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Il Destino Di Matteo,......Diventato Lucrezia! Capitolo 2


di Annalisa70
07.10.2023    |    1.575    |    6 9.8
"Quindi può sicuramente aiutarti..."
L’indomani mattina, ancora scosso dalla sera prima, al risveglio non sapevo come comportarmi con Simona e temevo di farle capire che sapevo della sua performance. Così mi sono svegliato prestissimo, mi son lavato e in tutta fretta sono partito per l’ufficio, sussurrandole all’orecchio una buona giornata. Lei, ancora nel dormiveglia, mi ha baciato e dicendomi “Buona giornata coniglietto” si è girata e riaddormentata.
Già fuori dalla porta di casa rimuginavo su quanto visto la sera prima con i miei stessi occhi e, i pensieri, diversi, passavano dallo sconcerto per quello che Simona era arrivata a fare ad un inspiegabile (a me) eccitazione per una arrapantissima scena di sesso a tre.
Ma proprio questo ultimo passaggio mi era, fino ad allora, sconosciuto: il fatto che la mia donna venisse scopata da altri due uomini godendo come una pornostar mi avrebbe dovuto distruggere moralmente senza condizioni per come io mi conoscevo. Invece il vederla così splendidamente nuda che concedeva in modo osceno le proprie pudenda mi aveva fatto rizzare l’uccello e, cosa che mi aveva anche un po' spaventato, quei due uccelli di marmo color ebano mi avevano ipnotizzato anziché schifarmi.
Con tutti questi pensieri ho trascorso la mattina in ufficio senza riuscire a cavare un ragno dal buco, nell’attesa di decidermi a prendere Cristina e parlarle. Cosa che non aspettavo altro di fare e che non riuscivo a fare vista la presenza di Francesca. in una pausa caffè Cristina, prendendomi in contropiede mi chiede “Cosa hai stamattina? si vede lontano un miglio che hai la testa altrove!” “Eh sapessi……senti mi inviteresti a pranzo che ti dovrei parlare?”, “Ok, nessun problema! Ma tutto ok?”, “Insomma,…poi ti spiego! avverto Simona che sono da te!”.
Così, come si attende un countdown, ho aspettato le 12.30 e con Cristina sono volato a casa sua per parlarle.
Una volta in casa, lei subito preoccupata mi sollecita a parlare. Ci sediamo sul divano, uno di fronte all’altro e dopo averla fissata negli occhi “Non so proprio da dove partire Cristina,…..”, faccio io e “Io direi dal principio, può essere un’idea?” ribatte lei. Così dopo un profondo respiro inizio il mio racconto della sera precedente condito di ogni dettaglio e spiegazione, con un misto di vergogna e titubanza.
Al termine della mia spiegazione lei se ne esce con una frase che mi lascia un po' sbigottito: “Non mi meraviglia sai Matteo. Simona è da qualche tempo che lamenta che il vostro rapporto è un po' in crisi……se me lo permetti ti dico quello che so! Sei un amico e non vorrei nasconderti niente!….” . Io completamente stranito la invito a continuare.
“Sai tramite Federica, con la quale seguo l’inventario degli hotel e che è sempre a stretto contatto con Simona, ho saputo che nelle ultime settimane le vostre performance sessuali non sono eccezionali, anzi per dirla tutta, disastrose! Federica mi ha addirittura detto che oltre a far fatica a venire in più di una occasione non ti si è nemmeno alzato. io mi scuso per la brutalità Matteo, ma questo è quello che Simona ha detto!”. Lì per lì l’incazzatura mi è ulteriormente aumentata perché avevo capito che i cazzi miei ormai li conoscevano nel dettaglio più persone, ma tra l’imbarazzato e lo sconcertato sono riuscito a far uscire solo un “Beh, si insomma…..non è che…….ok, non un periodo eccezionale!”. “Ascolta Matteo, è vero o non è vero quello che dice Simona?”. A quel punto, dato che ormai ero in completa psicanalisi da una persona amica che sapeva tutto, mi sono lasciato andare: “Sì è vero, ultimamente è proprio un disastro!”.
“Probabilmente non hai più l’attrazione iniziale che avevi per lei. può succedere. O forse dello stress per il lavoro o altro non ti aiuta dal quel punto di vista. Magari dovreste farvi aiutare!”
