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Gay & Bisex

Sinfonia di piacere


di Membro VIP di Annunci69.it MoroLecce
05.10.2024    |    90    |    0 9.3
"Emilio non aveva intenzione di fermarsi..."
Era un freddo pomeriggio di febbraio a Monopoli. L'aria gelida sferzava il viso di Antonello mentre camminava per le strade deserte della città. Indossava un giaccone pesante, cercando di proteggersi dal vento pungente che sembrava insinuarsi ovunque. Gli occhiali si appannavano a causa del respiro caldo che incontrava l'aria fredda, e ogni tanto doveva pulirli con la manica del cappotto. Tuttavia, niente riusciva a scacciare la sensazione di eccitazione che gli attraversava il corpo. Quel giorno, il suo maestro di saxofono, Emilio Giordano, lo aveva invitato a prendere un caffè per discutere di musica.

Antonello era un uomo di 27 anni, con un fisico definito e un'aria studiosa che lo rendeva incredibilmente affascinante. I suoi occhi verdi brillavano sotto il cappuccio del cappotto, e i capelli neri spuntavano leggermente.

Emilio era un uomo distinto sulla sessantina. I capelli argentati ben curati, gli occhi scuri che sembravano nascondere anni di storie, e un portamento sempre impeccabile. Indossava una camicia bianca sotto un maglione di lana grigia, e la sua giacca elegante completava il quadro di un uomo sicuro di sé. Ma ciò che colpiva davvero Antonello era il profumo che Emilio indossava: una colonia inebriante, legnosa, con note di spezie che trasmettevano saggezza e una mascolinità matura. Non era mai stato con uomini molto più grandi di lui. Per qualche ragione, non aveva mai voluto spingersi oltre i 40 anni quando si trattava di fare sesso. Eppure, quel pomeriggio, l'eleganza e il fascino maturo del maestro Emilio stavano lentamente abbattendo ogni resistenza dentro di lui.

"Antonello!" lo salutò Emilio con il suo solito sorriso caldo, "prego, siediti."
La loro conversazione iniziò come sempre: musica, tecniche, spartiti. Ma c’era qualcosa di diverso nell'aria. Gli sguardi di Emilio erano più intensi, più prolungati, e quando parlava, il tono della sua voce bassa e profonda sembrava vibrare nell'aria fredda del caffè. Dopo qualche minuto di chiacchiere, Emilio fece una proposta che colse Antonello di sorpresa.

"Vieni a casa mia," disse Emilio, con un tono calmo ma invitante. "Ho degli spartiti molto rari da mostrarti. Potresti trovare ispirazione."
Antonello esitò un istante, ma l'invito era troppo affascinante per essere rifiutato. "Sarebbe un onore, maestro," rispose.
Emilio sorrise e lo corresse subito. "Chiamami Emilio quando siamo soli."

Arrivati a casa di Emilio, Antonello fu accolto da un ambiente caldo e raffinato, un rifugio perfetto dal freddo pungente di febbraio. Spartiti e strumenti musicali erano sparsi per la stanza, e l'aroma della colonia di Emilio sembrava riempire ogni angolo della casa, avvolgendo Antonello in una sensazione di calore e desiderio crescente.
Emilio si versò un bicchiere di vino e ne offrì uno anche ad Antonello. "Guarda questi spartiti," disse, estraendo una cartella da un mobile di legno. Mentre Antonello sfogliava le note scritte a mano, il suo sguardo fu catturato da qualcosa di molto più intrigante: il rigonfiamento evidente nei pantaloni di Emilio. Antonello sentì un brivido di eccitazione attraversargli la schiena.
"Non ti preoccupare," disse Emilio con un sorriso tranquillo, accorgendosi dello sguardo di Antonello. "C'è molto più della musica che voglio condividere con te oggi."

Il cuore di Antonello accelerò, incapace di distogliere lo sguardo. L’aria sembrava farsi più calda, il profumo di Emilio più intenso, e Antonello si sentiva travolto dal desiderio. L’atmosfera elegante e rassicurante di Emilio stava abbattendo ogni sua barriera.
Emilio si avvicinò, posando una mano sul braccio di Antonello. "Sai," iniziò con voce bassa e profonda, "la musica è un’espressione di passione... ma c’è così tanto altro da scoprire nei desideri umani."

Prima che Antonello potesse rispondere, Emilio si chinò e le loro labbra si incontrarono in un bacio lento, deciso. Il freddo di febbraio sembrava sparire mentre le loro bocche si cercavano con sempre maggiore intensità. Il profumo di Emilio lo avvolgeva, e le mani del maestro si muovevano con eleganza sul suo corpo, percorrendo ogni singolo centimetro di tessuto della sua maglia.
"Emilio..." sussurrò Antonello, incerto, ma incapace di resistere.
"Lascia fare a me," rispose Emilio con un sorriso rassicurante. "Non c'è fretta. Goditi ogni istante."

