orge
La sera di Ognissanti
di SalBsx
20.12.2022 |
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"Ho suonato il campanello della villetta poco dopo le 18 e 30 e sono stato accolto da una tizia abbigliata da antica Egizia..."
LA SERA DI OGNISSANTIPrologo:
Il 22 mattina sono partito presto con l'intenzione di fare un bel giro tra boschi e alpeggi per poi fermarmi a comperare qualcosa di buono da portare alla mia dolce Semilesboputtanella che, essendo sabato, ha il negozio aperto ed inoltre è incazzosa perché ha il ciclo. Proprio mentre stavo pensando che ero stato un pirla a non approfittare della situazione; avrei potuto infatti portarmi il…surrogato, fermarmi magari dietro ad un castagno poi tirarmi giù i pantaloni poi…poi… poi…arrivateci da soli; mi suona il telefono e indovinate chi era? Ovviamente Lui! il mio ex compagno del liceo e se non lo conoscete leggetevi i due racconti che ho intitolato: Do Ut Des. Sto cazzone sembra avere un radar, una spia, naso, fiuto, orecchio, un drone…che ne so io che cazzo ha…ma quello lo ha e lo ha pure bello e grosso e questo lo so per certo…ma ad ogni modo: non so che cazzo abbia ma so che tutte le volte che mi viene voglia, sto facendo o anche sto solo pensando di fare…l’autoporco, lui lo sente, ne è certo e siccome è uno stronzo impiccione…mi chiama! “Ciao Grand’Uomo, come stai? lo hai già in mano o hai gia finito di menartelo? hai già spruzzato o stai ancora pensando a come fare a fartelo venire duro? Se fai fatica… basta che pensi a me e all’ultima volta che ti ho sbattuto in giardino… che non è un bosco ma gli somiglia… comunque che gran troia che sei stato…figa come ti era venuto caldo il buco e duro il cazzo…ma che peccato che poi te l’ho fatto ammosciare…vero? Volevi il mio culo ma io ho preso il tuo senza poi restituirti il favore…ti ho fatto penare fino a che ti sei venuto sullo stomaco a cazzo molle, che tristezza…ma giusto così, così impari (risata)! Comunque: lo so che sei in giro per boschi…e so bene cosa ti piace fare quando sei in giro da solo per boschi…ma almeno te lo sei portato il tuo amichetto di gomma? Scemo come sei…sicuramente no… che vergogna solitaria che sei diventato...telefonarmi no? Anche a me piacciono i boschi, ti ricordi al parco no? Comunque: sai perché lo so? lo so perché ieri Boccatrappola…si dai, ormai la chiamo così anche io e a lei non dispiace anzi…si bagna come una porcamaiala…parola tua questa anzi no, della tua Mezzalesbica…sta zitto! Dicevo: quando la chiamo così mentre ci succhiamo a vicenda che se non bevo veloce…annego…si bagna un sacco! comunque: Ieri è passata al negozio e ha comprato uno di quei completini stuzzica uccelli che vende la tua Puttanella… e lei, che continua a non riconoscerla, si è lagnata dicendo che avendo il ciclo…hanno confidenza ormai e si raccontano tutto…dicevo: si è lagnata che in questi giorni che ha il ciclo fa poco sesso! ha detto che ti fa solo solo pompini…che le piace si, ok, bello farti i pompini e buono il tuo sperma ma…ma non le basta! non si diverte a farti solo i pompini…ti somiglia su questo…perché a lei il tuo cazzo piace sentirlo dentro e dentro per lei vuol dire ovunque dentro, no solo in bocca! Comunque: mentre si sfogava sul fatto dei solo pompini e le stava…come dire…sistemando lo slip, che a detta di Boccatrappola era una meraviglia di ditalino a più dita…la tua Puttanella diceva che a lei piace fare sesso, tanto sesso… sempre sesso e mentre si lamentava che quello scemo (risata) del suo uomo…indovina chi è?...lo sa ma in quei giorni…se lo scorda…insomma, la tua Leccapassere si lamentava e quindi per consolazione se l’è fatta schiacciare in faccia e ha iniziato a far andare la lingua…ma che grande è? Riesce a leccare, stropicciarsi i capezzoli e contemporaneamente lamentarsi che quando ha il ciclo quel demente (risata) del suo uomo la tratta come se fosse ammalata… che le fa il the e le porta i dolcetti e le fa i regalini che almeno fossero regalini utili…tipo quello che ti sei dimenticato a casa stamattina aggiungo io…diceva si, ok è dolce e carino e tenero si, bello, ok, va bene ma checcazzo…non la scopa per giorni non la scopa…nemmeno il culo le scopa! Diceva che a lei, e aggiungo io anche al suo uomo…ma lei questo non lo sa ma io e te si che lo sappiamo…diceva che a lei piace tanto il tuo cazzo in culo…e non capisce che cazzo centra il culo col ciclo che è solo una questione temporanea di passera…se non sbaglio l’ha chiamata…”passera momentaneamente disabilitata”… poi ha aggiunto che quel cretino (risata) del suo uomo al posto che farle il culo che a lei piace…lo ha detto più e più volte…diceva che quell’idiota (risata) preferisce andarsene in giro da solo per boschi, andare a comprare robe buone e poi…prepararle anche la torta…ma figa! lei vuole scopare, ma checcazzo gliene fotte a lei del ciclo se ha il culo da dargli! Sei proprio un coglione Grande Maschio, ti sei preso una fila di complimenti gratuiti (risata)…ma dai: ma dovresti saperlo che sono più troie quando ovulano…ma te lo devo dire io che sono solo un finocchietto finocchio e quindi che cazzo vuoi che ne capisca io di passere? Quanto sei deficiente (gran risata)…ma lo sei sempre stato!” Come al solito ho lasciato che finisse di sproloquiare, di tirare fuori le sue ormai antiche litanie, non ho abboccato ai suoi tentativi di farmi arrabbiare e gli ho domandato di dirmi alla svelta che cazzo voleva da me perché non avevo tempo da perdere. In realtà avevo fretta di mettergli giù perché come sempre quando mi chiama e si mette a stuzzicarmi mi diventa urgente soddisfare sia l’uccello che cerca di sfondarmi i pantaloni, che il culo che ha assolutamente bisogno di prendere aria fresca e non solo quella: peccato davvero aver dimenticato a casa il surrogato! “Comunque non è per questo che ti ho chiamato, quindi ascoltami Grand’Uomo, dato che la tua Mezzalesbica si è già organizzata con le sue amichette…lo sappiamo entrambi no? tu la sera di Ognissanti…cosa? Si, coglione, certo che è quella di Hallowen…è la stessa…ma figa, eri ben più intelligente quando andavamo al liceo…comunque sta zitto e ascolta, dicevo che tu la sera del 31 vieni da me…anzi tu vieni prima…diciamo nel tardo pomeriggio…e non preoccuparti di nulla, come sempre ho già pensato a tutto io, chiaro? Ci vediamo lunedi, niente domande, niente repliche e niente…mutande! Adesso fatti la tua bella sega che lo so che è urgente…e poi torna a casa a farle la torta…(risata) coglione...”. Quello stronzo, come sempre capitava, mi aveva stimolato ed eccitato a tal punto che mi facevano male sia le palle che la cappella e infatti, neanche il tempo di abbassarmi i pantaloni e tirarlo fuori che già avevo impiastricciato quel povero albero senza colpe vicino al quale mi ero fermato meno di cinque minuti prima. Ho continuato a menarmelo fino a farmelo ridiventare duro, ho sborrato di nuovo e dopo essermelo strizzato ancora un paio di volte, tanto per essere certo che fosse davvero vuoto, sono tornato a casa senza aver ne finito il giro ne essermi fermato a comprare qualcosa di buono ma qualcosa di utile: si! Quando la mia dolce Semilesboputtanella è rientrata, non ha trovato ne the ne torta ne dolcetti, ma ha trovato un uomo nudo, col cazzo durissimo che le è finito in culo ancora prima che la porta si chiudesse e poi, senza che avesse il tempo di domandare: “Come mai sta novità che ho il ciclo?”, in bocca…e quella sera: dormirono tutti felici e contenti! Per qualche giorno ancora ha funzionato così poi, passata di moda la questione…“passera temporaneamente indisponibile” siamo tornati all’antico senza però dimenticare più di coinvolgere i due nuovi amichetti di gomma, di cui uno dalla forma particolare e l’altro che si muove persino autonomamente, che quel sabato sera era stati accolti entusiasticamente tra le sue chiappe mentre l’unico cazzo vero che c’era in giro le finiva in bocca: “ Questi si che sono regali! Ti adoro…imbecille!”. Mi sembra superfluo aggiungere che il suo preferito è proprio quello che fa tutto da solo ed è inutile dire che ormai è ospite fisso della sua borsetta. Mentre ci adattavamo alla nuova tradizione stava arrivando il 31…ma non me lo potevo certo dimenticare perché quel cazzone del mio ex compagno del liceo si è preoccupato di ricordarmelo almeno tre volte al giorno fin dal 23 e comunque, detto tra noi, non vedevo l’ora che arrivasse il 31 fin dal 22 stesso perché anche se sapevo bene cosa sarebbe successo quel giorno, ero curioso e ansioso si sapere come sarebbe successo.
