Gay & Bisex
21. Camping Sottochiesa – Estate 1990
di Sergioone61
06.05.2008 |
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"Poi mi inginocchio e prima qualche bacio sulla punta, poi la lingua che stuzzica il buchino, infine me lo infilo in bocca e comincio a succhiare..."
(nuova versione riveduta e corretta)Eccomi amici con un altro racconto.
Riepilogo.
Ad aprile ho sposato la mia adorata Cinzia, ma non preoccupatevi non ho smesso di prendermi qualche diversivo……
Forse non vi ho mai detto che la mia è una famiglia molto legata alla tradizione, e provenendo dal sud molto religiosa. Di conseguenza anche la mia educazione è stata improntata su quel tipo di valori.
Dopo il matrimonio abbiamo preso casa in un paesino della periferia milanese, ed essendo la comunità molto piccola siamo subito stati coinvolti nelle attività dei gruppi sociali locali.
Tra le tante attività c’era un gruppo giovanile che spesso organizza gite ed escursioni e il coordinatore che lo gestiva è sempre in cerca di qualche adulto che accompagnasse i ragazzi.
L’estate del 1990 era cominciata piuttosto male. Mia moglie era molto impegnata dal lavoro. Era stata appena assunta ed era continuamente in giro per corsi di formazione e seminari. Di vacanze non sembrava esserci possibilità, se non forse la classica settimana di ferragosto.
Spesso la sera a casa chiacchierando Cinzia continuava a dirmi che non c’era ragione per cui anch’io dovessi restare a casa, ma io le rispondevo che non avevo nessuna intenzione di andarmene in vacanza da solo lasciandola sola a Milano.
L’ultima settimana di luglio iniziarono le mie ferie avevo davanti 5 lunghe settimane da occupare.
Una mattina facendo il solito giro caffè-pane-giornale incontrai Andrea, il coordinatore del gruppo giovanile. Chiacchierammo un po’ del più e del meno. Poi mi chiese cosa facevo in giro e gli spiegai la situazione. Subito si illuminò e sfoderando il suo miglior sorriso mi disse che sapeva lui come occuparmi almeno una settimana. Mi propose di fare da accompagnatore per un gruppo di ragazzi che sarebbe andato in campeggio in una località delle prealpi bergamasche. Gli dissi che ci avrei pensato e gli avrei dato una risposta.
La sera a casa ne parlai con Cinzia, che subito mi disse di andare: avrei fatto qualche giorno di vacanza ed anche una buona azione.
Il giorno dopo andai al centro sociale e confermai ad Andrea che accettavo.
La partenza era programmata per il sabato successivo 4 agosto. Rispolverai tutta la mia attrezzatura da campeggio e preparai lo zaino. La mattina del sabato mi presentai come d’accordo sul piazzale della chiesa. Un pulmann stava già aspettando ed alcuni ragazzi accompagnati dai genitori erano già frementi in attesa della partenza.
In tutto eravamo 18 ragazzi (rigorosamente tutti maschi tra i 15 ed i 18 anni), 2 accompagnatori (io ed un anziano del centro sociale), due signore, che avrebbero provveduto al vitto ed alla cucina.
Caricati gli zaini partimmo. Conoscevo molti dei ragazzi con i quali spesso avevo scambiato qualche tiro a canestro al centro sportivo. Subito si creò una bella atmosfera piena di allegria.
Arrivammo a Sottochiesa, una piccola frazione in Val Taleggio nel bergamasco, poco prima di mezzogiorno dove ci condussero al terreno che il comune ci aveva messo a disposizione.
Scaricammo tutto il materiale e cominciammo ad organizzarci per montare il campo. Bruno, l’anziano del centro sociale prese immediatamente le redini della situazione impartendo ordini a destra e a manca armato persino di fischietto ottenendo soltanto di essere sbeffeggiato dai ragazzi. In un modo o in un altro cominciammo a darci da fare a montare le tende.
La prima fu la tenda cucina e refettorio, così le signore potevano iniziare a preparare da mangiare. Poi dovevamo decidere come sistemare le varie tende. Dopo lunga discussione e accurata analisi del terreno circostante scegliemmo le diverse disposizioni, considerando che il terreno non era propriamente in piano e quindi bisognava approfittare delle aree che si prestavano maggiormente.