Con movimenti lenti e sicuri, Emilio condusse Antonello verso il divano. Mentre si sedeva, Emilio iniziò a slacciare con calma i pantaloni di Antonello. Il suo sguardo era fisso su di lui, e con una lentezza quasi ipnotica, tirò giù i pantaloni, lasciando che il cazzo di Antonello si rivelasse, semi-eretto.
"Sei meraviglioso," mormorò Emilio, inginocchiandosi di fronte a lui.

Antonello sentiva il calore delle mani di Emilio scivolare sul suo cazzo, mentre il maestro lo prendeva delicatamente in bocca. La lingua di Emilio si muoveva con una maestria che solo anni di esperienza potevano dare, e ogni movimento era preciso, deciso, ma mai frettoloso. Emilio lo stava esplorando lentamente, assaporando ogni centimetro del suo membro.

Antonello gemette, sopraffatto dalle sensazioni. Non si era mai sentito così, e la bocca calda di Emilio che lo avvolgeva lo faceva impazzire. "Dio... sì..." ansimò Antonello, la testa che si lasciava andare contro il divano.
Emilio aumentò leggermente il ritmo, spingendo il cazzo di Antonello sempre più a fondo nella sua gola. La precisione con cui lo stava succhiando era incredibile, ogni affondo era profondo ma controllato. Antonello sentiva il piacere crescere dentro di lui, il corpo che rispondeva ad ogni tocco e movimento di Emilio.

“Sei così bravo...” gemette Antonello, incapace di trattenere la sua eccitazione.
Emilio si ritirò leggermente, le labbra umide di saliva mentre lo guardava con un sorriso. "Non è finita qui," disse con una voce carica di desiderio. "Ora voglio darti qualcosa di ancora più intenso."
Antonello esitò per un momento, ricordando la sua esperienza passata con il sesso anale. "Emilio, non sono sicuro... l'ultima volta è stato doloroso."
Emilio gli baciò dolcemente il collo, le mani che scivolavano sui suoi fianchi. "Non devi preoccuparti. Questa volta sarà diverso. Lasciati andare completamente."

Emilio lo preparò con una lentezza che solo l’esperienza poteva offrire. Le sue dita scivolavano dolcemente tra le natiche di Antonello, lubrificandolo con precisione, senza mai forzare. Ogni tocco era delicato, attento.
Il cazzo di Emilio era imponente e maturo, con una circonferenza importante che riempiva perfettamente la mano di Antonello. Le vene spesse correvano lungo la sua lunghezza, accentuando l’aspetto virile del maestro. Attorno alla base, i peli, un misto di scuro e grigio, riflettevano la sua età e la sua esperienza. Le palle, grandi e pesanti, sembravano cariche di desiderio, oscillando leggermente a ogni movimento. Ma quello che colpiva di più era l’odore che emanava: un profumo di uomo maturo, unito a una fragranza di sapone alla lavanda, delicata ma intensa, che accentuava il suo fascino e trasmetteva una sensazione di pulizia e mascolinità allo stesso tempo.

Quando Emilio iniziò a spingere il suo cazzo dentro di lui, lo fece con una calma estrema, permettendo ad Antonello di abituarsi lentamente a ogni centimetro.
Antonello gemette, il corpo che si tendeva sotto quella pressione, ma il dolore iniziale si dissolse rapidamente, trasformandosi in un piacere travolgente. Emilio continuava a spingere lentamente, penetrandolo sempre più a fondo, ma mai con violenza. Ogni affondo era misurato, e Antonello sentiva ogni fibra del suo corpo rilassarsi e accogliere quel piacere inaspettato.

“Sei così stretto,” sussurrò Emilio, la sua voce calda all'orecchio di Antonello. "È perfetto... continua a rilassarti."
Il ritmo di Emilio aumentò gradualmente, ma senza mai perdere la dolcezza iniziale. Ogni affondo era un'esplosione di piacere per Antonello, che si aggrappava al divano, il corpo ormai completamente sopraffato dalle sensazioni che Emilio gli stava regalando. Ogni colpo, ogni affondo era come una melodia suonata sul suo corpo, una sinfonia di piacere che si intensificava ad ogni spinta. Il respiro di Antonello si faceva sempre più corto, mentre il cazzo di Emilio lo riempiva completamente, spingendosi sempre più in profondità.

"Emilio... continua..." gemette Antonello, senza più alcuna esitazione. Il suo corpo si era lasciato andare, abbandonandosi completamente alle mani e al ritmo del suo maestro. Il dolore che aveva provato in passato era ormai un ricordo lontano, sostituito da un piacere travolgente e mai sperimentato prima.
Emilio, sentendo che Antonello era pronto, aumentò ancora di più il ritmo, ma sempre con quella raffinatezza che lo caratterizzava. Ogni affondo era potente, deciso, ma allo stesso tempo controllato, e Antonello poteva sentire il corpo di Emilio che si muoveva perfettamente in sintonia con il suo. Il suono della pelle che si incontrava riempiva la stanza, mentre il freddo pungente di febbraio fuori dalla finestra sembrava un lontano ricordo, soffocato dal calore che avvolgeva i loro corpi intrecciati.

