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Gay & Bisex

Al mare pt 3


di Membro VIP di Annunci69.it Giulietto3
25.12.2024    |    6.684    |    18 9.4
"Il signor Salvatore nel frattempo aveva accesso il barbecue e si preparava grigliare hamburger e salsicce per tutti da buon padrone di casa..."
Mi scuso per il ritardo di questa terza parte, prometto che sarò più veloce in futuro. Spero possa essere un bel regalo di Natale.
La notte non faccio altro che pensare a tutto quello che è successo poche ore prima: quelle nuove sensazioni, il suo tono di voce autoritario e le sue parole, il culetto in fiamme, le sue dita dentro il mio buchino, i forti brividi lungo tutto il corpo, il suo odore intenso e il sapore del suo sperma maturo in bocca. È come se lo sentissi ancora in bocca, il mio corpo bollente, vorrei toccarmi ma me lo ha vietato e non so perché, ma istintivamente non ho voglia di disobbedire, quindi rigirandomi più volte nel letto, cerco di prendere sonno. Il giorno successivo accompagno i miei in giro per negozi, si fermano anche in pasticceria per comprare un vassoio di dolcetti da portare alla cena dei nostri vicini di ombrellone. Ci rechiamo all’indirizzo che ci avevano dato il giorno prima e ci ritroviamo alla porta di una graziosa villetta con giardino. La signora Maria ci accoglie con i suoi modi gentili e amabili, nel suo vestitino a fiori e con i suoi capelli bianchi cotonati e impeccabili. Solo una volta entrati lo vedo, con una camicia a maniche corte, leggermente sbottonata, che non riesce a nascondere la sua panciona tonda e da cui fuoriesce un’abbondante porzione di peli brizzolati, e sotto dei pantaloni corti che mettono in mostra le sue grandi gambe possenti e pelose. Il mio cuore inizia a battere fortissimo mentre lui, il signor Salvatore, ci saluta, ci accoglie in casa e per la prima volta con un tono gentile si rivolge a me dicendo: “Caro vieni con me, ti aiuto a mettere il vassoio dei dolci in frigo”. Ubbidiente lo seguo mentre i miei vengono accompagnati in giardino dalla signora Maria.
Lo seguo senza pensare a nulla, come se avessi spento il cervello, le gambe tremano e il cuore batte all’impazzata. Una volta soli, il suo tono di voce ritorna ad essere autoritario e duro, indicandomi dove mettere il vassoio delle paste nel frigo. Mi piego leggermente e sento subito la sua manona agguantare entrambe le mie chiappette e palparle rudemente. Sobbalzo, il tessuto leggero dei pantaloncini mi permette di sentire il calore delle sue mani che automaticamente fanno aumentare quello del mio corpo. Come se mi fossi rimbecillito, resto in quella posizione diversi secondi, lasciandolo palpare senza sosta fin quando non mi dice di alzarmi e di raggiungere gli altri.

Mentre cercavo ancora di riprendermi da quella palpata, ritorniamo dai miei genitori e dalla signora Maria che stava mostrando fiera le piantine e gli alberi del suo giardino. Il signor Salvatore nel frattempo aveva accesso il barbecue e si preparava grigliare hamburger e salsicce per tutti da buon padrone di casa.

“Maria, avevamo promesso al ragazzetto che non lo avremmo annoiato e tu gli parli delle tue piantine. Su vieni qua con un piatto che la carne è quasi pronta.” Quel suo ordine velato mi fa arrossire e mentre gli altri ridono e iniziano a prendere posto a tavola sotto il porticato, mi avvicino rapido a quel maschione. Una volta raggiunto, vengo travolto da quell’odore intenso che avevo già conosciuto. Lui era lì, davanti alla griglia, tronfio, mentre beveva birra e girava la carne. Aveva sbottonato un po’ di più la sua camicia e adesso riuscivo a vedere quel petto abbronzato sui cui peli scendevano grandi gocce di sudore. Ero come in trance, con il piatto in mano, seguivo le gocce di sudore imperlare quel petto e con il naso inspiravo quell’afrore, fin quando “Su, lo sai che le salsicce vanno mangiate calde, porta il piatto in tavola dai”. Ubbidiente, scatto verso il tavolo con il piatto di carne mentre arrossisco pensando al doppio senso che solo io spero di aver colto.

Ci sediamo a tavola, il porcone ne approfitta per sedersi proprio di fianco a me. Per tutta la durata della cena avevo il suo odore di maschio, pungente, inebriante nelle mie narici. Da vero sfrontato si diverte a servirmi la salsiccia più grossa, adducendo al fatto che io sia in pieno sviluppo. Continuo la cena in totale confusione con il suo braccio appoggiato allo schienale della mia sedia, fin quando non propone di accompagnarlo a prendere i dolcetti e gli amari per tutti.
Ancora una volta lo seguo come una trottolina, solo che anziché andare in cucina, mi mette una mano sul culetto e mi porta in camera da letto. “In ginocchio troietta, ho il cazzo che mi esplode da due ore”. Ubbidiente, sono già in ginocchio, apre la patta dei pantaloncini e vengo investito subito da quell’afrore che mi aveva già fatto impazzire nella cabina al mare. Si diverte a sbattermelo in faccia, a schiaffeggiarmi con il cazzone duro, mi dice di annusare le palle pelose e sudate: “Da brava, annusa e lecca, lo so che le hai sognate tutta la notte puttanella”.

