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Il suocero singolo


di ClaudioGusson
30.05.2012    |    85.034    |    4 9.3
"La sua lingua si attorcigliava alla mia con grande energia..."
Salve mi chiamo Martina e vivo nella grande mela Italiana: Milano.

Sono un'appassionata lettrice di racconti erotici, che spesso leggo con il mio Ipad.

Vi confesso che anche io ho avuto una storia particolare, una esperienza sessuale che, per certi aspetti, è possibile assimilare ad un rapporto di tipo incestuoso.

Andiamo per ordine, e cominciamo dall’inizio.

Avevo circa ventitre anni quando conobbi Andrea, fu allo Show (nome di fantasia), una discoteca eclettica, che offriva persino la possibilità di consumare una cena frugale.
Quella sera era impossibile non notarlo, perché era un bonazzo della madonna. Bello come un dio Greco, il suo corpo snello si muoveva agile sulla pista, esaltando ogni particolare del suo stupendo fisico atletico. Era difficilissimo resistere al fascino di quella adone, bello e impossibile.

Appena lo vidi mi prese uno desiderio irrefrenabile di conoscerlo.
Fu un vero colpo di fulmine, un istinto irresistibile, quello che mi spinse a lasciare l’angolo buio nel quale mi ero appartata con un ragazzo.
Era un giovane come tanti che mi aveva agganciato mentre ballavo, quasi uno sconosciuto, che in quel momento mi stava pomiciando con foga.
In quel frangente, nonostante l’immenso piacere che stavo provando, non riuscivo a distogliere lo sguardo da Andrea.
Immaginai persino che fossero sue le mani che mi stavano dando piacere.
Ad un certo punto, vinta dalla voglia di conoscere quel nume, afferrai il polso del tipo, del quale non conoscevo neanche il nome, e con un gesto quasi di disgusto, allontanai la sua mano dallo mio scoscio.

“Che cazzo ti prende?
“Mi hai stufato! Sei noioso! Non sei il mio tipo!
“Ei principessa sul pisello! Ma chi cazzo ti credi di essere!
“Una che ha deciso di lasciarti in bianco! Ciao io vado!
“Tu devi essere malata! Ma vaffanculo stronza! Sei una troietta da quattro soldi! E sai una cosa? Non sei l'unica ad avere la figa! Qui è una merce che abbonda! Puttana!
“Sei un coglione! Non sai perdere con stile! Avevo capito che cazzo di idiota sei! Vai a farti fottere! Stronzo!
“ma vaffanculo! Troia!

Gli girai la schiena, avendo cura di porgergli il culo giusto all'altezza del suo viso.
Mi aggiustai i capelli e la super minigonna, e ancheggiando sinuosamente, mi diressi verso la pista.
La canotta nera, attillata, metteva in evidenza le grosse tette, che generosamente ostentavo boriose per il piacere dei maschietti, che solo a vederle sbavavano come cani rognosi.

Mi fermai ai bordi della pista, Andrea era in estasi musicale, completamente assorto ad ascoltare il ritmo dance che stava ballando, muovendo il corpo flessuosamente e perfettamente in sintonia con il sottofondo della batteria.
Era bellissimo. Capelli mossi, viso coperto da una lieve barba incolta che dava al suo aspetto quel tocco di trasandatezza, affascinante e da vero macho latino.

Mi posizionai davanti a lui, aspettando l'attimo in cui avrebbe aperto gli occhi.
Il miracolo avvenne immediatamente. Li aprì notandomi all'istante. Ricambiai subito il suo sguardo con un leggero sorriso malizioso. Ci guardammo intensamente per alcuni minuti, poi, per evitare che la vicenda potesse prolungarsi e finire in un nulla di fatto, mi precipitai subito sulla pista a ballargli vicino.

Dopo un poco, finalmente capì che lo stavo tacchinando. Sorrise e mi cinse i fianchi invitandomi a muovermi all'unisono con lui. Lo abbraccia subito per paura che il sogno potesse svanire.
Gioiosa lo strinsi, perché il più era fatto.

“Ei bellezza balli molto bene!
“Anche tu non scherzi! Scuola di ballo?
“Si moderno e latino americano e tu?
“Moderno hahahahha
“Allora scateniamoci facciamo vedere a questi dementi come si balla hahahah

Mi sentivo la regina della pista. Lui era fantastico. Bellirino e simpatia, una miscela affascinante e irresistibile. Cazzo non poteva andarmi meglio. decisamente la mia serata fortunata.
Facemmo subito conoscenza.

Verso mezzanotte gli dissi che ero stanca di ballare e che mi sarebbe piaciuto uscire fuori a fare due passi, magari con l'auto.
Lui accettò con grande entusiasmo e dallo sguardo che lanciava al mio decolté si capiva con quali intenzioni, che poi erano anche le mie.
Milano di notte è fantastica, c'è sempre tanta gente che gira fino a tardi. Una mela da mordere per tanti gusti e tipi sballati proprio come noi.

