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LA NASCITA DI UNA PASSIONE (pt. 2)


di vidro
05.01.2023    |    311    |    0 6.0
"Mentre bevo lei mi spiega “oggi ho deciso di proseguire nella tua educazione sessuale ed in particolare in merito ai giochi medici, sottoponendoti, tra..."
L’EDUCAZIONE PROSEGUE – seguito de “LA NASCITA DI UNA PASSIONE”

Sono passati alcuni mesi dalla mia “iniziazione” ai giochi medical-fetish quando Giovanna, un pomeriggio, mi sussurra “domani pomeriggio è il mio giorno libero, verso le 15 vieni a casa mia, che voglio farti conoscere un nuovo gioco molto divertente”. Molto incuriosito, accetto l’invito e cerco di farmi spiegare in cosa consista il nuovo gioco ma Giovanna non si sbottona, e con un sorriso allusivo ed una leggera strizzata al pisello, sopra ai pantaloni, dice “sarà una sorpresa, vedrai che ti piacerà, mi raccomando solo una cosa, non masturbati fino a quando non ci vedremo”, rimango deluso ma non vedo l’ora che giunga il momento. Bene o male è arrivato il momento, con non poca trepidazione suono il campanello della casa di Giovanna, e la serratura scatta, in un baleno faccio le tre rampe di scale, mi fermo un attimo a riprendere fiato e suono il campanello. La porta si apre subito e appare Giovanna, già abbigliata con la tenuta di rigore: camice e calze bianche, unica concessione i sandali con il tacco alto, mi fa entrare ed accomodare in salotto facendo cenno di sedermi sul sofà, io mi guardo attorno, non è la prima volta che entro in casa sua: l’arredamento è molto semplice ma elegante, visto il mio stato di agitazione, lei si mette a ridere “rilassati, non ti mangio mica!! Prendi fiato, cosa vuoi bere? In casa ho della coca cola o dell’aranciata” opto per la coca e lei si dirige verso la cucina a riempire il bicchiere, me lo porge e risiede sulla poltrona di fronte a me accavallando le gambe, incurante del fatto che il camice è risalito ben in alto lasciando scoperte le cosce. Mentre bevo lei mi spiega “oggi ho deciso di proseguire nella tua educazione sessuale ed in particolare in merito ai giochi medici, sottoponendoti, tra l’altro, ad una cura abbastanza invasiva - io la guardo un po’ preoccupato - non preoccuparti, non intendo farti male in alcun modo, vedrai che ti divertirai, quando hai finito di bere vai in bagno e fai la pipì”. Finisco di bere cercando di calmarmi, gli occhi calamitati dalle sue cosce, lei si alza e mi apre la porta del bagno, mi dirigo al wc, mentre sono impegnato a mingere, non mi accorgo che è entrata anche Giovanna finché non mi dice “quando hai finito, togli i pantaloni e le mutande e vieni vicino al bidet che ti do una bella lavata” io sobbalzo ed arrossendo, mi spoglio “scusa se ti ho spaventato, non sentirti in imbarazzo, ti ho già visto nudo altre volte, ricordi? E per quanto riguarda lavarti, non dimenticare che sono un’infermiera, e questo è uno dei miei compiti, adesso vieni qui e siediti sul bidet”, l’iniziale impaccio svanisce e prendo posizione mentre lei regola la temperatura dell’acqua, quando questa ha raggiunto la temperatura ottimale, prende una spugna, vi strofina del sapone, mi fa allargare le gambe ed inizia ad insaponarmi per bene pene, testicoli ed ano per poi risciacquare accuratamente il tutto, al termine, con un sorriso mi bacia a lungo sulla bocca e mi fa alzare per asciugarmi a fondo “sei bello sensibile, sei già in erezione e non abbiamo ancora cominciato!” le sorrido di rimando stingendomi nelle spalle mentre lei mi prende per mano e mi porta verso una stanza chiusa, apre la porta e mi fa entrare, incuriosito, mi guardo attorno, la stanza, piccolina, è arredata come uno studio medico: al centro c’è un lettino di tipo ginecologico, a fianco del quale c’è un supporto al quale è appeso un grosso contenitore in vetro e lattacollegato ad un lungo tubo ordinatamente arrotolato, lungo una parete c’è un armadietto con vetri opachi, di fianco un carrello a ruote sul quale ci sono diversi oggetti medici quali guanti in lattice, speculums di