"Sei perfetto," sussurrò Emilio all'orecchio di Antonello, il respiro caldo contro la sua pelle. "Non avrei mai immaginato di trovarti così... così aperto."
Antonello non riusciva a rispondere. Era travolto dalle sensazioni, dalle mani forti di Emilio che lo tenevano fermo per i fianchi, dalle sue parole che lo spingevano oltre i suoi limiti. Ogni spinta era più profonda della precedente, e Antonello poteva sentire il proprio piacere crescere ad ogni affondo. Il suo corpo tremava sotto il peso di Emilio. L'aroma del loro sudore si mescolava agli odori che riempivano la stanza: la colonia inebriante di Emilio, che avvolgeva i loro corpi, e l’odore ricco e vissuto della pelle del divano sotto di loro, creando un miscuglio sensuale che sembrava amplificare ogni senso.
"Non fermarti..." ansimò Antonello, completamente sopraffatto.

Emilio non aveva intenzione di fermarsi. Con movimenti sempre più decisi, prese il controllo completo del corpo di Antonello, spingendolo verso il limite. Il cazzo del maestro entrava e usciva con una fluidità perfetta, riempiendolo completamente, facendolo gemere ad ogni affondo. Le mani di Emilio si spostarono sui pettorali di Antonello, sfiorandogli i capezzoli, aumentando ulteriormente la sua eccitazione.
Le labbra di Emilio si posarono sul collo di Antonello, mordendolo leggermente prima di risalire fino all’orecchio. "Ti farò venire come mai prima d'ora," sussurrò con un tono carico di desiderio.

Le parole di Emilio erano come un veleno dolce, che si diffondeva in tutto il corpo di Antonello. Sentiva ogni muscolo tendersi, il corpo che si preparava all'orgasmo. E mentre Emilio continuava a spingerlo, sempre più forte e sempre più in profondità, Antonello poteva sentire il proprio piacere raggiungere il culmine.
Con un ultimo affondo, Emilio lo portò al limite, e Antonello venne con un gemito forte, il corpo che si contrasse in un'esplosione di piacere. Il suo cazzo pulsava mentre il suo orgasmo si riversava sul suo addome, e tutto intorno a lui sembrava fermarsi per un istante.

Pochi istanti dopo, Emilio lo seguì, lasciandosi andare completamente. Antonello sentì il cazzo del maestro pulsare dentro di lui, mentre Emilio veniva, riempiendo il suo caldo e avvolgente culo con una serie di gemiti profondi e soddisfatti.
Restarono così, fermi, i corpi ancora intrecciati, mentre il respiro di entrambi si faceva più regolare. La stanza era silenziosa, ad eccezione del loro respiro affannoso e del lieve rumore del vento che soffiava fuori dalla finestra.
Emilio si ritirò lentamente, facendo scivolare il suo cazzo fuori dal corpo di Antonello con delicatezza, quasi con reverenza. Si sedette accanto a lui sul divano, passandogli una mano tra i capelli e guardandolo con un sorriso dolce, pieno di soddisfazione.

"Come ti senti?" chiese Emilio, il tono della sua voce tornato ad essere rassicurante, quasi paterno.
Antonello, ancora tremante per l’intensità del momento, sorrise leggermente. "Non mi aspettavo di sentirmi così bene..." ammise, il petto che si sollevava ancora dal respiro affannato.
Emilio annuì, inclinando leggermente la testa mentre lo osservava. "Ti avevo detto di fidarti di me. Certe esperienze possono cambiare tutto, se ti lasci andare completamente."

I due rimasero in silenzio per qualche minuto, godendosi la quiete dopo la tempesta di sensazioni che avevano appena condiviso. Il calore della stanza li avvolgeva, mentre il profumo della colonia di Emilio sembrava ancora più intenso, mescolato all'odore del loro piacere appena consumato.
Antonello si alzò lentamente, ancora sorpreso dalla propria reazione. Si rivestì in silenzio, guardando Emilio che lo osservava con un sorriso soddisfatto.
Mentre si preparava a lasciare la casa, Emilio lo fermò con un ultimo bacio, lento e delicato. "Sai dove trovarmi, quando vorrai continuare questa... lezione," disse con un tono che lasciava intendere che quella non sarebbe stata l'ultima volta.
Antonello uscì di casa, il freddo di febbraio che lo colpiva di nuovo, ma questa volta non lo sentiva più. Il suo corpo era ancora caldo, scosso dalle sensazioni che Emilio gli aveva fatto provare. Ogni passo verso casa era accompagnato dal pensiero di quello che avevano appena condiviso, e sapeva che nulla sarebbe stato più come prima.

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