vergogna ed un po’ per la stravaganza della scena. Quando si tolse i boxer il suo cazzo era già in semi erezione. “Vieni al bordo del letto, e guardaci. Oggi scoperai tua mamma, guarda come è bella, e guarda la sua fica, è pronta a ricevere il tuo cazzo.” Eliana pose le sue mani sul mio sesso ed aprì le labbra della mia fica mostrando il suo colore rosa tra i peli già madidi di umori. Mio figlio sgranò gli occhi ed il suo cazzo crebbe subito fino al massimo delle sue dimensioni e lui cominciò a masturbarsi. Eliana cominciò a masturbarmi il clitoride, provocando in me i primi gemiti di piacere. La reazione di Giulio non si fece attendere, si sdraiò su di me con la sua verga appoggiata sulla mia pancia. Cominciò a baciarmi il collo, poi i seni dolcemente. Eliana prese in mano il suo cazzo e lo diresse verso la mia fica già grondante, lo sentii un attimo titubante, poi con un colpo di reni penetrò la mia vagina calda e umida, già pronta a godere. Questo membro tanto duro, desiderato e atteso, stava riempiendo la mia figa umida e vogliosa. Io quasi immobile per l’emozione sentivo la carne della mia carne, dentro la mia carne. Come gli aveva insegnato Eliana, il suo va e vieni dolce e calmo riempiva e svuotava la mia vagina, mai avevo avuto una tale percezione dell’atto. Con la cosa dell’occhio vidi Eliana seduta su una poltroncina che si masturbava violentemente, mentre Giulio non toglieva lo sguardo dal mio viso. Ad ogni suo va e vieni, la mia fica si bagnava sempre di più, il suo movimento diventò sempre più veloce, il mio corpo si tese sempre di più, le mie mani cercarono il mio seno ed i miei capezzoli ormai gonfi, pizzicandoli. Il movimento di Giulio divenne più veloce e violento, il mio corpo si tese al massimo, quindi la mia fica esplose nell’orgasmo più forte che io ricordi, poi il mio corpo si rilassò di colpo. Con un rantolo cercai di respirare a pieni polmoni come se emergessi da una prolungata apnea. Giulio stava per godere dentro di me, ma la voce di Eliana gli disse di uscire e di sborrare sul mio ventre. Vidi la sua cappella violacea eruttare potentemente il suo succo perlaceo tanto da schizzarmi fino sul seno. Giulio, provato dalla performance fisica e nervosa, si accasciò sfinito al mio fianco. Eliana si avvicinò e cominciò a ripulire per bene con la bocca, cazzo di Giulio, poi con l’indice raccolse delle gocce di sperma dal mio seno e se lo infilò in bocca spalmandoselo sulla lingua, quindi ne prese dell’altro e me lo offrì delicatamente. Conoscendo bene Eliana, sapevo che stava macchinando qualcosa, si vedeva che non era soddisfatta. Prendendo in mano il cazzo ormai un po’ ammorbidito di Giulio, mi fece segno di avvicinarmi e succhiarglielo. Senza alcuna esitazione le mie labbra avvolsero la sua cappella mentre Eliana lo teneva per la base masturbandolo. Il movimento combinato si dimostrò estremamente efficace, tanto che in pochi minuti il suo cazzo fu di nuovo turgido. Questa volta fu Eliana ad approfittarne. Gli montò sopra e se lo infilò, cominciando a cavalcarlo selvaggiamente fino ad arrivare entrambi all’orgasmo in poco tempo. Ormai consideravo vinta la partita, Giulio era stato svezzato da sua madre e dalla sua amica, niente ormai gli avrebbe impedito di corteggiare le ragazze della sua età. Lasciammo la casa di Eliana entrambi soddisfatti. Lui perché aveva scopato due donne mature in una sera, ed io perché avevo goduto come non mai e mi sentivo rassicurata sul suo futuro. Alla sera, quando Marco tornò dal lavoro, la voglia non mi era ancora passata, lo accolsi diciamo, molto calorosamente, e alla sera a letto mi comportai da zoccola come non mi era mai capitato. Potevo anche io dire che quel giorno mi ero fatta scopare da due uomini diversi. Quello che mi era capitato in quel periodo non corrispondeva a quello che erano stati ai mie convincimenti