Gay & Bisex
Se una notte d'inverno un puttanone
di Beaudenuit
17.10.2024 |
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"Perciò appena posso sperimento tutto, o meglio, sperimentavo tutto: cruising, battuage, cinema porno, car sex, spiaggia nudista, appuntamenti al buio e..."
Quando hai il culo stretto lo devi tenere allenato, altrimenti il dolore supera il piacere.E' stato sempre il mio problema; gran voglia di cazzo ma per godermelo non devo lasciare il culetto inoperoso per mesi. Perciò appena posso sperimento tutto, o meglio, sperimentavo tutto: cruising, battuage, cinema porno, car sex, spiaggia nudista, appuntamenti al buio e tutto quello che capitava. Sempre sesso protetto ovviamente, però i pompini rigorosamente a pelle, non mi piace il sapore della gomma, mi piace quello del cazzo. Fino a qualche tempo fa era così.
Di solito indosso, sotto gli indumenti, lingerie femminile, mi fa sentire più a mio agio nel ruolo passivo. Perché intendiamoci, il mio ruolo è solo quello femminile, non sopporto chi cerca il mio cazzetto inutile.
Questi ed altri pensieri avevo in testa, una sera di parecchi anni fa quando, uscendo da un bar,snello, depilatissimo e con un culetto favoloso com'ero all'epoca,salii in macchina e mi inoltrai sulla Nomentana in direzione contraria al centro.
Era circa un mese che non mi facevo scopare; la voglia era tanta e il buchino reclamava un "allenamento".
Ero quasi arrivato al raccordo quando, in un tratto un po' isolato, vidi una sagoma che camminava al lato della strada. Da dietro non avevo neanche idea di come fosse, giovane, vecchio, bianco, nero, asiatico, brutto, bello, elegante, trasandato, ma quando il buchino comanda non si sta a sottigliare. Mi accostai, abbassai il finestrino e gli dissi
"Mi scusi, credo di essermi perso, dove siamo?"
"Questa è via Nomentana, 'ndo devi annà?" - indubbiamente bianco e romano, visto come si esprimeva.
"Ma in realtà sto facendo un giro prima di rientrare a casa, non ho voglia di dormire; tu invece dove stai andando? Se ti va ti do un passaggio"
"Eh, magari. Me s'è fermata la moto a un chilometro da qui e i mezzi nun passano. Sto a Fonte Nuova"
"E allora dai, sali, ti do uno strappo"
Era un ragazzo sui trent'anni (io all'epoca ne avevo una decina di più), niente barba, capelli corti, a occhio e croce più alto di me ameno di dieci centimetri
"Che giornata de merda, oltre la moto ferma ho pure litigato co' la mi' regazza, so' incazzato nero"
"Eh le donne sono sempre un problema"- buttai lì
"Beh magari quanno ce scopi no" - disse ridendo
"Non gradisco neanche quello, grazie" risposi emozionatissimo e con fare effeminato, temendo la risposta
"Perché sei frocio?"
La crudezza del termine in altre occasioni mi eccita anche, ma in quel momento mi sembrava di sentire disprezzo, quasi mi pentii ma non potevo retrocedere
"Beh non è il termine che mi piace di più, ma nella sostanza sì" - dissi con un sorriso guardandolo un attimo per vedere la reazione
"Ah, allora m'hai rimorchiato pe' questo"
"No, no, ti giuro che l'ho fatto senza malizia, volevo solo essere gentile"
Ci fu un momento di silenzio, da parte di tutti e due che mi terrorizzò.
Avevamo passato il raccordo ed eravamo già sulla Palombarese, fra poco saremmo arrivati dalle sue parti per fortuna. Poi lui ruppe il silenzio
"Infìlate dentro una de ‘ste stradine laterali"
"Perché" - chiesi io timoroso
"Nun fa' domande frocio, ubbidisci e basta" disse con aria di colpo fredda e autoritaria- ora ero proprio terrorizzato, magari m'accoppa e mi deruba, pensai.
Entrai in una stradina buia, per metà sterrata; già la Palombarese è buia di per sé, figuratevi una stradina laterale.
"Ti prego, non volevo che pensassi..."
"Statte zitta troia, adopra qua' bocca mejo, àpreme i carzoni e famme un pompino"
Rimasi di sasso, ma feci subito quello che voleva (e che volevo anch'io, tutto sommato).
Aveva un bel cazzo incappellato e a me piace da morire scappellarlo con la bocca, cosa che feci come avevo fatte con centinaia di altri uomini. Lui mi afferrò la testa e me lo spinse tutto in gola causandomi un conato che repressi per continuare a pomparlo.