“In ogni caso, non è che la troia abbia perso tempo a leccarsi le ferite del dolore!” ho ribattuto un po' seccato. Cristina è scoppiata in una breve risata e poi cercando una giustificazione ha aggiunto “E’ vero, avrebbe dovuto affrontare forse diversamente il problema, ma in fondo non è che il vostro sia un rapporto consolidato! inoltre lo sai che lei è una ragazza particolarmente focosa. So che Federica, tramite l’Università (frequenta un master qui in Brasile) le ha fatto conoscere un bel giro di amici e con ogni probabilità quei due stalloni venivano da lì!”
Già quella parola, stalloni, mi aveva riacceso quel misterioso brivido di piacere e alle successive parole di Cristina “Magari dovete fare esperienze diverse….”, in un attimo di lucida follia l’ho interrotta e le ho detto: “In effetti un problema, se lo si vuol chiamare così, c’è! e non dipende da Simona!”. Cristina, sgranando gli occhi un po' preoccupata e scandendo le sillabe “e cioè quale?”
“Siediti che nel frattempo ti preparo la pasta mentre te lo dico e scarico un po' di tensione”.
Così, in una situazione che mi sembrava a metà tra un processo ed un film porno le ho raccontato del mio particolare vizietto segreto senza alcuna inibizione, spiegandole per filo e per segno tutto ciò che provavo e sentivo ogni volta che indossavo un abito femminile o mi truccavo il viso. E mi sono accorto che più parlavo con lei e più mi sentivo alleggerito di un peso che per troppo tempo avevo portato da solo. Tra gli annessi e connessi le ho anche detto che l’effetto collaterale di questo piacere segreto era la perdita di piacere con la compagna di turno. prima con la mia ex ed ora con Simona. Non subito, ma dopo qualche tempo che ci si frequentava. Soltanto che questo perverso piacere di travestirsi era più forte di me e ciclicamente tornava più potente di prima anche se più volte avevo tentato di opporvi resistenza.
Cristina, con la faccia di una che aveva appena visto gli alieni, mi ha ascoltato fine alla fine e poi con un po' di curiosità ha iniziato a farmi domande inerenti questo mio modo di vivere la sessualità:
“Se me lo avessi raccontato un anno fa ti avrei già catalogato nel girone dei perversi ed immondi, ma non ti nego che questa nuova esperienza brasiliana fuori dai limiti preconcetti della nostra società italiana, mi spinge a veder le cose in modo diverso. Sicuramente, vedendoti così, mai avrei pensato che potessi avere questa tendenza al travestimento e che ti piacesse in questo modo l’universo femminile,……ma scusa, questo tuo modo di vivere te stesso non è in contrasto con la tua sessualità?!? Voglio dire il vestirsi da donna non dovrebbe nascondere anche tendenze omosessuali? Tu magari se gay e non lo riesci ad esternare?….se ti faccio domande offensive mandami pure a cagare perché non sono un gran esperta dell’argomento…”
“No tranquilla, anche io me lo sono chiesto più volte, però al di là di aver fantasticato nei miei sogni erotici di essere posseduta da un uomo, in realtà non ci ho mai provato! e poi da uomo, alle prime esperienze, in una relazione con una donna, arrivo a godere senza problemi ottenendo anche l’orgasmo”.
“Non so come spiegarti,…….quello che mi eccita è l’universo femminile in sé. Gli abiti, gli atteggiamenti, il look, le acconciature e così via……”
“Può darsi che tu sia bisex, il tuo desiderio per un uomo non lo hai ancora soddisfatto, però potrebbe portarti anch’esso all’orgasmo.”
“Ma ti vesti spesso? e dove li tieni i vestiti? Ma possiedi anche dei trucchi?” adesso Cristina sembrava quasi più maliziosamente interessata alla mia vita “femminile” piuttosto che alla mia situazione.
“Cristina, scusa! ma io ho un problema e non so come risolverlo!”.
“Oh scusa, non ti nego che la vicenda ha anche il suo lato intrigante e solo per curiosità, mi piacerebbe vederti in abiti femminili. In ogni caso penso che ne dovremmo parlare con Anita! lei oltre ad essere abbastanza aperta di mentalità ed essere stata una neuropsichiatra, ha esercitato anche come psicologa. Quindi può sicuramente aiutarti. Fidati, a me ha aiutato molto anche ad abbandonare un po' della mia “bigottite acuta” e ne ho tratto solo che giovamento.”