Ci dirigemmo verso Monza, mentre correvamo su un tratto di strada periferica gli dissi di rallentare. Era uno schianto mi sentivo attratta da lui e in me si agitava un vero e proprio inferno ormonale, insomma avevo un gran voglia di scoparmelo.
Ad un tratto sentì la sua mano che si muoveva nell'interno coscia, era quello che desideravo in quel momento e così, lentamente, lasciai che si approssimasse allo scoscio.
Quel gesto mi trovò in uno stato di completa disponibilità a qualsiasi approccio di Andrea.
Mi ero molto accaldata e percepivo la figa completamente pregna di umori. Insomma sbrodolavo come un spugna.

Mi venne naturale abbracciarlo e baciarlo sul collo, con slancio e passione.
Poi, con voce stravolta dall’emozione:

“Andrea ferma l'auto!

Andrea fece subito una manovra repentina ed entrò in uno piazzale nel quale vi erano dei Tir parcheggiati.
Il sabato sera non potevano viaggiare. Si intuiva che nelle cabine c'erano persone che stavano dormendo.
Ma in quel momento non ce ne fregava un granché di loro.

Ci fermammo tra due bestioni all'ombra della luce dei lampioni.
Iniziammo a pomiciare con grande slancio. La sua bocca sembrava un vortice che risucchiava il mio respiro. La sua lingua si attorcigliava alla mia con grande energia. C’era molto accanimento passionale.

Finalmente vidi nello sguardo di Andrea realizzare il desiderio che avevo visto riflettere nei suoi occhi, e cioè quello di vedere le mie tette.
In piena euforia mi abbassò la canotta e appena l’ebbe tra le mani, gioioso del suo premio, ci giocò come un bambino felice di aver ricevuto il più bel giocattolo che potesse mai avere.
Era entusiasta di manipolarle a suo piacimento. Eccitato, se le soppesava nella mani, baciando e succhiando i capezzoli, come un vero e proprio bambino felice, suscitando delle sensazioni piacevoli.

“Martina hai due tette da primato!
“E sono naturali! Non sono rifatte hahah
“mmm le sento, sono belle sode mmmm
“Ho voglia di ciucciare qualcosa anche io !

Non se lo fece ripetere una seconda volta. Si sbottonò i pantaloni si aprì la zip e, con poche mosse, davanti al mio sguardo impaziente, fece apparire il suo meraviglioso cazzo.
Finalmente potevo giocare anche io con qualcosa di consistente che mi aveva acceso la fantasia.
Che delizia vedere quel palo palpitante che non aspettava altro che ricevere le cure adeguate alla situazione.
Lo afferrai con entrambe le mani, lo stimolai per alcuni istanti e poi, ingorda e famelica lo abboccai. Era duro come la roccia. Lo sentivo pulsare nella mia bocca, mentre lo deliziavo con tocchi di lingua e leccate energiche dalla punta fino alla base dei coglioni. Una vera leccornia.

“MMM Martina sei una strega aaaaaaaaaaaa mmmmm anche io ho voglia di leccarti nnnn

Abbassò il sedile e mi spinse all'indietro. Mi spostò di lato il perizoma e, come posseduto dal diavolo, si tuffò con la faccia in pieno scoscio. La sua bocca sembrava una ventosa. Mi pungolava il clitoride facendolo diventare duro come un piccolo cazzo, mordeva le piccole labbra, poi separandole ci ficcava dentro la lingua, in profondità nella carne viva.
Era un estasi di sensazioni sublime e celestiali, che mi proiettavano in un orbita di emozioni stellari.
Lo sentivo leccare in ogni parte, dal buco del culo, sul perineo e lungo le fenditure della figa.
Era come se stesse raspando un gelato prelibato. La sua lingua strusciava con forza. Era bravo non c'era dubbio. Bello e bravo, cazzo avevo fatto bingo.

“Andrea scopami ora aaaaaaaaaa ho una voglia matta del tuo cazzo!
“Martina mmmmmm è proprio quello che desidero anche io oooo!

Assumemmo la posizione dell'incudine, per intenderci con gambe sparate in aria, spalancate ed appoggiate sui suoi bicipiti.

La punta del suo cazzo appena premette, schiacciandosi contro la vulva vaginale, sprofondò velocemente dentro di me con il resto del corno, quell’attimo fu l’apoteosi del godimento, con il mio più grande piacere.

“Mmmmmmmmmmmmmmm Andrea sssssssssssssi ora fottimi mmmmm forte!
“Martina mmm sei caldissima mmmm sei morbida come il burro ooooo
“Così si iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii vai forte! mi piace mmmmmm sto impazzendo ooooooo

Andrea, prendendo posizione, con le ginocchia puntate sul bordo del sedile e le braccia appoggiate sulle sponde del sedile, mi soverchiava con il suo fisico atletico, tirato come una corda di violino. Lo muoveva con foga sopra di me, spingendo con forza in profondità un cazzo duro e curvo come una grossa banana.
Affondava in modo devastante, suscitandomi delle sensazioni idilliache che non riuscivo più a trattenere.
Il godimento era talmente intenso che mi era difficile contenere le forti emozioni dentro di me. Le sfogai con urla che uscirono dalla gola come potenti acuti.

