tradimenti
Dentro il bungalow.
di cp
17.12.2024 |
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"Poi, nell’istante in cui il Cazzo di Pino mi piantò l’erezione nel culo, strappandomi un urlo di dolore, quel cazzo fuori dalla finestra schizzò un fiume di..."
Arrivata davanti alla porta del bungalow dove alloggiava Il mio ex amante Pino, mi sistemai un pò l’abitino sui fianchi e sul seno e poi bussai sfoggiando un sorrisetto provocante su uno sguardo da cerbiatta. Che dire, lui era quasi come tanti anni fa.Non esattamente con l’aspetto di quando aveva 30anni,ma comunque in forma.Appena mi vide non esitò nemmeno un attimo a leccarmi ovunque solleticandomi e poi facendomi contorcere per il piacere quando si accanì sul collo arrivando ai capezzoli, per poi scendere verso la mia passerina tutta eccitata. Dopo mezz’ora e più di preliminari in cui io non mossi un muscolo, leccata ovunque come un ghiacciolo, mi ritrovai completamente nuda a quattro zampe sul letto. Pino con un sol colpo mi ficca in bocca il cazzo come un ciuccio, mentre mi accarezza tra le natiche; mi inarcai tutta come una gatta in calore aspettando solo che venissi scopata al più presto.Sollevai il viso, dovevo avere un’espressione lasciva, gaudente, con la lingua a penzoloni come una cagna quando mi accorsi che le persiane del bungalow non erano chiuse. Un pensiero fulmineo mi attraversò la testa: stupida, eri eccitata come una troia e non hai badato a tutto come tuo solito. Stupida moglie traditrice, ecco cosa sei, ma ormai era troppo tardi. In tutti i sensi. Vidi un cazzo fuori dalla finestra e una mano che lo accarezzava furiosamente, segandosi, con l’urgenza di un guardone che spia coppiette. A parte il vago pericolo di essere ripresa da un telefono, la cosa mi eccitò, lo ammetto. Poi, nell’istante in cui il Cazzo di Pino mi piantò l’erezione nel culo, strappandomi un urlo di dolore, quel cazzo fuori dalla finestra schizzò un fiume di sborra sul vetro. Alzai lo sguardo, sospinta anche dall’affondo anale, e incrociai gli occhi di mio marito! Anche con le persiane di mezzo lo riconobbi, avrei dovuto riconoscere anche il suo cazzo ma c’era la mano di mezzo che andava su e giù veloce come uno stantuffo. Lo ammetto, mi pisciai addosso. Me la feci addosso per la paura e forse, se non avessi avuto il Cazzo nel culo a farmi da tappo, avrei fatto anche tutto il resto. Ero terrorizzata. L’eccitazione era svanita in un attimo, non sentivo più nemmeno il dolore nel culo . Mi facevo montare senza dire più una parola, nessun gemito, nessuna partecipazione. I miei occhi erano incollati a quelli di mio marito mentre la mia mente viaggiava avanti di minuti, ore, anni. Vedevo litigi, sfuriate, valigie pronte, divorzio e poi urla, urla, urla e rabbia e lacrime.
Ma lui… lui continuava a segarsi, veloce come prima anche se aveva già sborrato. Si segava e mi fissava e quando il Cazzo finalmente grugnì il suo orgasmo tirandosi fuori dal mio culo per sborrarmi sul sedere, mio marito schizzò di nuovo sul vetro. Non l’avevo mai visto sborrare così tanto con me, ero sconvolta ma anche eccitata. Da lui, non dal cazzo di Pino.. C’era qualcosa di sbagliato, di contorto e che ancora non capivo eppure stava iniziando a piacermi. Sentii il mio amante che si vantava di essere ancora duro.Stava anche dicendo qualcosa sul fatto che era stato così bravo da farmi squirtare, davvero non distingueva una pisciata dallo squirt?
