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Gay & Bisex

Tra le ombre del cantiere


di gianlucabsx86
24.10.2024    |    302    |    1 8.0
"Le sue mani mi sfiorano appena, come se stesse saggiando il terreno, e io trattengo il respiro, incerto su come reagire, ma incapace di allontanarmi..."
Era un giorno di primavera, vivevo ancora nella villetta dei miei genitori e accanto alla villetta ne stavano costruendo un'altra. La costruzione era ancora molto semplice, con solo le strutture portanti, ma ero felice di questo perché potevo sbirciare e vedere i muratori all'opera, che in primavera inoltrata, nel profondo sud, lavoravano con pantaloncini e spesso senza maglietta. All'epoca non avevo ancora la malizia di pensare che fossi interessato a quei bei corpi scolpiti dal lavoro duro, ma più che altro, mi raccontavo che ero interessato ai lavori.
Un giorno vedo il classico trambusto dei muratori che stavano per andare via e, in pochi minuti, erano tutti sui furgoncini lontani dal cantiere. Do un’occhiata verso la villa in costruzione e noto un pacchetto di MS abbandonato su un pezzo di tufo. Non avevo mai fumato in vita mia, ma ero adolescente e il provare a fumare una sigaretta era una di quelle cose (stupide) che mi intrigava.
La curiosità mi divorava, così, senza pensarci troppo, prendo un accendino dalla cucina e torno alla villa vuota. C’era un’aria di silenzio e abbandono che mi faceva sentire un po’ ribelle, un po’ libero. Mi infilo dietro un muro, lontano dagli occhi indiscreti, pronto a vivere quella piccola trasgressione.
Tolgo una sigaretta dal pacchetto, osservandola. Il pacchetto era uno di quelli morbidi e la polvere di tufo era finita fino a dentro il pacchetto, soffio per levarla via. Me la metto in bocca e subito sento un sapore acre e pungente, come se avesse attivato qualcosa dentro di me. Non era tanto il sapore in sé, quanto il gesto che mi dava una sensazione nuova, quasi proibita. La mia mente iniziava a vagare, e con quel sapore sulla lingua, l’eccitazione cresceva piano piano, senza controllo. Inizio a toccarmi lentamente, lasciandomi trasportare da quella sensazione di essere completamente solo, nascosto tra i pilastri di cemento e il tufo.
Il caldo del sole di primavera, il silenzio rotto solo dal suono del vento che si infilava tra le travi ancora incompiute della casa in costruzione, tutto contribuiva a farmi sentire in un mondo mio, in cui potevo permettermi di esplorare ciò che normalmente non avrei osato. Mi perdo nei miei pensieri, fino a quando sento il suono di pneumatici che stridono sul terreno.
Istintivamente smetto, il cuore che accelera, il corpo che si blocca. Mi dico che probabilmente è qualcuno che sta passando per strada, ma il rumore continua. Mi volto verso l’ingresso e lì, a pochi metri da me, vedo una figura familiare: Massimiliano, uno dei muratori, il più attraente di tutti. Lo avevo notato spesso, ma sempre in modo inconsapevole, come se il mio sguardo si posasse su di lui senza volerlo, come se il mio corpo sapesse cose che io non avevo ancora imparato.
Era lì, con i suoi pantaloncini sporchi di polvere e una canotta aderente, leggermente ricoperto di sudore, con quella carnagione olivastra e il fisico scolpito dal lavoro. Si avvicina piano, con un sorriso divertito. “Ehi, cosa stai facendo?” mi chiede con un tono che mescola sorpresa e divertimento.
Imbarazzato, cerco di nascondere il rossore che mi brucia le guance. Mi alzo in fretta, come se potessi cancellare ciò che stavo facendo. “Niente… solo… scusami…” balbetto, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Lui ridacchia, ma non sembra arrabbiato, piuttosto incuriosito. “Ah, sigarette, eh? Alla tua età, anch’io cercavo sempre qualche scusa per nascondermi e fare qualcosa che non dovevo...” Allunga la mano, avvolge la mia che stringeva le MS, la sua presa è salda, recupera il pacchetto, si mette una sigaretta in bocca con fare distratto, fissandomi intensamente.
“Non c’è niente di male… a esplorare cose nuove…” aggiunge, mentre se l’accende, il tono della sua voce diventa più basso, quasi un sussurro, mentre si avvicina ancora un po’.
Poi me la porge e se ne accende un’altra.

