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Il Destino Di Matteo,......Diventato Lucrezia! Capitolo 3


di Annalisa70
12.10.2023    |    4.829    |    6 9.8
"Anita, quella apparentemente più anziana e quindi più tranquilla, è stata vista più volte uscire con un uomo sui settanta anni, alto, con i capelli lunghi..."
La mia vita, i giorni seguenti trascorreva sempre meglio: al lavoro rendevo quasi due volte di più e per il resto, oltre ad essere una compiacente amica di tutte (conoscevo i dettagli della loro vita quasi fino al dettaglio, compresi i pettegolezzi), mi godevo la mia vita di donna fuori dall’orario lavorativo. Il mio nuovo punto di vista femminile mi aveva portato a riveder molti aspetti della casa. Avevo comprato molti nuovi oggetti; dai copri divani fino alle borse spiaggia in tinta con le salviette. Avevo diviso le scarpiere mie e di Simona (anche se ormai il numero di scarpe si equivaleva). Il mio abbigliamento si stava facendo sempre più esclusivo e meno dozzinale con abiti anche firmati.
Avevo imparato a truccarmi in moltissimi modi, grazie anche ai tutorial che guardavo sia su internet che alla tv. I giornali femminili li compravo non per sforzo come pensavo ma perché desideravo veder nuovi abiti che potessero ispirare la mia femminilità e, non nascondo, che se vedevo un nuovo paio di scarpe o un abito ad una amica, che mi piaceva, scattava una sorta di sana invidia e volevo qualcosa di nuovo anche io che potesse distinguermi dalle altre.
Mirella, l’estetista, mi è stata di fondamentale aiuto: da lei ho cominciato ad andare praticamente da subito. Mi ha sempre tenuto il corpo depilato e curato con diverse creme e poi mi ha consigliato sul resto. Mi ha depilato le ciglia in modo femminile senza però lasciarle troppo sottili. Mi sono fatta crescere le unghie ed adesso, per esempio ho il french alle unghie delle mani. i capelli stanno crescendo e Mirella, visto che è anche parrucchiera, mi ha proposto un taglio con frangetta e capelli lunghi ai lati con una tinta scura. Ogni tanto proviamo colori nuovi per il trucco agli occhi e mi ha proposto anche dei tatuaggi, seppur piccoli, sul piede e sul fondoschiena: una farfalla sul piede e un tribale sopra il culetto.
Per vezzo, oltre ai buchi ai lobi che mi permettono di portare orecchini di ogni tipo, porto un anello al dito del piede ed un bracciale in argento alla caviglia dell’altro piede.
Anche la mia vita sociale si è ampliata. Esco sia da sola, molto spesso, per fare shopping o solo per vedere le vetrine. Le ragazze. Mary e Alessia mi portano spesso in molti locali e anche se molte volte, frequentando locali omosessuali, ricevo diverse avances da diversi uomini, pur trovandomi bene, non ho ancora trovato la forza di avere una relazione in tal senso. Mi piace molto andare in spiaggia dove sfoggio diversi costumini in due pezzi al limite dell’osceno, devo ammetterlo. ma ci guadagna la mia abbronzatura che evidenzia segni bianchi solo sul seno, il pacco ed il culetto.
Non nego che sia una vita piena anche se il discorso sessualità rimane una questione irrisolta. Gli uomini mi intrigano ma non capisco mai fino a quanto. Simona e Federica però me ne hanno dato l’occasione. Per Simona sono un’amica a tutti gli effetti e non manca di dirmi anche delle sue avventure erotiche con dettaglio di particolari. D’altronde era stata chiara quando ho scelto di essere Lucrezia; non avrebbe rinunciato a scoparsi altri uomini. Ed obiettivamente aveva ragione. E’ dotata di una femminilità esplosiva e sensuale.