Il cazzo del cornuto che era ancora duro e che volevo vedere sborrare ancora, stava fuori dalla finestra e la mano lo segava furiosamente. Non dissi nulla a Pino di mio marito che fuori a guardarci.Se intendeva fare una scenata avevo intuito che non voleva comunque farla adesso. Ora voleva guardare e io scoprii di volere la stessa cosa. Dissi al mio amante che ero tanto, tanto eccitata, perché lui era ancora duro ma cambiai posizione mettendomi in modo che mio marito mi vedesse di lato, che vedesse chiaramente che Pino mi stava prendendo il culo, un culo dove lui non era mai entrato, che non gli avevo mai concesso. Mi feci stringere il seno, tirare i capezzoli e poi alzandomi col busto per farmi vedere ancora meglio. Gridai più forte di quanto avessi mai fatto prima e più andavo avanti, più le mie parole diventavano oscene. Imploravo di essere rotta nel culo, ripetevo di essere una puttana, la sua puttana da monta, la sua troia , mi sono fatta un ditalino mentre Pino mi sbatteva e io cornuto guardava, regalando a mio marito un’altra visione di una cosa che con lui non era mai accaduta. Non so quanto a lungo mi feci scopare ma a un certo punto fu il mio amante a chiedere pietà dichiarando che gli sarebbe servito un Viagra per poter continuare. Fuori sul vetro c’erano almeno tre sborrate del cornuto, ma la mano continuava a muoversi anche se doveva essere più una tortura che un piacere a quel punto. E’ una fortuna che Pino non si accorse che i miei occhi non lo guardavano più e che fissavo la finestra come ne fossi ipnotizzata.
Guardavo ancora verso mio marito quando mi girai per prendere in bocca il Cazzo che era appena uscito dal mio culo e lo succhiai con avidità, leccandolo come avessi in mano il più gustoso dei coni gelato della mia vita, un vero cuore di panna. Ripulii quell’uccello con la mia lingua scodinzolando il sedere verso la finestra, mettendo in mostra la fichetta a malapena toccata dalla penetrazione ma un ano devastato, dilatato e arrossato che colava sborra come un tubo rotto. Non mi ero mai sentita così troia e così eccitata dal tradimento come ora che ero stata scoperta. La paura era svanita, sublimata nel piacere di essere vista in quel gioco segreto di sguardi. Per la prima volta non controllai l’orario e mi lasciai leccare dal mio amante ormai spompato. Con la scusa che avevo tanta sete chiesi a Pino di andare al bar a prendere dell’acqua e qualche pacco di patatine,Pino raccolse le sue cose e andò alla ricerca del primo bar.
Che sogno aver sposato un cornuto
Mio marito non era più alla finestra però e per un attimo mi chiesi se non se ne fosse andato. Era durata troppo? Avevo esagerato? Ma in una situazione simile cosa potrebbe essere esagerato? Ogni limite era stato già rotto, mi trovavo in territorio inesplorato dove tutte le cose brutte (ma anche quelle potenzialmente belle) che mi ero immaginata non erano più una certezza. Mi alzai dal letto e sbloccai la porta aprendola appena un poco. Non sapevo se mio marito era ancora li fuori, se avrebbe avuto il coraggio di entrare e se lo avrebbe fatto per picchiarmi a calci e pugni o per scoparmi ma io ero ancora così eccitata che avrei fatto sesso con mio marito all’istante.Non ci fu modo di pensare così tanto perché la porta si aprì e mio marito, rosso in viso e in totale silenzio, entrò nel bungalow.
