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Gay & Bisex

Area di servizio


di HoBoccaVelluto
26.05.2022    |    16.346    |    6 9.6
"-Scusami ma mi metto comodo, anche quando guido odio la cintura che mi stringe..."
Erano quasi le 18, di un giorno di fine marzo, la mia giornata lavorativa era finita, per tornare a casa dovevo percorrere la strada parallela all'autostrada e arriva vicino all'area di servizio, decido di andare al parcheggio esterno dell'area di servizio.
Parcheggio l'auto dove posso ammirare il piazzale dei camion in sosta.
Spengo il motore, prendo il telefono e entro in annunci69, inizio dal radar ma nessuno di nuovo nelle vicinanze, nessun messaggio in posta, una piccola ricerca tra i miei amici, ma sono tutti offline, appoggio il telefono sul sedile e inizio a guardare il movimento di tir che entrano ed escono dall'area di servizio.
Ad un tratto un camion si ferma nelle vicinanze dell'entrata pedonale, il motore del tir si spegne, il camionista dopo aver cercato qualcosa in cabina, apre la portiera e scende, si dirige verso il retro del camion, ma è dalla porta opposta alla mia vista.
Dopo qualche minuto lo vedo dal mio lato, controlla i pneumatici, si apre la zip, e si mette ad urinare, non si era accorto che io stavo in auto e lo guardavo,
ad un tratto mi vede, ma non si nasconde o si gira, anzi arriva a meta semirimorchio, sempre con l'uccello fuori dai pantaloni e se lo sciacqua con la tanica che sul semirimorchio e continua a guardarmi.
Lui mi guarda, io accendo l'auto e aziono le 4 frecce, lui si sistema l'uccello nei pantaloni e va verso la cabina, io metto la retro e visto che già iniziava a fare buio, cercai un posto più riservato dove stare e vedere le sue mosse.
Salì, in cabina indossò un giubbetto riscese e si posizionò davanti al suo tir, e si mise a svappare, accesi e spensi un paio di volte le luci di posizione, e tra me e me pensavo: o mi manda a quel paese o ci sta.
Lo vidi far scattare la chiusura del tir con il telecomando, e piano piano usci dal piazzale e continuando a svappare si avvicinava alla mia auto.
Abbassai il finestrino e lo salutai: Ciao, fa fresco fuori vuoi entrare?
Non se lo fece ripetere e sali e si sedette, da subito sentii il suo profumo.
-Ciao sono Giulio, che buon profumo che usi.
-Ciao Pietro, piacere ho appena fatto la doccia, nell'area di servizio precedente, ma è piccola e ho preferito portarmi più avanti.
-Hai ragione l'area precedente è piccola.
Il sedile della mi auto, lato passeggero è sempre posizionato tutto indietro e con lo schienale, già ben reclinato.
Pietro ci stava comodo visto la sua altezza che era vicino ai 180cm, indossava dei jeans e una camicia con 3 bottoni slacciati che lasciavano intravedere il petto villoso, come piace a me.
-Di dove sei Pietro?
- Non lo capisci dal mio accento?
-Direi che sei di Roma?
-Bravo hai indovinato.
-Allora ho vinto un premio.
Fuori si era fatto buio.
-Che ci fai qua fuori Giulio, aspetti qualcuno?
-No Pietro, non aspetto nessuno, mi rilassa vedere i camion che entrano ed escono.
-Solo i camion? o anche chi li guida?
-Tutti e 2, diciamo che sto qua e aspetto qualcuno da aiutare.
-Ora si dice aiutare? o fai la crocerossina?
Mentre diceva questo slacciò la cintura e il bottone dei pantaloni.
-Scusami ma mi metto comodo, anche quando guido odio la cintura che mi stringe.
-Tranquillo non mi scandalizzo, ne ho visti tanti?
-Di camionisti a pisciare?
-No di camionisti con la cintura slacciata.
Pietro si mise a ridere e la sua mano si appoggiò sulla mia coscia.
-Ti fermi spesso qua?
-No veramente sono anni che non mi fermavo qua.
-Infatti non mi ricordo di te
-Perché, ti ricordi di tutti i camionisti che hanno bisogno di aiuto?
-Alcuni si fermano più volte in cerca di aiuto.
-Si vede che li sai aiutare bene, e come fai per aiutarli?
-Dopo ore di guida vogliono relax e io cerco di rilassarli.
-Di sicuro metti il sedile tutto giù.
-Esatto per rilassarsi si deve stare comodi, aspetto che te lo abbasso.
-Ma così mi addormento.
-Poi si inizia a coccolare il camionista con un massaggio.
Le mie mani sbottonano la camicia di Pietro e iniziano un lieve massaggio alla ricerca dei capezzoli.
Pietro non dice nulla chiude gli occhi, le mie dit giocano sui suoi capezzoli, che sono diventati turgidi, finché ad un tratto la mia lingua non va a cercare un capezzolo e inizia a succhiarlo.
Ad un tratto la mano di Pietro fa scorrere in giù la zip dei pantaloni.
Indossa degli slip bianchi, inizia a vedersi un certo rigonfiamento.
La mia lingua lavorava sul capezzolo, e la mia mano si intrufolava negli slip.
Pietro, si inarcò un attimo e fece scivolare fino alle ginocchia pantaloni e slip.
Fu li che la mia attenzione si spostò sul suo uccello, la mia bocca inizio ad assaggiarlo e per prima cosa lo scappellò.
Poi iniziai con un delizioso pompino, la mia lingua insalivava quell'asta che ad ogni colpo si ingrossava mentre la mano giocava con le palle di Pietro.
Pietro iniziava a fremere, ed ora le sue mani accarezzavano la mia testa ed ogni tanto la spingevano sul suo uccello che mi scompariva tutto in bocca, come lasciava risalire verso la cappella prendevo fiato, una bella leccata alle palle poi su fino alla cappella.
-Come lo succhi bene ti piace.
ripeteva senza sosta Pietro.
-Dai che ti faccio bere tutto il mio succo.
Sentivo i suoi gemiti farsi sempre più ravvicinati, ed ad un tratto le sue mani si posero ancora sulla mia testa, e tenendola premuta mi scaricò tutto il suo seme, 4/5 schizzi potenti in bocca,
non mi lasciò togliere il suo uccello dalla bocca, finché non divenne bardozzo.
Rimase disteso sul sedile, tutti i vetri dell'auto si erano appannati.
Le mie mani massaggiavano il suo petto.
-Che bel pompino bravo, mi hai fatto godere assai.
Si ricompose, ci scambiammo i numeri di telefono, ogni tanto mi messaggia, e mi dice che non vede l'ora di fermarsi ancora in area di servizio.
La prossima volta che si ferma lo porto a casa e minimo deve godere 2 volte.

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