Ma una sera, probabilmente convinta che non fossi in casa, è tornata a casa con l’amica Federica e due uomini italiani conosciuti in un locale. Io che in realtà ero uscita e pensavo di tornare tardi, ero rientrata perché particolarmente stanca. Ero già a letto quando l’ho sentita rientrare e quando ho visto che è venuta a vedere se c’ero, ho finto di dormire alla grossa. In soggiorno però, tra una risatina e l’altra il clima si era fatto bollente e dopo un inconfondibile verso di piacere, mi sono infilata la vestaglia e di soppiatto sono andata in corridoio a spiare i quattro. Sul divano con l’abito sollevato e le mutandine abbassate c’era Federica che si lasciava leccare il collo e sditalinare la figa da un toro con i capelli rapati a zero sui quarant'anni, mentre mugugnava il suo piacere. Simona, che era già soltanto vestita dei soli sandali ed autoreggenti, era inginocchiata davanti ad un tipo brizzolato sui cinquanta con il capello un po' lungo ed un pizzetto curato, abbronzatura evidente ed un po' di pancetta. Lui, già completamente nudo, si godeva il pompino ben fatto da Simona che alternava leccate e succhiate a quell’asta di carne. Di li a poco anche Federica era davanti al suo uomo a leccargli asta e palle fino ad allungare la sua lingua al perineo. I due dopo aver spogliato anche Federica praticamente nuda, hanno disposto le due donne sul divano ed hanno iniziato a leccar loro, vicendevolmente, la figa. Con mio grande stupore, mentre succedeva questo, le due troie infoiate dopo essersi guardate ed aver sorriso maliziosamente, per arrapare i loro uomini, hanno iniziato a mettersi la lingua in bocca e poi a leccarsi a vicenda orecchie e tette. Questa troiaggine tutta femminile mi aveva acceso vampate di calore che partivano dal cervello fino al mio uccello ed al mio buchetto del culo. Istintivamente ho abbassato la vestaglia ed ho iniziato a massaggiarmi i capezzoli.
Intanto le due donne si erano scambiate gli uomini. Federica stava leccando buco del culo e perineo del brizzolato, mentre Simona ripassava le palle ed il cazzone del quarantenne. I due senza alcun ritegno le appellavano in modo osceno e le invitavano a succhiare di più. “Come è la tua Giorgio? questa è una battona succhiacazzi di prima categoria”,….”Ahahahah, sììììì, questa mi sta ripulendo il buco del culo come si deve. ha una lingua che entra dappertutto. Dai mignotta, lecca bene che poi te sfondo io il buco del culo, ahh si godo, ahhahh….”.
“Adesso, cari i miei stalloni, ci fate vedere quanto siete bravi come dite con le vostre nerchie! Ok? perché io e la mia amica abbiamo una gran fame di cazzo!” ha sentenziato Simona con una vocina ammiccante e prima di farsi sbattere ha affondato la sua lingua nella bocca dell’amica compiacente.
I due tori, infoiati dalla scena, le hanno allora messe a pecorina sul tappeto, una di fronte all’altra, così che potessero continuare a limonare ed hanno iniziato a stantuffarle da dietro come verri. Lanciavano versi da veri animali e sudavano per lo sforzo. Le due puttanone, più questi affondavano i colpi in modo potente, più lanciavano versi di piacere e sofferenza; anche se continuavano ad invitarli di insistere “Oooohh sìììììììììì daiiii, sfondami la figa così dai, ahhhahhhh siiiiiiiiii che uccellone di ferro che hai, sono un fiume, dai scopami ancora….”.
Io non resistevo più, ormai ero nuda con le sole mutandine e oltre ad umettarmi con la saliva i capezzoli ed il buchetto del culo, massaggiandoli, avevo iniziato a masturbarmi l’uccello.
Nel frattempo i due uomini se le stavano scopando, scambiandosele ancora, a smorza candela sul divano, una vicina all’altra e nel frattempo leccavano loro in modo osceno sia il collo che le tette con succhiate degne di una mungitura. Le due ragazze ormai non trattenevano più il loro piacere ed urlavano sguaiate la loro eccitazione. Secondo me Simona voleva che sapessi che stavano scopando perché urla del genere si sentivano anche fuori dalla casa. Infatti notavo che spesso lanciava lo sguardo verso il corridoio ed ad un certo punto, mentre veniva sbattuta violentemente, mi ha notata e con tono di complicità, vedendo che ero nuda, stravolta dall’eccitazione e con il cazzo in mano, mi ha fatto cenno di unirmi a loro. Prontamente l’ho guardata e con un gesto di stizza le ho fatto cenno che preferivo stare dove stavo a godermi la scena.
Ma ormai era evidente anche a lei che quei due maschi, con quei bastoni tra le gambe, mi avevano provocato una tremenda eccitazione.
