Gay & Bisex
Tutto cominciò con una scommessa (2)
di marco121g_72
18.09.2023 |
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"Succhia, lecca, avanti, senza mani, solo bocca…..."
Dove eravamo rimasti ? Mi chiamo Marco, all’epoca dei fatti, avevo 18 anni, vivevo in Sicilia ed ero un appassionato di biliardo. Proprio questa mia passione mi fece conoscere Franco, un 55enne, simpatico, brvo ed un po' strano.
Dopo varie volte che giocavamo insieme, studiando sempre colpi nuovi e, dopo innumerevoli “contatti” che c’erano stati fra il suo “pacco” ed il mio culetto o le mie mani, decidemmo di giocare scommettendo qualcosa. Persi 3-2 e mi ritrovai l’indomani mattina a dovergli dare una mano per sistemare alcuni suoi garage in un palazzo vicino ad un famoso parco della città.
Dopo varie ore di lavoro, accaldati, Franco mi portò in un magazzino vicino ai garage (pure questo di sua proprietà). Aperto il magazzino, scoprì con sorpresa che era un mini appartamento con angolo cottura, divano letto, tavolo con sedie, un ripostiglio ed un bagno con una doccia molto grande.
“Vieni Marco, entra, beviamoci una birra e rilassiamoci un po'. Di lavoro ne abbiamo da fare”.
“Grazie Franco, bel posticino qui, non mi aspettavo di trovare un luogo così sistemato”
“Sì, tutto quello che vedi qui è mio, non ci abita nessuno, figurati che potremmo stare nudi e nessuno ci disturberebbe”.
“Addirittura nudi Franco” feci io ridendo… “si, anzi, visto che è caldo, se permetti… e, neanche il tempo di finire la frase, si tolse la maglietta ed i pantaloncini rimanendo con un costume bianco, molto aderente che faceva risaltare, in maniera inequivocabile, il suo cazzo.
“Dai Marco, tranquillo, rilassati, aspetta, se vuoi, accendo l’aria condizionata, questo posto è pieno di soprese”.
Mentre diceva ciò, si toccava il cazzo, mettendo in risalto la lunghezze a la grossezza del membro, ormai chiaramente duro. “Ma non senti caldo, sei tutto sudato Marco, dai vieni qui che c’è una doccia molto grande, potremmo rinfrescarci un po' , poi ti offro il pranzo e, dopo un bel caffè, ricominciamo a sistemare il garage”
“Va bene Franco, tranquillo, vai avanti tu a farti la doccia, io ti seguo appena finisci”
Franco mi si avvicinò, io ero seduto e, praticamente, la mia faccia era quasi ad altezza del suo cazzo che lui, con diabolica semplicità, si toccava.
Io ero annichilito, immobilizzato ed ipnotizzato da quel cazzo enorme che Franco mostrava (praticamente il costume non nascondeva nulla) quasi con fierezza.
“Cosa c’è Marco, hai visto qualcosa di tuo interesse?” e, appena finita la frase, si tolse il costume mettendo fuori un cazzo che, mi obbligò a misurarlo dopo, era di 22 cm.
Ma, andiamo con ordine. Una volta che mi ritrovai davanti il suo cazzo e sentii le sue parole, lo guardai negli occhi e gli risposi “No Franco e solo che non credevo dicessi sul serio quando parlavi di stare nudi”
Lui mi mise una mano sulla testa, accarezzandomela, si avvicinò all’orecchio e mi bisbigliò :” ti si legge negli occhi che lo vuoi toccare, non è vero Marco? Non aver paura, che sarà mai, è un cazzo, tu non ce l’hai ?”
Dicendo ciò mi mise una mano sul mio cazzo (che era già duro) , ma, appena preso, mi guardò in faccia e mi disse : “Marco, ma, è piccolissimo, anche se, lo sento, è duro”
Mi fece alzare e mi abbassò tutto, tuta e mutande, lasciando il mio cazzetto in bella mostra. Lo guardava, lo toccava, lo pesava e rideva, lo stringeva e mi guardava dritto negli occhi “Lo sai questa cosa come si chiama? E, Marco, lo sai come la chiamiamo noi uomini?”
“Franco, ma che dici, è un cazzo ? Cosa vuoi che sia !!”.
“No Marco, questo è un clitoride ingrossato, perché tu, cara la mia frocetta, hai un clitoride, non hai un cazzo… non riusciresti a far godere nessuna donna o uomo, con questa nullità fra le cosce, cara la mia frocetta”
Queste parole mi lasciarono di sasso, fermo immobile alla mercé di Franco che cominciava a segarmi il cazzetto e, contemporaneamente, a stringermi i capezzoli.
“Vedi Marco, ho avuto il sospetto che ti piacessero i miei contatti, mentre giocavamo. Sapessi quanti vecchietti l’hanno notato e quanti mi hanno chiesto di giocare con te (non si riferiva a biliardo). Ora, alzati ed andiamo a fare la doccia, vieni su”
Mi tirò su dai capezzoli, facendomi un po' male, mi finì di togliere i pantaloncini e le mutande e nudo, tirandomi sempre dai capezzoli, mi portò in bagno. Appena entrati, mi fece sedere sul bidet e si mise davanti a me, accarezzandomi la testa, guardandomi con sguardo, quasi compassionevole mi disse: “Dai Marco, lo sai quello che devi fare, lasciati andare, tanto qui, non c’è nessuno, potremmo fare con molta calma, avrai tutto il tempo per capire la tua nuova situazione, Adesso datti da fare” Mi si avvicinava con il cazzo sulla faccia, me lo sbatteva addosso senza che sapessi cosa fare. Ad un tratto, mi fece alzare, si avvicinò e, con mio grandissimo stupore, mi baciò
Le nostre lingue si ritrovarono a giocare, intrecciate in un groviglio peccaminoso. Non capivo più niente; “Dai Marco, baciami, lo so che lo vuoi, su, adesso inginocchiati e prendilo tutto in bocca”
Completamente in mano sua, mi inginocchiai e lo presi a leccare, prima sulla cappella, poi le palle, poi, me lo spinse tutto in bocca “Dai frocetta, dai Marco, comincia a fare contento il tuo padrone…. Succhia, lecca, avanti, senza mani, solo bocca…. Ti insegnerò mille modi di far godere un uomo e ti darò solo a gente che sarà disposta a pagare bene ed a trattarti benissimo. Stai tranquilla, sarò io a vegliare su di te”
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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