diverse misure, termometri e confezioni di supposte e di clisteri pronti, sul ripiano inferiore, parzialmente coperto con un asciugamano, ci sono oggetti più adatti ad un sex-shop tipo vibratori e dildi di tutte le misure. Alla mia espressione stupita, scoppia a ridere e mi spiega “ti rammento che sono un’infermiera, e non hai idea di quante persone, di entrambi i sessi, vengano da me per farsi somministrare dei clisteri o semplicemente per le iniezioni, ovviamente solo con una minima parte di loro, molto ben selezionata, le mie prestazioni hanno un taglio più erotico, adesso finisci di spogliarti, sdraiati sul lettino e appoggia le gambe sui supporti spingendo il sedere bene verso il bordo”. Mentre eseguo lei prende il termometro e lo scuote vigorosamente per far scendere il mercurio ed apre un vasetto di crema e mi si avvicina “siccome mi sembra che tu apprezzi i giochi con il clistere e la stimolazione rettale, oggi ho deciso di farti fare un grosso passo avanti nella tua esperienza con tali giochi, quindi, dopo averti misurato la febbre, ti somministrerò una prima peretta per liberare il tratto finale dell’intestino, usandone, però, una più grossa di quella cui sei abituato, poi ti farò il tuo primo vero enteroclisma - punta il dito verso il contenitore in vetro - da due litri, cui seguirà un bel massaggio prostatico e, come premio, ti farò venire, vedrai che ti divertirai molto” io prendo a protestare “ti prego Giovanna, sai che faccio già fatica a prendere la solita peretta, una più grossa sarà ancora peggio, figuriamoci poi un clistere da due litri, mi scoppierà la pancia, non possiamo fare come sempre? Per favoreeee, ho paura”. Lei sorride con espressione materna accarezzandomi pene, testicoli e capezzoli e cerca di calmarmi “Non preoccuparti, ti ho mai fatto male? se proprio non ce la fai, mi fermo, ma sono sicura che ti comporterai da vero ometto, ed alla fine mi ringrazierai”, si china su di me e mi bacia a lungo sulla bocca, continuando ad accarezzarmi. Vedendo che mi sono calmato, si alza e va in cucina a prendere l’acqua, poco dopo rientra con un grosso contenitore pieno di un liquido giallognolo e fumante che appoggia sul carrello per poi dirigersi verso l’armadietto a vetri, lo apre, vi rovista dentro e si gira brandendo una pera che a me sembra enorme, in seguito scoprirò che ha la capacità di 850 cc., sormontata da una sonda bianca lunga circa 15 cm e del diametro di quasi due. Io sbarro gli occhi: mi sembra una cosa mostruosa, mai e poi mai potrò ricevere una tale sonda, sicuramente mi lacererà e poi tutta quell’acqua! Solitamente Giovanna usa una peretta molto ma molto più piccola con una sonda altrettanto piccola, per cui accenno a scendere dal lettino ma lei mi ferma appoggiandomi una mano sul petto “fermo lì! Dove credi di andare? Se scendi sappi che i giochi che abbiamo sempre fatto insieme termineranno per sempre, abbi fiducia in me, non ti ho mai fatto male e, da quello che mi risulta, hai sempre tratto solo piacere, vedrai che anche questa volta sarà così, lo sfintere anale è molto elastico e questa sonda non è poi tanto più grossa del mio dito medio, che hai sempre preso con piacere, e per quanto riguarda la quantità di liquido, se proprio non ce la fai mi fermo”, poi si china verso i miei capezzoli ed inizia a leccarli ed a succhiarli dolcemente per poi scendere con la bocca verso il mio pisello, che nel frattempo si è ammosciato. Sono impietrito, l’idea che i nostri soliti giochi terminino non mi va assolutamente, ma, nello stesso tempo sono ancora impaurito, nel frattempo la sua bocca mi ha ingoiato il pene e la lingua comincia a stimolare la cappella, alternando le leccate con succhiate dolcissime, è la prima volta che ricevo una fellatio e la sensazione è semplicemente stupenda, per cui mi rilasso e me la godo tutta. Giovanna, continua per un po’, accarezzandomi contemporaneamente i capezzoli, vedendo la mia resa, smette e facendomi una carezza al viso, esclama “sei proprio un bravo ometto, ti prometto che