Simona assecondandomi era tornata a dedicarsi al suo Bull, e senza esitazione, aveva chiesto che le sfondasse anche il culo. L’uomo non se l’era fatto ripetere e, sempre a smorza candela, l’aveva inculata fino a farle aumentare le urla. la stessa sorte è capitata a Federica.
Alla fine disposte le due donne in ginocchio le hanno svuotato le palle in gola con fiotti di sperma infiniti. Federica aveva la sborra che le colava addirittura fino alla figa; di li a poco mi sono venuta sulle gambe anche io. Nascondendomi opportunamente nella mia stanza, ho atteso che Federica e i due uomini, dopo una lunga doccia, nella quale hanno ancora scopato, si rivestissero ed andassero per fermarmi a parlare con Simona.
“Lo hai fatto apposta vero? e chi erano quei due?”
“Sono due italiani in Brasile per affari. Erano qui anche per farsi una scopata diversa dalle solite che fanno con le mogli in Italia, e visto che io e Fede stasera eravamo particolarmente cariche ne abbiamo approfittato. Abbiamo fatto male?”
“No per carità, ma perché volevi che vedessi?”
“Sai all’inizio non ci ho pensato, ma poi nell’entrare ho pensato che fosse una buona occasione per te per capire qualche cosa di più su cosa ti piace e se ne avessi avuto voglia, anche partecipare. Non mi sembra che ti abbia inorridito. Confermo la mia tesi che, a te, l’uccello piace. E prima lo provi e prima te ne rendi conto! Sbaglio?”
Aveva pienamente ragione. Se probabilmente la figa continuava a piacermi, non posso negare che in questa veste di donna, i due uccelli visti questa sera me li sarei divorati!.
Quello splendido spettacolo erotico andato in scena la sera prima nel mio soggiorno continuava a crearmi vampate di piacere anche a distanza di ore. Mi sono masturbata due volte in bagno in ufficio pensando a quei quattro avvinghiati che scopavano come ricci. Ma la cosa che più mi eccitava era stata la vista di quei due bastoni di carne. Avevano acceso in me un desiderio irrefrenabile. La mia testa continuava a non comprendere come potessi essere attratta dal mio stesso sesso. Una parte di me continuava infatti a ripetermi che non esisteva che mi accoppiassi con un uomo, che leccassi un uccello o che, peggio, potessi piegarmi a novanta gradi e prenderlo tra le chiappe.
Per fortuna, da quando ho iniziato questa nuova esperienza en-femme, ho iniziato un percorso psicologico da Anita. una seduta a settimana per fare il punto della situazione e con lei ho affrontato la questione:
“Come va Lucrezia? Tutto bene?”
“Oh si, splendidamente! mi sembra che si veda no?”
“Indubbiamente cara, sei più radiosa, spontanea e lasciamelo dire, bellissima! non che Matteo fosse brutto, ma sembra che il tuo corpo fosse portato per essere femminile.”
“Con il lavoro e con i colleghi come va?”
“Benissimo! ho avuto dei premi produzione. L’energia che mi dà questa nuova femminilità la getto tutta nel lavoro e con buoni risultati. Le ragazze poi sono fantastiche!
Cristina è impagabile. mi chiede sempre come va e si preoccupa per ogni mia necessità. Alessia e Mary si fanno in quattro per cercare di capire cosa mi piaccia di più, in particolare nell’ambito del divertimento. Mirella è stata fondamentale per il mio essere esteticamente più donna. e poi ci sei anche tu, Anita. Senza di te forse oggi non ci sarebbe Lucrezia. Grazie!
“Oh grazie tesoro, ma io ho solo aperto il bozzolo di una splendida farfalla che già viveva in te! E Simona, come funziona la convivenza?”
“Beh Simona è un capitolo a parte…… E’ eccezionale! Penso che sia la mia migliore amica nel senso della complicità tutta femminile: mi consiglia su abiti, trucchi, scarpe ed altre cose. Usciamo spesso insieme per negozi o per divertirci, ma c’è un aspetto che mi lascia un po' incerta…….”
“Cosa?”