“Si iiiiiiiiiii mmmmm sto godendo oooooooooooo Andrea mmmm sei fantastico oooooooo
“MMMMMMMMm Martina mmmmm to to to to mmmmmm

Nell'auto oltre a miei singulti, si udiva il rumore schioccante provocato dell’impatto del suo cazzo, che penetrando urtava contro la figa, senza soluzione di continuità.

“Slock slock slock.....

Ad un tratto dai fremiti del suo corpo capì che il suo impeto aveva raggiunto l'apice della resistenza.
Il suo cazzo, duro come l’acciaio, pompava senza deformarsi, e in profondità, sconquassandomi la vagina, già in preda ad un godimento estremo.
In quegli istanti mi sembrava di perdere i sensi. Le pareti della vagina si contorcevano dagli spasmi, pulsando al ritmo forsennato di quella straordinaria maratona.
Era un sogno incredibile stringere tra le gambe quel dio Greco, che solo a guardarmi mi aveva suscitato delle sensazioni tali da farmi tremare la spina dorsale.
Appena lo vidi, infatti, lo avevo desiderato subito. Ora alla fantasia stavo collimando l'azione reale, in una miscela di emozioni che non avevo previsto.
Ero presa in un delirio dei sensi che stava scatenando il mio impeto, con urla possenti ed acuti che echeggiavano nell'auto come in un teatro d'opera.

“Si iiiiiiiiiiiiiiiii sto godendo ooooooooooo vieni dentro di me eeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee si si si si si iiiiiiii
Mmmmm non ce la faccio più ùùùùùùùùùùùùù mmmmmmmmmmmmmm

All’improvviso, iniziai ad ansimare con lui, percependo il suo corpo agitarsi come un fuscello, mentre il cazzo in pieno orgasmo si stava svuotando dentro il mio utero, dandomi una piacevole sensazione di caldo.
Alla fine esausti, dopo gli ultimi sussulti, ci trovammo inerti in completa estasi, abbracciati l’uno sull'altro.
All’improvviso, mentre ci stavamo riprendendo dalle fatiche, il silenzio fu rotto da un frastuono di voci, da fuori si udì uno scrosciante applauso.

“Aiiiiiiiiiiiiiiiuuuuuuuuu bravi iiiiiiiiii

Erano risate ed applausi. Alzammo lo sguardo e notammo le faccia divertite dei camionisti che, svegliati dal nostro schiamazzo, erano scesi dai mezzi e si erano posti attorno alla macchina a godersi lo spettacolo. Cribbio che impaccio.

Senza perdere tempo, imbarazzati, scappammo come lepri impaurite dal posto, tra le risate generali dei presenti. Poi alcuni minuti dopo.

“ahahaha Cazzo hai visto? Erano tutti lì! A spiarci hahahaha
“Già! E chi se ne frega! Spero almeno che si siano divertiti hahahahah
“ahahahahahha già! Uno spettacolo porno che hanno senza altro gradito hahahah
“senza dubbio hahahahah un film porno a tre D hahah

Andrea era un ragazzo straordinario, allegro e pieno di entusiasmo, che mi contagiava, era il tipo giusto fatto per me.
Con lui mi sentivo a mio agio in ogni situazione. Inoltre aveva i miei stessi ritmi di vita e condividevamo gli stessi gusti in campo culinario. Ci piaceva la cucina cinese.
Alcuni mesi dopo mi presentò ai genitori, come fidanzata ufficiale.

La madre viveva a Bologna. Dopo il divorzio si era risposata con un commercialista.
Il padre, invece, avvocato di grido, aveva mantenuto il celibato, preferendo vivere come un singolo incallito e gaudente.
Legai subito con lui, anche perché era giovanile nello stile di vita e aperto nel modo di pensare, molto simile al figlio.

Si affezionò a me e spesso per farmi piacere, c’invitava a cena.
Era di solito accompagnato dall'amichetta del momento, ragazze molto giovani, alcune addirittura della mia stessa età.
Giulio, era il suo nome, nonostante avesse cinquanta tre anni, era uno sportivo, come suo figlio. Alcune volte ci sfidava a tennis, e devo ammettere che era molto forte nelle volè incrociate.

Col passare del tempo diventammo molto affiatati, grazie anche alla sua simpatia. Spesso si presentava nel negozio dove lavoravo come commessa, con una scusa qualunque.
Alcune volte mi invitava ad andare con lui a fare shopping, per scegliere il regalo per la sua amichetta. In quelle circostanze finiva sempre per comprare due regali, uno era il mio.
Era sempre gentile e premuroso. Mai sgarbato. Il suo modo cortese mi aveva conquistato.

Andrea, scherzandoci sopra, sosteneva che le attenzioni del padre nascondevano intenzioni morbose nei miei confronti. Dal tono della sua voce non trapelava alcun sentimento di gelosia. Anzi a volte sembrava anche compiaciuto del fatto che potessi piacere a suo padre.