Parte prima: l’Egitto.
Ho suonato il campanello della villetta poco dopo le 18 e 30 e sono stato accolto da una tizia abbigliata da antica Egizia. Pesantissimo trucco nero e blu attorno agli occhi e ciglia lunghissime, capelli corvini lunghi alle spalle acconciati a treccine, decorati con decine di perline dorate alle estremità e tenuti fermi da una tiara con pendaglio di perle sulla fronte, labbra carnose appena velate di rossetto…nero, tette sode al vento con un grande girocollo a piastre blu e oro appoggiato sopra, scarabeo nell’ombelico, gonnellino bianco a fianchi nudi con lunghe frange giallo oro sul davanti dalle quali spuntava impettita e orgogliosa una vipera di…solido silicone blu. Orecchini a foggia di gatto, anelli, bracciali e sandali alla schiava completavano poi l’opera d’arte. Senza dire nulla mi ha fatto segno di seguirla e non appena si è incamminata ho avuto modo di apprezzare il gonnellino che era un semplice copri meno di mezzechiappe e di notare sia il gioiello, anch’esso a forma di scarabeo, che le penzolava sopra la riga del culo sia quello color zaffiro che invece era incastrato tra quelle due meravigliose mezzelune bianchissime che sculettavano a meraviglia davanti a me, sia che la vipera stava lì dov’era senza apparenti aiuti esterni: che fosse anche lei…incastrata da qualche parte? Fatti pochi metri si è voltata, mi ha abbassato la cerniera, messo una mano dentro e poi, mostrandosi sdegnosamente compiaciuta di averlo trovato senza impedimenti di sorta, mi ha fatto entrare in quello che di solito è lo sgabuzzino della donna delle pulizie ma che per l’occasione era stato trasformato in camerino. Mi ha spogliato, fatto indossare dei sandali simili ai suoi e un sottanino di cuoio marrone lungo dalla cintola alla…cintola stessa che mi copriva giusto il…nulla, mi ha messo un collare pieno di catenelle ognuna delle quali terminava con un piccolo ma rumoroso sonaglio, bracciali ai polsi e alle caviglie, mi ha stretto un secondo collare attorno ai genitali e infine, con altre catenelle…sonore, ha collegato il tutto. Sempre senza dire nulla si è messa a girarmi attorno scrutandomi attentamente e sfiorandomi tutto il corpo con le unghie poi, annuendo a se stessa soddisfatta di quel che aveva appena finito di fare, mi ha messo il guinzaglio, dato uno strattone e con tono perentorio ha finalmente parlato: “Seguimi, mio schiavo!” Senza pettinatura in stile “Viva la mamma”, senza abiti larghi e sciatti, senza apparecchio ma soprattutto “s”vestita in quel modo non l’avrei mai riconosciuta ma la voce, come spesso mi fanno le voci, mi ha risvegliato i ricordi: Cleopatra era ovviamente Boccatrappola. Ho tintinnato fino al piano di sopra cosciente che quel suono mi avrebbe accompagnato per tutto… l’Egitto e quindi, cosi agghindato e rumoroso, sono entrato in quello che normalmente è lo studio di quel cazzone del mio ex compagno di classe che però per oggi era diventato la sala dove la “Regina dei Re e delle Regine” accoglieva i suoi ospiti. Subito due giovani Ancelle che a me sembrava di aver già visto e forse anche scopato durante uno dei miei classici furti di passera alla mia furiosa Semilesboputtanella, vestite solo di una trasparentissima e supersuccinta tunica bianca ed entrambe con un seno scoperto, quella a destra il destro e quella a sinistra il sinistro, si sono precipitate ai suoi piedi e dopo averla adorata per un po’ carezzandole le cosce e baciandole i piedi, mi hanno preso in consegna e mentre lei andava a sedersi sulla poltrona dove tante volte ero stato sbattuto, mi hanno incatenato le mani dietro la schiena e…fissato al muro per il collo e per le…palle! Fatto il loro lavoro, le Ancelle sono corse a prostrarsi davanti al trono, la fronte sul pavimento, le braccia distese in avanti e i culi in aria a mostrare tutto il loro fresco bendidio ed immediatamente ed in chiaro segno di dominanza, Cleopatra ha piantato i suoi sandali tra le loro scapole. Trovavo strano non vedere Lui essere li a godersi la sceneggiata, trovavo strano anche di avere l’uccello tutto sommato molle data la situazione estremamente eccitante ma trovavo soprattutto deludente il non aver ancora preso quella vipera nel culo. Nessuna Regina mi aveva mai scopato e siccome desideravo tanto che succedesse, il mio cazzo cominciava finalmente a dare segni di vita. Nel perlustrare la sala ho notato una sorta di tavolo…bucato, una cassapanca piena di…non lo so cosa, due anelli che pendevano dal soffitto e guardando meglio mi sono accorto che ai lati del trono stazionavano due statuari…Nubiani! I due, nudi del tutto se si eccettuano il collare, i sandali, il trucco giallo attorno agli occhi e la lunga barbetta alla egizia che ad una prima occhiata sembrava davvero una barba ma che ad uno sguardo più approfondito era palesemente uno di quei falli “Fotti e Lecca”, ricoprivano chiaramente il ruolo dei servitori che fanno aria al Faraone. Io però speravo non fossero li solo quello perché come nessuna Egizia, anche nessun Nubiano mi aveva mai scopato, tantomeno col…mento e dato che lo volevo fortemente, il mio uccello alla buon'ora guardava il soffitto. Nel frattempo il campanello della villetta aveva preso a suonare frequentemente e si cominciavano anche a sentire vocii e chiacchiericci e risa e rumori vari provenire dal salone del piano di sotto, quello con la vetrata che dà su quel giardino dove Lui e gli altri secchioni finocchietti finocchi si erano “vendicati” di me la prima volta. Mentre ripensavo a quel pomeriggio di ormai diversi anni fa, la Regina Tolomea aveva allargato le cosce, impugnato la vipera e lentamente ma in modo costante e risoluto, la tirava verso l’alto, la rimandava in basso, poi in dentro e poi verso di me…ma è stato quando l’ha stappata via dal suo nido dandomi finalmente modo di capire come faceva a restare li da sola che il mio cazzo ha visto chiaramente come era fatto il lampadario. La vipera ha la foggia di una U e il suo lato più corto e nascosto è come un grosso pomello a forma di uovo con una base più stretta che ne permette l'incastro. Con un semplice schiocco di dita, Cleopatra ha fatto scattare in piedi le sue Ancelle le quali hanno subito fatto scivolare a terra le loro inutili vesti e sono rimaste ferme e meravigliosamente nude al suo cospetto fino al momento in cui lei ne ha scelta una. Mentre l’altra veniva a sdraiarsi davanti a me a ginocchia raccolte, cosce divaricate al massimo e passera liscissima rivolta verso il trono, la prescelta, come se ce ne fosse stato bisogno dato il tempo che era rimasto dentro al caldo umido della Regina, si prodigava a lubrificare di lingua il…pomello e ha continuato fino a che se lo è visto strappare di…bocca e sentito bruscamente incastrare a fondo. Non appena ricevuto il beneplacito della Potente del Nilo, la giovane serva si è messa sopra alla sua compagna e ansimando ha spinto a fondo la vipera realizzando così una perfetta e gemente connessione di piacere. A quella vista il mio cazzo stava quasi per imbiancare pareti e soffitto ma quando entrambe le Ancelle mi hanno guardato facendomi l’occhiolino…ha avuto un breve contrattempo. Avevo sospettato bene prima, porca troia! quelle obbedienti zoccolette erano due tra le varie Saffogiumente che chissà quando avevo sottratto con gusto alla mia dolce ed incazzosa Semilesboputtanella. Forse ero nella merda ma ormai, non potendo più farci nulla, ho smesso di pensarci e ho cominciato a godermi la scena e tutti i suoni che ne derivavano. Anche Cleopatra se la stava godendo anzi, contribuiva a renderla anche migliore col convinto lavorio e ansimare che le sue sapienti dita, finite giusto dove fino a pochi istanti prima dimorava un pomello, provocavano e generavano e quindi, nella sala del trono c’erano ormai non uno, ma ben tre cazzi più duri del marmo con cui furono costruite le piramidi di Giza. All’improvviso la “Regina di tutto l’Egitto” si è alzata ed è andata ad inginocchiarsi proprio sulla faccia della prima Ancella, ha schioccato le dita e i Nubiani, abbandonati i ventagli, sono accorsi ad offrirle i loro grossi membri neri che lei ha subito afferrato, uno per mano e due per…bocca e il mio cazzo si agitava solitario e disperatamente invidioso. Ore, giorni, settimane, anni o forse secoli ma in verità non più di…tre minuti dopo, sempre senza parlare e sempre con un semplice gesto ha rimandato tutti i suoi servitori ai loro posti e poi si è avventata su di me. Era dai tempi del liceo che Boccatrappola voleva spompinarmi e dopo decenni ma in una situazione totalmente differente, stava finalmente realizzando il suo sogno. Sogno che è continuato quando si è alzata, girata, piegata in avanti e mandato il mio cazzo ad occupare il posto lasciato libero tempo prima dal pomello. Il rumore dei miei sonagli, delle mie catenelle e dello zaffiro che colpiva di forza il mio micro coprinulla rendevano il mio uccello un più che degno sostituto del pomello di cui sopra. Poi, proprio mentre le venivo in gola e lei deglutiva raggiante, si è sentito un applauso provenire dal piano di sotto e a quel punto, rientrata nel ruolo della sdegnosa Regina degli Egizi, Boccatrappola è tornata sul suo trono e mentre il mio cazzo ricominciava già a curiosare il soffitto ha parlato di nuovo: “Silenzio Servi!”
