tradimenti
Sara, la ragazza di mio cugino - Capitolo 5
di 36degrees
16.10.2017 |
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"La quantità di liquido che colava dal viso della ragazza faceva presagire che si era resa protagonista di un invidiabile bukkake..."
Sara annuì con la testa così iniziai ad inebriarmi dell'odore dei suoi piedi.Li presi tra le mani uno alla volta e li baciai ripetutamente prima sul dorso e poi sulla pianta.
Feci appena in tempo a dare una rapida leccata ad uno di essi che lei ritrasse subito il piede.
"Non mi sembra di averti dato il permesso di leccarli, schiavo", disse con aria divertita ma severa allo stesso tempo.
Rimasi impassibile senza dire niente ma il fatto che mi avesse chiamato schiavo mi fece eccitare ancora di più.
"Adesso puoi leccarli", disse avvicinando nuovamente un piede al mio viso passandosi una mano tra i lunghi capelli e guardandomi dall'alto con atteggiamento altezzoso da vera principessa.
Passai dunque la lingua sulla pianta del suo piede diverse volte, quindi presi in bocca una per una le sue meravigliose dita. Feci lo stesso con l'altro piede, li avvicinai entrambi alla bocca e cercai di leccarli contemporaneamente.
Salii poi con la lingua dal collo di un piede lungo una delle sue lunghe gambe, l'odore della sua pelle era qualcosa di sublime e indescrivibile.
Arrivai a leccarle il ginocchio e la coscia finché, quando arrivai al punto in cui mi sembrò di iniziare a sentire il profumo della sua vagina, Sara mi bloccò mettendomi tempestivamente una mano sulla testa.
"Non così in fretta", mi disse. L'atteggiamento di superiorità che stava mostrando nei miei confronti mi eccitava sempre di più tanto che faticavo terribilmente a tenere il mio cazzo nei pantaloni.
Avrei accettato in quel momento qualsiasi tipo di ordine fosse uscito dalla sua bocca.
"Ti ho autorizzato soltanto a leccarmi i piedi", disse, quindi mi appoggiò un piede in faccia e mi respinse indietro.
"Tutti uguali voi maschi", disse alzandosi un poco il vestitino fino a lasciar trasparire un paio di mutandine di colore nero sotto di esso.
"Adesso spogliati", mi ordinò con tono autoritario.
Senza fiatare cominciai a spogliarmi fino a rimanere completamente nudo di fronte a lei.
Mentre mi spogliavo Sara portò una mano sotto il vestitino e dopo aver scostato le mutandine cominciò a toccarsi proprio come nel video che mi aveva inviato qualche giorno prima sul cellulare.
"Ti piacciono i miei piedini, vero? Altro che porcellino...sei proprio un lurido maiale”, mi disse.
Smise per un momento di toccarsi per chinarsi a raccogliere da terra una delle sue scarpe, quindi la avvicinò al mio naso facendomene annusare l’odore.
"Sputa", mi ordinò Sara portando la scarpa all'altezza della mia bocca.
Feci quanto ordinato e sputai nella scarpa; lei se la rimise dunque al piede e continuando a fissarmi avvicinò il tacco alla mia faccia.
“Pulisci la scarpa della tua regina”, mi disse.
Passai più volte la lingua avanti e indietro per tutti i centimetri del tacco, leccai il fianco della scarpa e il dorso del piede di Sara.
“Sei uno schiavo fortunato, sai? Non a tutti concedo l’onore di leccarmi i piedi”, disse.
Improvvisamente, mentre continuavo a divertirmi con i suoi piedi, suonò il citofono.
Continuai imperterrito a leccare, chiunque fosse in quel momento poteva tranquillamente andare a farsi fottere.
"Ti dispiace andare ad aprire alla porta?", esclamò sorprendentemente Sara.
"Sei seria?", replicai io.
"Sì...hanno suonato, non hai sentito?", proseguì lei.
"È così importante, in un momento come questo?", dissi io con tono alterato.
"È un amico...vai ad aprire, ti prego".
In quel momento mi fu tutto chiaro; la troia aveva invitato un amichetto, evidentemente da solo non le bastavo.
"Perché non mi hai detto subito che avevi intenzione di fare una cosa a tre?", dissi io mentre il citofono suonò una seconda volta.
"Avevo paura che non venissi", rispose lei.
Mi alzai in piedi, andai al citofono e schiacciai rabbiosamente il bottone per aprire il cancello senza nemmeno guardare chi ci fosse nel display del videocitofono, quindi tornai in camera.
"Altro che regina...non ho mai conosciuto una puttana come te...da ora in poi ti tratterò come tale", dissi rabbiosamente.
"Cosa ti aspettavi che fossi, scusa?", rispose lei; "pensi che se non fossi troia tradirei così il mio ragazzo? Con suo cugino poi?", proseguì. “E poi me l’hai detto più volte anche tu che sono una puttana..me lo hai detto stasera stessa, ricordi?”, concluse.
Effettivamente non aveva tutti i torti, il suo discorso non faceva una piega.
A quel punto il campanello della porta suonò, dal momento che mi ero completamente dimenticato di aprire anche la porta di casa oltre al cancello.
Questa volta Sara non mi disse nulla, si alzò dal letto e dopo aver indossato anche l’altra scarpa andò lei stessa ad aprire.
Io restai seduto sul letto.