Giulio era molto generoso. Una volta ci offrì una vacanza estiva in Grecia, sull'isola di Rodi, l'isola del famoso film mediterraneo.
Fu una vacanza magica, tutto era bello, il mare azzurro, la spiaggia, le gite in barca, le serata danzanti.
Giulio era di carattere giulivo, sempre allegro e disponibile a coinvolgerci in avventure con sensazioni nuove.
Sul motoscafo a volte, mentre guidava, lo sorprendevo a guadarmi.
Lui non si era mai accorto che dietro gli occhiali a specchio potevo notarlo, mentre mi fissava le gambe e il culo. Forse Andrea aveva ragione. Gli piacevo.

Una sera lasciai Andrea in taverna con i suoi amici greci, a suonare la chitarra e cantare, cazzeggiando davanti a tante bottiglie di birra.
Mi sentivo stanca e pensai di imitare Giulio, che era già andato a letto.
Appena entrai in camera dalla stanza attigua alla mia, occupata da Giulio, percepivo chiaramente una voce di donna ansimare.
Pensai al caro suocero. Lo avevo visto corteggiare una giovane ragazza che lavorava al Bar.
Anche lei, infatti, era sparita nel nulla. Adesso sapevo in quale girone infernale era finita.

Mi gettai sul letto. I rumori mi arrivavano forti e chiari. Era impossibile concentrarsi sul sonno. Il pensiero di quella ragazza tra le braccia di Giulio mi agitava i sensi.
Dalla voce sconvolta della ragazza si intuiva che il caro suocero ci stava dando dentro alla grande.
Mi venne naturale toccarmi la figa e stimolare le fessure vaginali.

Mi sollecitavo la vulva vaginale ed immaginai il caro suocero intento a scoparsi la giovane barista. Quelle immagini erano talmente nitide nella mia mente che sembrava quasi di vederli.
Andrea era un ragazzo focoso e dotato. Quindi, pensai che anche il padre doveva essere come lui.
Così mentre mi sgrillettavo il clitoride, presi a fantasticare sulle performance di Giulio e, senza provare alcuna vergogna, a desiderare di essere in quella stanza a scopare con lui.
I miei sensi erano talmente infiammati che ebbi subito un orgasmo, dovetti serrare le cosce, a causa del forte godimento che agitava il basso ventre, immaginando di essere in quel letto, sotto di lui.

I rumori assordanti, se così si potevano chiamare, visto che mi urtavano i meccanismi più interni della mente, smisero di sentirsi. Un silenzio irritante prese il suo posto, lasciandomi in una situazione di stasi, che sinceramente mi infastidiva.
Sentivo caldo nonostante fossi completamente nuda. Mi venne una gran voglia di uscire sul balcone. Il giardino era completamente in penombra.
La luna si trovava nella parte opposta. I suoi riflessi lambivano il tetto dell'hotel, illuminando la punta degli alberi.
Uscì all’aperto, sul terrazzo, appoggiandomi sulla ringhiera.
Era una sensazione frizzante lasciarsi abbracciare dalla fresca brezza notturna, che mi increspava la pelle.

“Ti è mai capitato di trovarti davanti ad un’immagine così bella da non poterla descrivere con semplici parole?

Era la voce calda di Giulio. Mi arrivò da dietro, calma, calda e suadente.

“Giulio? io...
“Non andare via! ti prego rimani dove sei!
“Io....
“Stai serena! Non sei una nota stonante! Siamo in Grecia! Qui sono nati artisti come Fidia, Prassitile, Scopa e Lisippo, se in questo momento potessero ammirare la tua bellezza sarebbero colti dall’ispirazione di creare un’opera plastica simile all'originale, senza peraltro eguagliarla!

Quelle parole, sussurrate con una calma quasi irreale, mi fecero sciogliere come cera al sole. Era un seduttore straordinario. Il suo elogio alla mia bellezza mi aveva affascinata, suscitando un impeto tale che cercai di controllare come meglio potevo, anche se era impossibile.

“Giulio, io. Le tue parole mi confondono...
“Tranquilla Martina, sono solo parole, vacue e irrilevanti, che avevo voglia di dire!
“Le hai dette e per me hanno un significato particolare!
“Nessuno Martina, un semplice elogio alla tua bellezza, senza alcuna implicazione emotiva!
“Mi hanno colpita, Giulio io vorrei...
“SSSS non dire nulla, è una serata magica, che desidero che rimanga tale. Sto semplicemente ammirando il tuo corpo! Senza per questo invidiare mio figlio Andrea! Anzi mi rende orgoglioso constatare che i suoi gusti sono molto raffinati e.. simili ai miei!
“Anche lui è bello!
“Certo siete una bella coppia!

Mentre parlava percepivo il suo sguardo scrutare il mio corpo, che, senza veli, si mostrava in ogni dettaglio.

“Giulio io sono confusa... vorrei..
“SSSSS non dire nulla! Buona notte tesoro!

