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Gay & Bisex

Tra moglie e marito..quello "di troppo"


di DannyNapo
06.11.2020    |    9.046    |    8 7.9
"Questo mi fa salire un forte colpo di tosse, prima del quale tolgo quel bastone da bocca..."
Di ritorno dalla vacanza in Calabria, ritorno alla mia vita normale: università, studio, palestra. Passano giorni, settimane, mesi senza avere alcuna notizia di Santi e Milena.
Verso metà ottobre, preoccupato che possa essere capitato qualcosa (o che possa averli offesi in qualche modo), mando un messaggio a Santi.
“Ciao Santi, come stai?”.
Passano alcuni giorni, ma non ricevo alcuna risposta. Il messaggio non è neanche stato visualizzato.
Lascio perdere, pensando che, se avesse voluto, mi avrebbe contattato lui.
Dopo circa una settimana, ricevo la risposta di Santi: “Se ti chiamo, ti disturbo?”.
“No figurati. Chiama pure”.
Dopo qualche minuto il telefono squilla e risponde Santi.
“Ciao, Dan. Come stai?”.
“Santi. Bene dai. Te invece? Sei sparito dopo la Calabria”.
“Si hai ragione, scusami. Tutto bene comunque. Sono stato molto impegnato perché ho cambiato ufficio. Mi sono spostato a Napoli e non ho avuto moltissimo tempo per poterti scrivere”.
“Ah ho capito. Vabbuò ma un messaggio la sera potevi mandarlo eh..”, dico ridendo.
“Vero. Ti avrei contattato non appena avessi completato tutto. Anche Milena mi ha chiesto che fine avessi fatto, ed anche a lei avevo detto che ti avrei contattato non appena ci fossimo liberati”.
“Vedi anche con lei hai fatto una brutta figura. Come sta Milena?”.
“Anche lei bene. È ansiosa di organizzare di nuovo, spero che tu ne abbia sempre voglia..”.
“Ovviamente. Basta che mi dici quando e io vengo”.
“Ahahahah sei sempre il solito porco. Dove stai ora? A casa?”.
“No sto all’università. Un professore è assente ed abbiamo finito prima. Il tempo di una pizza con gli altri ragazzi e poi vado a prendere il treno”.
“Se ti proponessi di passare qui da me, al mio nuovo studio? Invece di andartene a casa dopo la pizza, vieni qua, facciamo quattro chiacchiere e poi torniamo a casa con la macchina. Ti accompagno anche, vedi che persona generosa che sono”.
Guardo l’orologio, poi rispondo “Penso di liberarmi tra un paio di ore. Se per te non è un problema potrei venire per le 15/15 e qualcosa. Però mi devi dire dove venire, ho solo capito che è qui a Napoli”.
“Come orario è perfetto. Io stacco da lavoro per le 17 e poi torniamo a casa. Venire qua è molto semplice..”, mi spiega come arrivare all’ufficio, ed è realmente molto semplice. È ad un quarto d’ora, o poco più, dalla sede in cui seguo.
Ci salutiamo, organizzandoci che non appena sarò arrivato al punto di riferimento che mi ha dato, l’avrei chiamato.
Pranzo con gli altri colleghi dell’università e quando ci salutiamo, mi dirigo all’ufficio di Santi. Raggiunto il punto, lo chiamo e lui mi dà le ultime indicazioni.
Questo nuovo ufficio è in un alto palazzo, sull’ascensore sono segnati 10 piani, e lui si trova al settimo. Uscito dall’ascensore lo trovo sulla porta ad aspettarmi. Ha un vestito grigio chiaro, con camicia bianca e cravatta nera. In confronto io sembro un rifugiato, felpone con cappuccio e jeans, con tanto di giubbotto.
Mi fa entrare, salutandomi con un caloroso abbraccio e mi fa strada.
C’è una piccola anticamera, che funge da sala di aspetto con alcune sedie ed una piccola porta che penso sia il bagno e poi il suo studio. La stanza è molto ampia, con le pareti bianche e l’arredamento è identico a quello del vecchio studio. La differenza è che ci sono due grandi finestre che danno sulla città. La vista è davvero sbalorditiva.
Il piccolo divano si trova tra le due finestre. Santi va diretto a sedersi su quest’ultimo.
“Mi dispiace davvero essere sparito tutto questo tempo. Ma ho avuto davvero tantissime cose da fare. Il trasloco dello studio, il passaggio di alcuni clienti ad un amico, l’acquisizione di nuovi clienti. Un bordello esagerato”.
“Se ti fai perdonare è tutto ok”, faccio l’occhiolino e rido.
Santi non perde tempo ed inizia a toccarsi il cazzo da sopra il pantalone. Io poso la borsa e tolgo il giubbotto e faccio lo stesso, sedendomi su una delle poltrone davanti la scrivania, che io giro verso il divano.
Ci troviamo a qualche metro di distanza, visibilmente eccitati.
Santi si sbottona il pantalone e caccia il suo cazzo, in un’erezione quasi completa. Io mi alzo e mi abbasso completamente il jeans restando in slip, con il cazzo che preme per uscire.
Con la mano destra, Santi si sega mentre sputa sulla sinistra, che passa su quella grossa cappella rossa.
Mi tolgo le scarpe e il pantalone, restando con la felpa ed in slip, la mia cappella esce vistosamente dal lato sinistro. Vado verso Santi, mi inginocchio davanti a lui e lecco quel gran cazzone dalla base fino alla punta.
Santi allenta un po' la cravatta, senza togliersela, poi mi tiene la testa, bloccandomela. Inizia subito a scoparmi la bocca. Entra ed esce con il suo pezzo di carne lasciandomi poco tempo per respirare.