Parte seconda: De sproloquio Cæsaris.
In quell’istante e come per magia, si è sentita la voce del mio ex compagno del liceo. Sembrava essere lì nascosto da qualche parte ma la voce era metallica, vagamente gracchiante e ho capito che proveniva da una di quelle radioline che certi genitori usano per farsi gli affari loro mentre il neonato dorme nella stanza accanto. “Romani!” e ovviamente: “Ave Cesare!”. ”Romani! Vi saluto e Vi do il benvenuto! Vi invito a servirvi a vostro piacimento del cibo…Vi esorto a far scorrere a fiumi nelle vostre gole l’idromele…casse e casse ricolme di sue…lattine sono laggiù a vostra disposizione…Vi sprono ad inebriarvi…ma senza esagerare…del vino e dell’Etrusca bevanda di Cerere ma specialmente Vi induco o Romani! a farvi travolgere Anima et Corpus, Corpus et Mentis dal maestoso regalo che Venere e Cupido hanno fatto al mondo! Vi incito a giovarvi dell’uso dei vostri genitali e a bearvi del loro gustoso succo…Vi incoraggio dunque a non lesinare né nella sua produzione né nel suo consumo…Vi sollecito quindi a fruire del dolce miele e della golosa crema di maschio e a beneficiare dei salati, salmastri, agrodolci, sapidi e sempre saporiti succhi di femmina…Romani! Vi spingo perciò godere come più vi piace! Godete Romani! Godete come più vi soddisfa! Godete coi vostri culi e coi vostri cazzi, con le vostre fighe e le vostre bocche… Godete in due…Godete in tre… Godete tutti di tutti e con tutti, di chiunque e con chiunque…Godete e siate depravati o Romani! Godete tutta sera e tutta notte! Godete quando volete e dove volete… Godete come volete e con chi volete! Date ordunque sfogo alla vostra libido…dichiarate le vostre fantasie, realizzate i vostri desiderata! Godete e siate immorali o Romani! Godete senza limiti e senza freni…Godete senza risparmio alcuno di energie, di forze e di voglie….Godete sfrenati del e col meraviglioso e lussurioso e promiscuo e liberatorio…dono divino del sesso!”. Godete e siate eccessivi o Romani! Godete e scatenatevi nel grandioso e Dionisiaco Baccanale che Io: Gayo Giulio Cesare! ho preparato per voi oggi qui…qui nella feconda Caput Mundi, qui nell'Urbe libertina, qui nella dissoluta Città Eterna, qui nella ricreata…ROMA!”. Prontamente è scoppiato un entusiasta: “Ave Cesare, Scopatori te salutant!” e anche se il proseguio di giornata si prospettava come una interessante, allettante ed eccitante gran maialata, il sentirlo sproloquiare in maniera così seria con quel tono così grave e pomposo che solo lui sa usare ma soprattutto, la convinta ed estremamente ridicola ode dei… Romani! mi hanno inevitabilmente e irrefrenabilmente costretto a mettermi a sghignazzare di gusto ma Cleopatra, con uno sguardo assassino, mi ha subito rimesso al mio posto: me lo aveva si succhiato con decisione, si era si scopata con soddisfazione col mio cazzo, aveva si gustato con avidità il prodotto delle mie gonfie gonadi ma io ero e restavo comunque sempre e soltanto uno schiavo e non potevo ne mi dovevo permettere di deridere il suo Cesare! Fatto quindi immediato e contrito silenzio ho ripreso ad ascoltare. “Romani! Siate felici! Siate orgogliosi che in questo fausto e liberatorio giorno di godimento e di sesso…sesso sfrenato, sesso senza limiti, sesso senza imposizioni, sesso senza regole precostituite...una Dea! La più bella Dea delle Dee, la più grande Dea delle Dee, la più terribile Dea bionda di tutti i tempi…ma specialmente dei nostri tempi…dei nostri tempi del liceo… abbia accettato ignara di venire oggi ad omaggiarci con la sua radiosa beltà! Beltà per niente incrinata dagli anni trascorsi…Lodiamola che sia accorsa ad inebriarci della sua se…ssuale aurea, aurea mai dimenticata durante tutti gli anni ad oggi trascorsi… Apprezziamo che sia pronta senza nemmeno aspettarselo…a farci godere, tutte e tutti indistintamente, con e della sua porca essenza…essenza mai sperimentata ma da tanti di…voi desiderata in quegli anni ormai trascorsi!”. Oh…cazzo! Di chi stava parlando quel logorroico cazzone, non sarà per caso…? “Romani! siate riconoscenti a Colei che ormai è sull’uscio e ci ascolta…disinteressata come sempre…ma Osanniamola lo stesso per il rispetto, la correttezza e la considerazione che sempre ci concesse benevolmente…maligna a quei tempi…tempi per noi mai passati…Rendiamole comunque grazie per l’aiuto che giornalmente ci diede durante tutti quei cinque lunghi anni…aiuto che fu contributo fondamentale per renderci quelli che siamo oggi perciò…Romani! Ricordiamo insieme in questo momento gaudioso, i favori che sempre ci concesse a quei tempi… Rimembriamo ad esempio i suoi per niente morigerati slip di pizzo nero che tolse da sotto quella gonna a pieghe larghe da finta educanda quale era…slip che fece lascivamente scivolare a terra con lenti, sensuali e assolutamente provocatori movimenti di anche e ginocchia…in quel corridoio d’albergo etrusco…slip che poi, lanciati voluttuosamente in aria con un abile colpo di punta di stivale… vennero subitaneamente afferrati e immantinente ricolmati dallo sperma del suo servo idiota…servo che pensava di esserne fidanzato e gestore…ma quando mai coglione che eri e che sei…appena prima di esigere che li indossassi ancora caldi di…entrambi!”. Sapeva bene, il merda, che lo potevo sentire e comunque: Oh…cazzo! mi stava venendo un atroce sospetto, che sia forse… “Ricordiamo quegli slip assieme ai suoi tacchi, alle sue autoreggenti a rete da vera Dea delle giovani peripatetiche…e rimembriamoli assieme a quel suo reggiseno a balconcino che lei, come anche quel demente a cui aveva giurato fedeltà in sæcula sæculorum…fedeltà mai e poi mai mantenuta ma a cui lui…scemo e cretino…credeva…solo perché lei gliela dava ma il più delle volte gliela faceva solo annusare a fine giornata perché l’aveva già data prima a tanti altri!” Ma non dire cazzate, minchia di stronzo del cazzo che sei e comunque: Oh…cazzo! altroché sospetto mi stava venendo. “Anche lei, la splendida e algida Dea di tutte le liceali fintamente sante ma palesemente troie, diceva che avevo la sua stessa taglia…Facciamo quindi memoria o…Romani! di quel balconcino che mi obbligò strafottente a mettere e che ad alcuni di voi qui presenti… masturbandovi con consumata maestria davanti agli occhi l’ammennicolo fremente ed impaziente del suo illuso, presunto e ovviamente autodefinito…Grande Maschio…impose di impiastricciare per bene poco prima che suonasse quell’ultima agognata, benvoluta, benarrivata, benedetta e liberatoria campanella…perciò orsù…Romani! diamo il benvenuto alla Dea della Collera! Salutiamo Colei che era temuta persino dalle altre Divinità… del suo codazzo di inutili troiette, alcune delle quali sono qui presenti quest’oggi…e che era riverita dal suo seguito di stupidi segaioli leccaculo e sfondabuchi nostri… Auguriamole di ricordare per sempre ciò che noi tutti, disprezzati e umili secchioni, denigrate e scartate giovani femmine non alla sua altezza e presunti o veri finocchietti finocchi di un tempo che fu e che è ancora…le abbiamo preparato e riservato oggi, Restituiamole coi dovuti interessi “l’amore” che per anni diede a noi tutti…Romani! Preceduta dalla mai dimenticata ma conclamata nomea di reginetta bionda delle vacche da monta…Romani! Accogliamo ossequiosi e festanti: Sekhmet la Potente!”. Come un fulmine a ciel sereno mi è tornato in mente quel giorno di fine primissimo quadrimestre in cui lui la chiamò così e mentre si scatenava un altissimo: “Ave mirabile Dea Dearum, ex servis tui te salutant!” tutto è diventato chiaro, l’atroce sospetto è mutato in certezza assoluta e ho finalmente capito. Che quella maledetta mezzachecca vendicativa mi trattasse a piacimento come la sua troia personale mi stava bene, me la godevo anche io alla fine, mi stava bene anche che si divertisse ogni volta che poteva ad evocarne il fantasma ma non avrei mai pensato potesse abbassarsi a tanto. Stavolta aveva superato se stesso, era riuscito addirittura a farlo materializzare quel fantasma. Aveva infatti scovato e convinto a scendere al piano di noi semplici umani la Distruttrice ossia quel gran mostro devasta vite, succhia soldi ma non solo…della mia ex moglie!
