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Incontro casuale (il seguito)


di Dorabella2000
19.04.2020    |    832    |    2 9.2
"Avevamo passato l’intero pomeriggio assieme e il mio vecchietto mi aveva aspettato inutilmente ma l’indomani lo avrei ripagato dell’attesa, tornai a casa non..."
Quando gli chiesi di mettermelo lui fu felicissimo (vedi racconto: Incontro casuale), non potevamo farlo tra i cespugli era pericoloso e scomodo mi disse che ci saremmo visti da lui e lo avremmo fatto comodamente nel suo letto mi diede l’indirizzo, non era lontano da dove abitavo, ci dovevamo vedere alle 17 del giorno dopo. Avevo preso dalle cose di mia sorella un paio di auto reggenti, una mutandine di pizzo, una sottoveste velata e un rossetto, le avevo provato e stavo benissimo, portavo i capelli a caschetto e per sembrare più troietta misi del gel per buttarli all’indietro, stavo proprio bene con quell’intimo addosso con le labbra rosse fuoco e i capelli mi davano un’aria di ragazza matura con la sottoveste che metteva in risalto le mie forme da femmina le auto reggenti davano alle mie gambe un tocco di sensualità in più, ma mancava ancora qualcosa, le scarpe non avevo le scarpe, anche se allora avevo sedici anni già portavo il quarantadue mentre mia sorella aveva il trentasette come fare? Volevo essere perfetta per l’incontro e volevo le scarpe con un bel tacco alto, mi venne in mente che nei pressi di dove abitavo io c’era un tipo che vendeva i panni vecchi e anche le scarpe usate, quante volte avevo rovistato insieme ai miei amici tra le cose che lui buttava e a volte avevo trovato anche delle scarpe per giocare a pallone, decisi di provare e ci andai, fuori casa sua c’era una piccola tettoia dove lui riversava tutto quello che non andava bene, mi misi a cercare quando vidi la sua figura sull’uscio della sua porta di casa mi disse con aria imbronciata che non avrei trovato niente di buono c’erano solo scarpe da lavoro che non si potevano vedere aggiunse che se volevo qualcosa di buono dovevo comprarlo. Gli dissi che dovevo fare un regalo alla mia ragazza chiedendogli se avesse scarpe del quarantadue, assentì, una volta dentro vidi che in quello stanzone c’era di tutto, presi un paio ti sandali col tacco aperti dietro, e dato che c’ero presi anche una minigonna elasticizzata, quando gli chiesi il prezzo mi disse che sarebbe stato meglio che me le provassi perché aveva capito che erano per me, gli risposi che andavamo bene ma lui chiuse la porta dietro di se, in un attimo si abbassò i pantaloni dicendo che non mi avrebbe fatto pagare se gli facevo un bocchino, lui era un omone grosso con un grande pancione alto quasi due metri sempre con il sigaro in bocca tanto che aveva i baffi ingialliti dal fumo e adesso con i pantaloni calati e con quel boxer tutto macchiato di piscio e con la pancia di fuori che gli spuntava dalla maglia della salute era davvero orribile un vero orco, si chiamava Giuseppe ma tutti lo chiamavano Pepe’, lo pregai di farmi uscire ma lui non si mosse, dai lo so che sei una femminella mi ripeteva dai solo un bucchino mi prometteva che non mi avrebbe sborrato in bocca, a quelle sue insistenze mi decisi ma chiarii che gli avrei fatto solo una sega perché mi faceva schifo prenderglielo in bocca, al che lui fece un gesto di si io mi avvicinai e lui si abbassò il boxer, aveva un cazzo che penzolava tra le gambe era proprio come lui grande e grosso, nero e con una cappella viola molto grande, lo presi con una mano, gli stavo di fronte e incominciai a masturbarlo, lui da vicino sembrava ancora più grande, la sua maglia di lana emanava un puzzo di ascelle insopportabile, io gli arrivavo alle spalle e quindi le sue esalazioni mi arrivavano dritte alle narici, non sopportavo quella puzza perché di puzza si trattava e per farlo venire presto glielo presi a due mani, devo dire che quel coso divenne enorme era impressionante lungo largo e grosso con le mie manine lo menavo forte e dovetti abbassarmi un po’ perché incominciavo a stancarmi, lui vedendo questo mi pose una manona sulla spalla e mi spinse in giù fino a farmi inginocchiare ora in ginocchio col pesciolone ben saldo nelle mie mani presi ad accelerare ma il porcone non contento mi portò la testa al suo cazzone, la puzza di piscio di sudore era insopportabile, non potevo prenderlo in bocca mi faceva troppo schifo, girai la faccia e lui me lo strusciava sulla guancia guardandomi dall’alto sorrideva compiaciuto sempre col sigaro stretto fra i denti sbuffata il fumo verso la mia faccia mi prese un conato di vomito l’aria era irrespirabile piegai la testa davanti e portai la mano alla bocca non rimisi per poco lui mi guardava e mi chiese se andava tutto bene, incominciai a a sentire l’odore della mia mano che fino a poco prima aveva stretto il suo membro non provavo più disgustoso ma mi piaceva quell’odore acre, incominciai