Appena lo sentì allontanarsi la mia nudità, mi sembrò fuori luogo, perché non c'era più lui ad ammirarla.
Ero agitata. Giulio mi aveva confusa. Ora sapevo che gli piacevo e questo lo rendeva ancora più interessante. Io amavo Andrea, ma in quel momento sentivo una forte attrazione per Giulio. Se solo me lo avesse chiesto lo avrei seguito senza esitare nella sua stanza.

Quando mi raggiunse Andrea ero talmente eccitata che lo costrinsi a scoparmi senza risparmiare energie. Mi sentivo il fuoco greco che bruciava dentro, possente, ogni singola cellula.
Giulio mi aveva toccato i tasti giusti. Le sue parole risuonavano nella mia testa provocandomi delle sensazioni inaudite. Mi aveva fatto sentire una donna desiderata. Per questo fui colta da una voglia di sesso che non riuscì a controllare, energia allo stato puro.
Andrea rimase stupito dello stato di eccitazione in cui mi aveva trovato:

“Che ti ha preso? Ti ha morso la tarantola?
“Peggio! Forse è il clima estivo! questa isola incantata mi ispira, mi sento il corpo bruciare!
“haha allora provvedo immediatamente a spegnerlo!

Preliminari accurati, carezze, baci, tutto contribuiva a rendere quei momenti eccezionalmente meravigliosi. Il mio corpo era cibo piccante per Andrea che fremeva come un fuscello tormentato da una tempesta violenta.
Quando ero nelle sue braccia, durante le profonde ed intese penetrazioni, la mia mente rievocava la dolce voce di Giulio, le sue parole risuonavano ancora vive “sto ammirando il tuo corpo”, e come se mi avesse detto “sto desiderando il tuo corpo”.
Quei pensieri venivano somatizzati in un impeto estremo che realizzai stringendo Andrea dalle spalle, graffiandolo nella schiena. Volevo godere e provare solo piacere, lo esigeva il mio corpo, lo voleva la mia mente.

“Martina sei posseduta dal diavolo? Cristo che ti prende stasera? Sei una vulcano!
“Si iiiiiiiiiiii voglio godere! Scopami con forza si iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii mmmmmmmmmm

Il giorno seguente mi accorsi che Giulio mi evitava, inventava qualsiasi scusa per allontanarsi da me e sottrarsi da qualsiasi tipo di contatto.
Mi sentivo amareggiata perché mi mancavano le sue attenzioni.
Si dice che in amore vince chi fugge. Non so se fu una tattica, ma sta di fatto che quel modo di comportarsi mi faceva incazzare e aumentando la voglia di avere con lui un’altra occasione di intimità, di sentirmi nuovamente corteggiata.
Le vacanze finirono. Una volta tornata a Milano, la vita riprese con i ritmi di sempre.
Quella notte, comunque, fu difficile da dimenticare. La sua voce calda, l'atmosfera che aveva creato con le sue parole sussurrate alla luna, avevano inciso un solco profondo nella mia mente.

Arrivammo alla vigilia di Natale. Giulio volle che la festività venisse celebrata in casa sua.
Volava rivivere una serata con un clima domestico, con suo figlio, me e la sua compagna. Nessun ristorante.
Verso le diciotto chiamai Andrea per fissare con lui un appuntamento.

“Andrea come sei messo?
“Ciao Amore! Sono incasinato! Quello stronzo di Russo non si è presentato stamattina! Il suo aereo dovrebbe atterrare tra un’ora circa.
“E ora?
“Volevo mandarlo a fanculo! Ma non penso che il capo non sia d'accordo!
“Chicco! appena ti sblocchi avvertimi così mi regolo! Un bacione!
“Va bene amore! Ti chiamo io! Un bacione!

Erano passate da poco le sette di sera. Andrea non aveva ancora richiamato. Stavo per consultare gli orari della metropolitana, quando squillò il cellulare.
Era Giulio.

“Ciao piccola! Andrea mi ha appena telefonato informandomi che ha problemi sul lavoro! Mi ha chiesto di venire a prenderti!
“Ciao Giulio! Va bene! Ho praticamente finito!
“OK! Allora tra venti minuti sarò da te! A dopo piccola!

Ogni volta che Giulio chiamava sul cellulare, la sua voce mi faceva emozionare.
Non avevo ancora smaltito le intense sensazioni che mi aveva fatto provare in Grecia.
In fondo alla mia anima lo desideravo come uomo, anche se amavo Andrea.
Amavo il mio ragazzo, ma sentivo un’attrazione fatale verso il padre.
Era una situazione incasinata che mi faceva soffrire, perché resistere a quel richiamo dei sensi diventava ogni giorno più difficile.

La BMW grigia metallizzata di Giulio si fermò davanti la negozio, dove lavoravo come commessa e anche come cassiera.

Ogni volta che la vedevo il cuore mi batteva forte.
Appena entrò nel negozio, avvolto nel suo giaccone scuro, suscitò l’attenzione delle mie amiche e colleghe di lavoro. Come ruffiane, iniziarono a mangiarselo con gli occhi. Giulio era un uomo affascinante con i suoi capelli brizzolati e il fisico ancora imponente. Un uomo che esprimeva fascino e virilità.
Le occhiate delle mie amiche scatenarono la mia gelosia.

