Gay & Bisex
io, Giulia e Mario (CAPITOLO 3)
di macchiettadiseta
16.10.2015 |
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"A quel punto ho trovato il coraggio di chiedergli se gli era piaciuto e se lo avrebbe voluto rifare, lei per tutta risposta mi ha detto che non solo gli era..."
CAPITOLO 3Al mio rientro in camera dopo essermi pulito un po’ le mani e il pisellino, Mario mi ha detto di andare in bagno a riempire la vasca idromassaggio (tipo yakuzi) di acqua calda e bagnoschiuma. Io naturalmente obbedisco e rimango in bagno a preparare la vasca. Quando è pronta li chiamo e loro vengono. Giulia si toglie le autoreggenti e mentre mi passa accanto mi bacia con amore. Io sento ancora il sapore dello sperma di Mario. Mentre stiamo ancora vicini, Mario si avvicina e chiede a Giulia di abbassarsi, lei lo fa e Mario a questo punto gli chiede:
- Allora Giulia, quale dei due preferisci? Toccali entrambi e saggiane la consistenza prima di rispondere.
Benché il suo fosse a riposo mentre il mio già si stava eccitando di nuovo, era comunque largo almeno 3 volte il mio, il confronto era senza storia. Dopo averli toccati un attimo Giulia ci guarda entrambi negli occhi e sorridendo si avvicina al cazzo di Mario che bacia e lecca un attimo, dicendo a Mario: - è ovvio no? che preferisco il tuo! Questo – rivolta al mio – va bene giusto per urinare.
E loro a ridere insieme, mentre io un po’ mortificato mi guardo il pisellino.
Giulia, mi guarda e capisce di avermi ferito, così si avvicina e mi dice con tono amorevole:
- Non ti preoccupare amore, io ti amo sempre e il tuo pisellino a me va bene anche così.
Nella vasca piena di schiuma alta e soffice Mario si mette vicino a me e chiede a Giulia di mettersi a pecorina per fargli vedere il culo. Giulia si gira e si mette con il busto fuori dalla vasca, appoggiandosi sopra 3 o 4 asciugamani in modo da stare comoda e rilassarsi. Come ci da la schiena io inizio, sotto l’acqua, a toccare l’uccello di Mario che intanto era occupato a giocare con il culo di Giulia infilandoci dentro le sue grosse dita. Come diventa bello duro, gli faccio segno che vorrei essere inculato lì all’insaputa di Giulia. Così mi alzo quel tanto che basta da posizionarmi dietro Giulia e continuare a masturbarle sia la fica che il culo e intanto Mario mi solleva di peso e mi fa risedere sul suo cazzone. Il dolore è stato lancinante, tanto da farmi pentire di aver avuto quell’idea e l’acqua non ha di certo aiutato, ma una volta entrato tutto è stato bellissimo e molto eccitante, naturalmente non siamo venuti nessuno dei due, perché subito dopo avermelo messo ed aver pompato poche volte ci siamo staccati e abbiamo fatto rigirare Giulia.
In acqua siamo stati per lo più in silenzio a rilassarci, fino a quando Mario mi ha chiesto di andare giù in cucina a prendere dello champagne ed io come al solito ho prontamente ubbidito. Quando sono tornato mi sono rimesso nella vasca e rilassandoci abbiamo finito tutta la bottiglia. Mario ogni tanto giocava con le sue dita con noi, il giorno dopo mi dirà di aver messo 2 dita in culo sia a me che a Giulia nello stesso momento.
Giulia prima di uscire dalla vasca, vedendo che a Mario era tornato duro gli ha voluto fare una bella pompa, ogni tanto prendeva anche il mio in mano dandogli qualche bacetto e segandomelo un po’. Poi li guardava entrambi e ridacchiava per come ce l’avevo piccolo. Prima di sborrare gli ho chiesto di farsi venire in bocca e di ingoiare. Lei ha accettato, ma dopo aver deglutito l’unica goccia che sono riuscito a fare ha detto che quella di Mario era molto più buona. Dopo un bel po’ è venuto anche Mario, inondandole di nuovo la bocca. A noi è sembrato che la mandasse giù tutta, ma quando si è avvicinata per baciarmi me ne ha versato un bel po’ in bocca. Io ho risposto al bacio e lei mi ha detto:
- Allora? Avevo ragione, non è più buona della tua?
- Cosa? Gli ho risposto io facendo finta di niente.
- Lo sperma di Mario che ti ho versato in bocca mentre ti baciavo.
Per non fargli scoprire la mia bisessualità, ho fatto una faccia schifata e ho sputato diverse volte in acqua, mentre loro due se la ridevano alla grande. Il giorno dopo Mario mi dirà di avergli suggerito lui quello scherzo quando io ero andato in cucina a prendere lo champagne.