“Sai, alla tua età anche io mi nascondevo nelle case in costruzione insieme ai miei compagni e fantasticavamo su qualche giornaletto…”

Si interrompe. “Aspetta…”

Corre in auto e lo vedo intento a cercare qualcosa, poi torna con un giornale piegato a metà..
Massimiliano si avvicina lentamente, con quel giornale in mano, il sorriso complice stampato sul viso. Io non riesco a muovermi, il mio corpo è teso, come se ogni singolo muscolo fosse paralizzato dall’imbarazzo. Il cuore mi batte all'impazzata, e mentre lui si avvicina sempre di più, la mia mente si riempie di pensieri confusi, in un misto di paura e curiosità.
“Non devi preoccuparti,” dice Massimiliano, con quella voce bassa e sicura che sembra quasi un sussurro, mentre allunga la mano per darmi il giornale. “Alla tua età, tutti abbiamo voglia di scoprire certe cose.”
Non so cosa rispondere. Prendo il giornale con le mani tremanti, cercando di non incrociare il suo sguardo. Il suo tono è rassicurante, ma la tensione tra di noi è palpabile. C’è qualcosa nell’aria che non avevo mai provato prima, una sorta di elettricità, un confine invisibile che stiamo per oltrepassare.
Massimiliano non si allontana, anzi, si ferma di fronte a me, il suo corpo possente che quasi mi sovrasta. Il suo odore è un misto di sudore e polvere, eppure c'è qualcosa di profondamente maschile e attraente in quel profumo grezzo. Mi sento improvvisamente molto piccolo, vulnerabile, ma allo stesso tempo affascinato da quella presenza così forte.
“Non c’è niente di male, sai,” continua lui, abbassando leggermente la voce. “A esplorare il proprio corpo, a capire cosa ti piace. È normale. Tutti lo fanno.”
Quelle parole mi colpiscono profondamente, in un modo che non riesco a spiegare. Il suo sguardo è fisso sul mio volto, mentre io continuo a guardare a terra, incapace di gestire l’imbarazzo. Ma nonostante tutto, c’è qualcosa che mi tiene lì, come se fossi incatenato a quella situazione, incapace di scappare o reagire.
Massimiliano si sistema meglio il rigonfiamento evidente nei suoi pantaloncini, con un gesto lento, quasi provocatorio. Io lo noto, il cuore che mi batte ancora più forte. Mi sento perso in un turbine di emozioni contrastanti: la paura di essere scoperto, il desiderio di capire di più, l’eccitazione per quello che potrebbe succedere.
Le sue parole mi lasciano interdetto. "Possiamo andare avanti insieme..." ripetono nella mia mente, come un'eco che non riesco a zittire. Non so cosa rispondere, ma sento il mio corpo rispondere prima ancora della mia mente. C’è qualcosa di irresistibile in lui, in quel modo rilassato e sicuro di sé, che mi disarma completamente.
Lentamente, alzo lo sguardo. Per la prima volta riesco a incrociare i suoi occhi scuri e penetranti, e in quel momento tutto intorno sembra fermarsi. Il cantiere, il vento, persino il sole che brucia sopra di noi sembra essersi spento. C’è solo lui, di fronte a me, e l’elettricità che pulsa nell’aria.
“Non devi avere paura,” dice ancora, con una calma che mi sorprende. Fa un passo verso di me, e il suo corpo massiccio sembra avvolgermi con la sua presenza. “È un segreto. Il nostro segreto.”
La mia mente è un caos, combattuta tra l’istinto di fuggire e la voglia di rimanere, di scoprire cosa significhi davvero quella sensazione che mi brucia dentro. Le sue parole mi tranquillizzano, almeno in parte. Mi sento come se fossi sospeso in un limbo, incapace di fare una scelta chiara.
Massimiliano si china leggermente verso di me, abbassando lo sguardo sul mio corpo come se stesse cercando un segno di consenso. I suoi occhi scivolano lentamente sui miei pantaloncini, e io posso sentire il calore salire di nuovo lungo le guance. Il suo sguardo è intenso, carico di un desiderio che non riesco ancora a comprendere appieno.