Parte Terza: La Dea.
“Ooh, meno male che quello ha smesso di parlare…che noioso che era…non ho sentito ne capito una sola parola…ma in realtà neanche sono stata ad ascoltarlo…cheppalle ‘sta gente che parla, che parla e che parla sempre di cose ininfluenti che non mi interessano a prescindere… ripeto, meno male che ha smesso perché mi ero anche stufata di stare li sulla porta assieme a ‘sti due stoccafissi vestiti male e comunque poco da…da non mi interessano ne loro ne da chi o cosa son vestiti…”. Che novità che non ti interessa di un cazzo di niente, strega della minchia! “Comunque ciao a tutti anche se ovviamente non mi ricordo di nessuno di voi…e neanche mi interessa…ma forse se dopo venite a presentarvi e mi dite chi siete… magari mi venite in mente…ma no, non credo succederà mai…fatevene una ragione…siamo su livelli diversi, mi basta guardarvi”. Sempre a rispondere con quella voce impostata, sottile ed eternamente supponente, vero maledetto demonio ? Non mai hai abbandonato quel tono altezzoso e sprezzante che ricordo fin troppo bene, né hai mai perso quel modo di dire le cose che fa capire chiaramente a tutti che per te tutti e tutto sono sempre e solo un inutile bla, bla, bla…che a te, come è sempre stato e sempre sarà, non frega un cazzo di niente e di nessuno perché niente e nessuno era, è e sarà mai alla tua altezza e di conseguenza niente e nessuno, te stessa a parte, merita mai di essere ascoltato o preso in considerazione, vero grandissima stronza? “Comunque non sapevo fosse una festa in costume o in maschera che sia…”. Arrogante carogna che crede di essere sempre superiore a chiunque, è la sera di Ognissanti o di Hallowen se preferisci...è come fosse Carnevale: che cazzo pensavi di trovare se non gente travestita da qualcosa? “Quello che mi ha pregato per settimane di venire stasera, che non so nemmeno chi fosse…c’è? Vabbeh…non è importante, non mi interessa…ma spero proprio che non sia quel fastidioso noioso che ha parlato per ore dicendo cose che io non mi sono neanche presa la briga di stare a sentire perché erano certamente solo inutili…cazzate…”. E invece è proprio lui, malefico diavolo che non sei altro! “Comunque, quel tizio insistente non me lo ha detto, non mi ha proprio avvisata ‘sto poveraccio…sennò sarei passata da Prada o da Armani…ma meglio Prada, a prendere apposta un abito adatto e ovvio, più costoso da mettermi al posto di questo elegante straccetto da banali duemilanovecento e spiccioli di euro, no?”. Fanculo! zoccola spandimerda, tanto sono i miei quelli che avresti speso, fanculo! “Ad ogni modo, tra il mio bell’abito da due soldi e i vostri ridicoli cenci da mercato rionale…chiaramente non c’è paragone!”. Dopo aver sopportato questo suo ultimo, ennesimo, borioso commento ho sentito salirmi al cervello una vampata di rabbia così calda e cosi intensa e così folle da farmi quasi paura. Ho iniziato a strattonare con forza la catena e non appena fossi riuscito a liberarmi sarei dilagato come Attila e i suoi Unni, deciso a prendere a calci quella bugiarda vacca presuntuosa della mia ex moglie e a radere al suolo Roma assieme a quel gran verme figlio di un topo di fogna e di una rognosa cagna zoppa del mio ex compagno di classe che l’aveva riesumata dal limbo dove invece doveva restare in eterno. Ero davvero furioso e stavo per mettermi ad urlare tutta la mia giusta incazzatura contro quei due maledetti ma specialmente contro quelle minchia di catene che non ne volevano proprio sapere di rompersi, quando Cleopatra si è avvicinata. Massaggiandomi i testicoli mentre mi mordicchiava e mi infilava la lingua dentro l’orecchio sinistro; questo trucco deve averlo saputo per forza dalla mia dolce e pettegola Semilesboputtanella; mi ha sussurrato tre semplici parole: “Taci, Ascolta, Aspetta!” che non so perché mi hanno calmato e mentre le Ancelle, rivestitesi velocemente, volavano giù per le scale recando entrambe un dono per il biondo demone infernale, la radiolina ha ripreso a trasmettere. “E voi chi siete…le mie serve? E questa… vestaglia…si vabbeh…tunica o vestaglia è uguale, non annoiatemi con ‘sti dettagli inutili…comunque è per me? È di Prada? no? era meglio di Prada! col fisico che ho io ci vogliono le cose di Prada…ma vabbeh…Valentino…posso anche accontentarmi…ma che noiose, cosa c’è ancora? C’è anche una maschera da…che animale è questo, un gatto? quindi io ho la maschera da gatto…si va bene da leonessa…è lo stesso, ancora dettagli, che fastidiose… quindi io ho la vestaglia e il gatto perché io sono una Dea? la vostra Dea? sono una bellissima Dea? Si è vero…”. Ma quale Dea della minchia! sei sempre stata solo una stronza fancazzista vanitosa, egoista, piena di se, troia e traditrice e io coglione che lo sapevo ma non l’ho mai ammesso e poi ti ho pure sposato! “Comunque, mi veste meglio Prada!” e certo stronza che sei: Il diavolo veste Prada! Poi, mentre sogghignavo alla mia stessa ridicola allusione cinematografica, la radiolina ha trasmesso di nuovo la voce di Cesare. “Voi: Serve! accompagnate la Dea ad abbigliarsi in maniera consona al suo rango e…destino…e voi: Pretoriani! scortatela al cospetto della Regina dei Re e delle Regine! E tu: Scriba! accodati al corteo e registra e documenta l’evento con la tua…settima arte!”. Mentre il suo Cesare pontificava… minchiate, un Nubiano le slacciava le frange e l’altro le porgeva e reinseriva ossequioso la vipera, Cleopatra sorrideva sorniona. A me invece veniva proprio da ridere perché forse cominciavo a capire perché la “Dea”, che continuava imperterrita a sparare sentenze, era stata convocata qui. “Ancora parla quello…però con ‘sto gatto sulla faccia non ci vedo granché…ho capito che sono la Dea e che la Dea non deve vedere troppo per non rovinare i suoi splendidi occhi blu cobalto con l’orrenda vista di voi umili e patetici mortali ma non vi sembra esagerato che proprio non vedo niente, no? Dea, si, ok, ho capito! dite che è stato il fato che ha deciso che io sono una Dea, la più bella Dea di tutte le Dee? È vero, è proprio così, è sempre stato così…si lo so, sono una Dea, la Dea! fate bene a ripeterlo brave ma siete noiose lo stesso, Dea…Dea…ho capito, ho capito!”. Invece no, no che non hai capito, non hai capito un cazzo stronza presuntuosa che sei! “Spero però che non mi si rovini la piega perché ho speso un occhio della testa e sono stata più di quattro ore , quasi cinque in realtà… da Jean Louis per farli così stupendi anzi, dovreste ringraziarmi che ci sono andata senza nemmeno sapere chi siete e perché mi avete supplicata di essere qui stasera…no! Non mi interessano spiegazioni e dettagli…siete pallose…ripeto che era meglio Prada…ma comunque mi piace essere la vostra Dea!”