Tra me dissi – “quello uomo è mio – giù le mani streghe!

Non so che cosa mi prese. Reagì come una femmina possessiva e direi un pochino da troia.
Vogliosa di segnare il proprio territorio e segnalare alle altre femmine i propri confini, mi avvicinai a Giulio e lo abbracciai, avvinghiandomi a lui come l’edera.
Sembravamo una coppia. Ci mancava solo il bacio passionale per suggellare quell’impressione.
Giulio non si tirò indietro. Sentì le sue forti braccia che mi cingevano con forza verso di lui.
Mi abbandonai sul suo petto sognando che quel momento durasse in eterno.

“Allora piccola! Sei pronta!
“Si! – guardai le mie amiche con un pizzico di civetteria – sono pronta!
“Aspetta! Visto che siamo qui! Perché non ne approfittiamo per comprare qualcosa?

Lo guardai perplesso. Il negozio era specializzato in abbigliamento intimo. Lingeria leggera e sexy.

“Giulio non vorrei che sembrassi un’approfittatrice!
“Ci tengo! Vorrei farti un regalo! Per una volta sarai una cliente del tuo negozio!
“Veramente mi sento a disagio!
“Comprati qualcosa di sexy! Sarà una sorpresa per Andrea!

Lo guardai intensamente. La sua insistenza mi aveva insospettito. La curiosità mi spinse ad accettare la sua offerta.

“Va bene! Tu cosa suggeriresti!
“Sei una ragazza mora, direi che il nero si adatterebbe bene alla tua pelle bianca!

Pensai: “Cazzo il caro suocero ci sapeva fare! E direi che mi ha osservato bene per suggerirmi quel tipo di capo! Decisi di stare al suo gioco. Cominciai ad emozionarmi all’idea che Giulio stese riflettendo sulle fattezze del mio corpo.

Mi rivolsi a Tiziana, una vera esperta in abbigliamento intimo.
Lei mi suggerì una combinazione stravolgente: calze nere in seta, reggicalze, tanga merlato e reggiseno in tinta, con un babydoll trasparente di seta.
L’effetto sarebbe stato quello di una bomba.
Confezionai il tutto in una borsa con le insegne del negozio.
Giulio non vide quello che avevo comprato. Lo lasciai all’oscuro nella speranza di suscitare in lui una curiosità morbosa.

“Allora va tutto bene? Hai trovato quello che ti piace!
“Si! Credo che ad Andrea lo apprezzerà, e penso che le verrà un colpo, quando mi vedrà in quella mise!

Giulio mi fissò negli occhi e sorrise.

“Bene adesso andiamo credo che la ditta di catering abbia già preparato il nostro cenone di natale!
“Ci sarà anche Daniela?
“Si! Ci sarà anche lei! Ormai è da quasi un anno che facciamo coppia!
“Ho l’impressione che con lei sia una cosa seria o sbaglio?
“E’ una ragazza intelligente! È la mia assistente fissa! Mi capisce e cosa importante rispetta la mia libertà!
“Che poi non sfrutti! Ahahah
“E’ vero! È un paradosso! Quando si è soffocati da una donna possessiva, trovi tutte le scuse per tradirla! E quando ti capita una donna come Daniela, ti rendi conto che tradirla è come giocare sporco!
“Giulio! Non mi dire che sei diventato un compagno fedele! Tu?
“Non ci crederai, ma è così!
“Senti Giulio! Vorrei cambiarmi le scarpe! Potremmo fare una deviazione a casa mia prima! Abbiamo tempo no?
“Si! Un’ora abbondante!

Salita in casa. Mi venne voglia di provare la lingeria intima, che mi aveva regalato Giulio.
Indossai gli indumenti intimi ed il babydoll, completai il tutto calzando le scarpe con tacchi alti.
Comincia a specchiarmi. Mi vidi molto sexy.
Andrea sarebbe andato su di giri. A pensai a Giulio, a lui sarebbe piaciuto. Mi osservai e, istintivamente escogitai un piano pazzesco. Presi il cellulare facendo scorrere la rubrica. Il display si fermò su Giulio.
Lui era giù, in auto che stava aspettando. L’occasione fa l’uomo ladro.

Guardai la luce del display e mossi l’indice, spinta da un istinto bestiale, che si era impossessato della mia mente, quindi lo chiamai.

“Si, dimmi piccola!
“Ho un problemino! Potresti salire un secondo?
“Aspetta, il tempo di spostare la macchina e arrivo subito!

Lasciai la porta d’ingresso socchiusa. Mi precipitai in camera da letto, aspettando trepidante il suo ingresso.

Un leggero brusio mi avvertì che Giulio era in casa. Quell’attesa mi face tremare le gambe e l’emozione mi bloccava il respiro.

Attendevo ansiosa la sua reazione. Chissà che come si comporterà alla vista della mise che stavo indossando?

