Gay & Bisex
Galeotto fu il bus-Parte 1


23.09.2024 |
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"Mi piace sentire quel piede curioso ed eccitante..."
Subito dopo il COVID, la voglia di partire è tanta e, guarda caso, avevo dei giorni di ferie. Trovo un’offerta a prezzo stracciato per la Grecia. Sì, non è alta stagione, ma la voglia di sole e mare è forte.Nella valigia infilo ciò che mi è sempre piaciuto indossare quando sono libero: string, jock strap, pantaloncini sgambati, leggings e magliette che non coprono troppo il fondoschiena.
Arrivo a tarda sera e il giorno seguente prendo il bus che porta alla spiaggia più bella. Gente, poca. Ci sono soprattutto coppiette etero. Ma ecco che, verso fine giornata, si piazza non lontano da me un uomo carino, fisico asciutto, brizzolato. Fa finta di niente ma vedo che mi studia. Mi piacerebbe approcciarlo, ma il sole sta calando e l’ultimo bus parte a breve.
Mi preparo. Anche lui fa la stessa cosa e poi mi segue fino alla fermata. Il bus è pieno e rimangono pochi posti in piedi. Gli faccio cenno di salire prima di me. Con un grande sorriso ringrazia. Ora è dietro di me sul corridoio, io di schiena e lui a pochi centimetri. I sobbalzi e le curve strofinano il suo corpo contro il mio. Non mi sposto: ha capito. Sì fa più audace. Sento la sua mano esplorarmi gambe e natiche.
Al capolinea scendiamo e cominciamo a parlare come se nulla fosse successo. Si chiama Yves. È francese. Siccome ho lavorato in Francia, parlo abbastanza bene il francese. Mi propone di uscire a cena. Come non accettare?
Corro in albergo: doccia, string, leggings e camicetta leggera.
Mi attende all’angolo della strada con tre bacetti sulle guance e, con la scusa di guardare la fattezza della camicia, mi sfiora un capezzolo. Eccitante, come inizio.
A cena ci sveliamo. Lui è segretamente bisex. È qui da alcuni giorni. Prima era con colleghi di lavoro e questi ultimi due giorni li passa da solo. Yves mi dice che in spiaggia lo avevo subito incuriosito. Aveva il sospetto che fossi omosessuale, un secondo indizio l’ha avuto quando ha visto la marca dei mie pantaloncini sgambati alla fermata del bus (è un marchio di abbigliamento gay) e la prova finale l’ha avuta sul bus.
Apprezzo le persone che osservano in modo attento. Parliamo di tante cose. Yves è molto simpatico. È per niente timido: mi fa il piedino. Lo lascio fare. Apro le gambe e lo lascio salire lungo le cosce. I miei leggings sono come una seconda pelle. Mi piace sentire quel piede curioso ed eccitante. Sento che le dita dei suoi piedi si infilano sulle palle e poi roteano sul mio glande. Gli accarezzo la mano e gliela stringo più volte emettendo dei gridolini di piacere.
Saliamo nel suo appartamento tenendoci per i fianchi come due fidanzati. A dire il vero il palmo della sua mano è ben piazzato sui miei glutei e me li accarezza con molta foga.
Con la scusa di farmi ammirare il panorama …
FINE PRIMA PARTE
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Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
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