. Subito prima di spegnersi definitivamente la radiolina ha gracchiato un pomposo: “Romani! Alea facta est! habemus…sexus!” e poi ha fatto sentire a tutto l’Egitto i primi inequivocabili suoni che indicavano chiaramente che nell’Urbe fatale il Baccanale era finalmente iniziato. Intanto il corteo della “Dea” cominciava a salire le scale, la si sentiva blaterare e ovviamente lamentarsi di qualsiasi cosa e io e il mio cazzo ci guardavamo dubbiosi senza saper decidere se essere preoccupati, spaventati, terrorizzati o…felici. “Questa vestaglia è bordeaux quasi opaco ma le mie scarpe sono rosso fuoco e lucide, i colori non vanno bene…e comunque sembra più un tubino che una vestaglia…si vabbeh…ok, tunica…dettagli, dettagli…sempre dettagli, siete carine ma…che pallose, ve l’ho già detto no che siete pesanti? dite che una Dea come me non indossa una semplice vestaglia? Ok, ma non è troppo corta lo stesso, no? mi esce…anzi, il reggiseno è tutto fuori…e poi non ha la schiena troppo nuda…troppo…aperta? Si, va bene…ha le spalline lunghe e mi avete anche fatto il nodo dietro perché c’è il laccetto fatto apposta… però…non andava tirata più su, no? dite di no che sono splendida così? Si, lo so che sono splendida…ma dato che è così stretta…oooh…si, si vabbeh è elasticizzata, va bene ma basta puntualizzare ogni volta, che noiose…io sono la Dea e ho sempre ragione, punto! Ma non diventa troppo trasparente così stretta, non è che mi si vede anche il brasiliano? Se quello che mi ha telefonato mille volte con quel petulante tono di supplica me lo avesse detto…a parte comprare un nuovo abito costoso… di Prada ovvio, sotto mi sarei messa qualcosa di più…no? dite che va bene questo che mi sta da Dea perché lo sono? Lo so che lo sono… ma magari non è che comunque mi si vede anche tutto il…dite di no? Però peccato…non è che mi dispiaccia guardarmi anzi… nemmeno farmi guardare mi dispiace…invidiare dite? Giusto! Lo so che ho il fisico di una vera Dea che voi due schiavette ventenni ve lo scordate…ma per una banale festa in maschera tra…chi è poi tutta sta gente che ancora non l’ho capito…no! per cortesia no, non ditemelo che non mi interessa e poi siete già abbastanza barbose cosi… comunque: non è esagerato? dite di no? sono bellissima cosi? Si, lo so che sono bellissima…però non mi sta un po’ stretta sulle ginocchia, faccio fatica a muovermi…non è che magari cado, no? mi portate voi? Lo so però non…sono perfetta così? Beh certo, che sono perfetta lo so bene…comunque non vedo davvero nulla…”. Purtroppo, quando il corteo “divino” è entrato nella stanza della Regina io e il mio uccello abbiamo avuto un sussulto e anche se non avrei mai voluto che succedesse perché la odio profondamente per avermi reso la vita un inferno e per avermi svuotato il conto in banca, era e rimane comunque una gran figa con quella solenne aria da nobile puttana che ho sempre adorato. Aria che però mi aveva sempre impedito di capire che persona fosse davvero e che stavo quasi per mettermi a rimpiangere quando per fortuna gli eventi sono precipitati alla velocità della luce. I Nubiani l’hanno immediatamente afferrata e inanellata al soffitto, le Ancelle le hanno divaricato e bloccato le gambe al pavimento e una gongolante Cleopatra l’ha salutata strappandole il costoso reggiseno, prendendole a sonori schiaffi le grandi e sode tette infierendo poi sui lunghi capezzoli marroni torcendoli, schiacciandoli e tirandoli su e giù e qua e là, a destra e a sinistra ma non necessariamente ne insieme ne dalla stessa parte. Subito dopo la Regina degli Egizi le ha sollevato e distrutto la tunica o vestaglia o tubino non di Prada che sia e dopo averle fatto a pezzi con le unghie e coi denti anche l’elegante ma delicato brasiliano, le ha dato due…mila grandi pacche a mani aperte sul culo e ha continuato fino a farglielo diventare dello stesso colore dell'unico indumento, gatto a parte, che le era rimasto addosso: le scarpe…ed infine, di cattiveria pura, le ha spinto in culo la vipera senza farsi minimamente impressionare o impietosire dalle sue alte grida di stupore, protesta e dolore…e il mio cazzo è impazzito. Molti ma…molti istanti dopo, inebetita e frastornata, è stata trascinata e poi spinta su quel tavolino…bucato e mentre le sue tette si infilavano precise in due di quei buchi, i suoi capezzoli già doloranti finivano per essere pinzati e incatenati tra loro, il suo collo e i suoi polsi venivano bloccati da una gogna e le sue sottili e sexy caviglie, legate alle larghe gambe di quell’antico banco da supplizio, un Nubiano le toglieva il gatto dal viso, l’afferrava: ”Non per i capelli…non per i c…pl..ll…” e le occupava la gola, le Ancelle accorrevano ad allargarle le natiche e finalmente la Regina d’Egitto, con l’espressione più sadica che avessi mai visto sul viso di una donna, le riempiva culo e passera con la vipera bicefala più impressionante che avessi mai visto In vita mia e va da se che, data la posizione in cui era, la testa più grossa le è finita nel posto più stretto. A quel punto la “Dea” non potendo più né muoversi né lamentarsi, ha cominciato ad ansimare come la zoccola che era sempre stata fin dai suoi quattordici anni e la si sentiva talmente chiaramente che io e il mio cazzo ci guardavamo felici e…parecchio invidiosi. Molto tempo dopo, perché il vantaggio delle donne che si scopano tra loro è che non hanno limiti in questo senso se non quelli dettati dalla pura stanchezza muscolare, uno dei due statuari servitori è venuto a staccarmi dal muro. Senza liberarmi le mani mi ha trascinato afferrandomi per uccello, scroto e tutto quel che c’è dentro messi assieme, fin davanti a quel culo invitante ormai arrossato dagli innumerevoli schiaffi e dai rabbiosi colpi di vipera di una eccitata, eccitante e scatenata Cleopatra. La Regina, facendomi segno di non parlare e nemmeno di proferire… versi, si è subito ritratta, ha indirizzato la mia cappella e poi spingendomi dai glutei, ha fatto in modo che entrassi a fondo nel… profondo della “Dea”. Ho cominciato a tintinnare e l’ho scopata e sbattuta e scopata ancora come non facevo più dagli anni prima della separazione e nel momento in cui stavo per cedere, uscire e sborrarle tra quelle chiappe ormai violacee, ho sentito due mani che allargavano le mie e subito dopo ho finalmente provato la vipera che mi ha bloccato l'imminente coito permettendomi così di tintinnare e scopare, tintinnare ed essere scopato, tintinnare e sbattere, tintinnare ed essere sbattuto e così via quasi...ad infinitum. Il mio sperma è poi servito da lubrificante per Nubiani e Pretoriani, Ancelle stanche di essere state trattate di merda senza nemmeno conoscerla e ovviamente Regali Vipere di tutti i tipi, forme e dimensioni e non che gli servisse, perché con quel suo cazzettino lungo e stretto riusciva sempre ad infilarsi facilmente ovunque e io lo sapevo bene, ma persino lo Scriba che altri non era che il secchione con gli assurdi fondi di bottiglia sugli occhi, lo ha voluto sfruttare. Avendo fatto degnamente la mia parte, una Cleopatra sorridente e soddisfatta mi ha prima liberato da tutti gli orpelli simboli di schiavitù e poi, ha parlato di nuovo: “Rifocillati e poi va, va da uomo libero quale ora sei…va, va giù, va…a Roma!” Nel dirigermi al ricco buffet, che già avevo intravisto mentre ero legato al muro, sono passato accanto alla cassapanca, ho pescato una viperina corta ma ben larga, mi ci sono accomodato sopra e mentre mangiavo avidamente tutto quel che riuscivo ad ingurgitare, sono rimasto a godermi la lenta ma inesorabile trasformazione di una “Dea” in un succube. Ogni tanto mi si avvicinava un Pretoriano o un Triumviro e tra un sorso ed un altro di ottimo rosso dei Castelli, davo una mano, ma prevalentemente una…bocca, alle Ancelle a prepararli alla battaglia. Poi, vagamente annoiato dal non prendere null’altro di più interessante di qualche veloce uccello migratore, mi sono alzato lasciando li a malincuore la mia viperina e sono partito verso la Città Eterna. Da quel momento non ho più visto, saputo, né mi interessava più ne vedere ne sapere cosa sarebbe capitato ancora alla ex Dea ma ho fatto comunque in tempo a sentirla piagnucolare: “Non sui capelli daiii, non sui c..pl..ll…” e a quel punto, io e il mio cazzo ci siamo guardati e ci siamo messi a ridere come matti.
