Gay & Bisex
Nella morsa del buio
di MoroLecce
25.09.2024 |
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"Era una serata calda a Roma, e il parco sembrava avvolto in un silenzio misterioso, rotto solo dal fruscio delle foglie e dai passi di Omar, un giovane di..."
Era una serata calda a Roma, e il parco sembrava avvolto in un silenzio misterioso, rotto solo dal fruscio delle foglie e dai passi di Omar, un giovane di 25 anni dai lineamenti arabo-turchi. I suoi occhi verdi brillavano sotto le luci fioche dei lampioni, e il suo corpo, scolpito e sensuale, attirava l'attenzione ovunque andasse. Con i capelli scuri e la barbetta curata, Omar era una visione irresistibile, specialmente quella sera, con una maglietta che aderiva perfettamente al suo petto ben definito e i pantaloni che esaltavano il suo culo perfetto.Omar sapeva cosa cercava quella notte. Era entrato in quel parco con l'intento di lasciarsi andare, di esplorare il lato più oscuro del desiderio. Era un luogo famoso per il cruising, e l'idea di essere osservato o approcciato da sconosciuti lo eccitava. Tuttavia, mentre si addentrava sempre di più nel cuore isolato del parco, sentì una presenza alle sue spalle.
Quattro ragazzi lo seguivano. Erano giovani, pieni di energia e testosterone, con sguardi che lasciavano intendere un solo scopo. Omar percepì il pericolo, ma allo stesso tempo un brivido di eccitazione gli attraversò la schiena. I ragazzi lo circondarono rapidamente, senza lasciargli spazio per fuggire.
Uno di loro, un tipo robusto con un tatuaggio sul collo, si avvicinò con un ghigno. "Guarda un po' chi abbiamo qui… non è male, eh?" disse agli altri, mentre gli occhi percorrevano ogni curva del corpo di Omar.
Prima che Omar potesse reagire, il ragazzo lo spinse contro un albero. Le risate basse degli altri risuonavano nell'aria, mentre uno di loro iniziava a toccarlo. Le mani callose del ragazzo tiravano la maglietta di Omar, afferrando i suoi capezzoli e pizzicandoli con forza, facendo fremere il suo corpo di piacere misto a dolore.
"Ti piace, vero? Troia" sibilò il ragazzo dietro di lui, stringendo i suoi capezzoli con decisione.
Omar cercò di protestare, ma le sue parole rimasero intrappolate in gola quando sentì un altro dei ragazzi, quello più alto, abbassargli i pantaloni, esponendo il suo culo nudo. Senza nemmeno aspettare un consenso, il ragazzo dietro di lui tirò fuori il cazzo, già duro, e senza alcuna esitazione spinse la punta contro il suo ano.
Il dolore iniziale fece sussultare Omar, ma l’uomo non si fermò. Con un movimento deciso, spinse il cazzo dentro, penetrandolo con forza. Omar gemette, la sensazione di essere invaso lo lasciava senza fiato, ma sentiva anche l'ondata di piacere crescere nel suo corpo, mescolata alla paura.
"Guardate come lo prende sto maiale" ridacchiò uno degli altri, mentre si slacciava i jeans, estraendo il proprio cazzo già eretto. Omar era circondato, e non c'era modo di fuggire. Un altro dei ragazzi si piazzò davanti a lui, afferrando i suoi capelli e tirandogli la testa all’indietro. "Apri quella cazzo di bocca, vediamo quanto sei bravo," disse, forzandolo ad aprire la bocca e infilandogli il cazzo tra le labbra.
Omar cercava di respirare, ma i movimenti di quel membro nella sua gola lo facevano ansimare. Gli altri due ragazzi si avvicinarono a lui, strofinando i loro cazzi contro le sue gambe e il petto, spingendo il corpo di Omar oltre il limite. Uno si fece spazio accanto a lui e spinse il cazzo tra le sue cosce, muovendosi su e giù con foga, mentre l'altro gli afferrava la mano, obbligandolo a masturbarlo.
La sensazione di avere il cazzo del ragazzo che gli scopava il culo, mentre un altro gli riempiva la gola, era così intensa che Omar non riusciva più a distinguere il piacere dal dolore. Le sue mani erano occupate, una a stringere e muovere un cazzo grosso e teso, mentre l’altra premeva contro un altro membro che scivolava tra le sue cosce. Ogni spinta nel suo culo lo faceva gemere più forte, e sentiva il cazzo che riempiva la sua gola fino a farlo quasi soffocare.
Le spinte si fecero più violente, più frenetiche. Il ragazzo dietro di lui continuava a scoparlo con forza, stringendogli i fianchi con tale intensità che Omar sentiva le sue dita affondare nella carne. Il ritmo era inesorabile, e Omar sentiva il cazzo che lo stava scopando allargare sempre di più il suo ano stretto, spingendo fino in profondità con ogni affondo. L'altro ragazzo che lo scopava in gola spinse ancora più profondamente, costringendolo a inghiottire il cazzo fino alla base.
"Ora tocca a noi puttana!" disse uno dei due ragazzi che ancora si masturbava accanto a lui. Il ragazzo dietro di lui venne con un gemito profondo, riempiendo il culo di Omar di sperma caldo, ma non gli diede tregua. Si tirò indietro, lasciando spazio all'altro ragazzo che spinse il suo cazzo dentro di lui con la stessa violenza. Omar era sopraffatto, ma il piacere che sentiva mescolato alla violenza lo stava consumando.
Uno dopo l’altro, i ragazzi si scambiarono di posto, riempiendo Omar da tutte le parti. Ogni volta che uno si ritirava, un altro prendeva il suo posto, scopandolo senza pietà, senza dargli un attimo di respiro. Quando l’ultimo ragazzo raggiunse il suo apice, venne sulla sua schiena e sul suo viso, fiotti di sperma che coprivano il suo corpo esausto.
Quando finalmente si fermarono, Omar era sopraffatto. Il suo corpo tremava dal piacere e dal dolore, incapace di muoversi. Ma mentre cercava di riprendersi, sentì uno dei ragazzi frugare nella sua tasca. Prima che potesse dire o fare qualcosa, i quattro ragazzi scapparono, ridacchiando nel buio. Con loro si portarono via il portafoglio di Omar, lasciandolo lì, esausto, senza forze.
Omar cercò di alzarsi, ma le gambe gli tremavano ancora. Il dolore misto al piacere era troppo, e non riusciva a rimettersi in piedi. Il parco era silenzioso, l'unica traccia di quello che era appena successo era il suo corpo, coperto di sperma, e il vuoto che sentiva dentro di sé. Ancora ansimante, si rivestì lentamente, sentendo il suo corpo cedere sotto il peso dell’esperienza.
Quella notte, Omar capì che il confine tra piacere e pericolo era più sottile di quanto avesse mai immaginato.
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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