La sagoma del suo corpo si stagliò sulla porta d’ingresso della camera da letto. Fece due passi avanti e si bloccò come se si fosse scontrato contro un muro.
I suoi occhi erano completamente spalancati e la bocca aperta in una smorfia di stupore.

“Accidenti! Non ho parole!

Anche io ero emozionata. Vedere il suo sguardo morboso scrutare il mio corpo mi suscitava un sentimento forte, che mi faceva tremare come un fuscello.

Presi io l’iniziativa e, ancora incerta, mi accostai a lui.
Quando l’ebbi di fronte, le posai le mani sulle spalle e, schiacciandomi a lui, adagiai le labbra sulle sue.

Gli fu naturale aprire la bocca ed accogliere la mia lingua. La sua si mosse all’istante, attorcigliandosi e danzando con la mia. Sembrava che non aspettasse altro.

Mi congiunsi a lui ancora tremolante dall’emozione. Finalmente stavo stringendo tra le braccia l’uomo che mi aveva fatto perdere il sonno.

Le sue mani scesero subito fin sotto i fianchi, sollevarono gli orli del babydoll e si impossessarono dei glutei, impastandoli come se fosse pasta fresca.

Erano forti e incisive mentre si muovevano con forza sulle natiche, sui fianchi e lungo la schiena. Da quello ardore si intuiva una mente eccitata.

La sua bocca era completamente fusa alla mia. Ci scambiammo l’aria dei nostri polmoni, mentre ci baciavano con grande passione.

Lentamente ci avvicinammo al letto. Dopo essermi seduta sul bordo, Giulio cominciò a spogliarsi. Vidi gli indumenti sparpagliarsi sul pavimento, lanciati con frenesia in aria e a casaccio.
Alla fine mi trovai davanti la sua virilità. Il suo cazzo era duro, mentre puntava minacciosa la grossa cappella contro il mio naso.
Lo afferrai con entrambi le mani e, dopo averlo menato, con delicatezza, presi a leccargli la punta brillante e bagnata di liquido seminale.

Non stavo più nella pelle. Era una gioia incontenibile dare piacere al suo cazzo.
Stringerlo tra le mani accresceva la mia voglia di averlo, possederlo, baciarlo e succhiarlo.

Giulio mi accarezzava le spalle, mentre la mia bocca gli torturava il pene, stimolandolo in ogni parte, lambendo con delicatezza le linee della cappella, leccando la turgidezza della pelle e lo scroto.


“mmmmmmmmmmmmmm accidenti sei brava mmmmm

Ad un tratto mi trattiene la testa ed inizia a chiavarmi in bocca.
Sentivo la punta del suo cazzo sprofondare in fondo alla gola. I colpi erano secchi e penetranti.
Il respiro divenne difficoltoso, poiché il suo cazzo non dava tregua, mi riempiva le gote scivolando velocemente in bocca.

Ad un tratto si bloccò permettendomi di respirare una boccata d’aria.
Ma, le sue intenzioni erano altre.
Si inginocchiò tra le mie cosce spalancate, riprendendo ad accarezzarmi le natiche e la schiena.
Le sue labbra cominciarono a scorrere sulla pelle del collo, e sulle spalle.
Mi sfilò il babydoll abbassandolo insieme al reggiseno.

I suoi occhi si strabiliarono appena si trovarono davanti le mie tette.

“Belle! E sode! Mmmmmmm

Si notava che la libidine si era impossessato della sua mente.
Agiva voglioso di impadronirsi dei capezzoli turgidi e di morderli come un affamato.
Continuò a strusciare le labbra, a succhiare con maestria, come se stesse facendo un pompino.

All’improvviso le sue mani presero il posto della sua bocca, e mi spinsero sul letto, facendomi adagiare sul dorso.
La sua bocca si spostò lentamente verso il basso ventre; facendo scivolare la lingua lasciava, si fermò sul monte di venere.
Con le dita scorse la leggera stoffa del perizoma, quindi manipolandola con delicatezza, volle incidere sulle labbra della figa.

Mmmmmmmmmmmm

Il gemito mi uscì spontaneo.

Non feci in tempo a godermi quel leggero tocco delle dita, che la sua bocca ingorda si era già impegnata a spazzolarmi la nicchia vaginale.
Sentivo il clitoride torturato, succhiato, stimolato. Era impossibile stare zitta davanti a quella provocazione dei sensi.

“Mmmmmmmmmmmmmmmmmmm oddio mmmmmmmm sto impazzendo mmmmmmmm
“Ho voglia di scoparti adesso!
“Si! Lo voglio anche io! E’ da quest’estate che non aspetto altro!

Sorrise compiaciuto, poi si accostò in ginocchio tra le mie cosce aperte. Il perizoma era stato spostato di lato e quindi le labbra umide e brillanti della fica stavano aspettando vogliose la sua cappella possente, che vibrava a pochi centimetri di distanza, pronta a fare il suo dovere.

Giulio brandì il suo cazzo schiacciando la cappella bagnata tra le lebbra, che cedendo il passo si divisero lasciando a quella presuntuosa la via della vagina.