Parte quarta: Roma!
Ero ancora sulle scale quando ho incontrato un Centurione che cavalcava un Senatore che a sua volta montava una Vestale chiaramente pentita del suo stato sacrale. Sul ballatoio c’erano tre Pretori che sbatacchiavano una bella sacerdotessa che per un attimo ho creduto fosse addirittura la Sibilla cioè quella cretina che dopo nemmeno una settimana di scuola vaticinava sempre che: “Quest’anno magari ci bocciano o forse ci promuovono”…ma considerando il fatto che le profetesse di Apollo erano tutte vergini, lei infatti lo è rimasta almeno fino alla laurea mentre questa era evidente di no…e dato che comunque c’era un solo posto libero dove potermi infilare, ho ripreso la via per Roma passando prima dal camerino dove però, per riuscire a recuperare i miei anelli stringi gioielli di famiglia, ho dovuto scavalcare due tizi che non ho ben capito chi fossero, impegnati in un acrobatico nonché famoso… numero da circo. Sulla porta del salone c’erano Messalina e Agrippina che ai tempi del liceo non facevano parte del codazzo dell’ormai decaduta ex Dea ma che almeno la prima, essendo piuttosto figa e molto furba le faceva nascosta ma sempre fortunata concorrenza, che troieggiavano sudatissime slinguandosi e sgrillettandosi a vicenda mentre due Consoli, mai visti ma… finocchiamente eccitati, le imitavano a modo loro. Grazie al potere di due dita nel culo uno dei due vibrava tutto mentre l’uccello dell’altro volava su e giù da solo scopando l’aria e dato che stava per scappare, mi sono tuffato, l’ho catturato e ne ho approfittato per guadagnarmi la prima schizzata di giornata che densa densa, mi è colata lentamente dal petto fino ai fianchi: è stato un vero piacere perdere cinque minuti per vederglielo fare. Appena dentro ho visto Pompeo; ero certo fosse lui perché riconoscerei quei versi da maiale sventrato che fa quando lo prende anche nel pieno del traffico dell’Urbe; che si faceva pompare da…Poppea che era stata per anni il braccio destro di quella stronza fissata ad un tavolo egizio al piano di sopra, che a sua volta poppava le splendide…poppe di Sabina che credo fosse il braccio sinistro ma non ne sono certo dato che quelle vacchette si somigliavano un po’ tutte e io avevo occhi solo per una di loro, che rapita e portata in Gallia illo tempore da Romolo, che non era né un secchione né uno importante ma che le stava dietro ma soprattutto dentro…sia ai tempi che oggi, miagolava esaltata con la sua eccessiva ma tanto sensuale erre moscia. Mentre venivo brutalizzato da…Bruto, che in verità ero andato a cercare apposta perché quel suo tozzo uccello venoso, quella sua cappella tonda, quella sua abilità di entrare potentemente fino in fondo per poi scattare rapidissimo fuori del tutto e continuare così senza mai farti male ma solo gemere…ma soprattutto quel suo saper dirigere alla perfezione il suo lungo getto finale mi avevano appassionato fin da quel primo revival scolastico, tentavo di rianimare uno sconosciuto Mirmillone colpito quasi a morte da un terzetto di starnazzanti Oche del Campidoglio pochi minuti prima. Al centro del salone Spartaco, che ai tempi del liceo giocava pivot nella nostra squadra di basket, strapazzava con la sua daga il culo del Pretore Gayo Claudio Glabro, che era già sia una cosa che l’altra quando arrivò da noi all’inizio della quarta. Vicino alla vetrata che dà sul giardino Cicerone, che era sempre stato il vicino di banco della mia dolce Semilesboputtanella, come già molti dei suoi mentori greci facevano ai loro tempi, filosofeggiava assieme a due efebi giovinetti che visto che effettivamente insegna filosofia, molto probabilmente erano suoi studenti. Mentre mi stavo chiedendo se fosse o meno il caso di intromettermi nella discussione sono stato anticipato da Messalina e contemporaneamente avvicinato da un ben spallato barbuto dalla lucida pelle olivastra, con addosso nient’altro che un ridicolo elmo piumato. Trapezio in bella evidenza, grandi pettorali definiti al millimetro, addominali ottimamente scolpiti e tra le gambe una morbida sacca di pelle con all’interno due duri e grossi…sesterzi che spuntavano precisi ai lati di un decisamente lungo, certamente pesante ma desolatamente molle… gladio. “Tu...tu no lo sciai chi sciono io…ma io ti conoshco e lo sciò bene io…chi scei tu”. No che non lo so chi sei o forse è solo una questione di Damnatio Memoriæ ma pur essendo palese che hai svuotato tutte le otri di idromele, vino e bevanda di Cerere che hai trovato, sei un gran figo e quindi, voglio proprio scoprirlo. Faticando ad allontanare…Messalina da quel fisico appetitoso, ho iniziato ad accarezzare quei glutei di marmo puro e specialmente quel basso ventre dalla marcatissima e seducente “V” che sembrava messa li apposta ad indicare quella daga invitante che già così com’era combinata mi stava appena comoda all’interno di entrambe le mani, figuriamoci se impugnata in battaglia…e il mio cazzo, raggiunta in breve la stessa consistenza di quelle stupende natiche, ha subito cominciato a stuzzicarla a duello. “Tu la sciai una cosa? Te la dico io…tu mi shtavi sciulle palle a shcuola lo sciai? E mi shtai sciul casso anche adesso che mi shtai menando il casso…io no sciono un culo lo sciai? no vado coi gli uomini, Io!”. Non sarai un culo bello mio ma sappi che nessun cazzo resiste a nessuna bocca! Quando mi ha appoggiato le mani sulle spalle, mi sono subito accosciato sia per allontanarmi dal suo alito che da solo avrebbe sterminato tutti i nemici di Roma dalla fondazione alla caduta dell’impero messi assieme, che per forzarlo ad innalzare al cielo quella sua arma impropria pregustando già il momento di rubargliela per infilarmela nel fodero sperando però che fosse abbastanza capiente da riuscire a contenerla tutta. “No shcopo io coi maschi…se no lo sciai te lo dico io che no li shcopo perché io sciono il migliore a shcopare le femmine…piaceva a me ma shtava con te che mi shtavi sciui cojoni…ma te la shcopavo scempre lo shtesso a shcuola, lo sciai? te l’ho shcopata alla pecora che era già lì alla pecora anche sciù di sciopra prima…e dopo shcopavo anche quell’altra che era brutta ma oggi era sciù di sciopra ed era figa…ma oggi lei non l’ho shcopata…ma adesso c’ho il casso più duro di prima…e dopo vado sciù e forscie la shcopo…ma shennò mi prendo ancora la tua che mi shtai sui cojoni e allora te la shcopo ancora”. Ecco: avevo finalmente chiaro chi fosse Tarquinio il Superb…amente ubriaco, era il Moro del Tecnico ed era convinto che la Distruttrice fosse ancora mia moglie. “Poi tu no lo sciai, ma una volta c’era anche una rossiccia che però dicevano che era leshbica che invece mi ha fatto un bel lungo pompino? me lo shucchiava tanto bene proprio come shtai fascendo tu…ma allora tu no scei tu che mi shtavi sul casso…ma scei lei che allora no eri proprio tutta ma sholo mezza leshbica…perché io non sciono un…te lo sciai come sci dicono quelli che vanno coi gli uomini? Io no sciono come loro e allora te non scei te ma scei lei”. Straparlava, dondolava e ogni quattro secondi rischiava di schiantarsi sulla vetrata ma era pronto…perciò l’ho fatto sdraiare a terra e poi, dandogli la schiena che così per lui “no ero io che gli shtavo sui cojoni ma ero la mia dolce rossicciasholomezzaleshbica”…ho finalmente messo la sua spada nel mio fodero: ci stava si ma…al pelo. “Shtiamo shcopando? Allora tu no scei leshbica e io no sciono finocchio…ecco come sci dicono quelli la! io no li shcopo i mashchi… mai shcopati loro, sholo ma sholo le femmine io e quindi allora: tu shei femmina!”