Alle 3 del pomeriggio eravamo tutti accaldati e sudati. Io come molti ragazzi ero in calzoncini ed a torso nudo. Le signore arrivarono con uno spuntino a base di panini e bibite che fu letteralmente preso d’assalto. Mentre ci rifocillavamo osservai i ragazzi, alcuni erano davvero belli. Avevano fisici ben formati ed osservandoli mi venne un certo solletico alle palle. Subito scacciai dalla mente ogni pensiero.
A sera avevamo finalmente finito di montare le tende. Le signore ci chiamarono per la cena. Andammo tutti a lavarci ad un fontanile all’estremità del terreno ed i ragazzi subito presero a farsi scherzi lanciandosi addosso l’acqua gelata.
Richiamai tutti a sbrigarsi altrimenti non avrebbero trovato nulla da mangiare. Corsero tutti verso la tenda cucina andando a sistemarsi al lungo tavolo che avevamo montato all’interno. La cena trascorse tra risate ed aneddoti sulla giornata, con l’immancabile caricatura del sig. Bruno con il suo fischietto.
Finita la cena accendemmo un fuoco e restammo intorno a chiacchierare ed a cantare canzoni accompagnate dalla chitarra che uno dei ragazzi aveva portato.
Alla fine si fece l’ora di andare a dormire. Pensavo che avrei diviso la tenda con il sig. Bruno, invece lui aveva organizzato le cose diversamente. Aveva deciso che lui avrebbe dormito con il gruppo dei ragazzi più piccoli. Mentre io dovevo stare nella tenda dei più grandi, così potevamo tenerli d’occhio.
Presi le mie cose e mi avviai verso le due tende a casetta che, posizionate una di fronte all’altra formavano il quartiere dei “grandi”.
Appena raggiunsi i ragazzi, gia divisi tra le due tende, entrambi i gruppi volevano che dormissi con loro. Alla fine decisero di tirare a sorte, osservai divertito, e finalmente ebbi la mia tenda.
Sistemai le mie cose nella cameretta che aveva la brandina libera. Poco dopo scoprii che il mio compagno di stanza era un 17enne, Francesco L. alto con una testa di riccioli biondi ed un bel paio di occhi azzurri. Mi aiutò a sistemare la mia roba ed a stendere il sacco a pelo sulla brandina.
Ci spogliammo. Io rimasi con i boxer e mi infilai subito nel sacco a pelo. Sdraiato con le mani dietro la testa, mi godetti lo spettacolo di Francesco che si spogliava. Prima scarpe e calzini, che ripose con ordine fuori dalla tenda; poi la maglietta: fisico asciutto, ma interessante; quindi i calzoncini: sotto porta degli slip azzurri e direi che è assolutamente ben dotato il ragazzo; si volta ed anche il culo è delizioso. Si mette una tuta e si infila nel sacco a pelo. Peccato. Spettacolo finito. Ci auguriamo la buona notte e spegniamo la lampada.
La mattina dopo sveglia prestissimo accompagnati dal fischietto del Bruno! Colazione e camminata fino ad colle vicino. Merenda e rientro per il pranzo. Pomeriggio torneo di pallavolo. Giochiamo fino alle 17:00 poi tutti a lavarsi.
Mentre noi si giocava il solerte Sig. Bruno ha costruito delle docce con delle canne e dei teli, collegando i tubi al fontanile ed ai serbatoi con la boccetta che ci eravamo portati.
Nelle docce c’è posto per due. Così a coppie ci mettiamo in fila per la doccia.
Quando tocca a me sono ancora accoppiato al mio compagno di stanza. Ci infiliamo dietro i teli e scopro che non c’è separazione tra le due postazioni. Francesco si spoglia, ma tiene le mutande. Faccio lo stesso. Ci infiliamo sotto la doccia. L’acqua non è certo calda, ma è sicuramente meno fredda di come esce dal fontanile. Shampoo e bagno schiuma. Poi osservo il mio compagno. L’acqua ha bagnato gli slip e li ha resi trasparentissimi! C’è ben poco da immaginare! L’uccello spicca sottolineato dal tessuto appiccicato. Così come le chiappette tonde. Ho un brivido al cazzo che comincia a rizzarsi. Sarà meglio che mi sbrighi prima che mi veda. Mi sciacquo, poi prendo l’asciugamano, me lo lego intorno alla vita e vado verso la tenda per cambiarmi ed andare a cena.