morali per anni. Avevo ceduto alla tentazione e avevo scopato con Giulio, avevo goduto tantissimo, soprattutto spinta dall’emozione di farlo con mio figlio, senza un minimo di remora o di pentimento. Continuavo a ripetermi che lo avevo fatto per lui, per il suo bene, per iniziarlo al sesso in modo che non avesse problemi in seguito con le ragazze. Anche riguardo la mia relazione lesbica con Eliana, mi convincevo che se non fosse stato per Giulio, non avrei mai avuto rapporti con una donna, o forse si? In realtà il mio desiderio per il cazzo di Giulio non era sparito come per magia. Due giorni dopo quello che era avvenuto nella casa di Eliana, mentre stavo sbucciando le patate davanti al lavandino della cucina, Giulio entrò e mi vide. Senza dire niente mi si avvicinò, mi appoggiò il suo cazzo sulle natiche e mi afferrò i seni. Di colpo mi sentii eccitata e turbata da quella situazione, ma fu l’eccitazione che prese il sopravvento. Giulio mi aprì il grembiule e mi abbassò le mutandine, e cominciò a puntare la sua cappella contro il mio sesso. Aprii le gambe per favorirlo così, con una spinta decisa mi penetrò senza tante cerimonie. Esclamai: “Dio mio come è grosso!”. Quindi mi aggrappai al lavandino, mentre lui mi scopava selvaggiamente. Gli dissi di fermarsi per qualche momento per pausa che sborrasse subito, volevo godere con lui, ma Giulio non mi rispose, solo dopo qualche minuto lo sentii emettere dei versi rauchi che annunciarono il suo orgasmo. Un fiotto di sperma caldo inondò il mio ventre poi, mentre usciva da dentro me, sentii un rivolo caldo colarmi lungo le gambe. Mi baciò sul collo e, sempre senza parlare, uscì e ritorno al suo lavoro. Non avevo fatto tempo a godere, ero ancora piena di voglia. Andai in bagno per lavarmi e li, mi masturbai selvaggiamente. Da li entrai in una spirale di sesso che, se da una parte mi faceva vergognare, dall’altra mi dava quel piacere che fino allora non avevo provato. Di solito, dopo aver fatto l’amore con Giulio durante la giornata, alla sera mi sentivo in colpa nei confronti di mio marito, allora lo facevo anche con lui, e lui rispondeva sempre con molto entusiasmo. Una sera però, di fronte alle mie iniziative sempre più audaci che mandavano nell’oblio la classica posizione del missionario, mi chiese innocentemente ridendo se avevo preso lezioni da Eliana. Ovviamente gli risposi di no, ma decisi di rimanere cauta tornando a pratiche più convenzionali. Fu così Giulio a beneficiare delle mie nuove fantasie sessuali, così da farsi più esperienza per il suo brillante futuro in termini di sesso. Dopo qualche mese mi accorsi che Giulio mi cercava più raramente, io e Marco notammo che Giulio, quando usciva alla sera, rientrava sempre a notte fonda. Non c’erano più dubbi, ormai era chiaro che aveva trovato una ragazza con la quale fare quello che gli avevamo insegnato Eliana ed io. Questa prospettiva mi lasciò turbata, invece di essere felice per il successo del mio piano, una strana gelosia mi strinse il cuore, sentivo una brutta sensazione di abbandono, o forse mi mancava il suo cazzo? Qualche domenica dopo, alla fine del pranzo, Giulio ci tolse ogni dubbio, annunciò con voce solenne che si vedeva con Claudia, la figlia di due nostri amici insegnanti, che conoscevamo bene. Da quel giorno, come dai nostri accordi, io e Giulio decidemmo di interromperei nostri rapporti sessuali. Mi rimasero solo i ricordi che mi rodono ancora dentro e che trovo difficile cancellare e dimenticare. Queste confessioni epistolari forse un po’ riusciranno ad alleviare il mio peso o forse no. Magari potrei provare a raccontarlo all’ombra del confessionale, al parroco? No scherzavo, quello no, non oserei mai. Comunque se leggerete questi scritti vi chiedo solo una cosa, comprendetemi e perdonatemi.

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