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Galeotta fu la palestra (parte 2)


di Piterpan90
23.08.2024    |    59    |    0 8.7
"Il suo tono iniziò anche a spaventarmi..."
I giorni passavano, il film di ciò che era successo in palestra continuava a girare in loop nella mia testa.
Mai e poi mai avrei immaginato di poter fare un pompino, e soprattutto, mai avrei immaginato di godere nel farlo.
Era indescrivibile ciò che provavo, un misto tra eccitazione, ripudio, vergogna e "paura" per ciò che sarebbe successo.
Saltai la palestra del venerdì, ero troppo confuso.
Passai però il weekend con la paura di andare in palestra lunedì col pensiero di trovare nuovamente Riccardo alternata al desiderio di avere nuovamente quel cazzo.
Arrivò il lunedì, cercai nel parcheggio della palestra (ancora deserto a quell'ora) la la A4 bianca di Riccardo, non vedendola tirai un sospiro di sollievo pensando di essere salvo.
Mi sbagliavo.
Entrai in palestra e il nostro sguardo si incrociò attraverso lo specchio.
Lui seduto sulla panca mi vide arrivare dallo specchio, posò i due manubri che stava sollevando e venì verso di me che finta di niente mi dirigevo verso le cyclette.

"Buongiorno puttanella, ti aspettavo venerdì mattina..non avrai mica trovato altri maschietti da sbocchinare ?"
Disse sicuro di se con sguardo beffardo.
Stronzo! Pensai mentre morivo di vergogna.

"Semplicemente mi sono svegliato tardi, e per favore vorrei non parlare di ciò che è successo " risposi

"Certo, ma non parlarne non placherà le tue voglie da troietta, e va bene, non parliamo perché hai degli arretrati da recuperare. Mi riferisco alla scheda del venerdì che hai saltato. E anche la mia di scheda"

Era proprio un bastardo! Lo odiavo profondamente. Mi sentivo umiliato. E pensare che per un periodo mi era pure simpatico. Eppure, aveva un potere su di me, non riuscivo ad oppormi.

"Ah sì, prima di iniziare, per farmi perdonare ti ho lasciato un regalino in spogliatoio, ti consiglio di andare a vedere "

Era proprio arrogante, ma incuriosito decisi di andare. Entrai in spogliatoio, scartai la confezione e non credetti a ciò che trovai.
Era un completo sportivo da donna assieme a un perizoma.
L'umiliazione si trasformò in rabbia. Lo sentii entrare, stavo per insultarlo quando con tono autoritario mi disse che non vedeva l'ora di vedermelo addosso, e che mi consigliava vivamente di ascoltarlo perché da questo momento le regole le avrebbe imposte lui.
Non sapevo che fare.
Il suo tono iniziò anche a spaventarmi. Decisi di ubbidire sapendo che comunque non mi avrebbe visto nessuno.
Indossai il top giallo fluo, il perizoma scomodissimo e i ciclisti neri a mezza coscia.
Mi vergognavo tantissimo, eppure c'era qualcosa di eccitante in tutto questo.
Tornai in sala lo vidi attendendermi, col suo sorriso soddisfatto e le braccia conserte. Lo squadrai, effettivamente era un bel ragazzo..in quella posizione i suoi bicipiti parevano ancora più grossi, e la canotta a giro spalla larghissimo metteva in luce il pettorale e quel piercing che fu all'origine di tutto.

"Finalmente qualche ragazza la mattina" mi disse lo stronzo "girati, fatti guardare".
Decisi di assecondarlo. Era soddisfatto, mi diede una pacca sul culo " d'ora in poi parleremo e parlerai di te solo al femminile" disse con tono deciso.
"Peccato che io per oggi abbia finito, bimba, vieni in doccia con me?"
Non ero in grado di rispondere, paralizzato. Sotto il suo controllo.
Lo seguii sperando finalmente di togliermi quei vestiti.
In un attimo eravamo in doccia, lui nudo, io avevo l'ordine di entrare così com'ero in doccia.
Iniziò a baciarmi con passione e decisione, la sua stretta era sicura, ma non violenta. La sua mano tirava a se il mio viso, l'altra scorreva sopra il top, come se avessi il seno, la sua lingua si era impossessata avidamente della mia bocca.
Io ero confuso, remissivo, accondiscendente ed eccitato. Non ero più io!
Con naturalezza mi trovai godere dei suoi pettorali.. effettivamente mi facevano morire.
Sì, non vedevo l'ora di avere nuovamente quel grosso cazzo tra le labbra.
Mi misi in ginocchio e già duro lo feci mio. La cappella era davvero enorme, grossa e mi riempiva la bocca. Iniziai a leccarlo, massaggiarlo, gustarlo cercando di controllare l'impulso ed impegnarmi ad affinare la tecnica.
"Sei proprio una puttana, ami il cazzo più di tua moglie"... E forse aveva ragione, sono una puttana e lo sto scoprendo ora. E la cosa mi eccitava .
Ero nel mezzo del mio pompino, nel mezzo del mio godimento mentale, quando Riccardo mi ordina di alzarmi.
Sorpreso, ubbedii. Mi girò di spalle, mi abbassò i pantaloncini aderenti ormai zuppi di acqua, spostò il perizoma e piegandomi a 90 iniziò a leccarmi il culo. Non era la prima volta per luì. Ero in estasi, e sentire la sua lingua penetrarmi mi faceva sentire proprio una femmina che stava godendo. Ad un certo punto lo sento con una mano premere lo shampoo sul mio culo e due dita pronte a spingere. Mio dio. Il godimento assoluto. Entrato con le dita giocò al punto di farmi venire.
Ero stremato.
Ridendo mi disse che ora sarebbe toccato a lui godere.
Non potevo crederci.
In un attimo mi prese con forza, un altro spruzzo di shampoo e sentii la sua cappella appoggiata al mio buchino vergine pronta a violarlo. Cercai di dimenarmi inutilmente.
Violentemente spinse dentro di me il suo cazzo. Era enorme, come il mio dolore! Credevo di essere letteralmente aperto in due.
Si fermò un attimo, il tempo di farmi abituare a questo dolore che subito, un altro colpo.
Era dentro, quasi del tutto.
Si fermò, il dolore iniziava a diventare piacere e lui iniziò a scoparmi. Pochi colpi e lo sentii venirmi dentro. Estasiato. Io però lo ero di più
"Brava puttanella, ora sei mia, in tutti i sensi, vedrai che ci divertiremo. Ora preparati, ti porto da me a fare colazione"
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