“Simona mi ha talmente coinvolto e considerato come amica che alcune volte insiste sulla mia sessualità. Oltre a raccontarmi nel dettaglio delle sue avventure erotiche: dalle dimensioni del pene fino alle posizioni in cui è stata presa o se ha goduto oppure no, insiste perché io faccia una esperienza con un uomo” e così dicendo le ho raccontato dell’avventura in soggiorno di alcune sere prima.
”Si può dire che Simona abbia la capacità di scardinare i tuoi desideri. in modo un po' brusco forse, ma ci riesce! Quando l’hai beccata che scopava con quei due hai capito che ci poteva essere più spazio per Lucrezia e adesso, mi sembra di capire che, alla vista di questi altri due uomini il tuo istinto ti ha detto che eri particolarmente attratta!”
“Ma Anita, io è molto tempo che mi travesto, ma non ho mai pensato di andare a letto con un uomo. L’associare il mio corpo, unito nell’intimità, con quello di un altro uomo mi sconcerta.”
“Può darsi, però non pensavi neppure di vivere quotidianamente come una donna fino a tre mesi fa e non ero io quella che è venuta alla vista di quei due stalloni con i loro uccelli in piedi! Giusto? Mi scuso per la franchezza, ma a volte coglie più di mille ragionamenti”
“Oh si, hai ragione, ma la vedo una cosa talmente assurda……io, a letto con un uomo! da fantascienza!”
“Magari devi elaborare la cosa per gradi ed abbattere ancora qualche preconcetto della tua educazione, ma non è una cosa che sottovaluterei. il tuo corpo ha parlato chiaro. Quegli uomini hanno acceso il tuo desiderio.”
“Utilizzi per caso dei sex toys? tipo vibratori, falli in gomma o cose del genere?”
“No! mai fatto!” rispondo io sorpresa e stupita.
“Peccato! prova ad iniziare con quelli, facendoti magari aiutare da Simona, così da capire già cosa provi ad essere penetrata. E’ un ulteriore passo in avanti”
“Simona mi ha già proposto giochini del genere, ma sono stata io ad aspettare”
“Direi che non è più tempo di aspettare per capire, e poi Simona ti può aiutare in questo. Mi sembra dai tuoi racconti che sia piuttosto libertina e disinibita nella sua sessualità. Il contrario di te che ancora ti fai guidare dagli schemi mentali. La sessualità è istinto! non peccato! Desiderare quello che il tuo corpo chiede è del tutto naturale! A chi faresti del male? a nessuno! anzi, faresti solo del bene a te stessa.”
“Beh ne parlerò con Simona. Però c’è anche un altro aspetto che mi assilla…..da qualche settimana mi sono accorta che l’asticella della mia femminilità si è alzata. Se all’inizio mi bastavano i vestiti, i trucchi o le scarpe, adesso invidio alle mie colleghe anche le curve. Intendo dire che ho sempre più spesso il desiderio che il mio corpo assomigli sempre più a quello di una donna vera. A volte mi immagino con un bel paio di tette e i fianchi che mi fanno un culetto più tondo.”
“Lo sai che la soluzione ci sarebbe. Ma quello è un passo ben più importante ed implica una scelta dalla quale è difficile tornare indietro. In ogni caso è incredibile come il tuo istinto stia rispondendo in modo così evidente a questo cambiamento. Sono segnali chiari che il tuo lato femminile, indubbiamente dominante su quello maschile, ti sta lanciando.”
“E’ vero , non sai quante volte in questi giorni sono stata sul punto di chiamare un endocrinologo, ma poi penso ai possibili risvolti della mia vita futura, alla mia famiglia in Italia, ai possibili problemi medici e tutto si blocca.”
“Oggi i problemi medici, con una giusta terapia, sono ridotti al minimo. Per il lavoro qui mi sembra che non ti abbia posto vincoli, anzi potresti essere prossima a delle promozioni e per la tua famiglia non so….”
“In Italia io ho mia madre e mia sorella con la sua famiglia. Ho una zia di mio padre che vive al sud, ma che non vedo da anni. Mio padre è morto molti anni fa, quando ancora ero un bambino. Con mia sorella ho un bellissimo rapporto. Ha due splendide bimbe e una buona famiglia. Mio cognato lavora come impiegato ed è un tenerissimo papà. Con lei non avrei problemi a parlare,….il problema è forse mia mamma. Sai, è una donna apparentemente di vecchio stampo e non capirebbe neppure questo mio travestimento.”