La serata scorre tranquilla. Un altro giorno è passato. Ora tutti a nanna. Disteso nel sacco a pelo, al pensiero del mio vicino di branda sotto la doccia, il cazzo mi si rizza e comincio a carezzarmelo. Cerco di non farmi sentire, ma il mio vicino si gira in continuazione. Deciso di uscire. Giro dietro la tenda, mi guardo in giro: non c’è nessuno. Mi tiro fuori l’uccello e comincio a segarmi velocemente. Chiudo gli occhi immaginando di stringere quelle chiappette fasciate dagli slip bagnati. Aumento il ritmo. Infine sborro sui cespugli. Ahhh. Soddisfatto me ne torno in tenda a dormire.
Terzo giorno. E’ in programma un escursione ad uno dei tanti laghetti che si trovano in Val Brembana. Ci mettiamo in marcia di buon mattino ed arriviamo al laghetto alle 11:00. I ragazzi sistemano tutto per il pranzo al sacco. Il Sig. Bruno, ovviamente fischiando, organizza le operazioni. Io mi sono trovato un angolino in riva al lago e tolta la maglietta mi sono sdraiato a prendere un po’ di sole.
I ragazzi, finito di sistemare, cominciano a giocare a pallone. Poi accaldati chiedono se possono andare a bagnarsi nel lago. Mi raccomando solo che stiano attenti, e gli ricordo che l’acqua non sarà certo calda. Tutti i ragazzi corrono verso la riva. Poi si fermano e cominciano a spogliarsi. Ragazzi che spettacolo! 18 giovani e sani ragazzoni che in men che non si dica rimangono in mutande e si lanciano nel laghetto. L’acqua deve essere gelida a sentire le urla dei ragazzi. Mi avvicino, un po’ per tenerli d’occhio, un po’ per sbirciare. Non resistono molto. Dopo un paio di minuti sono fuori dall’acqua, con le mutande bagnate appiccicate addosso e tremano di freddo. Afferro gli asciugamani e li getto ai ragazzi. Poi mi avvicino e comincio a strofinarli a turno per riscaldarli. Intanto li prendo in giro: e che sarà mai un po’ di acqua fredda! Protestano con veemenza! Scherziamo ancora un po’. Ora si scaldano al sole, lasciando asciugare la biancheria. Si sono seduti in circolo per pranzare. Ovunque guardi ci sono uccelli e coglioni stretti negli slip. Hanno forme e dimensioni diverse, ma non ne lascerei indietro nessuno. Il cazzo mi si rizza. Ok è ora di smettere di fantasticare! Finito di pranzare ci rimettiamo in marcia per tornare al campo. Ci attende una bella cena e il solito giro di canzoni intorno al fuoco.
Si sono fatte le 21:00 tutti a dormire. Ognuno raggiunge la sua tenda e si prepara per la notte. Anch’io mi infilo nel sacco a pelo e cerco di addormentarmi.
Sarà passata poco più di un’ora ed un rumore mi sveglia. Mi giro e vedo che il mio compagno di stanza non c’è. Aguzzo le orecchie e sento dei rumori provenire dall’altra stanzetta della tenda dove dormono Flavio e Diego due 18enni. Mi alzo cercando di non far rumore, scivolo fuori dalla mia stanzetta e mi avvicino all’altra. All’interno c’è una luce fioca, immagino che sia una torcia schermata. Poi sento un mugolio. Mi avvicino di più. I lembi sono leggermente discosti e sdraiato a terra posso vedere all’interno. Subito non riesco a capire cosa sta succedendo, poi, aiutato dalla torcia che si muove, mi rendo conto che il mio compagno di stanza è nella stanzetta con gli altri due, e, cosa ancora più interessante, è piegato sopra Flavio e gli sta facendo un pompino da vero professionista! Resto per un attimo interdetto. Poi mi accomodo a godermi lo spettacolo.
