Gay & Bisex
I Facchini della Cooperativa
di Sergioone61
17.03.2011 |
23.050 |
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"Poco dopo l’atmosfera è sospesa..."
Ragazzi, vi devo raccontare un episodio davvero fantastico.Qualche giorno fa in azienda hanno deciso di fare un po’ di spostamenti trasferendo alcuni uffici in una nuova palazzina. Tra questi anche il mio. Se l’avete vissuto sapete che razza di rottura sia: inscatola tutto, etichetta tutto, etc.
Alla fine tutto era pronto per il trasloco programmato per la domenica successiva. Alla sera del Venerdì bisognava decidere chi sarebbe venuto a sovrintendere il carico, lo scarico e la sistemazione nei nuovi uffici. Io sarei stato da solo, perché mia moglie andava a trovare sua sorella, quindi mi sono offerto volontario.
Domenica mattina, ore 07:30. Arrivo sotto l’ufficio e vedo che ci sono già alcuni operai che hanno iniziato a trasportare fuori scatole e mobilio per caricare un furgone posteggiato lì di fronte.
Salgo le scale per vedere a che punto sono. Sono in cinque. Tre sono italiani sui 40/50 anni e si occupano del montascale e del carico del furgone, mentre gli altri due sembrano rumeni o albanesi, avranno sui 20 anni e dalla finestra caricano le scatole e le varie suppellettili sulla piattaforma del montascale.
Appena mi vedono salutano un po’ intimiditi. Resto ad osservare le loro attività e sono subito attirato dai loro fondo schiena, infatti quando si piegano per sollevare gli scatoloni i pantaloni delle tute da lavoro si abbassano scoprendo il bordo delle mutande e a volte anche l’inizio della spaccatura delle chiappe. Beh, visto che dovrò passare qui mezza giornata almeno avrò di che distrarmi….!!!
A metà mattina hanno quasi completato il carico, offro a tutti un caffè, gli italiani lo prendono e poi vanno a berselo parlottando tra loro, mentre io mi intrattengo con i due ragazzi.
Scopro che sono rumeni, si chiamano Florin e Cosmin, sono dello stesso paese e sono arrivati in Italia insieme 3 anni fa.
Dopo la pausa riprendono a caricare. Il sole ha scaldato la giornata ed i due ragazzi si levano il giubbetto restando in maglietta. Ora che siamo sotto a finire di caricare il furgone posso godermi anche lo spettacolo delle magliette che si sollevano lasciando scoperto l’addome e facendo intravedere i muscoli tesi per lo sforzo e la striscia di peluria che dall’ombelico scende nei pantaloni.
Ok. Basta, se no mi viene duro.
Li precedo ai nuovi uffici. Lì ci sono altri operai, elettricisti, carpentieri, imbianchini, tutti che danno gli ultimi ritocchi.
Arriva il furgone e ricomincia tutto all’inverso. Si scarica e si trasporta tutto nei nuovi uffici.
Si è fatta l’ora di pranzo. Il responsabile tecnico delle infrastrutture della mia azienda mi invita a pranzare con lui, ovviamente devo accettare. Un panino veloce e si torna tutti al lavoro.
I miei due giovani rumeni stanno sistemando i mobili nei vari uffici. Riesco ancora a bearmi della vista delle loro chiappe quasi scoperte.
A metà pomeriggio sembra che non ci vorrà ancora molto. Bene penso, non vedo l’ora di andare a casa a farmi una doccia. Mi scappa da pisciare, vado al bagno, apro la porta e all’interno vedo Floris, ha lasciato la porta aperta e sta pisciando, si è calato i calzoni della tuta e mostra con noncuranza un culo fantastico avvolto dagli slip bianchi.
Mi scuso. Ma lui si scusa subito a sua volta per non aver chiuso la porta, ma abituato a stare sempre con altri maschi non sempre ci fa caso. Gli sorrido e lui mi risponde mostrando i denti bianchissimi incorniciati dalle labbra appena inumidite; sospiro tra me e me: Ah che ti farei! Floris esce ed io vado in bagno.
Finalmente abbiamo finito. Raccolgo le mie cose e mi avvio alla bici. Ormai sta per imbrunire e l’aria si è fatta frizzante. Frugo nello zaino in cerca dei guanti che non trovo… accidenti devo averli dimenticati!
Mentre impreco tra me e me sento un clacson. Mi volto, sono Floris e Cosmin. Li saluto con la mano. Sento il furgone accelerare. Poi si arresta, innesta la retro e torna vicino a me. Floris, che guida, abbassa il finestrino e mi chiede se mi serve un passaggio. Rispondo che ho la mia bici. Lui però osserva che è tardi e fa freddo. Possiamo caricare la bici sul fugone e loro possono accompagnarmi dove voglio. Non ci ho pensato nemmeno un attimo, ho sistemato la bici nel cassone del furgone e sono salito.
La cabina è a tre posti, Cosmin è sceso per farmi salire nel mezzo. Siamo stretti uno accanto all’altro e il calore delle loro coscie attraverso la tuta è davvero piacevole.
Floris mi chiede dove deve portarmi. Ed io di rimando dove erano diretti loro. Cosmin risponde che sarebbero andati a mangiare una pizza e poi a casa a dormire. Beh anch’io devo mangiare e propongo di andare a mangiare la pizza tutti insieme. All’inizio sono un po’ imbarazzati, poi accettano.
Andiamo in una pizzeria vicino all’ufficio. La cena è piacevole allietata dalla conversazione e dal piacere di vedere due giovani mangiare con appetito. Vanno anche un bel paio di birre ed alla fine anche un buon grappino.