Così due giorni dopo, raccogliendo il coraggio a due mani ed accompagnato da Cristina, sono andato a casa di Anita, la quale ci aspettava con un buon tè caldo e dei biscotti.
Anita era stata sommariamente informata da Cristina e, dopo aver voluto ascoltare nei dettagli le mie esperienze di travestimento, ha preso la parola: “Sai Matteo, io direttamente non me ne occupavo, ma avevo una collega, con la quale lavoravo a stretto contatto in ospedale, che si occupava del percorso psicologico per le persone che volevano cambiare sesso. Tra le varie tipologie di pazienti, mi aveva parlato di uomini che non avevano mai avuto i tradizionali atteggiamenti effeminati di molti omosessuali, addirittura potevano essere stati sposati per anni, avere figli ed addirittura con una brillante carriera manageriale, i quali, ad un certo punto della loro vita decidevano di cambiare sesso. Si scopriva poi che, probabilmente dall’età dell’adolescenza erano soliti travestirsi in segreto per assomigliare sempre più ad una donna. Questo desiderio in loro era sempre più forte sino a portarli a transizionare da uomo a donna.
E molti di loro conservavano il desiderio sessuale verso le donne; altri dimostravano di apprezzare sessualmente sia uomini che donne e solo una piccola percentuale era attratta dai soli uomini.
La loro nuova vita li appagava pienamente e tutti ritenevano che la scelta l’avrebbero dovuta fare tempo prima…”
“Ma io non mi sogno nemmeno di transizionare da uomo a donna, ….non è il mio caso, mi creda dottoressa!”
“Quando ti vesti in quel modo senti soltanto un piacere erotico, oppure senti che il tuo stesso modo di essere e di vivere le cose sia migliore?”. Quella frase in effetti, mi aveva spiazzato, perché ripensandoci bene, oltre alla solita masturbazione finale che chiudeva i miei travestimenti, traevo un grande benessere anche dal solo vestirmi da donna e compiere le piccole cose di casa (per ora solo nei confini domestici mi ero travestito) o dal vedermi al femminile.
”Beh a dire il vero sì, però non potrei mai vestirmi da donna ed uscire a lavorare, fare spese o andare a mangiare una pizza con le altre persone”
“In Italia sicuramente sì, perché saresti circondato da tutte le persone che ti conoscono come Matteo, pervase da un preconcetto retrogrado che ti schiaccerebbe come rifiuto errato di una società fatta per i perfetti! Ma qui sei a 20.000 Km di distanza, tra persone che come vedi, insieme a te hanno voluto cambiare la propria vita e l’ultima delle preoccupazioni che hanno è quella di vedere se ti piacciono gli uomini o le donne. Guarda Alessia e Mary, pensando a loro cosa ti viene subito in mente? che sono lesbiche?..”
“In effetti no, penso che siano delle brave commercialiste e che siano particolarmente brave a cucinare…”
“Vedi! Già a me e Cristina questo tuo modo di vivere la tua sessualità non ha stravolto la vita e, a parte Francesca, che pretenderebbe la stessa mole di lavoro che tu sia uomo o donna, le cose non cambierebbero. L’unico rischio è che se risultassi particolarmente carina, rischieresti le avances di Alfredo!”
A quelle parole, Cristina è evidentemente arrossita.
“Questo è il posto ed il clima ideale, se te la senti, per provare a vivere il tuo travestitismo in ogni momento. Se poi non funziona, deciderai tu come gestirlo, ma rimarrai sempre un nostro collaboratore ed amico. Ma se non ci provi non saprai mai fin dove avresti potuto arrivare e quindi non rimpiangerlo un domani. Tu stesso mi hai detto che è più forte di te e più hai tentato di reprimerlo e più è uscito di nuovo!”.
“Io ti consiglio di parlarne innanzitutto con Simona, dicendole inoltre che sai del suo incontro dell’altra sera! in fondo anche quel gesto ti ha aiutato ad esternare il tuo vero io, e con lei valutare attentamente questa ipotesi facendoti aiutare da lei per questo nuovo percorso anche solo come amica convivente. Se vi trovate d’accordo, ne parleremo agli altri e potrai iniziare”.
Tutte quelle parole sono state un vulcano dentro di me e, nonostante riflettessi su tutti i possibili retroscena che avrebbero potuto creare difficoltà, sentivo dentro di me che questa situazione mi creava una forte eccitazione e che il mio istinto non vedeva l’ora di provarci.