Aveva nascosto il cazzo e probabilmente dopo aver ridipinto la finestra di sborra era scarico anche lui eppure mi sembrava ancora eccitato. Io lo ero. Eccitata e spaventata ma la paura non era più una nemica, mi faceva fremere. – Vuoi picchiarmi? – gli chiesi scoprendo di essere pronta a farmi prendere a schiaffi. Me lo meritavo in fondo, forse lo volevo perfino. Lui non rispose. Guardava altrove mordendosi il labbro preso dall’incertezza e dalla vergogna. Non sapeva cosa dire e cosa fare, combattuto tra rabbia e desiderio, tra ciò che dovrebbe essere “normale” e quello che in realtà voleva. Le sue mani si stringevano spasmodicamente, le labbra si aprivano per lasciar uscire parole che però gli restavano strozzate in gola. Entrambi eravamo in preda a una tempesta di sensazioni e sentimenti contrastanti ma se non avessimo sbloccato subito quella impasse, le cose avrebbero solo potuto finire male. A volte pensare troppo fa male e per fortuna la mia eccitazione decise che spegnere il cervello. Mi misi seduta sul bordo del letto, tesi una mano verso di lui e presi la sua. Lo attirai a me sollevando il viso con gli occhi da cerbiatta magnetici e imploranti ! Con quello sguardo potevo avere tutto da lui anche se di solito lo usavo per mete vacanziere o serate al ristorante… non nel sesso! Funzionò lo stesso però e le nostre labbra si incontrarono. Il bacio fu casto per una decina di secondi poi il sapore di cazzo, di sborra e umori che avevo in bocca scatenò il desiderio di entrambi e fu il bacio più lascivo e passionale che avevamo scambiato da anni. Bevve dalla mia bocca e mi lasciò di nuovo in calore, ansimante e coi capezzoli turgidi. Gli passai le mani accarezzandolo nella testa, lo guardai innamorata come non ero mai stata prima e poi lo spinsi in basso verso la mia fica. Si lasciò guidare docilmente mettendosi in ginocchio tra le mie cosce spalancate e, da bravo cornuto assetato, si mise a leccare la fica che ancora colava umori, sporca di piscio, dopo che me l’ero fatta addosso e anche della sborra che ci era colata sopra. Mi spolpò la fighetta come una pesca matura divorandomela di leccate e baci, succhiandola e mordendola fino a farmela rossa e dolorante. Si staccò solo dopo averla ripulita di saliva e dal basso fu il suo turno di guardarmi con occhi imploranti.
Non aveva il coraggio di parlare e nemmeno io volevo farlo ma capii lo stesso che cosa voleva. Sorrisi e mi voltai lentamente appoggiandomi con la pancia sul bordo del letto, ginocchia a terra e mento sulle mani per sorreggermi la testa. Bastò un piccolo scodinzolio col sedere per invitarlo e un secondo dopo la sua lingua era piantata nel mio culo slabbrato e arrossato intenta a leccare ogni goccia di sborra che ancora non era colata fuori. Mi afferrò le natiche con forza, affondò le unghie nella carne aggredendo il culo brutalizzato dalla scopata più violenta e prolungata che avessi mai fatto e succhiò tutta la sborra che avevo dentro. Mi morse lo sfintere, ci premette intorno le labbra suggendo con forza e poi ficcò dentro la lingua come potesse scoparmi con quella fino a farmi provare un nuovo orgasmo di un tipo totalmente nuovo. Anale? Mentale? Non lo so ma venni ancora e ancora mentre mi spingeva così forte contro il letto da sfregare la fica sulle coperte imbrattandole di umori.
Il dopo sesso occasionale era sempre stato frettoloso per me. Raramente avevo il tempo (o la voglia) di restare dopo la scopata e di farmi leccare e ripulire in quel modo e mai e poi mai sarei rimasta per coccole o quattro chiacchiere. Dopo essermi fatta ripulire da mio marito invece mi arrampicai languida e sfinita sul letto e mi accoccolai tra le coperte ancora sporche. Allungai un piedino verso la coda del letto muovendolo su e giù per chiamarlo e mio marito dopo un po’ si decise a obbedire. Si levò tutti i vestiti per non dover risalire in auto intriso di piscia e salì sul letto mettendosi dietro di me, tutti e due stesi su un fianco, il suo braccio intorno al mio ventre. – Se ti va quando ritorna Pino mi faccio scopare la figa, gli dissi..... e il cazzo del cornuto tornò subito duro.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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