Usciamo dalla pizzeria decisamente allegri, sarà l’alcool che ci ha scaldato, sembriamo compagni di vecchia data.
E’ ora di andare a casa. Dico a Floris dove accompagnarmi e lui dice che è vicinissimo a dove abitano loro, allora decidiamo che andremo fino a casa loro e poi io andrò a casa in bici.
Durante il tragitto tra una battuta e l’altra è tutto uno sghignazzare. Ogni tanto Floris, ridendo ad una mia battuta, mi picchia con la mano sulla coscia. All’ennesima battuta gli metto la mano sulla sua fermandola sulla mia coscia. Lui si volta a guardarmi e me la stringe. Poi ride e dice qualcosa in rumeno a Cosmin, che ride a sua volta ed annuisce.
Siamo arrivati. E’ un vecchio palazzo con le tipiche case di ringhiera che si affacciano sul cortile interno. Floris entra nel cortile e posteggia il furgone. Scendiamo. Faccio per prendere la mia bicicletta, ma Cosmin dice che non è troppo tardi per un ultima birra e mi invita a salire da loro.
Saliamo tre piani a piedi e percorso il lungo ballatoio arriviamo all’ultima porta. Floris apre e mi fa accomodare in un grazioso monolocale devo dire molto ordinato.
L’unica stanza è occupata da un grande letto matrimoniale, un mobile da soggiorno disposto di fronte con sopra il tv, mentre su un lato si apre un cucinino con un piccolo tavolo. Immagino che l’unica altra porta sia il bagno.
Mi complimento su come hanno reso l’ambiente simpatico ed accogliente.
Mi invitano ad accomodarmi, mi siedo sul letto e Cosmin va al frigo prendere le birre e ce le porge. Beviamo a canna, ridendo ancora per le battute della serata.
Poco dopo l’atmosfera è sospesa. Sembra che stiamo tutti aspettando che accada qualcosa. Sono il più grande, tocca a me la prima mossa. Poggio la birra e allungo la mano a carezzare il viso quasi imberbe di Cosmin. Mi guarda e mi sorride. Faccio scivolare la mano dietro il collo sulla nuca e lo attiro verso di me. E’ docile e non oppone resistenza. In un attimo abbiamo le labbra incollate e con la lingua gli esploro la bocca. Il bacio si fa sempre più caldo e fremente. Mentre ci baciamo ci accarezziamo veloci. Gli tiro fuori la maglietta dai pantaloni per sentire la pelle morbida sotto le dita. Floris si è avvicinato e sta freneticamente abbassando la cerniera della mia felpa scoprendomi il torace, poi sento le sue mani sui capezzoli. Io intanto ho infilato le mie nei pantaloni di Cosmin fino ad arrivare a palpargli le chiappe. Continuiamo a limonare con irruenza tanto che abbiamo la bocca ed il mento fradici di saliva. Sento due mani che mi afferrano l’elastico dei pantaloni della tuta e me li abbassano insieme ai boxer. Una mano mi afferra il cazzo ormai durissimo e comincia a farmi una sega. Poi sento Floris infilarsi tra me e Cosmin e la sua bocca calda avvolgermi l’uccello in un fantastico pompino. Intanto ho quasi abbassato del tutto i pantaloni e le mutande di Cosmin. Con il dito ho raggiunto il buchetto e lo sto stuzzicando tutto intorno. Levo la mano e la porgo a Cosmin, che mi succhia un dito, torno al buco del culo e lo infilo quasi tutto, Cosmin ha un fremito. Il pompino di Floris mi ha fatto venire l’uccello durissimo. Non posso più aspettare. Afferro Cosmin per le spalle e lo sdraio sul letto, gli sollevo le gambe con ancora i pantaloni, mi sputo sulla mano e gli spalmo la saliva sul buchetto, poi appoggio la cappella e spingo con decisione. Cosmin fa un urletto. Entro con la cappella, è caldissimo, guardo Cosmin che, con gli occhi chiusi, si morde il labbro inferiore. Spingo ancora e sono dentro quasi del tutto. Cosmin si allarga le chiappe con le mani. Ritraggo un po’ il cazzo e poi con un'altra spinta glielo sbatto tutto dentro fino a sentire le mie palle contro le sue chiappe. Geme e mugola. Comincio a pompare veloce facendolo affondare nel materasso, grugnendo e gemendo, sento la morsa del suo ano stringere il mio cazzo, vedevo le contrazioni dello sfintere seguire il ritmo delle mie spinte. “Lo senti, ti sto scopando!”
“Si! Sbattimi!” urla Cosmin. Meno colpi sempre più forti. "Sì dai, ancora, ancora, dai" tutto quel bel corpo è squassato dai miei colpi.
"Scopami scopami scopamii!" Gli risposi "Sììì" e con gli ultimi colpi ben assestati gli inondo il culo di sborra calda e cremosa. Sembrava che non finire più. Quasi nello stesso momento il suo cazzo si rizzò e cominciò a sparare sborra sul petto e sulla pancia.
In tutto questo Floris si era masturbato freneticamente, ma non appena tolsi il mio uccello ormai quasi del tutto moscio si impalò l’amico e con pochi rapidi colpi vidi che era vicinissimo all’orgasmo. Gli afferro il cazzo e quasi lo strappo fuori, me lo infilo tutto in bocca in tempo per farmela riempire di sborra.
Beh devo dire è stata una serata fantastica.
Ora stanno lavorando nei nuovi uffici per completare le ultime rifiniture e mi sto ingegnando su come fare il bis. Vi farò sapere.
[email protected]
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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