sarà tutto molto piacevole ed alla fine avrai un bel premio, adesso cominciamo, prima di tutto ti spalmo un po’ di crema così il termometro entra meglio”. Immerge il medio nel vasetto di crema ed inizia a descrivere dei cerchi concentrici sempre più stretti attorno al mio ano finché appoggia il polpastrello al buchino e preme con un movimento ritmico, a poco a poco, il muscolo si rilassa ed il suo dito scivola lentamente in me, come sempre, la sensazione è bellissima ed io sono al settimo cielo, dopo alcuni istanti, sfila il dito aggiunge altra crema e ricomincia, questa volta muove il dito in senso rotatorio sfiorandomi la prostata ed il pene prende a pulsare all’unisono. Quando è soddisfatta dalla mia dilatazione, sfila il dito e lo sostituisce con il termometro, il contatto con il freddo dell’oggetto è estremamente piacevole per cui inizio a contrarre i muscoli rettali per intensificare le sensazioni mentre Giovanna commenta divertita “sei proprio un bel porcellino, vedo che la stimolazione anale ti piace parecchio, cerca però di trattenerti e non eiaculare, per quello c’è tempo dopo”, intanto muove dolcemente il termometro in tutti i sensi finché non passano i tre minuti canonici e lo sfila lentamente lasciandomi un senso di vuoto. “bene, vedo che non hai febbre, l’acqua si è raffreddata a sufficienza, quindi posso riempire la pera, tu pensa solo a rilassarti e vedrai che andrà tutto bene”, io la osservo attentamente mentre comprime la pera e ne immerge la sonda nel liquido giallognolo ed ascolto il rumore di risucchio mentre si riempie, una volta piena lei la toglie, la mette bene in verticale e la comprime nuovamente per immergerla nuovamente commentando “questa pera è abbastanza grossa, per cui devo fare più operazioni di riempimento in quanto non voglio che dentro rimanga dell’aria che, se iniettata, ti darebbe dei forti crampi, inoltre ho fatto una forte infusione di camomilla, che ha un buon potere calmante, così ti sarà più facile riceverla”, dopo tre immersioni, la pera è completamente piena, Giovanna si siede su uno sgabello a ruote e si posiziona tra le mie gambe. Io mi irrigidisco, ho paura, la sonda mi sembra minacciosa e la quantità d’acqua mi pare esagerata, lei, intuisce il mio disagio ed inizia ad accarezzarmi dolcemente pene, scroto e natiche mormorando con tono affettuoso “rilassati, sai che non ti ho mai fatto male, tutto quello che faccio è per il tuo bene ed il tuo piacere, fidati di me”. Tra le sue parole e le carezze, poco a poco mi rilasso e lei ne approfitta per ungere bene la sonda e il mio buchino, spingendovi dentro la punta del pollice, finché non lo sostituisce con la sonda, con piccoli colpetti la spinge, vincendo la naturale resistenza del muscolo anale, in effetti l’iniziale introduzione non è poi così dolorosa, sento l’ano allargarsi ma direi che la sensazione, anche se fastidiosa, è abbastanza sopportabile, trionfante, lei annuncia “bravissimo! La sonda è entrata tutta, e non credo di averti fatto male, ti lascio qualche minuto per abituarti poi ti somministro il clistere, se proprio non ce la fai a prenderla tutta, dimmelo ed io mi fermo, adesso fai dei bei respiri profondi”. Qualche secondo e sento un piacevole calore invadermi il ventre e molto lentamente, poco a poco, la pressione aumenta mentre Giovanna continua inesorabile a spremere la pera, sto per fermarla quando lei annuncia “perfetto! Sei stato veramente bravo, la pera è vuota, adesso risucchio l’acqua e la inietto nuovamente per due o tre volte”, si alza in piedi e mentre rilascia la presa sulla pera si china a baciarmi il pene, immediatamente, il senso di pressione al ventre diminuisce e mi godo le attenzioni della sua bocca, non appena la pera è piena la spreme nuovamente, guardandomi attentamente in volto. Di nuovo la pressione nel ventre aumenta per poi diminuire, questo ‘gioco’ va avanti diverse volte procurandomi alternativamente sensazioni di piacere e fastidio, “adesso che ti sei abituato alla quantità di liquido, la inietto un’ultima