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Prime Esperienze

Mia moglie Valeria - Dopo i 40 anni - Cambiamenti - Capitolo 1 - Il fattaccio


di Marta-trav
25.07.2020    |    22.588    |    10 9.7
"E mi sarebbe piaciuto condividerlo con mia moglie..."
Non si tratta, come potrete vedere, del “solito” racconto.
Più di un romanzo breve, direi.
Ho ritenuto di suddividerlo in capitoli. Ne dovrebbe guadagnare la comodità di lettura.
Che, vi auguro, che sia buona.

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Quarantacinque anni entrambi. Sposati da poco meno di venti. Due figli, ormai adolescenti.
Dipendente nel pubblico impiego io, broker assicurativo lei.
Questi siamo noi, una normalissima coppia, ormai di mezza età, di una piccola provincia del nord Italia.
Ci siamo conosciuti poco più che maggiorenni, tramite amici in comune.
Abbiamo scoperto il sesso insieme.
Io, tuttavia, avevo già fatto le mie esperienze. Qualcuna più di lei, almeno.
La prima.
D’estate, a 16 anni, mentre lavoravo in un albergo della riviera romagnola. Ero andato lì su sollecitazione dei miei genitori. “Vai a fare quest’esperienza, ti sarà utile e guadagnerai qualche soldo tutto per te”, mi avevano detto.
E mi fu molto utile, indubbiamente.
Facevo il cameriere di sala in un piccolo albergo.
La sera dormivo nel piano interrato della struttura, proprio sotto la sala ristorante. Una stanza con tre letti che, però, occupavo soltanto io.
Una notte mi sono svegliato di soprassalto, con la chiara sensazione che ci fosse qualcuno che mi stesse osservando.
E qualcuno c’era veramente.
Accanto a me, in reggiseno e mutandine nere, c’era Patrizia. Una cliente dell’albergo. Una donna di 40 anni, molto appariscente e provocante. Era in vacanza con una sua amica, piuttosto bruttina.
Patrizia catalizzava l’attenzione di tutti i clienti maschi dell’albergo. Alcuni dei quali mi avevano preso in simpatia.
Di sera, finita la cena, mi intrattenevo spesso con loro. E, tra una parola e l’altra, il discorso finiva sempre su Patrizia, su quanto fosse bella e su quanto sarebbe piaciuto a tutti portarsela a letto.
E quella notte me la sono ritrovata davanti a me, praticamente nuda.
“Hai già fatto l’amore con una donna?” mi chiese. “Voglio sverginarti io”, mi disse, con quella “r” alla francese che faceva letteralmente impazzire tutti i suoi interlocutori maschi.
Ma su quello che è successo dopo scriverò un racconto a parte. Forse.
Quella è stata l’estate del mio primo rapporto completo con una donna.
La seconda esperienza (e non solo).
A 18 anni, con i compagni di classe del liceo, abbiamo trascorso un mese di vacanza nell’est Europa.
E vi lascio, per ora, solo immaginare quello che potrà essere (forse) il contenuto di un altro futuro racconto.
Insomma, quando mi sono fidanzato ufficialmente con quella che poi sarebbe diventata mia moglie, avevo già fatto le mie esperienze sessuali.
Lei, la mia fidanzata, invece, aveva avuto un’unica relazione, una storiella con un ragazzo con il quale non credo che fosse andata oltre qualche bacio e qualche toccatina qua e là.
Poi, per quelle imperscrutabili dinamiche che regolano i rapporti sentimentali, è scoccata la famosa scintilla e ci siamo legati per la vita.
Come dicevo, abbiamo scoperto il sesso insieme. Anche se io un minimo di esperienza in più potevo vantarla. E me ne facevo, appunto, un vanto, ricoprendo, nell’intimità, il ruolo “dell’esperto”.
Approfittavamo di ogni momento per farlo. Ovunque ci trovassimo.
A casa dei miei o dei suoi, quando erano fuori per lavoro o per fare la spesa.
In macchina.
D’estate, in tenda, in campeggio, sul materassino gonfiabile.
Ed in tanti altri posti, più o meno convenzionali.
Poi, dopo sei anni di fidanzamento, ci siamo sposati. E dopo due anni è nato il nostro primo figlio.