Mentre Flavio se lo fa succhiare, Diego ha sfilato le mutande a Francesco ed ora gli sta leccando le palle ed il buco del culo, mentre con una mano si mena un gran bel cazzo. Anch’io ho cominciato a carezzarmi l’uccello che è diventato subito duro. Flavio muove il bacino fottendo Francesco in bocca, mentre questo mugola piano. Intanto Diego gli ha infilato due dita nel culo e direi che non deve essere la prima volta da come Francesco apprezza il trattamento! Ora si danno il cambio. Flavio sfila il cazzo dalla bocca di Francesco. Si alza, ora posso vederlo in tutto il suo splendore: due bella chiappe sode e muscolose ed un cazzone che si erge maestoso parallelo al ventre. Ora spostano le brandine, stendono a terra i sacchi a pelo e fanno stendere Francesco. Diego si piega a prendere in bocca il cazzo di Francesco, mentre Flavio rimette il suo in bocca a quest’ultimo. Poi Flavio si toglie. Francesco prende in bocca il cazzo di Diego in un fantastico 69. Flavio solleva le gambe di Francesco e prima gli sputa sul buco del culo, poi comincia ad infilargli dentro le dita che fa scorrere lentamente. Francesco mugola. Dopo qualche minuto di questo trattamento Flavio appoggia la cappella al buco del culo di Francesco e piano comincia ad infilarglielo. Francesco emette un gridolino. Si fermano. Flavio sotto voce gli dice di trattenersi altrimenti mi avrebbero svegliato. Poi riprende ad incularlo. Francesco succhia il cazzone di Diego e questi il suo. Flavio aumenta il ritmo delle spinte, il respiro di Francesco si fa affannoso accompagnato dal rumore di risucchio del doppio pompino. Poi Flavio inizia ad ansimare, estrae il cazzo e lo porge a Diego che subito lo ingoia e si fa riempire la bocca di calda sborra. Flavio si sdraia esausto. Diego prende Francesco lo mette alla pecorina e gli sfonda il culo con un sol colpo. Francesco morde un lembo del sacco a pelo per non farsi sentire. Diego mena un altro paio di affondi, poi toglie il cazzo dal buco di Francesco che resta oscenamente spalancato. Lo fa girare gli infila il cazzo in bocca e gli scarica in gola una bordata di sborra densa e calda. Francesco intanto si sta masturbando velocemente. I due lo fanno sdraiare, poi si mettono uno per fianco e gli succhiano l’uccello a turno fino a che anche Francesco gode eiaculando copiosamente mentre i due fanno a gara a leccare tutta la sborra dalla sua pancia.
Anch’io sono venuto sul terreno con un lago di sborra. Accidenti questi ragazzi sono dei veri maialini!
Lentamente me ne torno nella mia brandina. Dopo poco anche Francesco torna e si mette a dormire. Domani è un nuovo giorno e si aprono nuove prospettive per questa vacanza……
Un’altra giornata di camminate e giochi.
A sera, accaldati, andiamo tutti verso la doccia.