“Tua sorella non potrebbe aiutarti in questo facendo da filtro tra voi due?”
“Sì, ma non voglio caricarla di un onere che non le spetta. In ogni caso a mia sorella devo parlare, perché oltre che al telefono, non ci siamo più viste ed ancora non sa del mio cambiamento. Poi vedremo…..”.
“Ok Lucrezia, in ogni caso io, se ti fa piacere, contatto i medici del nostro ospedale qui in città che si occupano delle transizioni di sesso da uomo a donna, perché con il mio lavoro ne conosco diversi e programmiamo una cura ormonale adatta a te. L’iter prevede sempre, prima della cura ormonale, almeno sei mesi di vita nei panni di una donna sotto osservazione di uno psicologo e, per anticipare i tempi, se sei sempre dell’idea, potremmo recuperare i tre mesi già fatti con le sedute fatte da me. Tra tre o quattro mesi deciderai cosa fare!”
“Va bene Anita, procediamo così, ma per ora lasciamo che resti una cosa tra me e te!”
I giorni seguenti questo argomento degli ormoni era un chiodo fisso nella mia testa. Inoltre il vedere le mie colleghe con splendidi decolleté e gonne corte che evidenziavano gambe splendide ed abbronzate, non faceva altro che aumentare il mio desiderio di femminilità.
Ad esasperarlo ulteriormente erano anche le avventure amorose di tutte le donne del villaggio: Cristina, impunemente, mi raccontava delle acrobazie sessuali a cui era ormai abituata con Alfredo. Alla fine aveva ceduto alla richiesta di una scopata a tre. Una sera dopo cena, era stata posseduta da Alfredo e da un suo amico brasiliano sui quarant'anni, ben dotato e piuttosto belloccio a sentir lei.
L’avevano scopata in tutte le posizioni e l’averla trattata anche un po’ da troia l’aveva eccitata come poche volte. Francesca, ogni qualvolta Adriano veniva qui da noi, passava giornate di fuoco, scopando dalla mattina alla sera. Simona e Federica le avevo vissute direttamente sulla mia pelle. Ma neppure Roberta e Michela erano da meno. Frequentavano due ragazzini sui venti anni, ma che a detta loro trombavano come tori. Instancabili e con due membri da far invidia a Rocco Siffredi.
Mirella aveva una sorta di storia, prendi e lascia con un infermiere dell’ospedale locale con il quale collaborava come fisioterapista. Soltanto che lui era sposato e non se la sentiva di lasciare la moglie. Però alle scopate selvagge con Mirella non riusciva a rinunciare.
Anita, quella apparentemente più anziana e quindi più tranquilla, è stata vista più volte uscire con un uomo sui settanta anni, alto, con i capelli lunghi bianchi, raccolti sotto un Borsalino bianco. Sempre vestito elegante e sempre visto con diversi libri sottobraccio ogni volta che si incontravano.
Da indiscrezioni di Francesca, doveva essere un collezionista d’arte che Anita conosceva per il lavoro del suo defunto marito. Sta di fatto che molte volte, dopo cena, capitava che si fermasse a dormire da Anita, ed il giorno dopo la si vedeva molto spesso radiosa e solare.
Alessia e Mary, più innamorate che mai, stavano addirittura pensando di sposarsi.
Io ero l’unica che non consumava, sia che fossero uomini o donne, e in più si arrovellava per non essere simile alle proprie amiche.
Una sera, stanca della situazione, ne ho parlato a Simona, dicendole anche dei discorsi fatti con Anita e lei in tutta risposta è corsa in camera gridando “Finalmente!”, ed è tornata con due falli in gomma. Uno di colore blu in gelatina era piuttosto grosso, sui 22/23 cm, mentre l’altro, un vibratore a tutti gli effetti dotato di pile era di circa 17/18 cm.
“Cosa ti avevo detto! Lo so che non avresti resistito a lungo! A te il cazzo piace, amore, fattene una ragione!”
“Simona?!? grazie per la delicatezza!”
“Ma smettila bacchettona. Quando ti deciderai, sarà sempre troppo tardi! avresti dovuto scopare già quella sera con noi. Assaggiare un uccello vero, caldo e pulsante è impagabile. Sentirtelo nelle viscere che ti pompa dentro è inspiegabile!”