. Dopo stasera, caro il mio bell’uccellone…e quanta ragione aveva il mio ex compagno del liceo quando mi raccontò quell’episodio definendoti così… dovrai cambiare litania perché come Alessandria, anche Roma ha il suo Scriba! Il Moro, pur essendo ubriaco marcio, si è rivelato davvero resistente e per farlo cedere ho dovuto sudare parecchio, farmi venire male alle ginocchia e alle braccia ma alla fine sono riuscito comunque a farmi dare la sua crema: quasi quasi però mi ubriaco anche io perché praticamente sapeva di…idrovinobirramele! Ripulito voracemente il disastro che avevo combinato poco prima che si addormentasse, ne aveva fatta talmente tanta che non sono riuscito a mandarla giù tutta in un solo sorso anzi, quasi mi ingozzo…e sistemata la daga esattamente come l’avevo trovata all’inizio, stavo per andarmene alla ricerca dell’Imperatore che a proposito sembrava non esserci da nessuna parte, ma poi, riguardando quel gran fisico lavorato e scolpito da tanti anni di nuoto, ho avuto un’idea. Da Messalina, che tanto ne aveva che le avanzavano, ho preso in prestito un bel…Romano! che gentilmente mi ha aiutato a girare e mettere comodo il bel Tarquinio che nel frattempo…russava beato: via quello stupido elmo, viso appoggiato al braccio sinistro e gambe distese. Subito dopo ho rubato un etereo efebo a Cicerone e l’ho donato come forma di ringraziamento al mio aiutante che piuttosto alla svelta mi ha ripagato con una copiosa dose di crema lubrificante finita giusto dove volevo, cioè nell’incavo tra i lombari e le natiche prominenti del bell’addormentato. Prima di spalmarla in mezzo a quel culo muscoloso duro e stretto e prima che…ancora lei…Messalina tentasse di anticiparmi di nuovo, ne ho assaggiato una certa quantità e poi, sotto il suo sguardo di totale disapprovazione, ho usato gli avanzi per agevolare il mio cazzo a penetrare il Superbo ed infine, per ringraziarlo di avermi ricordato che fottere un maschio è tanto soddisfacente quanto scopare una femmina, gli ho sborrato sulla barba. Mentre i Dioscuri e Marcantonio, che ai tempi giocavano a basket anche loro ma in un altra società, inventavano millenni prima il trenino…poco più in là alcuni ignoti Tribuni disquisivano su chi di dovesse essere il primo a venire…incontro alle esigenze di un calvo Plebeo inginocchiato a mani tese in mezzo a loro e di una supplicante, a lingua di fuori e peggio del prezzemolo e della gramigna messe assieme… Messalina…a cui poco prima però ammetto di aver impedito, tirandola via a forza per i capelli, di leccare una certa guancia barbuta. Intanto Numa Pompilio, il quale aveva iniziato a farli già in terza media ma a me che lo conoscevo fin dalle elementari lo aveva detto e fatto solo dopo che gliene avevo fatto uno io sempre quella famosa volta, faceva pompini a Consoli, Gladiatori e Triumviri vari, l’eclettico e stoico Seneca: “Oratore, Avvocato, drammaturgo e politico da sempre attivo in molti campi, compresa la vita pubblica” che nel caso del più secchione della nostra classe vuol dire essere un logorroico principe dei…fori…appassionato dell’andare in giro nudo, estate o inverno non fa differenza, per prati, colline e terreni coltivati a scopare pro bono chiunque, sesso ed età fanno ancor meno differenza delle stagioni, farne un tragedia se non trova nessuno che sia disponibile a dargli il culo ed infine, essere stato Assessore all’agricoltura espulso dal suo partito dopo essere stato beccato in flagrante mentre in una aiuola si faceva l'ex candidato sindaco del paese dove abitava allora, condivideva ovviamente fuori in giardino, il suo scibile e non solo quello…con Traci, Sanniti e Agrippina. Messalina stavolta non si è intromessa perché storicamente quei due non erano mai andati d’accordo. Rifocillatomi di nuovo, mi sono rimesso alla ricerca di Cesare e quando ho visto un culo per aria che mi sembrava proprio quello che stavo cercando, toltami letteralmente dal cazzo l’avida bocca di…di nuovo lei…Messalina, sono corso a piantarglielo dentro ma non appena mi ci sono sdraiato sopra in perfetto stile Canis…Scopax per riuscire a palpargli le tettine mentre finalmente dopo decenni riuscivo a fotterlo, mi sono accorto che in realtà stavo scopando quello sfigato che anni addietro avevo legato ad una pianta nel parco e che poi, sempre durante quella famosa prima reunion, mi aveva ripagato sborrandomi una…ascella: ‘sto coglione mi aveva tratto in inganno, si era messo in testa la corona di alloro della sua laurea e in qualità di Servio Tullio era in quella posizione per…servire a chiunque. Volevo mandarlo affanculo per avermi quasi fatto sprecare il mio terzo e quasi sicuramente ultimo colpo ma in fondo mi era simpatico perciò l’ho lasciato alle amorevoli cure di…indovinate di chi? ma certo, ovvio…ancora lei…Messalina che chissà dove, perché non ne avevo viste in giro per Roma, aveva trovato e indossato una grossa… vipera. Fatti pochi passi verso un gruppetto di disoccupati ma magari informati…Romani! ho pensato che dato che certi serpenti sono di casa sulle rive del Nilo…forse era il caso di tornare indietro e domandare all'ormai mia…ombra…dove avesse preso quell’affare con cui stava sfondando il povero ma felice culo del sesto Re di Roma. Senza nemmeno farmi finire di fare la domanda, l’inquieta e mai sazia Messalina ha slacciato la vipera lasciandola esattamente li dov’era…si è alzata e mimando il gesto di sistemarsi un abito che non aveva più addosso ormai da ore, strisciandomi la passera calda e umida sulla coscia sinistra senza farsi mancare di darmi anche una non voluta ma bella ginocchiata sui coglioni, mi si è arrampicata addosso fino a riuscire ad avvinghiarsi e a schiacciarmi le tette sul petto. Mentre mi leccava il collo soffermandosi spesso e volentieri sul pomo di Adamo e chissà perché proprio lì, mi ha ansimato che forse l’aveva presa su in Egitto…ma che me lo avrebbe confermato se e solo se…fossi stato capace di metterglielo in culo rimanendo in piedi. Senza esitare, dato che il mio cazzo era d’accordo e se la sentiva perché si era allenato tutta settimana a finire nella mia dolce Semilesboputtanella proprio in quel modo e proprio in quel posto, l'ho abbrancata per i fianchi, girata e…dovuto piegare un bel po’ le ginocchia per accontentarla anzi, essendo lei ben più piccolina della mia permalosa “non me lo dai (ormai davo) mai nemmeno in culo quando e perché ho il ciclo”, per infilarglielo mi sono praticamente dovuto sedere sul pavimento ma dopo la terza volta che pur impegnandomi, mi volava letteralmente via dal cazzo, che mi toccava andarla a riprendere e rimetterla a posto e visto che comunque non ne voleva sapere di stare lì e mi balzava via lo stesso; oltre ad essere piccolina è anche piuttosto leggerina; ha deciso di portarmi le mani ad ancorarsi ai suoi lunghi capezzoloni dorati. Purtroppo, dato che nemmeno questa mossa sembrava funzionare granché infatti, già al primo colpo mi è saltata via di nuovo finendo col culo per terra sghignazzando come una pazza, ha pensato fosse meglio mandare almeno una delle mie mani ad ancorarsi altrove e ovviamente il posto migliore era…dentro la sua passera e quindi, stabilizzata finalmente la situazione, ho potuto chiederle se per caso su ad Alessandria, oltre ad un certo tipo di rettile indossabile, avesse anche trovato un certo tipo di Imperatore…introvabile. Stringendo all’inverosimile le chiappe ha mugolato che mi avrebbe garantito di no se e solo se le fossi prima venuto sulle “bocce”, se e comunque solo se, fossi stato capace di farla venire solo con la bocca e poi, ma sempre se e solo se: “Indovina bello la risposta!”