Nuovi ritmi e nuovi equilibri familiari, anche da un punto di vista sessuale.
L’arrivo del secondo figlio, due anni dopo il primo, ha poi ulteriormente ingessato la nostra vita sessuale.
Il sesso con Valeria, mia moglie, è sempre stato “tradizionale”. Solo dopo molte insistenze e dopo molti anni l’ho convinta a provare il sesso anale. Lei non voleva assolutamente. Credo che me lo avesse concesso soltanto in nome dell’amore che ci lega. Un legame solidissimo, peraltro. Non credo che le fosse piaciuto più di tanto. Me lo ha concesso solo un’altra volta, ormai tempo fa.
E, per il resto, nulla di particolarmente trasgressivo, anche se appagante per tutti e due.
Poi è arrivato internet, con gli sconfinati spazi e la continua possibilità di conoscere.
Io ne ho approfittato. Valeria no.
Ho così iniziato a scoprire quello mi sarebbe piaciuto e quello che, però, non sarebbe mai stato.
Valeria era anni luce distante da quel mondo.
Valeria è stata una bella ragazza ed ora è una bella donna.
Non ha mai approfittato delle sue doti.
Le curve al punto giusto. Un bel seno, florido ma mai sufficientemente esibito. Poco trucco. Vestiti sobri, sempre scarpe basse, sportive.
Io, invece, sognavo una donna che amava mostrarsi ed esibirsi, sessualmente spregiudicata.
Poi, però, pensavo che quella donna era anche la madre dei mie figli. E forse, allora, andava bene così.
Ma poi tornavano i pensieri piccanti.
E mi veniva voglia di cercarmi un’amante, una donna con la quale mettere in pratica alcune delle mie fantasie più hot.
Insomma, io cercavo trasgressione, sesso aperto, libero, senza tabù e senza limiti.
E mi sarebbe piaciuto condividerlo con mia moglie. Ma poi, pensandoci bene, forse no, non con lei.
Ero combattuto ed, in ogni caso, l’ultima cosa che mi passava per la testa era parlarle delle mie fantasie. E tali sarebbero rimaste.
Fino a quel giorno, appunto.
Un martedì pomeriggio, mentre, insolitamente, ero solo in casa (i miei figli erano fuori con gli amici e mia moglie era a casa di un’amica) e mi sono collegato ad internet dal computer fisso.
La sera prima, navigando in rete, ero finito su un sito che vendeva materiale ottico. Volevo acquistare un binocolo professionale.
Ho deciso di recuperare quel sito dalla cronologia del browser e…boom!
Dalle 10:00 alle 12:45 di quel giorno, da quel pc, proprio da quel pc, erano state consultate solo pagine di numerosi siti…porno!
Ne ho aperte alcune a caso. E tutte mi rimandavano a video di scene di sesso esplicito.
Tutti brevi filmati, contenuti in un sito dove gli stessi erano raggruppati per categoria.
E le categorie, visitate in quelle tre ore scarse della mattinata, erano principalmente le seguenti: scambio di coppia, sesso di gruppo, gang-bang, esibizionismo, sesso anale.
Incredulo di quanto appena scoperto, mi sono fatto due rapidi conti mentali e mi sono detto che quelle pagine poteva averle visitate solo mia moglie, visto che i nostri figli, a quell’ora, erano a scuola.
Mia moglie, che era piuttosto inesperta nell’uso del computer e che credo che neppure conoscesse l’esistenza della cronologia.
Ho immaginato mia moglie seduta su quella sedia, davanti al computer, la stessa sedia dove ora ero seduto io, mentre faceva proprio quello che stavo facendo anche io in quel momento, toccarsi.
Non potevo crederci. Mia moglie, la madre dei miei figli, quella donna che spesso ho immaginato come la mia compagna di avventure trasgressive e peccaminose, la donna che non ha mai fatto nulla per mostrare le sue grazie, proprio quella donna era andata a curiosare tra siti porno e categorie specifiche, dove spesso la volontà di esibire la donna, che fosse una volontà della donna stessa o del suo compagno, era l’ingrediente necessario per realizzare le fantasie erotiche più estreme.