“Ok ho capito, ma ora ci sono io e non so da dove cominciare”
“Ok guido io! Questa sera io sarò, ..come dire,…..l’uomo! e tu la donna. Quindi da ora farai tutto quello che ti dico. Se osi obiettare ad una sola parola chiudo il tutto e da me non riceverai più alcun aiuto. Intese?”.
“Va bene, in fondo devo ammettere che molte volte hai avuto ragione”.
“Perfetto. Ora vai a farti un bel bagno, ti trucchi come se uscissi, ti profumi tutta e ti metti quel nuovo vestito rosso che ti sei presa sabato. Sandali tacco dodici e sotto l’intimo nero con autoreggenti, reggicalze, mutandine e reggiseno in pizzo nero. Vai. io ti aspetto qui”.
Un po’ eccitata ho obbedito agli ordini di Simona e dopo circa un’oretta mi sono ripresentata in soggiorno così agghindata come richiesto.
Simona, con mia sorpresa, era vestita con un abito gessato da uomo ed aveva preparato la tavola con la cena pronta ed illuminato solo con una candela il centro-tavola.
“Buonasera Signorina Lucrezia, mi chiamo Thomas, e questa sera gradirei che accettasse il mio invito a cena!”
Il mio atteggiamento di sorpresa, inizialmente guidato dalla mia testa, mia spingeva a chiudere questa che pareva una sceneggiata. Ma quella sera decisi che sarei stata al gioco fino in fondo per capire come sarebbe andata a finire.
“Oh Mr Thomas che gentiluomo! accetto molto volentieri !”e così, sculettando, mi sono avviata al tavolo, mi sono fatta baciare la mano dal mio commensale ed una volta seduta abbiamo iniziato la cena.
Abbiamo amabilmente dialogato fingendo io di essere una designer e lui un dirigente di una grossa azienda (probabilmente una situazione reale che Simona aveva già vissuto a parti invertite), scolandoci diversi bicchieri di vino.
Ad un certo punto Thomas si è fatto più audace ed invitatami sul divano ha iniziato a baciarmi la mano, risalendo fino al collo ed infine alla mia bocca dove ci siamo dati un bacio molto ardente con le lingue che si muovevano vorticose.
Dopo diversi minuti di palpeggiamenti, il mio compagno mi ha invitato a seguirlo in camera da letto. Con l’eccitazione sempre crescente ho seguito Simona/Thomas in camera ed una volta lì sono stata assalita dalla passione dell’uomo. Dopo avermi palpeggiata sui seni e sul culo, Thomas ha iniziato a spogliarmi tutta, lasciandomi soltanto in sandali, autoreggenti e reggicalze. Poi partendo dalla mia bocca è passato a succhiarmi tutti e due i capezzoli ed infine è arrivato, prima al mio uccello al quale ha dato due leccate veloci e poi al mio buchetto con il quale ha iniziato una lunga operazione di insalivazione per poi iniziare ad introdurci dapprima un dito, poi un secondo ed infine anche un terzo.
Le sensazioni che avevo erano da delirio. Ho iniziato prima un po’ tentennate sentendo il dolore delle dita di Thomas dentro le mie viscere, ma dopo poco una devastante e calda sensazione di piacere è partita dal mio cervello e si è diffusa su tutto il corpo. Non volevo che smettesse più!
Il mio uccello era duro come la pietra ed ad un certo punto ha eiaculato senza che lo toccassi. Thomas contento per questo, ha leccato il mio seme pulendo per bene il mio arnese, poi si è alzato e si è spogliato completamente. Spostandosi verso l’armadietto del letto ha prelevato un tubetto dal quale ha estratto un sorta di gel lubrificante. Mi ha invitata a mettermi alla pecorina e poi posizionatosi dietro di me, mi ha pazientemente spalmato il gel sia sull’orifizio che all’interno delle pareti del retto usando le sue dita affusolate.
Terminata questa operazione, dopo qualche minuto, mi ha fatta girare e con mia grande sorpresa, era in piedi, con le mani sui fianchi ed un grande uccello di gomma semieretto installato con un plug-in tra le sue gambe. Guardandomi deciso mi ha intimato: “Dai sgualdrinella, fammelo diventare duro con la tua boccuccia da troia!”.