Cristina prima di salutarmi, ridendo, ha rincarato la dose “una donna in più nel villaggio che differenza fa?”.
“Dai scherzo, in ogni caso ha ragione Anita. Se non ci provi qua non lo fai più”
La stessa sera non sono riuscito a parlarne a Simona, ma il fine settimana le ho rubato l’intero pomeriggio del sabato per raccontarle l’intera vicenda, compresa la sua colossale scopata.
Lei d’istinto si è difesa “Scusa, ma mi sono lasciata coinvolgere da Federica che mi ha detto che quei due erano davvero due bombe sexy,…….poi tu, erano già da mesi che non godevi con me…..e…….”
“Tranquilla Simo, quella vicenda adesso è secondaria e poi non ti nego che vedervi avvinghiati a scopare più che farmi incazzare, non so come spiegarmelo, mi eccitava!”
Allora lei, evidentemente più rilassata per il relativo peso che davo al tradimento ha addirittura cambiato atteggiamento diventando più complice e maliziosa.
“Beh se avessi saputo che quei due uccelli ti eccitavano ti avrei potuto coinvolgere! Chissà, magari, come ha detto Anita, in realtà devi provare per capire…..dai esagero un po', però è significativo che quella scena ti abbia eccitato! Esattamente come a me! E’ legittimo pensare che abbiamo provato le stesse emozioni per quei due stalloni?!? Comunque sono pienamente dell’idea che tu debba provare. Obiettivamente non puoi negare che tra noi non funzionasse ultimamente. L’ho sentito ancora due mesi fa che avevi qualcosa che non andava. Se poi confermi che nelle ultime settimane il desiderio di travestirsi è aumentato, tutto torna!”
“Io sono pienamente a disposizione per aiutarti in questo percorso, però come amica,……nel senso che se ti piacciono ancora le donne e ci scappa una scopata ogni tanto va bene, ma io voglio anche relazioni con uomini un po' più “machi”. Non ti voglio giudicare, ma come tu hai esternato la tua sessualità, anche io devo ammettere di essere attratta dai montoni carichi di testosterone. Tu hai scelto un modo di essere più “soft”".
“Sì certo, lo capisco perfettamente e lo avevo messo in conto. Questa è una prima conseguenza negativa, ma il desiderio di essere più donna è troppo forte.”
“Vedrai che ti troverai benissimo e io sarò un abile consigliera!”
Tutto mi sembrava così veloce e anche se una parte di me non vedeva l’ora di cominciare, il giorno che Anita ha invitato tutti a casa sua per l’annuncio, non ci volevo andare e mi tremavano le gambe.
Lei però ha avuto un incredibile capacità di descrivere la cosa agli altri con un misto di tecnicismi e amorevolezza materna che hanno reso il tutto estremamente naturale.
Come preventivato Francesca ha richiesto soltanto lo stesso impegno nel lavoro e Alfredo non ha risparmiato battutine oscene.
Le più entusiaste ovviamente sono state Alessia e Mary che hanno promesso di riempirmi il guardaroba di cose nuove ed eleganti e di portarmi fuori con loro.
Mirella si è impegnata a curare il mio aspetto estetico cercando di renderlo il più femminile possibile e Anita, grande donna, si è resa disponibile ad intraprendere un percorso psicologico per valutare le eventuali difficoltà di questo nuovo modo di essere.
In ogni caso tutte si sono dimostrate apertamente disponibili a questo cambiamento che sarebbe iniziato l’indomani.
Federica, prendendo tutti n contropiede mi ha chiesto “Ma scusa, se da domani avrai un aspetto femminile, abiti femminili ed un atteggiamento femminile, chiamarti Matteo mi sembra un po' stridente. come ti dobbiamo chiamare?” A quel punto il mio istinto e la mia testa hanno pensato un nome al contempo elegante e piccante, visto la donna che lo aveva portato: “Lucrezia!”.
Sulla strada verso casa, dopo l’incontro, Simona, visibilmente eccitata per la vicenda anche più di me, mi ha chiesto dove nascondevo in casa i vestiti e soprattutto quanti ne avessi e come, il giorno dopo, mi sarei vestita e truccata.
Simona infatti, dal momento che ho pronunciato il nome Lucrezia, ha letteralmente smesso di chiamarmi al maschile e si è costantemente rivolta a me al femminile. Ha molta più convinzione lei di me sulla mia trasformazione e si è già predisposta anima e corpo per questo mio cambiamento.