. Figa Messalina, sei ben più zoccola di quanto pensassi, rivaleggi alla grande con la mia dolce Semilesboputtanella ma del resto vi somigliate, avete lo stesso nome e ai tempi del liceo vi facevate bellamente e giustamente i cazzi e le fighe vostre senza obbedire agli ordini di nessuna ”Dea”. Con un secco colpo di anche ma stavolta senza buttarla un paio di metri più in là come era capitato prima, me la sono tolta dal cazzo…di nuovo…l’ho fatta accosciare e l’ho impiastricciata per bene proprio dove mi aveva chiesto lei e poi, appoggiandola alla vetrata, ho fatto in modo che le spuntasse il clitoride, ho iniziato a morderglielo, leccarglielo e succhiarglielo e aspirarglielo e morderglielo ancora e nel giro di non più di venti secondi mi ha…lavato. “Anche…M…ti tratta così? Dai che non le dico niente la prossima volta che vado a trovarla in negozio…ci divertiamo tanto in quel camerino…però una volta dovremmo vederci noi tre…che ne dici di due M…di due bibliche peccatrici tutte assieme? Sarebbe… uuuuhh…no?”. Ma come? Tu quoque Messalina, tu quoque frequenti il negozio del mio furioso splendore? Siamo a posto…Poco più tardi ho tentato inutilmente di tenerla lontana dall’Hasta di un Oplomaco che volevo tutta per me ma che alla fine, dato che era impossibile toglierle senza pericoli gli artigli dai miei e dai suoi coglioni, ho dovuto per forza condividere con lei. Ammetto che è stato eccitante discendere e risalire in perfetta armonia di bocche quella lunga lancia e poi slinguarci con la gocciolante cappella del Gladiatore a far da gradito ostacolo, ma avrei preferito che alla fine del combattimento condividessimo anche il giusto premio…invece, al momento più opportuno, quella piccola e dissoluta furbetta di una Messalina mi ha vigliaccamente strizzato un capezzolo facendomi sobbalzare, l’occhiolino e anche il dito medio…riuscendo così a fregarmi tutto ma proprio tutto il miele che mi avrebbe ridato sicuramente più energia della seppur necessaria tazza di moderno idromele che avevo intenzione di bere dopo: “Guarda Messalina che te la faccio pagare!”, ma nel minacciarla…ridevo. Dopo averla acchiappata a fatica; ti sguscia via che è un piacere; sollevata e trasportata sulla spalla come fosse una piccola ma grande maiala, scaricata, girata e distesa sulle gambe, nello sculacciarla: “Cattivo, cattivo…lo dico a M…lo dico a M…” rideva anche lei. Per tentare di farsi perdonare, la…mica tanto generosa figlia di Domizia, spergiurava che sarebbe andata a prendermi un Questore o un Centurione e magari anche un paio di aitanti Pretoriani, così ce ne sarebbero stati di sicuro uno o…due anche per lei…ma poi, quando ha adocchiato quel famoso Condottiero Gallo dal lungo nome quasi impronunciabile sconfitto da Cesare ad Alesia, che veniva trascinato prigioniero in catene verso il centro dell’Urbe da due Germani rinnegati, me lo ha indicato, si è divincolata e piantandomi le unghie nel posto meno indicato per farlo, la cappella…mi ha trascinato suggerendomi nel frattempo di chiedere a lui dove potesse essersi mai nascosto il suo vincitore. Due dei tre Barbari, tutti colleghi delle sedi estere dell’azienda del ricercato, quando io e la mia…spalla dalle chiappe rossastre ci siamo presentati davanti a loro, si sono dimostrati inflessibili e minacciandoci con le loro spade ci hanno intimato che se “Folefamo conferire con Pricioniero, ja, dofefamo essere molto prafi per confincierli”, quindi, per permettere alla mia complice di aggirare gli ostacoli mi sono accovacciato e ho fatto ad entrambi una alternata, contemporanea e abilmente lenta sega con l’aggiunta di leggeri, sfioranti, veloci e contestualmente languidi passaggi di lingua attorno al glande e dentro al prepuzio che li ha distratti, provocato una copiosa schizzata al gusto di wurstel e crauti e dato il tempo a quel simpatico e depravato donnino…di estorcere informazioni al Rix Transalpino tramite il sapiente utilizzo del suo essere per niente…morigerata. Ritornata dall’estorsione soddisfatta ma senza alcuna informazione utile, essendomi ormai stancato di cercarlo e non avendo potuto provare nemmeno un Nubiano quando ero stato schiavo in Egitto, ho deciso di consolarmi con l’avere in giro per il culo Scipione, in bocca il sapore dolciastro di Annibale che nemmeno ricordavo di aver avuto in classe ma che seppur ben più sbiadito rispetto a quei due, sempre dall’Africa veniva, per le mani un paio di…Romani! che purtroppo però erano lenti e piuttosto in ritardo sulla mia tabella di marcia e ovviamente ancora, sempre e di nuovo lei…la scandalosa “Viris nondum satiata” Messalina, che me lo teneva acrobaticamente al caldo tra le cosce. Quando infine il primo dei due…Romani! si è deciso a fare il suo dovere e mentre ancora e sempre lei…l’inguaribile e proclamata “Invicta” piccola porcamaiala; complimento questo inventato dalla sua…omonima che come a me, piace molto e si adatta più che degnamente anche a lei; aiutava sia me che Scipione che Annibale a fare il nostro… l’Imperatore si è finalmente materializzato.
Epilogo.
“Ciao Grande Maschio, ti è andata male anche stavolta…(risata)…hai sprecato l’ultimo colpo proprio adesso…che peccato…(risata)”. Con la sua consueta e fastidiosa sicumera ha affermato che con oggi la sua vendetta era ormai completa, che per questo dovevo ringraziare Boccatrappola che aveva decretato che anche Sekhmet le ex Potente aveva…anzi, stava ancora saldando il suo debito…ma che io non dovevo avere a sperare o solo anche a pensare di non dover frequentare più la villetta del mio Patronus… perché, come tutti i Liberti ho e avrò sempre doveri di rispetto e obblighi di natura…sessuale nei suoi confronti! L’ho guardato di traverso e tutto quello che in quel momento sono riuscito a…gorgogliare, visto che alla buon'ora anche l’altro… Romano! si era dato da fare, è stato uno scontato e semplice: “Dammelo!”.
Chiosa:
Il Baccanale si è concluso a notte inoltrata con me e…ma dai, ma davvero? Messalina…viscidi come anguille a spalmarci, leccarci e rotolarci a vicenda con le ultime ma ancora abbondanti e succulente dosi di miele, crema e sapidi umori di tutti i presenti conosciuti e non tranne di uno: il Moro infatti, se la dormiva ancora della grossa col mio sperma ma non solo il mio, ormai secco sulla folta barba.
Fine.
Note:
1- Le informazioni su personaggi e/o eventi storici citati nel racconto sono facilmente verificabili e reperibili da chiunque tramite…Wikipedia e/o strumenti similari. Per i più colti si consigliano…Libri.
2- Tutto il Baccanale si è svolto con l’ausilio di ceste ricolme di preservativi, senza nessun altro additivo se non il buon cibo, diverse casse di lattine di moderno…Idromele (ambrato liquido dolciastro che sponsorizza anche una nota squadra di F1) e tante pastiglie di colore prevalentemente blu.
3- Ogni riferimento a persone esistenti e/o fatti realmente accaduti nel remoto o recente passato…NON è puramente casuale ma solo romanzato.
4- Chiedo scusa a Sabina per aver dovuto per forza citarla col suo vero nome, a Messalina e ovviamente alla mia dolcissima Semilesboputtanella per aver praticamente svelato come si chiamano davvero.
5- Fine.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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