Mentre continuo il mio lavoretto di lingua, asciugando quel sudore e risalendo su fino alla cappellona saporita, lui, comodamente seduto sul bordo del letto, inizia a palpare e sculacciare il culetto. Mi abbassa pantaloncini e slip e le sue dita iniziano a titillarmi il buchetto già umido. “Ma guarda come sei bagnata. Adesso ci penso io, ho proprio quello che fa al caso tuo”. Si alza di scatto e da un cassetto prende un piccolo cono di gomma rosa con un diamantino sul fondo.

“Mettiti sul letto a 4 zampe e mentre mi succhi il cazzo io penso al tuo culetto. Non abbiamo tanto tempo quindi vedi di farmi sborrare, altrimenti dovrai spiegare ai tuoi che ci abbiamo messo così tanto perché stai ancora imparando a fare i pompini ahah” dice sghignazzando mentre mi metto subito all’opera, bramoso di riprendere a succhiare quel cazzone. Concentrato nel farlo sborrare il prima possibile, cerco di prenderlo in gola il più possibile, come mi aveva già fatto fare il giorno prima. Nel frattempo inizia a sculacciare il culetto con colpi ben assestati che lo colorano subito di rosso. Gli urletti per quelle sculacciate forti sono per fortuna soffocati dal suo cazzone in gola, il che gli permette di dare sfogo alla sua voglia repressa. Lasciando un attimo di respiro alle mie chiappette, con le dita titilla il buchetto, ci sputa sopra e inizia a giocarci con il suo ditone. Entra ed esce dal buchetto provocandomi forti brividi mentre lui si gode il pompino, quando improvvisamente sento il cono di gomma forzare il mio culetto ed entrare agevolmente grazie al massaggio anale delle sue dita e al fatto di essere bagnato internamente.

Mi ritrovo subito dopo con una presenza estranea, nuova, dentro di me, mentre il maiale ha preso il controllo della mia gola. “Puttanella ti stai godendo troppo il cazzone e mi stai facendo perdere tempo, dobbiamo sbrigarci. Adesso lascia fare a me”, dice prendendomi la testa e iniziandola ad usare come se fosse un giocattolo, facendomi sbavare e lacrimare. Dopo pochi minuti di quel trattamento, sento il cazzo ingrossarsi, il suo respiro più affannato, suoni gutturali. “Bevi tutto troietta, questo è il dolcetto per le puttanelle amanti del cazzo come te” dice sborrando direttamente in gola e facendomi nuovamente bere quel nettare bollente maturo. Lo sento scendere nel mio stomaco, facendo attenzione a non perderne neanche una goccia.
Con ghigno soddisfatto, si pulisce la cappella sulle mie guance e rimette il cazzo nei pantaloni. “Brava, adesso da brava puttanella terrai il plug per tutta la notte e mi raccomando non osare toccarti, altrimenti ti punisco. Domani mattina mentre tutti saranno al mare, tu verrai con una scusa qua e ci penserò io al tuo culetto. Che puttanella saresti senza avere il culetto rotto ahahah” ride e aggiunge “Su rivestiti che ci aspettano con i dolci”.

Ubbidiente mi rivesto, ho il culetto ancora arrossato, il buchetto pieno del plug che massaggia le mie pareti anali e l’alito che sa della sua sborra densa. Sempre più sconvolto e incapace di ragionare lo seguo mentre portiamo i dolci in tavola, sperando di non destare sospetti per la nostra assenza.
Una volta raggiunti i miei e la signora Maria, il maiale abilmente inventa di aver perso tempo nella ricerca dei bicchierini per l’amaro, scherzando con la moglie sul fatto che nasconde tutto in casa. Non appena mi siedo, sento il plug entrare più in profondità e vedo il vecchio porco sogghignare nel vedermi trattenere smorfiette di dolore misto a piacere. Terminiamo la cena senza ulteriori suoi agguati e ci congediamo, ringraziandoli per l’ospitalità. Ritorno a casa frastornato, fortemente voglioso e in parte ignaro di quello che ha in serbo per me per il giorno dopo…

Continua…

Ringrazio tutto per i complimenti e i commenti positivi, spero di non aver deluso le aspettative. Vi ricordo che è la prima volta che scrivo quindi vi invito ovviamente a lasciare commenti, critiche e suggerimenti, anche qui se volete: [email protected] o su kik Giulietto3
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