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Ero solo un ragazzetto


di Dorabella2000
14.08.2023    |    1.883    |    11 9.3
"Quel ragazzo si chiamava Sergio era coetaneo di due miei cugini con cui avevo giocato a fare la femminella guardando i fumetti erotici ma erano solo giochi..."
Voglio condividere con la comunità la mia prima esperienza sessuale, la prima volta che lo presi in bocca, ancora oggi provo un po’ di vergogna al pensiero di quella prima volta perché fu tutto così strano così improvviso data anche la mia tenera età. Forse qualcuno si riconoscerà in questo racconto, voglio dirgli che non gli porto nessun rancore per come si è comportato con me, per molti anni ho provato tanta vergogna ma oggi non la provo più perché credo che non ho fatto niente di male.
Quel ragazzo si chiamava Sergio era coetaneo di due miei cugini con cui avevo giocato a fare la femminella guardando i fumetti erotici ma erano solo giochi innocenti ci toccavano sopra i pantaloni i miei cugini che avevano già 13 anni indurivano e me lo strusciavano dietro sempre sui pantaloni imitando i maschi che si scopavano le femmine nel fumetto.
Io facevo la troietta di turno.
Avevo solo otto anni ero un bambino, erano loro smaliziati che approfittavano di me ma ripeto comunque era un solo gioco per me dove venivo messo in mezzo da due che già erano adolescenti e quindi avevano già molte informazioni sul sesso.
Comunque un giorno con Sergio per far vedere che anche io ero grande gli racconto che guardavo i fumetti erotici e che giocavo con i miei cugini a imitare i protagonisti.
Diciamo che vedendolo grande volevo imitarlo perché lui era uno in gamba molto sveglio era un leader.
Io ero un bambino che voleva sentire i discorsi dei grandi ero curioso ed ero troppo piccolo per avere pulsioni sessuali, loro che già erano adolescenti e sviluppati si approfittavano di me che ero senza malizia, per me era un gioco imitare la ragazza del fumetto non ci vedevo nulla di male.
Non ricordo se mi piaceva ripeto era solo per assecondare quei ragazzi più grandi a cui ero affezionato il mio comportamento non voleva essere malizioso ma solo di essere un loro amico con cui condividere un gioco non ci trovavo nulla di male quando mi chiedevano di sedermi su di loro che si strisciavano dietro di me oppure quando mi chiedevano di imitare la ragazza che faceva sesso con un uomo per me era normale mettermi a pecora o con le gambe aperte mentre loro fingevano di scoparmi perché eravamo vestiti.
Lo facevano con il secondo scopo questo l’ho capito dopo.
Dicevo che raccontando quei giochi a Sergio, lui divenne sempre più curioso facendo un sacco di domande e chiedendomi di fare le stesse cose con lui e allora io gli facevo vedere mettendomi a pecora ma lui diceva e adesso io cosa devo fare? Era un furbacchione perché voleva che glielo dicessi io cosa doveva fare e io come un ingenuo gli dicevo cosa fare.
Poi mi chiese se nei fumetti le ragazze lo prendevano in bocca e come io imitassi loro e quando simulai la fellatio lui diceva di non capire allora mi disse adesso lo caccio fuori fammi vedere come fanno.
Quando lo cacciò fuori io rimasi esterrefatto avevo visto solo il mio dal vivo, avevo un pisellino piccolo mentre il suo già scapocchiato in mezzo a molta peluria era enorme per me.
Mi chiese di fare come nel fumetto io mi rifiutai e lui mi disse che ero un bambino pauroso che non voleva fare una cosa così semplice come un gioco.
Ero troppo intimorito da quella richiesta, avevo vergogna, eravamo in mezzo ad una campagna in un fienile poteva venire qualcuno non sapevo cosa fare.
Gli chiesi di andare via perché avevo paura ma lui mi convinse a restare dicendomi che avremmo fatto il gioco che io gli facevo vedere come lo si prende in bocca e poi lui lo avrebbe fatto a me così mi tranquillizzai e rimasi.
Glielo presi in bocca imitando il fumetto per qualche istante e poi gli chiesi di farlo a me, ma Sergio, disse che non aveva capito come si faceva e mi chiese di continuare io lo ripresi di nuovo e glielo spompinai ancora e poi mi interruppi.
E lui ancora mi chiese di continuare perché era troppo poco il tempo che avevo impiegato e che lui non capiva, al che gli dissi di no ma lui mi propose di contare fino a 50 e quando avrebbe finito di contare lo avrebbe fatto a me.
Così mi decisi e mentre lo pompavo lui mi mise la mano sulla testa e mi faceva succhiare fino in fondo il suo cazzo, se mi interrompevo lui diceva che non valeva e ricominciava a contare da capo così dopo due tre tentativi non mi interruppi più e dopo poco lui mi sborro’ in gola facendomi mandare giù quasi tutto perché mi teneva la testa ferma sul cazzo quasi soffocai, ridendo mi disse che ero stato bravissimo.
Quando gli chiesi cosa era quella roba mi disse che gli avevo tirato fuori la “sfaccimma”.
Sergio non me lo prese in bocca, disse che dovevamo andare via perché si era fatto tardi e che me lo avrebbe fatto l’indomani.
Non saprei dirvi se mi piacque ricordo solo il sapore salato del suo cazzo e il sapore acido della sborra.