Io, per ora, ho soltanto l’istinto che mi coinvolge a pieno. La testa continua a dirmi che non è cosa giusta e che sto facendo una pazzia. Come mi comporterò?: sculetterò? alzerò la voce di due o tre toni simulando una vocina femminile? Dovrò fingere che mi piacciano i giornali scandalistici o dovrei impazzire per le riviste di intimo o abbigliamento? e al sentire quel nome, Lucrezia, avrò l’istinto di essere subito coinvolto in questo ruolo femminile?....
Di contraltare, come detto, il mio istinto non vedeva l’ora di lanciarsi in questo nuovo stile di vita: nuovi abiti, scarpe col tacco, nuovi trucchi e modalità diverse di truccarsi; e come detto da Anita, se fossi stato in Italia avrebbe prevalso indubbiamente la testa, ma qui, con queste persone libere ed aperte, l’istinto aveva la meglio.
Una volta a casa ho mostrato a Simona il mio striminzito guardaroba e sentendomi rimbrottato per il fatto che una donna non può avere così pochi vestiti nell’armadio, abbiamo concordato che il giorno seguente avremmo fatto un sostanzioso shopping. Ma nel frattempo dovevamo organizzare il giorno di lavoro.
Simona ed io siamo più o meno alti uguali (circa 1.72) e la mia corporatura non è enorme, così i vestiti per il giorno dopo li ho recuperati da lei: pantaloni larghi di cotone color nero, camicetta nera con scollo a v e volant e maniche corte in pizzo nero.
Per le scarpe, visto che io ho un 41 e Simona un 38, ho tenuto l’unico paio che posseggo, ovvero un paio di sandali decolleté con zeppa da 8 cm e punta aperta di colore nero.
“Ok, ora abbiamo definito l’abbigliamento Lucrezia, adesso dobbiamo curare il corpo! Da domani, in ogni caso, è bene che inizi anche tu, come tutte noi, il tuo rapporto con Mirella, perché il corpo va sempre curato!”. E detto questo, seguendo scrupolosamente le sue indicazioni, abbiamo iniziato le operazioni:
dapprima mi sono sottoposto ad un bel bagno caldo con crema depilatoria, una volta uscito dalla vasca, Simona ha dapprima provveduto a farmi una ceretta completa (parti intime comprese), poi mi ha cosparso di una crema rinfrescante e lenitiva. Ad ogni passaggio la mia eccitazione aumentava e il mio uccello lo mostrava in modo evidente. Simona non ha mancato di ricordarmelo, “Beh mi sembra che tu stia facendo la scelta giusta! il tuo cazzo parla da solo!” .
“Ora, secondo me, con quegli abiti neri, ti starebbe bene questo smalto rosso scuro, ma se vuoi possiamo andare sul classico con un bel rosso vivo!”, “Ma scusa, devo dipingermi le unghie?”, “No il naso! ovvio che devi dipingerti le unghie, noi tutte lo facciamo!” “E’ che mi fa un po' strano,…..”.
“Ascolta Lucrezia, se vuoi essere davvero femminile, anche il trucco fa la sua parte e ti devi fidare di me, Ok?”
Così, senza più commentare, mi sono seduto in poltrona e mi sono lasciato pittare prima le unghie dei piedi e poi quelle delle mani di colore rosso scuro. Poi mentre si asciugavano, ci siamo fatti una buona camomilla.
“Adesso scegliamo l’intimo giusto per domani mattina e poi, dopo che ti sei vestita, ti trucco, e in attesa che i tuoi capelli siano cresciuti, indosserai una delle tue parrucche. Io ci vedrei bene quella con il caschetto nero!”. Più la serata continuava e meno facevo resistenza, lasciando che Simona mi guidasse nelle varie scelte sempre più eccitato nel mio nuovo ruolo di femmina.
La notte, dopo aver dormito sì e no due ore, mi sono alzata, ho preparato la colazione per tutte e due e sono andata in bagno a lavarmi. Nell’istinto di fare pipì mi sono seduta sul wc, dicendomi che ora dovevo imparare in questo modo.
Come detto da Simona, ho indossato prima un paio di mutandine nere alla brasiliana in pizzo, un reggiseno in tinta sempre di pizzo e poi gli abiti scelti la sera prima. Infine il paio di sandali. Con i miei travestimenti avevo fortunatamente fatto un po' di pratica a camminare sui tacchi, quindi non eccellevo ma neppure sfiguravo. Già il solo essere abbigliata così, istintivamente, mi portava a muovermi sculettando o a porre maggiore grazia nella mia gestualità. Simona poi mi ha invitata a sedermi per completare l’opera con il trucco.