“Ti va di provare?” mi chiede, con un tono così basso che sembra quasi una sfida. Le sue mani sono ferme, rilassate lungo i fianchi, ma c’è qualcosa nel modo in cui il suo corpo si avvicina al mio che mi fa sentire come se stesse prendendo possesso di ogni singolo spazio tra di noi.
Non riesco a rispondere. Il cuore mi martella nel petto, e il mio respiro è spezzato. Il silenzio tra di noi diventa quasi assordante, carico di promesse non dette. Poi, quasi senza rendermene conto, faccio un passo verso di lui, annullando quella sottile distanza che ci separava.
Massimiliano sorride, come se avesse capito quello che stavo cercando di dire, anche senza parole. “Bravo ragazzo,” mormora, e la sua voce ha una sfumatura quasi protettiva, come se fosse pronto a guidarmi attraverso quel territorio sconosciuto che stavamo per esplorare insieme.
Il suo respiro è caldo contro la mia pelle, e posso sentire il battito del mio cuore risuonare nelle orecchie mentre le sue mani si muovono lentamente verso di me, sfiorandomi appena. Ogni tocco sembra amplificato, ogni movimento carico di significato. Mi sento sospeso in una bolla di tempo, completamente sopraffatto dalla forza dei miei stessi desideri.
Massimiliano si avvicina ancora di più, e il suo respiro caldo sulla mia pelle sembra incendiare l’aria tra di noi. Sento ogni parte del mio corpo in tensione, ogni piccolo movimento amplificato dalla vicinanza. Le sue mani mi sfiorano appena, come se stesse saggiando il terreno, e io trattengo il respiro, incerto su come reagire, ma incapace di allontanarmi.
Lui sorride, un sorriso che sembra conoscere già la risposta ai miei dubbi. Le sue dita si posano leggere sui miei fianchi, e l’intimità del gesto mi fa fremere. “Non c’è niente di male in quello che stiamo facendo,” sussurra con una sicurezza che mi disarma. “È solo un gioco, un modo per scoprire chi sei.”
Il suo tono è caldo, rassicurante, e in quel momento mi lascio andare. Tutta la tensione che avevo accumulato si dissolve, e mi trovo ad abbandonarmi a ciò che sta accadendo, senza più resistenze. Le sue mani si fanno più sicure, esplorando con lentezza, e il calore che mi invade è travolgente.
Sento il tempo rallentare, come se tutto intorno a noi fosse scomparso, lasciando solo noi due e quel momento. Ogni tocco, ogni respiro, sembra avvolgermi in un vortice di sensazioni che non avevo mai provato prima. È come se fossi stato catapultato in un mondo nuovo, fatto solo di istinti e desideri.
Massimiliano continua a parlarmi, ma le sue parole si perdono nel suono dei nostri respiri che si fondono. Mi sento più libero, come se in quel preciso istante ogni pensiero razionale fosse svanito, lasciando spazio solo al presente, a quello che stavamo vivendo. Non c’è più paura, solo curiosità, eccitazione e un senso di complicità che ci lega.
Quando tutto si calma, rimaniamo lì, in quel silenzio che sa di segreto. Massimiliano mi guarda, e per la prima volta noto un lampo di tenerezza nel suo sguardo. Non è più il muratore sicuro di sé che avevo osservato da lontano, ma qualcuno che mi ha appena guidato in un mondo che non conoscevo. Un mondo che, forse, da quel momento in poi avrei esplorato con occhi diversi.
“Adesso sai,” mi dice con un mezzo sorriso, prima di allontanarsi lentamente, lasciandomi con quella sensazione di calore che ancora mi scorre nelle vene.
Lo guardo andarsene, e il battito del mio cuore, finalmente, inizia a rallentare. So che ciò che è successo resterà tra di noi, nascosto tra le ombre del cantiere, e in un certo senso, mi piace così. Un segreto, un momento che sarà solo nostro.

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