Il giorno dopo, quando gli chiesi di farmi la stessa cosa, mi disse che lui sapeva cosa era quello che avevamo fatto mi disse che gli avevo fatto un bocchino con ingoio e che lui essendo già uomo non poteva farlo a me e mi chiese di rifarlo. Mi disse che se non gli facevo i bocchini tutti i giorni e se non gli avessi bevuto la “sfaccimma” poteva sentirsi male perché le sue palle si sarebbero gonfiate e che sarebbe stata colpa mia perché ero stato io che glielo avevo succhiato la prima volta e che dovevo continuare fino a che non avesse compiuto i diciotto anni, solo adesso capisco quanto ero ingenuo e quanto lui fosse un manipolatore, da quel giorno glielo succhiai quasi tutti i giorni.
Poi mica è finita qua lo stronzo lo disse ai miei cugini Salvatore e Gennaro che vollero essere anche loro sbocchinati.
A volte, quando eravamo insieme con altri ragazzi, chiedevano di fare le corse per disperdere gli altri e portarmi al casolare per farselo succhiare, io ero felice di essere il più veloce e quindi loro a turno me lo mettevano in bocca.
Con quei ragazzi io facevo sempre il ruolo della femminella difatti dopo qualche mese uno di loro mi propose di prenderlo dietro, all’inizio avevo paura, mi convinsero dicendo che avrei fatto il ruolo di una principessa e loro i miei schiavi come in uno dei fumetti che avevano, mi feci convincere forse dalla mia voglia di essere protagonista di una storia di grandi. Dicevano che era la principessa che comandava e che loro avrebbero obbedito così piano piano mi spogliarono mi misero le mutandine tra le natiche per farlo sembrare un perizoma dicendo che ero uguale alla principessa, io allora portavo i capelli a caschetto e avevo pure un po’ di seno così attorno al seno mi misero una cinghia dei loro pantaloni a mo di reggiseno, un’altra attorno alla vita per imitare gli indumenti che indossava la protagonista del fumetto, poi un elastico in fronte e una piuma di gallina perché la principessa era una indiana Inca.
Non sentii molto dolore quando a turno mi penetrarono, perché misero sul mio buchino dell’olio che c’era nel casolare.
Quindi mi misi a pecorina e uno alla volta mi penetrarono mentre uno mi faceva il culo un altro me lo metteva in bocca simulando alla perfezione il fumetto, mi incularono e mi chiavarono la bocca per parecchio tempo, ricordo che incominciai a lamentarmi perché mi bruciava il culetto, nel casolare c’era una fontana e mi fecero lavare, perché l’olio che avevano messo per lubrificarvi dato il continuo sfregamento dei loro cazzi, aveva irritato il mio orefizio anale, il lavaggio che mi fecero con la pompa che era attaccata alla fontana mi pulirono e rinfrescarono per bene tanto che provai una bellissima sensazione quando ripresero a incularmi non sentivo più bruciore ma un leggero piacere che si ripercuoteva sul mio pisellino e mentre Sergio mi faceva il culo a pecorina gli altri due si facevano sbocchinare contemporaneamente, poi uno dei due dava il cambio per penetrarmi, si alternatori svariate volte fino a che uno alla volta sburrarono, chi in bocca chi in culo comunque tutti e tre vollero provare agli altri che sarebbero venuti di nuovo e dopo poco ricominciarono a sfondarmi in varie posizioni, a gambe aperte mi volle chiavare Sergio, sempre il più svelto a chiedermi di assecondarlo, mi stava sopra con il suo membro tutto dentro di me e spingeva fortissimo gli altri due contemporaneamente mi facevano leccare le loro aste, poi Salvatore volle farsi cavalcare, si distese e mi fece sedere sul suo cazzo, sentii una sensazione strana quando entrò come se mi stesse aprendo in due, a Gennaro piaceva schiaffeggiare le natiche mentre mi chiavava da dietro come se fossi una cavallo si teneva alla cinghia che avevo in vita e mi penetrava dicendo hippi hippi cavallina, il tutto duro’ fino a sera vennero svariate volte alla fine vinse Sergio con quattro sborrate mentre gli altri due si fermarono a tre, ricordo ancora che Salvatore, a tutti i costi voleva emulare Sergio perché provo’ parecchio tempo per sborrare una quarta volta ma non ci riuscì, mi mise in tutte le posizioni possibili e facendosi succhiare e leccare il cazzo per parecchio tempo tanto che fece la cappella quasi viola tanto me lo ficco’ nel culo ma alla fine dovette arrendersi perché si era fatto tardi e dovevamo rientrare tutti a casa con la promessa che ci saremmo visti domani perché ognuno di loro voleva dimostrare di essere il più forte, quelle esperienze si ripetettero varie volte io ero sempre la loro odalisca che li assecondava nelle loro richieste di sesso, portavano anche degli indumenti intimi sottratti alle loro sorelle e me li facevano indossare sembravo una troietta e me lo dicevano facendomi sfilare davanti ai loro cazzi duri che io dovevo leccare e ciocciare prima di essere chiavata, alla fine di ogni incontro erano sempre soddisfatti perché svuotavano le loro palle nel culetto e nella bocca di un ragazzetto accondiscendente e troietta.



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