Ormai esausti e soprattutto svuotati, abbiamo deciso di tornare a casa così ci siamo vestiti e salutati, inutile dire che lei se l’è baciato fino all’ultimo.
In macchina nel tragitto verso casa è sceso un silenzio imbarazzante fino a quando siamo arrivati sotto casa sua. A quel punto ho trovato il coraggio di chiedergli se gli era piaciuto e se lo avrebbe voluto rifare, lei per tutta risposta mi ha detto che non solo gli era piaciuto tantissimo, ma che se avesse potuto avrebbe passato la notte lì e che comunque non vedeva l’ora di riaverlo tutto per lei.
Quella notte non ho chiuso occhio. La donna che amavo, che era sempre stata mia, che mi aveva donato le sue verginità, che non aveva mai baciato nessuno, mi aveva cornificato come la più grande delle troie, ma non solo! In molte occasioni durante i loro amplessi mi era sembrato che più che scopare facessero l’amore. Senza contare che tra di loro c’è stata subito un intesa perfetta e una complicità assoluta.
Tutte quelle emozioni mi provocavano un eccitazione incredibile e durante la notte, molto agitata, mi sono dovuto masturbare diverse volte.
La mattina dopo mi ha chiamato Mario e mi ha detto che nel pomeriggio mi avrebbe fatto il colloquio nella sua ditta verso 18,00, quando ormai gli altri impiegati sarebbero andati a casa. Io già avevo capito che non sarebbe stato un colloquio normale, così prima di andare mi sono lavato per bene, mi sono fatto 2 clisteri e poi puntuale come un orologio svizzero mi sono presentato alla sua società. Ho citofonato e mi ha detto di salire al secondo piano dov’era il suo ufficio. Mi ha detto anche di chiudere a chiave la porta d’ingresso.
La struttura era piccola, ma ben fatta, era tutta a vetri specchio con degli inserti in marmo bianco qua e la, l’interno era completamente hi tech, per terra c’era della moquette e sulle pareti riproduzioni di quadri astratti molto colorati, di fronte l’entrata c’era la scala per salire al piano superiore, che con il cuore in gola dall’emozione ho salito. Subito di fronte la scala c’era la porta già aperta dell’ufficio di Mario. L’ufficio di Mario, a differenza dell’intera struttura era arredato in stile classico, per terra c’era il parquet ed un grosso tappeto orientale, a sinistra un divano (che poi scoprii essere un divano letto) in pelle nera ed un tavolino basso in cristallo e all’angolo una bella lampada da terra, le pareti erano tutte in legno ed anche il soffitto, il tutto assomigliava molto ad una biblioteca. A destra, appesa alla parete un grosso televisore al plasma e la porta del bagno, di fronte l’entrata invece c’era la sua grossa scrivania in mogano con sopra solamente il grosso monitor piatto di un pc. Qua e là appesi alle pareti c’erano molti quadri classici e di fronte la scrivania due grosse poltrone in pelle nera per gli ospiti. Lui mi aspettava seduto alla sua poltrona e appena entrato mi ha detto:
- Ciao pisellino, come hai passato la notte? Scommetto che non hai chiuso occhio vero? e che ti sei sparato qualche altra seghetta pensando a come mi sono scopato la tua Giulia.
- Sì, ma solo un paio, sei stato fantastico e Giulia mi ha chiesto di organizzare subito un altro incontro.
- Bene, no avevo dubbi in proposito, ma ora sei qui per fare il colloquio di lavoro, quindi dimmi quello sai fare.
Per 15/20 minuti abbiamo parlato di lavoro e di quello che avrei fatto io in azienda se eventualmente sarei stato preso ed avrei passato il periodo di prova. La paga che mi avrebbero offerto sarebbe stata di 1500 euro al mese, più dei benefit su eventuali profitti aziendali alla fine di ogni anno fiscale. Naturalmente loro mi avrebbero fatto un contratto a tempo indeterminato, ma contestualmente a quello mi avrebbero fatto firmare anche una lettera di dimissioni senza data che sarebbe rimasta in mano loro. Io pur di lavorare e stare insieme a lui ho subito accettato.
- Va bene, adesso inizia la prima prova, vieni qui!
Mi sono alzato e sono andato verso di lui mettendomici sopra a cavalcioni, poi l’ho guardato negli occhi e l’ho baciato lentamente, assaporandomi la sua lingua piano piano, mordicchiandogli le labbra ogni tanto, lui intanto mi palpava il culo, poi mi ha fermato e mi ha chiesto:
- Spero che sei venuto già bello pulito.