volta con abbastanza pressione, rilassati e cerca di trattenerla per qualche minuto, io ti aiuterò massaggiandoti il ventre”. Lei impugna la pera con entrambe le mani e la spreme con forza, immediatamente il senso di pienezza al ventre aumenta di colpo per cui trattengo il fiato, terminato lo svuotamento, sfila la pera ed inizia a massaggiarmi dolcemente il ventre in senso orario mormorando frasi di incoraggiamento, con uno sforzo di volontà, anche aiutato dai massaggi, riesco a resistere un paio di minuti finché, con il panico nello sguardo, le chiedo di andare in bagno, subito mi appoggia al buchino un tampone di scottex che tengo con una mano, mi aiuta a scendere dal lettino e mi accompagna in bagno, dove ho appena il tempo di sedermi prima che un enorme scroscio d’acqua mista feci sgorghi dal mio intestino, Giovanna si china a baciarmi a lungo e mi ordina di fare con calma mentre lei va a preparare l’enteroclisma; la mia ‘seduta’ si protrae per quasi dieci minuti, finché non mi sento libero, mi do una rapida lavata e ritorno nello studio dove Giovanna ha già riempito fino all’orlo il contenitore di vetro con l’acqua, collegato al tubo una sottile sonda trasparente lunga quaranta centimetri ed ha alzato la parte finale del lettino togliendo i supporti per le gambe. La vista di tutto ciò mi spaventa nuovamente “oh no! Non credo di poter prendere tutta quell’acqua, già la peretta è stata dura, e poi la sonda è troppo lunga, non penso proprio di resistere”. Lei mi sorride comprensiva e mi spiega “non preoccuparti, la peretta ha liberato la parte finale dell’intestino e la sonda lunga ti permetterà di ricevere tutta l’acqua senza problemi, per quanto riguarda la sua lunghezza, stai tranquillo sono molto esperta e non la sentirai neppure, adesso fai il bravo, vieni a sdraiarti sul fianco sinistro con la gamba destra piegata verso il petto, ti prometto che sarà molto piacevole”. Rassegnato, mi sdraio mentre lei prende il vasetto della crema lubrificante e ne spalma una generosa dose sul mio buchino introducendovi anche il medio, poi lubrifica accuratamente la sonda e mi istruisce di spingere come se volessi fare la cacca, mi solleva una natica e sento la punta della sonda farsi strada dentro di me, in effetti, la sensazione non è sgradevole, anzi! “infilo solo una parte della sonda, lascio entrare un po’ d’acqua poi introduco la sonda fino in fondo, tu rilassati e fai dei bei respiri profondi” osservo i suoi movimenti grazie ad uno specchio strategicamente piazzato sulla parete e tra le sensazioni e lo spettacolo visivo, sviluppo nuovamente una bella erezione, Giovanna se ne accorge e prende ad accarezzarlo con dolcezza mentre con voce allegra e seducente dice “cosa ti avevo detto? Si direbbe che la sonda non sia poi così dolorosa, anzi, ho la netta sensazione che ti piaccia parecchio, non è vero?” non posso far altro che convenire, la piccola dose d’acqua, unita al movimento della sonda, alle sue carezze ed allo spettacolo offerto dallo specchio è veramente eccitante, tant’è che mi stupisco quando lei annuncia “ecco fatto! Sei stato veramente bravo, la sonda è entrata tutta, rilassati un momento, poi apro il rubinetto”. Giovanna fa il giro del lettino e viene a posizionarsi di fronte a me, gli occhi quasi mi cadono dalle orbite, ha sbottonato completamente il camice e sotto non indossa né reggiseno né mutandine! Con un sorriso molto lascivo dice “questa è la prima parte del tuo premio, mentre prendi il clistere, puoi toccarmi come e dove vuoi”, sono al settimo cielo, questa è la prima volta che la vedo nuda, durante tutti i nostri giochi precedenti, si era sempre limitata solamente a farmi vedere e accarezzare il seno, con avidità allungo le mani verso la sua vagina accuratamente depilata, mentre lei mi insegna come accarezzarla, perso nelle mie manipolazioni, non mi accorgo che ha aperto il rubinetto, finché un crampo non mi attanaglia il ventre, e subito lei inizia a massaggiarmi dolcemente la pancia sussurrando parole di incoraggiamento, dicendomi