a leccarmi le dita con grande piacere, Pepe’ mi guardava un po’ incuriosito e continuava a chiedermi cosa avevo, a quel punto mi alzai e gli dissi che da adesso si faceva a modo mio, lo portai su un mucchio di panni e lo feci adagiare mi sfilai i le cose che avevo in dosso e indossai la mini e infilai i sandali presi un reggiseno e lo indossai chiedendogli se gli piacevo così vestita lui in estasi disse che ero una femmina eccezionale, gli tirai il sigaro dalla bocca e lo misi in una ceneriera e incominciai a baciarlo con la lingua in bocca ci scambiavamo effusioni presi il cazzo in mano mentre gli facevo ruotare la lingua in bocca ero eccitatissima, gli sfilai le scarpe e il pantalone poi il boxer lui si tolse la maglietta adesso era complimente nudo lo feci distendere e gli presi il cazzo con la bocca ero una furia sfrenata quel cazzo di trenta centimetri era tutto mio lo menavo con le mani e lo leccavo e succhiavo avida di piacere gli leccavo le palle le prendevo in bocca poi risalivo con la lingua lungo tutta l’asta fino alla capocchia gigantesca la prendevo il bocca la succhiavo la leccavo era un obelisco il cazzo di Pepe’ un manganello di carne tutto per me e a quel punto mi misi a pecorina, lo stallone capi’ che era venuto il momento di montarmi e vedendo che mi allargavo le chiappe con le mani mi puntò il suo membro, ben insalivato da me, al buco del culo e lo spinse dentro con forza tanto da entrarci con una sola spinta più della metà e subito dopo con qualche altra spinta del tutto non capii tanto passai dal dolore al piacere in un attimo mentre lui mi teneva ai fianchi e mi chiavava, tutto dentro proprio tutto io lo esortavo a non fermarsi e lui eseguiva con spinte sempre più forti tanto che da lì a poco lo sentii sborrare dentro di me i suoi schizzi caldi mi riempirono la pancia mentre lui continuava a sbattermi sempre con forza animalesca io incominciai a segarmi la mia fichetta e dopo poco venni anche io con il suo cazzo ancora ben piantato nel culo perché Pepe’ continuava a stare in ginocchio dietro di me col cazzo ancora duro si era fermato ma restava dentro nella mia pancia, una volta smaltita la vampata di piacere lo estrasse ancora duro da me e la capocchia fece molta fatica ad uscire tanto che sentii molto dolore forse perché il mio orifizio si stava incominciando a ritrarsi, una volta fuori glielo ripresi in bocca e lo pulii per bene mentre si rilassava buttava ancora qualche goccia che io subito ingerivo, stesa al suo fianco gli accarezzavo la pancia, passammo in quella posizione più di mezz’ora senza parlare, avevo la testa sul suo torace e con la mano accarezzavo i suoi gioielli il cazzo stava riprendendo vigore e Pepe’ voleva darmene ancora mi prese tra le braccia e mi distese su di un tavolo a pancia in su il cazzo non ci mise molto ad entrare in me il mio cazzo era moscio e lo sentivo sbattere sul mio pancino lui non si fermava mi penetrava come un pistone entra ed esce dal suo cilindro in modo regolare ma con botte ben assestate sentivo il culo dilatarsi ad ogni suo assalto e rilassarsi quando usciva per poi ripetere e ripetere quella sua azione di tamponamento, ora il mio cazzetto era duro e presi a segarmi mentre lui mi stringeva i capezzoli con le sue dita, sentivo il tavolo cigolare e Pepe’ che martellava il mio buchetto col suo affare ansimare sempre più segno che stava per esplodere in me, eccolo contorcersi in una venuta nella mia pancia anche io accelerai a segarmi e mi sborrai sul pancino accarezzandomi e spargendo il mio seme per tutto il torace, Pepe’ vedendo il mio sperma tolse il cazzo dal culo, questa volta uscì senza problemi, e masturbandosi buttò ancora qualche schizzo su di me lo raccolsi con le mani e me le leccai mischiato al mio era ancora più buono, lui vedendomi affamata di sburra mi mise il cazzo in bocca e continuò a venire chiavandomi la bocca io distesa e col cazzo in bocca ero in enfasi lo ciucciati fino a che lui non se lo sfilò e si andò a rivestire mi chiese di fare lo stesso io ne volevo ancora e glielo dissi mi rispose di no perché si era fatto tardi erano le otto di sera. Avevamo passato l’intero pomeriggio assieme e il mio vecchietto mi aveva aspettato inutilmente ma l’indomani lo avrei ripagato dell’attesa, tornai a casa non feci la doccia volevo sentire ancora l’odore di Pepe’ su di me andai subito in camera indossai alcune cose che mi aveva regalato quel porco e davanti allo specchio vestito in lingerie femminile mi masturbai pensando al suo cazzo sborrai per la terza volta una buona parte lo leccai e così vestita mi ficcai a letto dormii fino al mattino seguente un sonno profondo fino a quando non sentii bussare era l’ora di scuola mi infilai sopra là lingerie i miei vestiti e scappai a scuola volevo rivedere Pepe’ appena finito a scuola ma questa è un’altra storia.
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