- Certo che sì, non sono mica uno sprovveduto, mi sono fatto ben due clisteri. Non è stato bello come quando me li hai fatti te l’altra volta, ma oggi non volevo perdere tempo.
E l’ho ribaciato.
Intanto mi ha sbottonato la cintura dei jeans, una volta che li ha allargati abbastanza mi ci ha infilato una mano e portandomela dietro mi ha iniziato a toccare il buchetto, poi l’ha tolta e mi ha fatto ciucciare il dito medio, appena ha ritenuto che fosse bagnato a sufficienza me l’ha spinto dentro il culetto senza troppi complimenti. Ci ha giocato un per po’, anche mettendomi due dita insieme, poi mi ha fatto alzare e si è diretto verso il divano letto. Ha spostato il tavolino ed ha tirato fuori il letto, intanto io mi ero spogliato completamente. Mi sono avvicinato e mi sono seduto sul bordo del letto vicino a lui, che era ancora in piedi, gli ho iniziato strusciare le mani sul pacco e poi anche la faccia, come un gattino che si struscia quando vuole le carezze. Mi sono alzato e gli ho fatto scivolare la giacca, poi gli ho sbottonato la camicia e ogni tanto lo baciavo, poi sono passato ai pantaloni e infine alle mutande. Ed è così che è uscito fuori l’oggetto dei miei desideri. Mi sono riseduto sul letto e l’ho cominciato a leccare tutto, a cercare di mettermi dentro la bocca almeno la cappella, a dargli bacetti dalle palle fino alla cappella. Poi non ce l’ho fatta più, sentivo il culetto pulsare dal desiderio, così gli detto:
- Ti prego inculami.
Lui si è allontanato, è entrato in bagno e subito dopo è ritornato con il barattolo di crema lubrificante in mano, io allora mi sono messo subito a quattro zampe inarcando il più possibile la schiena, poggiando la testa direttamente sul letto e allargandomi con entrambe le mani le chiappe:
- Sei fantastico, ora ti sfondo tutto.
- Metti poca crema, anche se mi farai male, ma voglio sentirti bene.
- Come vuoi cucciolo.
Così si è unto il cazzo con pochissima crema ed a me ne ha messa giusto un po’ sul buchetto e poi ha spinto dentro 2 dita insieme le ha rigirate un attimo e le ha tolte.
Io mi sono girato, forse lui non se lo aspettava, e gli ho messo le gambe intorno alla vita dicendogli:
- Voglio guardarti in faccia mentre me lo metti.
Si è abbassato su di me, mi ha baciato e con una mano si è preso il cazzo e lo ha puntato sul buchetto, io ho iniziato a spingere e lui ad entrare, il dolore è stato forte, ma molto meno dell’altra volta. Una volta entrata la cappella tutto il resto lo ha infilato di colpo facendomi sobbalzare. Mi ha scopato in quella posizione per almeno un quarto d’ora, ci guardavamo negli occhi e ci baciavamo con passione… poi mi ha fatto mettere a pecora e mi ha sodomizzato anche così, ad un certo punto, mi ha preso il pisellino in mano e mi ha detto:
- Adesso ti faccio godere toccandoti un po’ questo piccolo clitoride che hai.
Ed ha cominciato a menarmelo, dopo poco sono venuto e lui si è fatto ripulire la mano dalla mia boccuccia.
Dopo che sono venutoil culo mi si è ristretto, chi lo ha fatto lo sa perfettamente, avere dentro quel palo gigante che mi scopava non è stato affatto piacevole, ma dopo un po’ la voglia ha ripreso il sopravvento e alla fine sarò rimasto con lui a farmi scopare per almeno un paio d’ore, lui è venuto 2 volte ed io tre. Mentre ci riposavamo ci siamo messi d’accordo che sabato gli avrei riportato Giulia e che questa volta avrebbe cercato di fargli il culetto.
Poi mi ha detto che da quel momento fino a sabato l’avrei dovuta scopare solo nel culo per cercare di allargaglielo e mi ha regalato anche un fallo gonfiabile da infilargli quando il mio pisellino sarebbe entrato troppo facilmente.
Per il lavoro invece avrei incominciato dal giorno dopo, ma che comunque per la firma del contratto avrei dovuto aspettare il rientro dall’estero del suo socio, che non sarebbe arrivato prima di almeno altre due settimane. Dopo siamo andati in bagno a lavarci, il bagno era stupendo, tutto in marmo bianco con delle lastre in contrasto di marmo nero, aveva una grossa vasca con doccia e ben due lavabi.
Mario mi piaceva sempre più, sia come amante che come persona e quando mi diceva le cose mi piaceva assecondarlo e ubbidirgli.