Con qualche stratagemma riesco a trattenere Francesco ed a fare in modo di essere gli ultimi della fila. Quando è il nostro turno non è rimasto più nessuno in giro. Ci infiliamo sotto la doccia e, come la volta precedente, restiamo con la biancheria addosso, che inzuppata aderisce ai nostri corpi. Cominciamo a scherzare schizzandoci. Francesco afferra il mio shampoo e lo nasconde dietro la schiena: “Ehi! Ridammelo!” “Se lo vuoi vieni a prenderlo!” mi sfida. Con un balzo gli sono addosso, lo stringo con le braccia cercando di afferrare la bottiglietta dello shampoo. I nostri corpi sono appiccicati. Sento il cazzo che si sta rizzando. Francesco sbuffa per lo sforzo di resistermi. Sono molto più forte di lui e potrei riprendermi il maltolto in un attimo, ma voglio prolungare quel contatto. Lo stringo più forte. Ora abbiamo i cazzi uno contro l’altro. Sento che anche il suo si sta risvegliando. A quel punto si ritrae e mi restituisce lo shampoo. “Ok. Finiamo che è quasi ora di cena.” Dice un po’ imbarazzato. Lo guardo. Poi gli fisso il cazzo che è quasi del tutto in tiro. Si accorge del mio sguardo e si copre con le mani. Gli sorrido, mi avvicino e gli carezzo il viso. Poi scendo lungo il torace a stuzzicargli i capezzoli. E’ immobile. “Ti ho visto ieri sera con Flavio e Diego.” Mi guarda atterrito, sembra voler dire qualcosa, ma gli metto subito un dito sulle labbra morbide e turgide. “Non preoccuparti. Non lo saprà nessuno.” Poi scendo con la mano verso l’addome che si contrae, poi più giu fino a sfiorargli l’uccello ancora imprigionato negli slip. Comincio ad accarezzarlo, piano si risveglia ed in breve è durissimo e spunta dall’elastico delle mutande. Abbasso gli slip e comincio a segarlo. Poi mi inginocchio e prima qualche bacio sulla punta, poi la lingua che stuzzica il buchino, infine me lo infilo in bocca e comincio a succhiare. Francesco appoggia la mano sulla mia testa e mi accarezza i capelli. Appoggio le mani sul culo e lo spingo dentro la mia bocca, poi lo lascio uscire un po’, quindi lo risucchio dentro. Francesco ansima, comincia a muoversi nella mia bocca, sempre più veloce, mugola piano. Aumenta il ritmo, sento che si irrigidisce ed il cazzo diventa durissimo nella mia bocca e subito tre, cinque fiotti di sborra mi arrivano in gola. Bevo tutto senza perdere nemmeno una goccia di quel prelibato aperitivo. Gli ripulisco il cazzo. Poi mi sollevo, gli prendo la testa tra le mani lo attiro a me e lo bacio. Lui risponde pronto, e con le mani mi accarezza il cazzo. Lo blocco. “Non adesso. E’ tardi. Andiamo a cena.” Finiamo di lavarci e ci vestiamo a raggiungiamo gli altri a cena.
La serata scorre normalmente. Risate, scherzi, canzoni. Per tutta la sera Francesco evita di guardarmi. Mi alzo a prendermi qualcosa da bere ed al mio ritorno vedo che sta confabulando con Flavio e Diego. Quando torno a sedermi mi accorgo che i due mi guardano di sottecchi.
E’ ora di andare a dormire. Tutti in tenda. Domani sarà l’ultimo giorno.
Siamo tutti nei propri sacchi a pelo. Fuori si sentono solo le cicale. Sono immobile ad ascoltare. Sento Francesco che esce dal suo sacco a pelo, immagino che torni dai suoi amici. Invece lo sento avvicinarsi. Sento che apre la cerniera del mio sacco a pelo e si infila dentro appoggiandosi alla mia schiena. Sento il calore del suo corpo, ed il suo cazzo che preme sui miei boxer. Mi muovo per farlo accomodare meglio. Lui ma accarezza le spalle, poi il torace, scende fino ai miei boxer e piano li spinge verso il basso. Lo aiuto e me li sfilo. Sento che lui è già nudo. Allargo le coscie e faccio scivolare il suo cazzo nel mezzo, poi stringo e comincio a muovermi. Francesco asseconda il movimento. Poi si ferma, toglie l’uccello dalle mie coscie, mi accarezza le chiappe, infila la mano da sotto e mi prende il cazzo in mano cominciando a segarlo. Intanto mi lecca le spalle ed il collo. Ho gli occhi chiusi ed assaporo le sensazioni che mi arrivano dal mio cazzo. Sento un rumore, apro gli occhi e vedo che non siamo più soli nella stanzetta: Flavio e Diego sono lì in piedi con i cazzi duri in mano.