Mmmmmmmmmmmmmmmmm si mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm


Il suo cazzo era penetrato tutto dentro. Il suo grembo era completamente compresso al mio. Mi abbraccio prima di iniziare a muoversi dentro di me e stringendomi unì la sua bocca alla mia.

Il suo corpo muscoloso era perfettamente attaccato al mio. Le tette erano pressate contro il suo petto.

Quando si staccò dalla mia bocca, mi fissò intensamente negli occhi e, tenendomi dai fianchi, prese a muovere il suo bacino tra le mie cosce oscenamente spalancate.

Appena sentì il suo cazzo muoversi dentro di me ebbi un moto inaudito. L’emozione di averlo dentro era talmente forte che provai subito un orgasmo incredibile.
Il piacere era così intenso che stavo quasi per perdere i sensi.

Mmmmmmmmmmmmmmm mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm

Giulio, accortosi del mio coinvolgimento emotivo, aumentò il movimento del suo bacino spingendo in profondità il cazzo, fino ad urtarmi l’utero. Era una sensazione che mi mandava in un’orbita stellare, facendomi provare emozioni nuove.

Tutto contribuiva a rendere quella scopata meravigliosa.
Giulio stava infrangendo un tabù; scopandosi la fidanzate del figlio.
L’idea del proibito mi stava facendo sballare anche a me.
Il peccato, la rottura delle regole rendeva quell’unione sublime.
Era una vera e propria rivoluzione dei sensi. Una ricerca di libertà del godimento, senza remore morali ed etiche.

Giulio si rivelò uno scopatore eccezionale. Faceva assumere al suo cazzo delle inclinazioni che non avevo mai sperimentato prima di allora.

Pompava dentro la mia figa con una foga e un accanimento mai visto.
Lo dimostrava da come mi baciava, toccava le tette, da come mi succhiava i capezzoli.
C’era in lui un’enfasi estrema di godersi quell’attimo di piacere.
Dava amore e riceveva la stessa moneta.
Da parte mia c’era una grande intesa, un idillio dei sensi.
Il suo cazzo martellava con forza facendomi provare delle sensazioni straordinarie, che sconquassavano il basso ventre.
La figa esprimeva una sensibilità eccezionale, reagendo a quel movimento impetuoso, esaltato con un godimento, che diventava incontenibile a livello vocale. Dovevo sfogarmi gridando quello che stavo provando.

Mmmmmmmmmmmmmmmm dio sto godendo mmmmmmmmmmmm

Eravamo completamente stesi sul letto. Le mie gambe sollevate in aria e appoggiate sui suoi bicipiti.
Giulio si era allungato sopra di me puntellandosi sulle braccia. Il suo corpo massiccio si muoveva con foga tra le mie cosce oscenamente spalancate, pompando freneticamente il suo cazzo dentro la mia figa.
Ero completamente aperta a lui, alla sua libidine, che si stava sfogando con un impeto bestiale. Eravamo in pieno delirio dei sensi.

Dopo un quarto d’ora abbondante di quella terapia d’urto, sentì il suo cazzo più duro e penetrante, allora capì che stava arrivando al culmine della sua resistenza.

“Martina mmmmm sto per sborrare mmmmmmmm
“si godo mmmmmmmmmmmmm più forte mmmmmmmmmmmm

Lo afferrai dalle spalle, stringendomi a lui.
Giulio, mi accontentò, e diede alcuni colpi in sequenza, devastanti, poi si bloccò dentro di me, in profondità.

Mentre sborrava il suo corpo vibrava come una corda di violino.

“Martina mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm
“Giulio mmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmmm si iiiiiiiiiiiiii!

Il caldo liquido si diffuse dentro di me confondendosi con l’orgasmo che stava contorcendo le pareti vaginali.
Si svuotò tutto dentro di me, le spinte ora erano solo di inerzia.
Mi baciava, mi toccava, mi stringeva e sembrava un uragano d’emozioni.

Esausto, alla fine di quella intensa scopata, si lasciò cadere sopra di me a riprendere fiato.

“Cazzo siamo in ritardo! Presto vestiamoci in fretta!

Passammo a prendere Daniela. Bellissima nella sua minigonna e tacchi alti.
La sala da pranzo era stata addobbata con i colori del natale. L’atmosfera era perfettamente adeguata ai sentimenti che ci univa in quel momento.
Mi sentivo euforica perché avevo soddisfatto un desiderio che mi stava facendo impazzire da tempo.
Lo considerai un regalo speciale, il più bello che potessi ricevere in quella vigilia di natale, indimenticabile.
Gli incontri con Giulio continuarono.
Finirono alcuni anni dopo, quando io e Andrea ci perdemmo di vista.

In quel tempo scoprì che Andrea e la sua matrigna, Daniela, se la spassavano alla grande alle mie spalle.
Un giorno nel cruscotto della sua auto trovai questo biglietto:

“Chicco mi manchi! L’altro giorno sei stato straordinario! Attendo impaziente il prossimo incontro. La tua porca e tenera coniglietta Dany!”


Così va la vita.

Guzzon59 ([email protected])
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