Arrivato a casa mia ho chiamato Giulia e gli ho detto che il colloquio era andato bene, che avrei iniziato la prova il giorno dopo e che sabato ci saremmo rivisti con Mario nella sua casa al mare. Gli ho detto anche quello che aveva intenzione di fargli al culetto e che quindi ci dovevamo vedere anche quella sera per iniziare a prepararla e per dargli il fallo gonfiabile da infilarsi quando era da sola. Lei a questa novità si è un po’ ammutolita e mi ha iniziato a chiedere se con quella bestia di cazzo Mario non l’avrebbe squartata in due e io allora ho dovuto rassicurarla dicendogli che la preparazione che dovevamo fare era appunto per prevenire certi problemi e che Mario era un esperto per quanto riguarda il sesso e che ci dovevamo fidare di lui. Allora lei convincendosi un po’ mi ha detto che sarebbe venuta a casa mia per non perdere tempo e cercare di arrivare a sabato il più aperta possibile.
Dopo una breve cena, arriva Giulia e non appena andiamo in camera mi salta addosso e incomincia a baciarmi e a dirmi che sono un tesoro e che mi ama tantissimo perché pur di renderla felice non bado alle corna che mi sta mettendo.
Dopo esserci spogliati l’ho iniziata a leccare un po’, anche perché a me il cazzo non aveva recuperato del tutto le sborrate di pomeriggio. Prendo il cazzo gonfiabile e glielo faccio vedere, lei lo guarda un po’ e io cerco di farglielo ciucciare, lei dapprima lo rifiuta, ma poi lo prende a leccare mentre io la sditalino un po’ nel culo. Gli cospargo il culo di crema dentro e fuori e così facendo riesco a ficcargli dentro anche 3 dita. Poi prendo il fallo finto glielo appoggio delicatamente, ma con fermezza infilandoglielo tutto dentro. La lascio abituare un po’ così ed inizio a pomparlo avanti e indietro, fino a toglierlo del tutto per poi reinfilarlo di colpo. Quando vedo che il culetto si è abituato bene inizio a gonfiarlo un po’. Poi ci rigioco facendo avanti e indietro e poi lo rigonfio. Allora mi viene in mente che per non forzarla troppo e farla soffrire inutilmente è meglio che inizi a contare le pompate in modo da arrivare ad allargaglielo gradualmente. Così alla fine della serata il fallo gonfiabile e stato allargato con 6 pompate che Giulia ha retto bene non lamentandosi troppo.
Dopo una serata di sesso nella quale io sono venuto solo una volta dentro il culo di Giulia ci siamo dati la buonanotte e lei se ne è andata a casa.
L’indomani mi sveglio e vado a lavoro, mi accoglie Mario e mi presenta agli altri colleghi, un dozzina circa, sono tutti maschi eccetto una segretaria alquanto anzianotta. Poi mi dice che un altro paio di colleghi stanno fuori da dei clienti ed uno è all’estero insieme a Stefano, il suo socio.
Mi porta alla mia postazione che sta in un ufficio accanto al suo e sono contento per due motivi: uno perché non lo divido con nessuno e due perché sto vicino a Mario.
Poi mi porta nel suo ufficio e chiama la segretaria dicendogli che non vuole essere disturbato per la prossima mezz’ora. Spinge un tasto che sta sotto la scrivania e sento un click provenire dalla porta, io lo guardo con fare interrogativo e lui mi rassicura dicendomi che ha chiuso semplicemente la porta a chiave così nessuno ci disturberà.
- Senti, Andrea, tu avrai capito che qua viste le tue esperienze professionali e il tuo curriculum studi non servi a molto e che se sei stato assunto lo devi solo al fatto che sarai usato principalmente per svuotarmi i coglioni, vero?
- Mm, sì …avevo immaginato e desidero con tutto me stesso non farti pentire della scelta fatta.
- Bene, allora, tu hai visto che qui c’è un ambiente informale e che quindi l’abbigliamento è molto libero, quindi da oggi sarebbe opportuno che a lavoro indosserai sempre e solo tute da ginnastica. Questo perché quando avrò voglia di te sarai più veloce a spogliarti. E sotto la tuta indosserai sempre dei bei perizomi che serviranno a incorniciare quel bel culetto che hai.
- Va benissimo per me, non c’è nessun problema, anzi la cosa mi fa piacere.
Mi ci avvicino, mi ci siedo sopra le gambe, lo bacio e gli dico:
- Grazie! Posso fare qualcosa per te?
- Certo io la mattina ho sempre il cazzo duro e pronto a sborrare quindi mettiti sotto la scrivania e fammi sborrare, mentre io intanto lavoro.
Detto fatto, tempo una quindicina di minuti mi inonda la gola di sperma facendomi fare una bella colazione.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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