Mentre continua nella sua opera di penetrazione, con la mano destra gli stringo le palle. Questo lo fa eccitare ancora di più ed aumenta la velocità. Il suo cazzo entra completamente nella mia bocca, ripetutamente e velocemente. Questo mi fa salire un forte colpo di tosse, prima del quale tolgo quel bastone da bocca.
È completamente bagnato della mia saliva; Santi riprende a segarselo.
Adesso sono io a volere qualcosa da lui.
Salgo sul divano, ed abbasso gli slip, metto la gamba destra sullo schienale ed il cazzo durissimo davanti la bocca di Santi.
Non devo dire nulla. Lui accoglie la mia verga tra le sue labbra ed avidamente la pompa.
Alza gli occhi verso i miei. Non celano il suo godimento nel prenderlo in bocca. Ma non mi accontento di questo.
Poggio le mani sulla parete dietro il divano, ed inizio a scopargli la bocca. Sempre più veloce.
Santi poggia le sue mani sulle mie natiche ed accompagna il mio movimento. Con un dito si fa largo e raggiunge il mio ano, che forza. Sentire quel dito dentro di me, mi fa arrapare ancora di più. Il cazzo è di marmo e Santi sembra accorgersene in quanto lo pompa con sempre maggiore voglia.
Prima di venire e spruzzargli in gola il mio seme, mi fermo. Lui toglie la bocca dalla mia asta e dice “Quel dito ti è piaciuto eh?”.
“Molto. Se vuoi puoi mettere qualche altra cosa”.
Santi mi fa alzare e dopo poco fa lo stesso. Viene verso di me e mi bacia. Le lingue ruotano nelle nostre bocche, mentre lui pian piano mi porta verso la scrivania. Arrivati lì, mi fa girare e stendere a 90°, con il buco in evidenza.
Inumidisce il tutto leccando avidamente e sputando abbondantemente tutto attorno.
Poi la sento.
La sua enorme cappella inizia a farsi largo all’interno del mio culo. L’attrito che incontra è tanto ed io sento non poco dolore, ma questa volta non gli faccio segno di fermarsi, come feci tempo addietro sempre su quella scrivania.
Santi mi penetra molto piano. Ad ogni colpo che mi dà, sento il suo cazzo sempre più dentro di me. Le mie viscere gli fanno sempre più spazio ed il dolore lascia spazio al godimento.
Dopo alcuni minuti, sento le sue palle sbattere contro le mie natiche. È riuscito ad entrare con tutto il cazzo.
Inizia, quindi, ad aumentare lentamente la velocità, stringendomi con le mani il culo. Lo lascio fare, sto godendo troppo.
La velocità è aumentata; sento ogni volta le palle sbattere, sempre più forte, contro le natiche. Lo sento ansimare e godere, ed insieme ci uniamo in un duo di piacere e goduria.
Non gli serve molto tempo per finire il lavoro. Sento che ha aumentato ancora la velocità, ma poco dopo esce e sento un getto caldo e denso attorno all’ano. La sua sborra mi cola tra le gambe, e questo mi fa arrapare tantissimo.
Mi giro e gli mostro quanto eccitato sono.
Santi lo stringe e resta impressionato.
Senza dire una parola, prende il mio posto sulla scrivania, abbassandosi i pantaloni e mostrando il suo culo tonico.
Mi abbasso ed inizio a leccarglielo, quasi penetrandolo con la lingua. Lo inumidisco bene, per prepararlo ad accogliere la mia durissima verga.
Mi alzo e, senza tante cerimonie, lo inculo in un solo colpo. La felpa mi dà fastidio e la alzo, tenendola con la bocca. Poggio la mano sinistra sulla schiena di Santi, per tenerlo fermo, e lo scopo con violenza.
Ad ogni colpo datogli, Santi ansima e gode. Vuole che gli spruzzi tutto sul culo, come lui ha fatto con me.
Sento il cazzo, duro come la roccia, irrigidirsi sempre di più, segno che ci sono quasi.
Con entrambe le mani, allargo il culo di Santi mettendo in evidenza il centro che sto violando con forza. Il silenzio dell’ufficio amplifica il rumore delle mie palle che sbattono sul suo culo ad ogni colpo dato.
Ed ecco che ci sono.
Libero il cazzo da quella scura galleria e spruzzo tutto il mio sperma sul quel buco dilatato.
Mentre è ancora in quella posizione, ansimando, Santi si allunga e prende i fazzoletti che mi porge per pulirlo. Dopo fa lo stesso con me.
Ci baciamo intensamente.
Mentre ci rivestiamo e rimettiamo in ordine, Santi dice “Milena sarà contenta di sapere quanto abbiamo fatto. La prossima volta lo ripeteremo con lei davanti. Ci stai?”.
“Non mi tiro mai indietro. Lo sai”.
Passiamo il resto del tempo rimanente chiacchierando ed aggiornandoci su ciò che è accaduto dall’ultima volta che ci siamo visti, in Calabria. Gli racconto dei due cugini, del bagnino e della sera con gli animatori.
Mentre andiamo via dall’ufficio e ci mettiamo in macchina, lui mi racconta che con la coppia con cui hanno condiviso la casa, hanno organizzato un’orgia sia lì in Calabria che a casa loro poco dopo essere tornati.
Quei racconti eccitano entrambi. I nostri cazzi si sono nuovamente risvegliati, ma Santi mi ha appena accompagnato a casa e prima di salutarci dice “Conserva questa erezione per la prossima volta. Ho in mente qualcosa di davvero speciale”.
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