Avevo 13 anni

Avevo 13 anni e una gran voglia di cazzo, sono sempre stata una puttanella sin da prima dell’adolescenza, ricordo che con i miei amici giocavamo a fare i grandi a me toccava sempre il ruolo della femmina e io gradivo tantissimo, ci strusciavamo l’un l’altro io sotto e l’amichetto di turno sopra, i più maliziosi mi facevano mettere a pancia in giù, sentivo i loro cazzi duri che premevano sul mio culetto ma i pantaloni facevano sentire poco il loro ardore, quando il gioco finiva sentivo un forte dolore dietro come se qualcosa volesse uscire dal retto tanto che mi dovevo muovere in continuazione sulla sedia per trovare un po’ di ristoro, erano i primi sentori che di lì a poco sarei stata montata e penetrata come una troietta in calore. Avevo appena compiuto i tredici anni quando conobbi Gerardo, aveva 16 anni ed era la terza volta che ripeteva l’anno scolastico, magro con la prima peluria sul volto, era il più alto della classe e anche un po’ manesco sempre silenzioso e anche un po’ ottuso. In classe era temuto e nessuno si permetteva di rivolgergli la parola, sempre all’ultimo banco da solo e sempre con il broncio. Una professoressa che quell’anno faceva da supplente si accorse di lui e del suo disagio e senza farsene accorgere cambiò la disposizione dei banchi, venimmo tutti spostati e a me toccò andare al fianco di Gerardo, disse la prof ho messo il più chiacchierone con il più silenzioso scommetto che fra non molto avremo due chiacchieroni. Devo dire che non si sbagliò perché io e Gerardo legammo parecchio e lui si sciolse e incominciò anche a studiare, era molto portato per le materie tecnico scientifiche e per la matematica non gli piacevano quelle letterarie, ma un po’ aiutato da me è un po’ dai professori quell’anno Gerardo avrebbe preso la licenza media. Diventammo molto amici e incominciammo a studiare insieme e a frequentarci dopo la scuola, a casa sua un pomeriggio di primavera inoltrata mentre eravamo seduti in camera sua Gerardo tirò fuori un fumetto porno quello di Zora la vampira, lo sfogliammo e quelle immagini provocavano in ne molta eccitazione tanto che il culetto incomincio a dolermi, Gerardo ogni tanto si toccava il pisello già abbastanza duro, ma nessuno dei due aveva il coraggio di rompere il ghiaccio, a quel punto ci pensai io, gli proposi di fare un gioco che consisteva nel fare la conta a chi toccava poteva chiedere all’altro di fare una cosa di una figura illustrata sul fumetto, Gerardo accettò con la premessa che non avrebbe mai fatto cose da donna e io assentii dopo aver protestato un po’, alla prima conta toccò a me fargli fare il pegno e gli chiesi di tirarlo fuori e segarsi così come faceva uno del fumetto, tirò fuori un bel cazzo già duro pieno di peluria e si masturbo’ un po’, poi la seconda conta toccò a me pagare pegno, mi chiese di baciargli il cazzo io non me lo feci dire due volte e glielo baciai e lo leccai e poi incominciai a succhiarlo, al che lui mi disse che se volevo potevo anche fermarmi perché non mi aveva chiesto di sbocchinarlo, un po’ deluso smisi alzando la testa lo guardai negli occhi Gerardo dovette accorgersi della mia delusione tanto che disse che se volevo continuare a lui andava bene mi rituffai sul suo membro dritto e duro e lo sbocchinai a dovere in pochi minuti mi sburrò il bocca tanta di quella crema calda che a fatica la tenni tutta in bocca, lui premeva sulla mia testa e diceva di non sputarla perché lo avrei sporcato per cui mi costrinse a buttare tutto giù il suo nettare caldo, devo dire che mi piacque molto è una volta pulito per bene il suo cazzo mi rialzai lui si ricompose e guardandomi in faccia mi disse che ero proprio un ricchione e che gli avevo fatto proprio un bel bocchino. Nei giorni che seguirono gliene feci parecchi di bocchini con ingoio.