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LA PUNIZIONE 2a parte – l’ annientamento –


di FantasticaMoana
26.02.2023    |    659    |    12 9.6
"In fondo al salone c era una specie di trono e prima di esso un altare, ai lati uomini incappucciati, le femmine presenti nella sala tutte completamente nude..."

“Lavinia sai che devi fare, ci vediamo più tardi”, il mostro fece un cenno e uscirono tutti dal sotterraneo.
La prima stazione del percorso prevedeva una doccia fatta con un tubo dalla forte pressione e gestita da un nerboruto che godeva nel vedermi spiaccicata al muro e sofferente dal getto molto caldo dell’ acqua, più volte indirizzò l acqua verso le parti intime per godere del mio piegarmi a riccio e ridurmi a larva umana.
Asciugata venni presa con forza dal guardiano e assieme a Lavinia fui condotta in una stanza con al centro un enorme recipiente pieno di latte dal forte odore animale, credo si trattasse di latte d’ asina e dopo essere stata spogliata mi immersero dentro.
Le femmine che mi lavarono non proferirono parole, si limitarono a spugnarmi la pelle e a lavarmi come fossi una neonata bisognosa di cure.
Mi fu messo un collare con annesso un guinzaglio e polsiere a tenere le mani congiunte.
“Sniffa questo” mi disse Lavinia “Ti servirà a non perdere il senno per quanto patirai e vedrai fra breve”.
“Mi piace vivere ogni cosa con lucidità”.
Non mi venne detto più nulla, venni ripresa in custodia dal guardiano che mi aveva torturata poco prima e scendendo le scale sempre più in profondità arrivammo ad un livello ancora più in basso della sontuosa villa.
Sempre in semi oscurità entrai in un gigantesco salone ancora più pieno se possibile di ogni oggetto e vestiario sessuale.
In fondo al salone c era una specie di trono e prima di esso un altare, ai lati uomini incappucciati, le femmine presenti nella sala tutte completamente nude testa bassa, al guinzaglio e sguardo perso.
Una musica fatta di solo voci gregoriane a recitare testi deliranti in cui il maschio veniva esaltato e osannato e ogni femmina descritta come peccatrice e inferiore a qualsiasi uomo, anche il più pezzente..
Si declamavano testi osceni al membro maschile e ad ogni frase partivano frustate accompagnate a sputate in faccia alle femmine rese cagne.
Guardavo tutto con stupore e meraviglia chiedendomi se fosse un sogno ma sentivo anche un eccitazione crescente ad ogni cosa che vedevo di quel girone infernale.
Dopo quel cerimoniale iniziale venni portata davanti al Gran Sacerdote che altri non era che il PADRONE, mi scrutò senza tradire smorfia alcuna, anche allora sentii un calore pervadermi il corpo.
Girò lo sguardo e con un cenno venni messa a terra a quattro zampe difronte a lui, una mano mi teneva la testa schiacciata al pavimento mentre altre 2 mani mi allargarono il culo, mettendo a nudo il mio bocciolo, dietro di me una lingua delicata si accostò e iniziò a leccarmi la figa.
Mentre il cunnilingus procedeva sentii lo schiocco di una frusta ai danni della mia partner mentre a me toccò cera calda sulla schiena.
Non avevo mai provato tutto ciò ma la cosa mi eccitava in modo straordinario, gli orgasmi mentali si susseguirono in maniera esponenziale.
Venne messo un cavalletto e vi fui adagiata sopra a 90 gradi, le mani legate ai piedi dello stesso e le gambe divaricate, sentii un tocco maschile aprire la mia fighetta bagnata e ungerla con un gel che se a primo acchitto mi procurava freschezza in un secondo momento mi mandò in fiamme la rosellina che di lì a poco sarebbe sbocciata.
Mi venne messa una ball gag e subito dopo sentii un oggetto allargare le labbra della mia figa, era di forma irregolare, inizialmente cuneiforme seppur dalla punta smussata, poi allargarsi di molto con una circonferenza importante per poi ridursi sdrasticamente e venire avviluppato completamente con un sonoro risucchio; alla fine sentii dei filamenti quindi credo fosse concepita come una sorta di coda.
Poco dopo sentii vibrarla dentro il mio stomaco, prima piano e poi con crescente tellurico movimento tanto da spostare il cavalletto su cui ero adagiata.
Godetti come non mai, i miei mugolii trattenuti dalla ball gag ormai fradicia di bava, eccitavano tutti i presenti che non lesinavano a toccarsi apertamente.
Quando venni slegata e rimessa in piedi mi sorressero 2 uomini perché le gambe non le sentivo più, cercai gli occhi del cerimoniere e li vidi irradiati di una luce di soddisfazione per quanto aveva assistito.
Mentre venni crocifissa con delle corde a un palo cristiano, si avvicinò il celebrante con un bastone al cui capo c' era una testa di toro di materiale pregiato; lo sollevò verso le mie parti basse e ordinò di mettermi la gabbietta: “Questo appendice a voi femminucce non serve e vi fa illudere di essere ciò che non diventerete mai”.
Poi con un cenno fece avvicinare delle donne che si misero a leccare la gabbietta con l intento di farmi avere un erezione per procurarmi sofferenza.
Dopo diversi minuti anche sotto fustigazione le donne non riuscirono ad eccitarmi in alcun modo…
Il Gran Sacerdote esclamò: “Sei più femmina te di queste cagne che mi circondano, te lo riconosco sei un materiale pregiato”.
“È inutile tenerla al palo o metterla nella gabbia di metallo, faccia da urinatoio umano”.
Venni portata vicino un muro dove c era un pisciatoio verticale per uomini, lì fui accasciata a terra e mi fu messo un boccaglio dove all’ altra estremità c era lo scarico dell' urinatoio.
Mi accorsi dopo molto tempo che nell’ enorme sala c’era una tribuna fatta di visitatori, tutti mascherati ma vestiti con abiti eleganti, forse gente dell’ alta borghesia o paganti, d’ altronde mantenere quella villa non era da tutti anzi.
I più spregiudicati facevano sesso con le donne che li accompagnavano, altri si masturbavano, altri guardavano solamente, altri ancora compravano la merce umana esposta nell’ apposito angolo e li vedevo appartarsi con la mercanzia.
Nella stanza al nuovo cenno del celebrante ogni uomo si impossessò di una femmina e ne faceva ciò che voleva, vidi fare sesso selvaggio, violento, molto spinto, orge dove il corpo della femmina spariva in un ammucchiata esagerata.
Ogni pratica sessuale, sado o animal era consentito, tutto scandito in sottofondo da musica gregoriana.
Solo agli uomini era ammesso godere vistosamente e rumorosamente, imprecazioni di ogni dove e genere.
Ogni volta che una scopata finiva la femmina veniva portata via e il maschio si avvicinava al pisciatoio senza togliersi il cappuccio o la maschera, urinava e il piscio scorreva nel tubo fino a riempire il mio boccaglio e per forza di cosa nel mio stomaco.
Nessuno dei presenti si azzardò a non urinare nel pisciatoio al muro, così che giunsi ad un punto che bevendo il piscio, pisciavo quello ingoiato ore prima in una sorta di continuità.

FINE SECONDA PARTE.







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