di fare dei respiri profondi ed in effetti, il crampo si affievolisce lasciando solo un senso di pienezza sempre maggiore, intanto, le mie dita nella sua vagina si stanno riempiendo di liquido ed io, nella mia ingenuità, le chiedo se le sta scappando pipì lei mi sorride, allarga leggermente le gambe e con un sospiro mi spiega “anche le donne provano piacere e l’aumento di secrezioni ne è la prova, sebbene sia la tua prima volta, sei molto portato, mi stai eccitando da morire, continua pure”, passano così diversi minuti durante i quali i miei respiri si intrecciano ai suoi gemiti di piacere finché un sonoro gorgoglio non ci distrae, io alzo gli occhi e con mia meraviglia vedo che il contenitore è vuoto, ho preso due litri d’acqua e quasi non me ne sono accorto! Giovanna ritorna alle mie spalle, chiude il rubinetto, molto lentamente sfila la sonda regalandomi un’altra serie di piacevoli sensazioni e mi ordina di girarmi sulla schiena, con estrema cautela assumo la nuova posizione e subito lei inizia a massaggiarmi il ventre ingrossato a dismisura, alternando carezze e baci al pene prepotentemente eretto mentre le mie mani girovagano sul suo corpo, passano così diversi minuti di puro piacere, anche la dilatazione del ventre dovuta ai due litri che ho ricevuto non è poi tanto spiacevole, finché non sento l’impellente bisogno di liberarmi, Giovanna, dopo un ultima vigorosa scrollata al ventre mi aiuta ad alzarmi e mi spedisce in bagno con una frase sibillina “vai pure a liberarti, io intanto preparo il tuo premio”. Mentre sono seduto sul ‘trono’ penso in cosa possa consistere il premio ma la mia ancor giovane fantasia è ancora troppo limitata, e non mi viene in mente nulla di particolare, dopo oltre venti minuti di scrosci continui, faccio un accurato bidè e rientro nello studio dove Giovanna ha nuovamente abbassato la parte finale del lettino e messo i supporti per le gambe e mi accoglie con uno smagliante sorriso mentre io mi godo la vista del suo corpo attraverso il camice tutt’ora sbottonato che lei, compiaciuta, allarga per permettermi una vista migliore, poi, mentre si informa se è andato tutto bene, mi fa cenno di tornare sul lettino, sdraiato sulla schiena e con le gambe sui supporti “siccome sei stato proprio un bravo ometto, adesso ti aspetta un bel premio, vedrai che ti piacerà molto, - prende in mano il pisello che si è ammosciato - oh povero! È diventato molle, provvedo subito a farlo ritornare bello duro” subito comincia ad accarezzarmi con dolcezza capezzoli, pene, testicoli, natiche ed il buchino, alternando leccatine e leggere succhiate, in pochi istanti raggiungo nuovamente l’erezione, quando si accorge che mi sto pericolosamente avvicinandomi al punto di non ritorno, rallenta il ritmo e mi strizza forte i testicoli, per poi ricominciare. Finalmente soddisfatta dalla mia erezione, si ferma e si china rovistare nel piano inferiore del carrello quando si rialza, in mano ha uno strano aggeggio che sembra un paio di mutande con varie cinghie, solo dopo scopro che tratta di un doppio dildo, due perfette imitazioni di peni, uno abbastanza piccolo ed uno decisamente più grosso, di fronte alla mia espressione interrogativa, con un sorriso allusivo e gli occhi brillanti mi spiega “i giochi che abbiamo fatto fin’ora e le tue carezze mi hanno eccitata da morire, per cui ho voglia godere anch’io, quindi adesso indosso questo strap on doppio, il dildo più grosso è per me ed il più piccolo, indovina un po’ dove andrà?” faccio cenno di aver capito ma obbietto per la dimensione che mi pare eccessiva, ma lei mi blocca subito “tranquillo, non è poi così grosso, sappi che il muscolo rettale è molto elastico, una volta entrato sentirai come è piacevole, sarò molto delicata, prima ti dilato per bene con le dita così entrerà più facilmente”. La osservo affascinato mentre indossa l’imbracatura e, allargando le gambe, si fa scivolare con un gemito di soddisfazione il dildo nella vagina, quindi raccoglie una generosa dose di crema e lubrifica