Vabbè, mi son detto, sarà stata pura curiosità. Più o meno è normale, dai.
Però le ricerche erano state troppo mirate. Valeria era entrata nel sito ed aveva selezionato alcune categorie ben precise. Si, certo, curiosità. Ma qualcosa mi diceva che non fosse troppo disinteressata, quella curiosità.
Ho cliccato su un link a caso e mi è apparsa una bella moretta, giovane, con due tette enormi, in mezzo a quattro uomini, due neri e due bianchi, che prendeva tre cazzi contemporaneamente (uno in figa, uno nel culo e un altro in bocca).
Ho cliccato su un altro link. Una bionda che, all’aperto, si faceva scopare da quelli che potevano essere, per lei, dei perfetti sconosciuti.
Altro link. Due coppie ammucchiate sullo stesso letto. I due uomini che, alternandosi, scopavano le due donne.
Ancora un link. Una donna, che conoscevo come una nota pornostar italiana, rossa di capelli, che, flettendo le gambe, si infilava due cazzi, contemporaneamente, nel culo.
E così via. Ho aperto quasi tutti i link presenti nella cronologia. E tutti avevano lo stesso copione. Una o due donne selvaggiamente scopate, in tutti i buchi, da uno o più uomini.
L’ultimo filmato mi rimandava ad una scena diversa. Una coppia seduta su un divano e un uomo seduto di fronte a loro su una poltrona. Moglie, marito e singolo, nella mia testa. Lei che si fa scopare dal singolo davanti a quello che dovrebbe essere il marito.
Il mio cazzo stava esplodendo. Duro come il marmo.
Al diavolo il binocolo, mi son detto.
E, proprio davanti all’ultimo filmato, mi sono masturbato con forza, immedesimandomi nei panni dell’uomo che stava assistendo alla sua cornificazione ed immaginando Valeria che, solo poche ore prima, davanti agli stessi filmati e seduta sulla stessa sedia, si dava soddisfazione, più o meno, nello stesso modo.
Magari guardando proprio lo stesso filmato. Magari immedesimandosi nella donna che stava cornificando il marito.
Raggiunto l’orgasmo ho spento il computer, avendo però cura di non cancellare la cronologia. Non si sa mai, mi sono detto.
La sera, a cena, mi sentivo estremamente a disagio, come se fossi io a dover nascondere qualcosa. Temevo che il mio viso potesse rivelare il mio disagio. Cercavo di non guardare negli occhi mia moglie. Ero più silenzioso del solito. Silenzioso e sconcertato. Stupito, disorientato ed eccitato. Si, anche eccitato, da quanto scoperto e da quanto visto. E da quanto immaginato. E, perché no, da quanto ancora immaginabile.
Valeria, invece, era raggiante. Raccontava del pomeriggio trascorso a casa della sua amica Elena. Dei progetti della sua amica di trasferirsi a New York. “Così possiamo andare a trovarla”, mi diceva.
Io non ascoltavo e ripensavo al pomeriggio.
Ed ora? Cosa faccio?
Le due strade che mi si ponevano davanti erano totalmente opposte tra di loro. Conducevano in due luoghi molto distanti e diversi.
Una tendeva a rimuovere dalla mia mente (e poi anche dalla memoria del computer) quanto scoperto. Quella donna era mia moglie, la madre dei miei figli. Quelle trasgressioni che avevo visto nel pomeriggio, nei filmati, non si fanno con le mogli, si fanno con le amanti, con le troie.
L’altra strada, però, mi invitava ad approfondire quanto scoperto. Avevo spesso fantasticato su una vita sessualmente spregiudicata insieme a mia moglie ed ora avevo scoperto che anche lei aveva fantasie in tal senso. Quindi, perché non approfittarne?
Andammo a dormire e facemmo l’amore. Lei pudica come sempre. Io più eccitato ed esigente del solito.
Mentre ero sopra di lei e la scopavo, le ho infilato un dito nel culo.
“Ma che fai? Cos’hai stasera?”, mi ha detto Valeria. Ma non mi ha chiesto di togliere il dito.
Per me è stato un messaggio, chiaro ed inequivocabile.
Ora dovevo trovare un modo per farle sapere che sapevo.
Ci sarei riuscito.
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