“Per ora ci andiamo leggeri: un po' di fondotinta per nascondere la barba, un rossetto rosa e un eye-liner marrone per i tuoi occhi azzurri! Ricordati che è importante che impari le combinazioni di colore per il trucco. Un buon trucco incide molto nel fascino di una donna”.
Terminato il trucco, Simona mi ha abbigliato con una collana etnica in legno e cuoio, braccialetti dello stesso tipo, due anelli di bigiotteria e due orecchini con le clips, anche se mi ha intimato che, a giorni, avrei dovuto fare i buchi ai lobi. Il tutto abilmente chiuso dalla parrucca nera.
Be, non ci crederete, ma quando mi sono vista allo specchio così agghindata, la mia voglia di femminilità ha raggiunto le stelle e mi ha dato quel pizzico di coraggio che mi mancava per affrontare questa nuova vita.
“Non mi sono mai vista così, è incredibile?”. “Lucrezia sei splendida! secondo me la tua femminilità non è casuale. Hai dei lineamenti e delle curve che altre donne invidierebbero!”
“Questa è la borsetta, ci sono il profumo (e dopo avermelo fatto vedere me ne ha spruzzato un po' su collo e polsi), una piccola trousse per le emergenze, uno specchietto, fazzoletti e poi ci puoi mettere ciò che ti serve visto che non hai più le tasche dei jeans come un uomo”.
“Ah provati anche questi,…” e così dicendo mi ha infilato un paio di suoi occhiali da sole sfumati con la montatura bianca.
“OK, sei perfetta! ora varca quella soglia e permetti a Lucrezia di vivere la sua vita!”.
A quelle parole, orgogliosa ed eccitata per la mia nuova mise, ho aperto la porta e sono uscita all’aperto.
Per un attimo ho avuto una leggera titubanza, visto che era la prima volta che uscivo en femme, ma il sentire il ticchettio deciso dei miei sandali e l’aria fresca che accarezzava il mio corpo grazie ai vestiti femminili, mi hanno rinvigorito e con passo deciso mi sono diretta presso lo stabile degli uffici.
Ma mano che mi avvicinavo sapevo che da qualche porta o finestra le mie colleghe mi stavano osservando, ma sono andata decisa in ufficio tenendo il respiro, come se sapessi che stavo per essere giustiziata.
Ho aperto la porta, ho fatto tre, quattro passi in avanti ed ho aspettato la ghigliottina………
“Dio mio, ma sei bellissima Lucrezia!”,….”Sai, quel culetto a mandolino non te l’ho mai notato prima, brutta stronza!”,….”Hai un portamento innato per gli abiti femminili e i tuoi lineamenti ti fanno molto carina. Davvero!”.
“Oh ragazze, dite davvero o lo fate per compiacermi, perché io sono un po' disorientato….”, “Ah-ha Lucrezia! disorientata! Tu sei disorientata! Ok! Devi abituarti a vederti come una donna ormai. Per noi lo sei già. Ma anche per te deve essere una cosa scontata, Ok? non vogliamo più sentirti rivolgerti al maschile. Matteo non c’è più! Per noi ora c’è una nuova collega al suo posto. Lucrezia! vero ragazze?”, così all’avvertimento perentorio di Cristina tutte hanno confermato con decisione alle sue parole.
“Ok, per me è un po' difficile. insomma fino a ieri ero Matteo ed oggi sono questa ragazza che cerca di vivere questa nuova vita. Vi ringrazio perché per me è importante essere accettata. Dovrete aiutarmi molto in questo nuovo ruolo. Ammetto che mi piace moltissimo e il solo vestirmi così mi fa impazzire di gioia. Ma l’universo femminile in tutte le sue sfaccettature lo devo imparare un po' alla volta, anche se non vedo l’ora”. A queste mie parole è scattato automatico un abbraccio collettivo tra tutte noi che mi ha un po' emozionata e da lì ho capito perché è importante portarsi la trousse dei trucchi sempre a presso.