attentamente il dildo dedicato a me poi con il medio, mi lubrifica bene il buchino e sprofonda il dito dentro movendolo in tutti i sensi, lo ritira, aggiunge altra crema, vi unisce anche l’indice e mi penetra nuovamente, questa volta, le due dita insieme si fanno sentire ed io cerco di allontanarmi ma lei, mi afferra lo scroto e lo stringe saldamente “non scappare, rilassati, vedrai che il dolore svanirà subito” in effetti la pressione dei suoi polpastrelli sulla prostata sono molto piacevoli ed il dolore poco a poco scompare, sostituito da uno squisito piacere. Quando Giovanna è soddisfatta dalla mia dilatazione, sfila le dita sostituendole subito con il dildo, con estrema lentezza spinge con il bacino ed il dildo scivola dentro di me, il dolore è abbastanza intenso ma lei cerca di distrarmi accarezzandomi con mani esperte il pene “bene! è entrato tutto, visto che non fa poi così male? adesso accendo la vibrazione vedrai che bello” preme un pulsante situato tra i due dildi ed una piacevole vibrazione mi si spande nell’ano e mi solletica forte la prostata, lei rimane ferma qualche momento affinché mi abitui all’intruso poi prende a muoversi lentamente avanti e indietro, il dolore è ancora abbastanza forte, ma poco a poco si sta affievolendo, sostituito da un piacere sempre più forte, con gemiti di piacere sempre più intensi, Giovanna aumenta il ritmo della penetrazione gridando frasi sconnesse “ecco, ecco, ecco, sto per venireeeee! È bellissimooooo! Mi eccita da impazzire vedere il dildo entrare ed uscire dal tuo culo! Cerca di resistere ancora qualche momentoooo!” Intanto le sue mani non sono rimaste inerti, con una mi stimola i capezzoli e con l’altra mi masturba, fermandosi ogni tanto per strizzarmi i testicoli per rallentare il mio orgasmo, finché, rendendosi conto che ho superato il punto di non ritorno, stringe forte il pene aumentando la velocità della masturbazione “dai! vieni, lasciati andare!, godi, godi, godi anche tuuu!” io non mi faccio pregare e con un grido inarticolato spruzzo un enorme schizzo di sperma che mi atterra sul ventre. Lentamente Giovanna allenta la presa e si ferma per poi sfilarsi da me, lasciandomi un senso di vuoto e mi si avvicina per baciarmi a lungo mormorando” uhau!!! È stato bellissimo, spero ti sia piaciuto quanto è piaciuto a me, da tempo non avevo un orgasmo così potente”, non posso fare a meno di ringraziarla confermando che anche per me è stata una cosa fantastica, quasi a malincuore lei spegne la vibrazione, slaccia le cinghie e con un ultimo sospiro soddisfazione sfila il dildo che la sta ancora penetrando buttandolo sul carrello, mi pulisce accuratamente in ventre imbrattato di sperma poi mi aiuta ad alzarmi e mi ordina di vestirmi e raggiungerla in salotto. Con le mani ancora malferme mi vesto e con le gambe molli, la raggiungo, lei è seduta sul sofà, con il camice ancora sbottonato e mi fa cenno di raggiungerla, subito mi abbraccia e mi bacia con trasporto sulla bocca “ti ringrazio, è stato un pomeriggio veramente piacevole, sono felice di essere stata la prima a sverginarti analmente, spero che sia piaciuto anche a te, anche somministrarti i vari clisteri è stato divertente!” io allungo una mano e le accarezzo la fessura stillante umori e mi allungo a succhiarle un capezzolo non senza averle prima detto che è stato tutto bellissimo, con una risatina roca lei mi ferma “sta buono, se no mi eccito di nuovo e questa volta ti sodomizzo con qualcosa di più grosso!” ubbidiente, mi fermo, non prima di averla ancora una volta baciata a piena bocca. Passiamo ancora una mezz’ora a chiacchierare poi, visto che si sta facendo tardi, mi alzo per uscire, si alza anche lei per accompagnarmi alla porta, mi abbraccia ancora una volta, raccomandandomi di mantenere il segreto e mi apre. Esco, dirigendomi verso casa, sentendomi bello pulito internamente e completamente svuotato, sicuramente l’esperienza di oggi rimarrà impressa per sempre nella mia mente.


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