Sentii la porta aprirsi e i due salutarsi affettuosamente; riuscii infatti a captare lo schiocco del bacio che si scambiarono.
"Sei sempre più figa", le disse lui.
"Vieni, ti presento il mio ospite", disse Sara accompagnandolo verso la camera da letto.
Mi alzai in piedi e gli andai incontro.
"Scusami...non credevo che Sara aspettasse ospiti, non mi aveva anticipato nulla", dissi tendendogli la mano dopo essermi presentato, imbarazzato per essere nudo davanti a lui.
“Mi chiamo Marco, piacere”, rispose; "mi dispiace che Sara ti abbia fatto questa sorpresa...la conosco bene, c'è da aspettarsi di tutto da lei...diciamo che non sei il primo amico che mi presenta in questo modo", disse ancora ridendo stringendomi la mano.
"Vado un attimo in bagno", disse Sara; "così vi lascio anche qualche minuto per conoscervi...", aggiunse sorridente.
“Ho interrotto qualcosa? Immagino che stavate per iniziare una partita a scopa”, disse ironicamente Marco non appena Sara fu uscita dalla stanza.
Mi limitai a sorridere alla sua squallida battuta.
"Ehi, guarda qui", disse Marco tirando fuori il suo cellulare; avviò quindi l’applicazione Telegram e cominciò a scorrere le sue conversazioni fino a trovare quello che cercava.
Si trattava di un gruppo nominato "Amici di Sara". In fondo al nome del gruppo era presente una emoticon con quelli che sembravano essere degli spruzzi d'acqua ma che sapevo bene rappresentavano ben altri tipo di spruzzi, specialmente se associati al nome di Sara.
Marco mi spiegò che si trattava di un gruppo che contava una decina di persone, tutti accomunati da un’unica principale caratteristica; avevano avuto e continuavano ad avere abitualmente rapporti sessuali con Sara.
Il gruppo serviva a condividere foto e video delle loro esperienze con lei.
L'immagine del gruppo era già tutto dire; si trattava di un primo piano del volto di Sara coperto di sperma.
La quantità di liquido che colava dal viso della ragazza faceva presagire che si era resa protagonista di un invidiabile bukkake.
"Questa foto l'ho fatta io, è di un paio di mesi fa...ce la siamo scopata in tre e questo è stato il risultato finale", disse fieramente.
"Che puttana", dissi stringendomi il membro tra le mani; "non vedo l'ora di fotterla, ti giuro", aggiunsi.
"A chi lo dici...e ancora non hai visto niente", rispose Marco scorrendo la galleria con tutte le immagini che erano state inviate sul gruppo.
Ce n'erano veramente di tutti i colori; Sara alla prese con dildi di svariate dimensioni, vibratori, palline cinesi.
Diverse foto la ritraevano mentre praticava rapporti orali e anali.
Marco mi mostrò addirittura un video della durata di una trentina di secondi che vedeva Sara intenta a masturbare un fallo con i piedi fino a farlo venire schizzando sperma ovunque; da quello che vidi nel video Sara non mi aveva affatto mentito quella volta in cui mi disse di essere brava anche con i piedi.
"Sei un suo amico?", mi chiese Marco.
"Sono il cugino del suo fidanzato", risposi.
Marco si mise a ridere. Mi sentivo in colpa e cercai di discolparmi; "è stata lei a provocarmi credimi, non sarei mai arrivato a tanto da solo...", dissi.
"Stai tranquillo...te l'ho detto che la conosco...non ho mai incontrato una troia simile in tutta la mia vita, e credo che mai la incontrerò", rispose lui.
"Tu come l'hai conosciuta?", domandai io.
"Frequentavamo la stessa università prima che lei si laureasse, una decina di giorni fa...ti dico soltanto che il pomeriggio dello stesso giorno in cui l'ho conosciuta aveva già il mio cazzo in bocca...soltanto per avere in cambio un pezzo del mio Twix, la merendina, capisci?", disse ridendo.
Sorrisi. Come poteva essere così troia?
"Sei tu che andrai a New York con lei?", gli chiesi facendo riferimento al regalo di laurea di cui Sara mi aveva parlato e facendo cenno con il capo verso la corona di alloro con cui Sara aveva festeggiato la propria laurea e che stava appoggiata su una sedia nella stanza.
Marco fece cenno di si con la testa.
"Produrrò sicuramente nuovo materiale per il gruppo...ho già qualche idea...dopo stasera potrai farne parte anche tu, se ovviamente lo desideri", disse ancora Marco.
"Penso mi farebbe piacere", risposi soddisfatto.
In quel momento Sara si palesò nuovamente di fronte a noi vestita soltanto di un paio di mutandine nere, reggiseno anch’esso nero e le immancabili scarpe col tacco alto.
"Se non vi dispiace desidererei farmi un po' i cazzi vostri...", esclamò posizionandosi tra noi e stringendo in pugno il mio membro.
"E tu come mai sei ancora vestito?", disse rimproverando Marco che prontamente si slacciò la cintura facendo calare a terra i pantaloni.
Sara infilò la mano nei boxer di Marco e dopo averne estratto il membro cominciò a masturbarci lentamente alternando il suo sguardo su di noi, quindi si mise in ginocchio e me lo prese in bocca; cominciò a succhiare avidamente i nostri falli spostandosi con destrezza da un cazzo all'altro con un rapidi movimenti della testa.
imthirtysixdegrees.wordpress.com
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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