"Daje puttana che oggi so' ito in bianco co' qua' troia d'a mi regazza e sto carico"
Io diedi il massimo, mentre lui continuava ad insultarmi. Poi all'improvviso si sfilò
"Esci fòri, tirate giù i carzoni e poggiate ar cofano che te lo metto ar culo"
"Sì, però ti prego, col preservativo"
"Sì sì ma me lo devi da' te, io nun ce l'ho"
Uscii dalla macchina presi un profilattico e il lubrificante e mi calai i pantaloni. Lui vide il perizoma e le calze velate con il reggicalze ed esclamò
"Ah stai messa così, ma allora annavi proprio cercanno cazzi"
"Io sto sempre così" risposi con un sorrisetto malizioso, ormai non più teso e felice che si rivolgesse a me al femminile,
Gli calzai il preservativo con la bocca, glie lo spalmai di lubrificante e mi misi a novanta gradi appoggiato al cofano.
"Fai piano all'inizio, ti prego" - lo dissi ma pensai che, rude com'era, avrei scommesso che al contrario mi avrebbe sbattuto dentro il cazzo brutalmente, ma ero preparato anche a questo, non era la prima volta che succedeva.
Invece fu veramente delicato nel penetrarmi, con piccoli colpi, affondando un poco e poi ritraendosi, riuscì a forzare il mio buchino e a farsi strada fino in fondo. Gemetti un poco per il dolore che comunque sentii, però dissi
"Oh sì, è bellissimo, ora puoi scoparmi più forte se vuoi"
Non se lo fece ripetere, cominciò a dare colpi sempre più forti e io stavo godendo
"Lo senti ner culo eh, troia, te sto a sfonnà"
"Sìììì, lo sento tutto, sbattimi forte dai, rompimi il culo"
"Te lo rompo sì, zoccola da marciapiede"
"Sì, sì, sì, fottimi brutalmente, violentami"
Mi arrivarono tre o quattro sberle sulle chiappe che mi fecero gridare
"Sta' zitta puttana che ciaréstano"
Mi scopò così, brutalmente, a lungo ansimando e insultandomi; ogni tanto sfilava quasi del tutto il cazzo e poi affondava di colpo, facendomi sentire brividi di piacere, fino a che sentii i suoi rantoli mentre sborrava.
Rientrammo in macchina e ci sedemmo uno a fianco all'altro
"Co' sta bocca e co' sto culo m'hai svortato la serata"
"Sono contento. Ma dimmi una cosa, lo avevi mai fatto prima con uno come me?
"Sì ma un culo così nun m'era mai capitato" - sorrisi compiaciuto
"Grazie. Se vuoi possiamo lasciarci il telefono e rivederci quando hai bisogno di scaricarti"
"Bona idea"
Ci scambiammo il numero, mi ricomposi e lo accompagnai a casa. Abitava in un complesso di palazzine con intorno solo prati. Io ero ancora molto eccitato e quando fermai la macchina gli dissi
"Cazzo, ma non mi hai detto neanche come ti chiami"!
"E’ vero, Bruno e tu?"
"Daniele"
"Beh da quello che m'hai fatto stasera direi più Daniela" - risi sinceramente alla battuta
"Per la verità sono proprio più spesso Daniela che Daniele, voglio dire che spesso mi piace essere completamente en femme; sai, tacchi a spillo, minigonna, parrucca, trucco, insomma travestita”
"Cazzo, me piacerebbe proprio scopatte così"
"Senti Bruno, sono stato benissimo con te stasera, dimmi una cosa: devi salire subito o ti va di stare ancora cinque minuti con me"
"Nun c'è problema, perché te voi travestì?"
"No, quello la prossima volta se ti va, però ora vorrei provare a darti ancora piacere" - dissi portando la mia mano sul suo pacco accarezzandolo
"Madonna che puttana, lo vòi ar culo n'antra vorta, nun t'è bastato?"
"No, te lo voglio succhiare fino in fondo" - ma intanto vedendo che ci stava, gli avevo già aperto i pantaloni
"E daje, vedemo che sai fa'"
Gli feci un pompino da manuale, godendo nel sentirlo mugolare e insultarmi, nel sentire le sue mani prendermi la testa e affondandomelo tutto in gola.
Visto che aveva sborrato neanche mezz'ora prima, ci volle un po' e tutta la mia troiaggine per farlo arrivare al culmine, ma alla fine la sua sborra mi schizzò calda in bocca. La trattenni per assaporarla, poi però aprii lo sportello e la sputai fuori.
"Beh, zoccola come sei nun fai l'ingoio?"
"No, lo faccio solo sul sicuro, a chi è testato"
(Non sapevo ancora, all’epoca, che è più rischioso trattenerla in bocca che ingoiarla direttamente e “spedirla” dai succhi gastrici che distruggono qualunque eventuale virus.)
"Comunque li fai da favola" disse lui
"Grazie, hai il mio telefono, quando ti va possiamo replicare"
"Ok, famme annà adesso, che s'è fatta quasi mezzanotte"
Ci lasciammo così, ma sapevo che non era finita con quel ragazzo. Mi piaceva troppo.
E infatti nei mesi seguenti mi scopò almeno altre tre volte… e sempre en femme.
(Questo racconto faceva già parte di un altro mio racconto, ma ho voluto renderlo "autonomo" con qualche piccola modifica)
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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