Francesco si ferma. Esce dal sacco a pelo, mi fa alzare, sposta le brandine e stende i sacchi a pelo a terra. Poi mi afferra mi fa sdraiare e si mette tra le mie gambe. Piano mi afferra il cazzo lo scappella, poi avvicina la bocca e comincia a leccare tutto intorno alla cappella. Wow! Fantastico. Muovo leggermente il bacino e Francesco si infila la mia cappella in bocca. Ho il cazzo più grosso dei suoi due amichetti e fatica a prenderlo in bocca tutto. Gli altri due osservano la scena menandosi i cazzi. Faccio cenno a Flavio di avvicinarsi, si inginocchia accanto alla mia testa e subito dirige l’uccello verso la mia bocca. Non mi faccio pregare e lo ingoio fino alla radice. Diego intanto si è messo dietro a Francesco e gli sta slinguando e sditalinando il culo. Flavio mi chiava con foga in bocca. Lo fermo. Non voglio che finisca subito. Allontano Francesco, perché anch’io sono sul punto di venire. Mi tiro su a sedere: “Bene ragazzi. Fatemi vedere cosa sapete fare.” Diego continua a slinguazzare il buco del culo di Francesco, Flavio si mette di fronte e gli ficca il cazzo in bocca. Lo vedo da dietro contrarre la chiappe ad ogni spinta. Lo osservo per un po’ poi non resisto: mi metto carponi e comincio a passargli la lingua nel solco tra le chiappe. Flavio mi afferra la testa e la spinge verso il suo culo. La mia lingua comincia a inumidirgli il buchetto, poi la infilo dentro e Flavio mormora di goduria. Diego sta strusciando il cazzo tra le chiappe di Francesco. Flavio prende Francesco lo fa sdraiare e si mette sopra di lui a 69 prendendogli il cazzo in bocca. Diego solleva le gambe di Francesco e gli appoggia il cazzo al buco cominciando a spingere. Francesco mugola nonostante abbia la bocca riempita dal cazzo di Flavio. Io riprendo il lavoro interrotto con il culo di Flavio. Poi anch’io comincio a fare scivolare il cazzo tra le sue chiappe, fino ad appoggiarlo al buco. Non so come sia bene la situazione quindi mi fermo. Flavio lasci il cazzo di Francesco per un attimo e si volta: “Dai Sergio! Che aspetti! Sfondami!” Allora inizio a spingere, c’è un po’ di resistenza. Sputo sul mio cazzo e sul buco del culo, spingo ancora e sento la cappella entrare. Un urletto di Flavio mi fa fermare, ma sento le sue mani che si appoggiano alle mie chiappe e mi tirano verso di lui. Spingo ancora e centimetro per centimetro impalo questo giovane e caldo culetto fino alle palle. Ora sono tutto dentro e mi godo le contrazioni dello sfintere. Flavio ansima, smette il pompino e solleva la testa: “Oh dio come è grosso! Sì! Dai spingimelo dentro tutto! Fammelo sentire!” Diego intanto sta cavalcando Francesco con foga e sempre più velocemente, il respiro è corto, Francesco seguendo il ritmo sta succhiando il cazzo di Flavio che a sua volta si spinge verso il mio cazzo per farselo entrare tutto muovendosi al ritmo di continui sì,sì, dai, dai! Ora sono davvero infoiato. Afferro Flavio per le spalle e senza togliergli il cazzo dal culo lo giro supino. Lui mugola e si morde il labbro. Gli sollevo le gambe ed il bacino e praticamente in verticale lo sbatto tirando fuori il cazzo quasi del tutto ogni volta. Lui ansima e rabbrividisce: “Oh dio sì! Oh che bello! Dai spingi! Oh si mi stai sfondando! Lo sento tutto! Più forte! Più forte!” Gli do un’altra serie di colpi poi gli riempio il culo di sborra calda, proprio mentre anche Diego si svuota nel culo di Francesco. Sia io che Diego, stanchi e soddisfatti ci sdraiamo a terra. Flavio e Francesco si attanagliano in un violento 69 fino a riempirsi reciprocamente le bocche di sborra che si leccano reciprocamente fino all’ultima goccia.
Tutti soddisfatti ce ne stiamo sdraiati a riprendere fiato. Domani si torna in città. Ma ci scommetto potremo riprendere il discorso.
Ciao
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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