Quella frase mi aveva eccitata alla follia ed ora mi trovavo, messa a quattro zampe sul letto, a circa quindici centimetri da quel fallo in gomma, molto reale, che non aspettava altro che il mio battesimo sessuale come donna.
L’attrazione per quell’arnese era tanta che, quella misteriosa troiaggine che non riuscivo a spiegarmi le volte precedenti è uscita in tutta la sua potenza: Continuando a fissare dritto negli occhi il mio uomo con uno sguardo malizioso mi sono avvicinata con la lingua a quel bastone e ho cominciato prima a baciare la cappella e poi a dare ampie leccate a tutta l’asta, fino a quando ho deciso che lo volevo tutto in gola! Ho iniziato a prenderlo tutto fino alla radice, sbavando saliva e rischiando di soffocarmi tanto da far dire a Thomas “Dio quanto sei troia! E’ il primo uccello che ti scopi e quasi non ti basta!”.
Sempre in tono malizioso l’ho leccato e succhiato per diversi minuti avidamente e gelosamente, quasi avessi il timore che me lo portassero via; ma ad un certo punto Thomas mi ha bloccata e mi ha ricordato che tutto questo non bastava; dovevo ancora essere scopata!
Mi ha fatta delicatamente girare e dopo aver umettato ancora con un po’ di gel il mio buchetto e l’arnese di gomma, mi ha chiesto se fossi pronta!”
Io a quel punto non aspettavo altro e quasi istintivamente con voce sottile e femminile l’ho incoraggiato: “Oh si dai ti prego, sfondami tutta!”
Thomas, messosi in ginocchio dietro il mio culetto, ha appoggiato la punta dell’uccellone sul mio sfintere, mi ha presa per i fianchi ed ha iniziato a spingere. Al terzo colpo quel magnifico cazzo è entrato tutto nel mio retto e lì ho avuto un sussulto di dolore, ma Thomas, che evidentemente sa come funziona, si è fermato e si è messo a massaggiarmi i seni delicatamente. Il dolore ha lasciato, piano piano, spazio ad un caldo piacere che si faceva man mano più forte.
Allora il mio uomo ha iniziato a pompare, dapprima piano e poi sempre più forte, fino a darmi colpi così potenti che il letto si muoveva avanti ed indietro. il mio piacere ormai era irrefrenabile: senza accorgermi ero venuta una seconda volta e gridavo frasi di piacere di una volgarità unica.
Thomas che aveva evidentemente raggiunto il suo obiettivo facendomi venire più volte scopandomi nella mia fighetta, ha lasciato il posto a Simona che, visibilmente eccitata, si è tolta il plug-in e ha preteso di essere scopata dal mio uccello, sempre più duro ed eretto.
Sebbene temessi di perdere vigore scopando una donna, sono riuscita a prenderla, per diversi minuti, sia nella figa che nel culo, fino addirittura a farla venire in un brodo di umori.
A quel punto ci siamo abbracciate e baciate come due gran lesbiche per diverso tempo, accarezzandoci a vicenda e massaggiandoci le parti intime.
“Uh grazie amore, è stato fantastico! prenderlo nel culo è una sensazione imperdibile. godevo come una cagna in calore. E’ meraviglioso! Non riuscivo nemmeno a controllare la mia eccitazione, tanta ne avevo.
Che goduria! come ho potuto rinunciare al cazzo fino ad ora?”
“Vedi, non ti fidi mai della sottoscritta. Devi imparare a lasciarti andare e soddisfare le esigenze di cui senti la necessità e non analizzarle tutte le volte per capirne le conseguenze. Questa sera abbiamo completato un altro pezzo del mosaico che ti porterà ad essere una donna a tutti gli effetti,…..beh per poterlo essere fino in fondo dovresti fare altri passi, ma questa è una scelta che riguarda solo te!”.
“Sì lo so, ne ho già parlato con Anita e devo decidermi ad affrontare la cosa con mia madre e mia sorella, anche perché questo corpo non mi basta più.”
L’indomani avrei chiamato mia sorella Sabrina per spiegarle il tutto e valutare con lei un incontro con mamma per parlare della mia intenzione di diventare donna al 100%; ma anche in questo caso non sapevo che il destino mi avrebbe anticipato...
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