La giornata è passata veloce tra un calcolo e l’altro e, a parte qualche attenzione affettuosa da parte delle ragazze, non ho vissuto minimamente quella curiosità morbosa e maliziosa che si presta alle persone travestite come me. Anzi, mi suggerivano di accentuare maggiormente atteggiamenti più femminili visto che lì ne avevo l’opportunità e che poi mi sarebbe servito fuori se fossi uscita in locali o negozi.
Molti gesti, sebbene sapevo essere un po' forzati, mi eccitavano molto e quindi il soltanto accavallare le gambe o il digitare sulla tastiera con le dita pittate mi faceva morire di piacere.
Il tocco vellutato dei vestiti femminili sul mio corpo poi faceva il resto.
Ad un certo punto ho dovuto andare in bagno perché avevo l’uccello di marmo ed ho dovuto svuotare le palle con una sega che è durata dieci secondi visto che l’eccitazione aveva già fatto il di più.
A sera, dopo aver salutato le ragazze, Simona mi aspettava già fuori dagli uffici con l’auto per andare a fare shopping.
“Su dai che dobbiamo rifarti il guardaroba!” ed è stato lì che ho avuto un attimo di paura…
“Ma scherzi, in città conciata così! non esiste!”, “Ah certo! cosa vuoi fare?!? Nel villaggio Lucrezia e fuori Matteo? ma dico scherzi tu o sei seria?”. Adesso Simona si era fatta tremendamente seria ed incazzata e la cosa un po' mi ha messo a disagio. “Ma insomma, abbiamo fatto tutte, compresa e soprattutto tu, lo sforzo di lasciare spazio a Lucrezia e tu lasci che Matteo torni a piacimento a riprenderne il posto quando lo desidera lui!?! Guarda che là fuori non ti conosce nessuno! sono tutti brasiliani o stranieri in ferie! Il vero sforzo è vivere ogni ora come Lucrezia. finché non deciderai di dare spazio sempre alla donna che è in te, non saprai mai come si vive pienamente la propria femminilità! E poi andiamo in un negozietto particolare in periferia. Salta su, dai troiona!” e così dicendo mi ha sorriso e lanciato un bacio.
Quelle parole decise e ferme mi hanno fatto capire che per Simona esisteva già quella complicità tutta femminile che soltanto due amiche hanno. e così, quasi per solidarietà femminile ho accettato e siamo partite.
Giunte al negozio e superato l’iniziale imbarazzo per la mia condizione che, alle due commesse, non ha peraltro, fatto ne caldo ne freddo, ci siamo sbizzarrite letteralmente negli acquisti: intimo, gonne, top, camicette, vestiti interi, vestaglie, costumi ed altro ancora. Via da lì siamo passate al negozio di scarpe facendo incetta di sandali, stivali, sabot, ballerine e ciabattine per la casa. Infine Simona mi ha portato in un negozio di trucchi dove ho scelto diversi smalti, rossetti, creme per il corpo ecc.
Superato anche il timore per l’uscita in città ho addirittura invitato Simona fuori a cena in un piccolo ristorante proprio come due amiche.
“Allora come ti è sembrata la giornata?”. “Non so che dirti Simona, dire che è stata splendida è dir poco. Ogni gesto, dal camminare al sedersi, fino alla banalità di far pipì seduta mi davano una sensazione di eccitazione ma anche di estrema libertà. E’ incredibile, è come se mi sentissi finalmente appagata e soddisfatta.”
“Aspetta a dire soddisfatta. Quello, forse, dovresti lasciartelo fare da un uomo. Non ci pensi?”
“Oggi sicuramente no! Anche se è un lato oscuro che devo comprendere meglio. Per ora non è nelle mie priorità. Devo ancora capire molto della mia femminilità prima di, eventualmente, concederla!”.
“Ok Lu, in fondo è la tua vita e il solo vederti così radiosa mi rende felice, credimi. Io sono sempre qui, qualsiasi cosa tu abbia bisogno, chiamami! Se lo desideri però, ora che sei un amica e non il mio ragazzo, te lo posso dire. Ho in casa due dildo in gomma che ti potrebbero aiutare a disvelare il piacere della penetrazione. Se li vuoi, devi solo chiedere”. “Per ora non ci penso. ma se dovessero servire, tranquilla che te lo direi”. La serata è passata tranquilla e piacevole e man mano che il tempo trascorreva venivo a conoscenza di fatti tutti en-femme del villaggio che prima nessuna si era sognata di dirmi.
Questo essere donna, evidentemente, aveva sgretolato delle barriere di pudore che il mio essere uomo di prima non poteva superare.
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